26″, 29″ e 27,5″: come scegliere la giusta trasmissione

Una delle principali differenze quando si cambia il diametro delle ruote è la differenza nei rapporti della trasmissione. Ruote più grandi richiedono rapporti più agili, ma come scegliere le giuste corone a seconda del formato di ruote? Lo scopriremo nell’articolo di oggi

Il rapporto della trasmissione

La trasmissione, su una bicicletta, è un dispositivo in grado di moltiplicare o ridurre la velocità di rotazione della ruota in relazione alla velocità di rotazione delle pedivelle.



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Il sistema si basa su di una serie di corone dentate, detti pignoni e corone, e da un meccanismo (deragliatore) che è in grado di far spostare la catena da una corona o da un pignone all’altro.

 

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Il principio di funzionamento è semplice: tramite la combinazione di corone e pignoni più o meno grandi, si varia la velocità di rotazione della ruota rispetto alla pedivella, in particolare:

  • Se la corona è più grande del pignone, la ruota girerà più velocemente rispetto alla guarnitura.  Il rapporto è maggiore di 1.
  • Se la corona è più piccola del pignone, la ruota girerà più lentamente rispetto alla guarnitura.  Il rapporto è inferiore ad 1.

Nel primo caso la forza che noi applichiamo sul pedale viene distribuita su più di un giro della ruota. Applicheremo meno forza sulla ruota, è vero, ma potremo mantenere un ritmo di pedalata non troppo elevato anche a velocità sostenute. Nel secondo caso la forza applicata sarà distribuita su meno di un giro della ruota,. La forza che scaricheremo sul terreno istante per istante sarà molto elevata perchè moltiplicata dal rapporto favorevole, ma serviranno più pedalate per percorrere la stessa distanza.

Il rapporto si calcola piuttosto facilmente facendo la divisione tra numero di denti della corona e numero di denti del pignone. Se ad esempio stiamo utilizzando un 32-16 avremo un rapporto di 2, che significa che per ogni rotazione completa della guarnitura, la ruota ne compie due.

Dal rapporto allo sviluppo metrico

Analizzare la trasmissione facendo riferimento ai rapporti è corretto fino a che si parla di ruote dello stesso diametro, ma quando si introducono diametri differenti, le cose cambiano.

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Sappiamo tutti che più una ruota è grande, maggiore è la sua circonferenza e maggiore è la strada che la ruota percorre ad ogni rotazione. Immaginando di utilizzare lo stesso rapporto, ad esempio il 32-16 di cui parlavamo prima: la ruota per ogni giro di pedale compie 2 rotazioni, ma una ruota da 29″ percorrerà più strada di una da 26″.

Quindi le 650b e le 29″ vanno più forte, visto che per ogni pedalata percorrono più strada? Assolutamente no, si tratta di una falsa leggenda metropolitana. E’ vero che, a parità di rapporto, con ogni giro di pedale percorro più strada, ma è anche vero che applico meno forza sulla ruota. Per ottenere una determinata spinta alla ruota, su di una 29″ o 27,5″ devo applicare più forza sui pedali a pari rapporto rispetto ad una 26.

L’effetto che si ottiene su di una ruota maggiorata è infatti lo stesso che si ottiene utilizzando un rapporto più lungo su di una ruota più piccola.

Lo sviluppo metrico

Per ovviare a questo problema, si deve introdurre lo sviluppo metrico. Lo sviluppo metrico è la distanza che la ruota percorre dato un determinato rapporto di trasmissione. Se lo sviluppo metrico è costante, l’effetto in pedalata è sempre identico, indipendentemente dalla combinazione di corone e pignoni e dal diametro delle ruote.

Per confrontare la rapportatura di bici con diametro ruote diverse dovremo far quindi riferimento a questo valore.

Vediamo come calcolarlo:

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Conoscendo la misura dei diversi cerchi, possiamo determinare la circonferenza di ogni tipologia di ruota:

  • 26″: 2132mm
  • 27,5″:  2210mm
  • 29″:  2330mm

la circonferenza reale ovviamente dipende dalle dimensioni della gomma, qui per semplicità abbiamo ipotizzato di montare su tutte e tre le ruote la stessa gomma alta 6cm. E’ un’ipotesi realistica, visto che a parità di destinazione d’uso le dimensioni delle gomme sono simili.

Lo sviluppo metrico si ricava con la seguente formula:

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Dove: Tc è il numero di denti della corona, Tp il numero di denti del pignone.

