La derapata

Questa manovra è spesso denigrata e additata come la causa della rovina di molti sentieri. É tutto vero!!!!

A parte gli scherzi e le discussioni sull’erosione del terreno sappiamo che a livello di guida l’ideale sarebbe non derapare mai… o quasi.



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L’unica derapata che può avere senso ad oggi, dal mio punto di vista, è quella che viene fatta su tornantini stretti a bassisima velocità. Se si ha spazio per derapare può aver senso girare la bici su se stessa evitando magari un nose press su una zona esposta o di dover stare in surplace per qualche secondo. Sinceramente non vedo altri utilizzi di questa tecnica così scenografica.

 

Derapata vs bloccaggio della ruota posteriore.

Attenzione che le due cose sono molto diverse. Derapare non significa inchiodare al posteriore con il freno. Lì non c’è una gran tecnica da mettere in atto. Basta tirare con forza la leva giusta e il nostro potente freno a disco farà il suo lavoro.

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Quello che io intendo con derapata è il movimento per il quale la bici si intraversa, la ruota posteriore perde aderenza (e l’anteriore si spera di no), e noi ci troviamo a dover controllare la sbandata con il peso del corpo, imprimendo più o meno grip al posteriore. Un po’ come avviene per le auto da drifting, l’ideale è controllare al meglio la sbandata per tornare in traiettoria quando si vuole.

Come dicevamo inizialmente “bloccare la ruota posteriore” non ha nessun senso. Lo abbiamo già detto anche sulla puntata della frenata, lo ripeteremo quando parleremo di particolari passaggi tecnici ecc. Se la ruota posteriore smette di girare e si blocca “arando” il terreno, il grip impresso dalla stessa diminuisce rispetto ad una ruota che gira e fa il suo dovere in modo corretto. Con il grip diminuirà la frenata, il controllo ecc.

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Spesso nelle foto vediamo anche grandi campioni che con derapate incredibili alzano montagne di terra dando l’idea di andare fortissimo. Ebbene è tutta scena. Se guardate una gara di discesa, enduro, xc o qualunque altra disciplina vi accorgerete come le derapate siano evitate in tutti i modi (anche e in particolare con terreno molle o viscido). La Derapata è quindi un ingrediente della guida quasi esclusivamente scenografico. Alzeremo molta polvere, foglie se presenti, acqua se siamo in una pozza ecc. Insomma molto bella da vedere poco utile da fare. Visto però che siamo qui anche per spiegare tecniche divertenti e spettacolari, oltre che redditizie ecco di seguito tutti i segreti per fare una bella “sgumma” violenta.

 

Tecniche per la derapata controllata.Bassa velocità.

Iniziamo col dire, come anticipato, che vi è in realtà un tipo di derapata realmete utile, quella a bassa velocità da utilizzare su curve molto strette. La tecnica tra quel tipo di derapata e quella ad alta velocità (e spettacolarità) è leggermente diversa. Iniziamo con quella utile. Per prima cosa va detto che questa tecnica si usa sì su curve strette, ma richiede un certo spazio di manovra. Diventa davvero utile in quelle curve che hanno appoggi solo a fine curva. Invece di allargare per poi stringere come faremmo con una curva normale, andiamo a puntare la corda fin da subito. A quel punto andremo ad effettuare la nostra frenata cercando di non bloccare il posteriore, freniamo come spiegato nel topic apposito cercando di rimanere più bilanciati e puliti possibile. A questo punto i casi son due, nel primo la curva presenta un appoggio (sponda, sasso, canalina, tronco, altro) in uscita, nel secondo la curva rimane piatta durante tutto il suo svolgimento.Nel primo caso arrivati in ingresso curva potremo rilasciare il freno anteriore e portare il peso su questa ruota (mi raccomando per portare il peso sull’anteriore non avanzate col bacino, abbassate le spella