In questo modo otteniamo un valore che identifica il rapporto in maniera assoluta, indipendente dal formato di ruote montato sulla bicicletta. Viene quindi da se che, passando da un formato di ruote all’altro, dovremo cercare di mantenere costante lo sviluppo metrico sui rapporti più estremi.

La scelta dei rapporti

Abbiamo capito che cos’è lo sviluppo metrico e sappiamo che, conoscendo la configurazione corone-pignoni per noi ottimale, nel momento in cui passiamo da un formato all’altro dovremo scegliere in maniera opportuna la dentatura della nuova bici per mantenere costante lo sviluppo metrico.

Poichè i pacchi pignoni sono standard, il modo più semplice per personalizzare la nostra trasmissione sarà variare la misura delle corone.

Qui di seguito immagineremo di voler passare da 26″ ad una 650b o ad una 29″, ovvero di voler passare a ruote più grandi. Sicuramente ci saranno alcuni di voi che vogliono fare il passaggio inverso, ma ad oggi questa è la situazione tipica in cui si trova un biker che vuole cambiare bici vista la graduale scomparsa delle 26″ da molti listini. Le considerazioni che faremo valgono naturalmente anche al contrario.

Trasmissione 3×10

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Sebbene nel 2014 sia un po’anacronistico parlare di guarnitura tripla, ci sono ancora oggi molti bikers che apprezzano le tre corone. Chi percorre lunghi tratti di pianura per raggiungere i trail e non ha particolarità velleità discesistiche, può sicuramente apprezzare l’ampia gamma di rapporti fornita da questa combinazione.

Le guarniture triple sono generalmente disponibili in due versioni:

  • 24-32-42, il formato tradizionale
  • 22-30-40, il formato per le ruote più grandi

Vediamo cosa scegliere a seconda dei formati e se vale la pena cambiare qualcosa nelle configurazioni di serie.

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Partiamo dai rapporti agili. Il 24-36 è la configurazione standard per una 26″ ed ha uno sviluppo metrico di 1,42. L’analogo di questo rapporto su di una 29″ si ottiene con una corona da 22T. Sulla 27,5″ la situazione è intermedia. Personalmente, poichè il 24-36 è già pittosto agile di suo, consiglio di mantenerlo anche sulla 27,5″.

Passiamo ora al rapporto più duro. Il 42-11 di una 26″ è più corto del 40-11 di una 29″. Il 42-11 di una 27,5″ corrisponde invece al 40-11 di una 29″.

I rapporti intermedi invece ci interessano poco visto che con le opportune combinazioni corone-pignoni li possiamo replicare tranquillamente, possiamo però notare che il 30 della 29″ corrsiponde circa al 32 della 26″.

Che cosa scegliere?

Su di una 29″ la scelta migliore è sicuramente la guarnitura 22-30-40. Non solo offre lo stesso rapporto agile del 24-36 su di una 26″, ma anche qualcosina in più come rapporto più lungo. Sulla 27,5″ e sulla 26″ la scelta ottimale è il classico 24-32-42, visto che in termini di sviluppo metrico non ci sono enormi differenze tra i due formati, soprattutto sul rapporto più agile (che è poi quello che maggiormente ci interessa).

Trasmissione doppia 2×10

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Le guarniture doppie sono le più complicate perchè esistono moltissime combinazioni di corone, in modo da coprire ogni tipo di esigenza. Ad oggi, con un’accurata scelta delle corone, si riesce infatti ad ottenere una gamma completa di rapporti eliminando gli inutili doppioni di una tripla.

Le corone più utilizzate sono:

  • Corone piccole: 22, 24, 26, 28
  • Corone grandi: 32, 34, 36, 38, 39, 42

Andiamo a vedere che cosa succede con le varie combinazioni. Per semplicità andremo ad analizzare il rapporto più agile nella configurazione corona piccola-pigone massimo, il rapporto più duro nella configurazione corona grande-pignone più piccolo, che sono poi i rapporti estremi. Ricordiamoci che per ottenere una gamma completa di rapporti (senza “buchi”) bisognerà contenere la differenza di denti tra le due corone entro determinati valori, ma è un argomento che non tratteremo oggi. Non può insomma esistere un 22-42.

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Partiamo dalla configurazione più agile. Se sulla nostra 26 montavamo una corona da:

  • 24T: molto apprezzata da chi pratica AM, come abbiamo visto prima per ottenere un rapporto analogo dovremo passare ad 22T per una 29″, mentre potremo mantenere il 24T su di una 27,5″.
  • 26T: l’analogo su di una 29″ si ottiene con un 24T, mentre su di una 27,5″ si è in una situazione intermedia. Se sentiamo il 26-36 fin troppo agile, potremo mantenerlo anche sulla 650b (risulterà leggermente più duro), altrimenti conviene passare al 24.
  • 28T: rapporto prettamente XC, l’analogo su di una 29″ si ottiene con il 26T. In questo caso anche su di una 27,5″ sarà meglio passare al 26T, visto che come sviluppo metrico è più vicino.

Occupiamoci ora delle corone grandi.

  • In ambito AM-enduro notiamo come ci sia una corrispondenza tra il 36-11 della 26″, il 34-11 della 27,5″ ed il 32-11 della 29″. Adottando queste configurazioni si ottengono dei rapporti lunghi assimilabili come sviluppo metrico.
  • In ambito XC invece notiamo che più saliamo di dentatura della corona, più le differenze si fanno accentuate. Se ad esempio siamo rider che usano il lungo 42-11 su di una 26″, non avremo scelta e dovremo mantenere il 42T anche sulla 27,5″. Il 39T risulterebbe nettamente più corto. Sulla 29″ potremo invece scendere a 39T. Se invece utilizziamo il 39T sulla 26, potremo scendere a 38T per una 27,5″ o fino a 36T su di una 29″.

Che cosa scegliere?

Quello che abbiamo visto è piuttosto complicato, vediamo di semplificare. Esistono delle configurazioni tipiche a seconda del formato ruote e della disciplina praticata: riassumiamole in una tabella:

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Abbiamo voluto distinguere tra XC “tecnico” e “veloce” nel seguente modo:

  • L’ XC tecnico è quello tipicamente “race”: percorsi corti, salite piuttosto ripide, pochissimi tratti di pianura e/o di asfalto. Non servondo quindi rapporti eccessivamente lunghi, ma sono importanti quelli agili.
  • L’ XC veloce è più ricreativo o adatto a chi è molto allenato: ci possono essere lunghi tratti di pianura o lunghi trasferimenti su strade asfaltate per raggiungere i sentieri. Serviranno quindi rapporti più lunghi e si potrà fare a meno di quelli più agili.

Monocorona 1×11

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Occupiamoci ora del monocorona, tanto in voga in questi ultimi tempi con l’uscita delle trasmissioni 1×11. In questo caso la situazione si semplifica notevolmente avendo una sola corona all’anteriore.

Generalmente la configurazione tipica su di una 26″ prevede di utilizzare una corona da 32 o 34T. Questo è infatti il miglior compromesso tra rapporti agili e duri, ciò però non toglie che qualcuno (soprattutto per un utilizzo AM o escursionistico) possa preferire rapporti più agili a discapito di quelli più lunghi.

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Partiamo dalla configurazione tipica per il 26″, ovvero il 34T davanti. Sui rapporti agili notiamo una certa corrispondenza con il 32T sulla 27,5″ e con il 30T sulla 29″. Lo stesso discorso si può fare con il 32T: sulla 27,5″ corrisponde ad un 30T e sulla 29″ ad un 28T.

E sui rapporti lunghi? La differenza in questo caso è maggiore, soprattutto nel salto tra 34-10 su 26″ e 32-10 su 27,5″, ma comunque percentualmente bassa (3,5%). Lo stesso discorso vale se si parte dal 32T. Questo fenomeno si verifica perchè le differenze di sviluppo metrico, poco marcate sui rapporti agili, diventano più accentuate sui rapporti lunghi.

Che cosa scegliere?

Con le trasmissioni monocorona possiamo quindi applicare la regola dei 2 denti: passando da 26″ a 27,5″ dobbiamo togliere 2 denti dalla corona, se passiamo al 29″ ancora 2 per un totale di 4. Se ad esempio sul 26″ monteremmo un 34T, sulla 27,5″ monteremo una 32T e su una 29″ una 30T.

E i monocorona 1×10?

Rifacciamoci al solito grafico:

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Anche in questo caso, notiamo che la regola dei 2 denti è valida. Il 34-36 su 26″ corrisponde al 32-36 su 27,5″ ed al 30-36 su 29″. Come possiamo vedere, al netto di un piccolo errore, la regola dei 2 denti vale su qualsiasi tipo di monocorona.

Da notare che con l’11T posteriore le differenze sul rapporto più duro si mitigano e la regola dei 2 denti diventa ancora più precisa che sulle 11V.

Capito come funziona il “giochino” possiamo calcolare lo sviluppo metrico di ogni configurazione di trasmissione con ogni diametro di ruote. Il segreto è cercare di capire qual’è lo sviluppo metrico massimo e minimo di cui abbiamo bisogno, da quello poi possiamo risalire alla rapportatura più adatta per le nostre esigente.

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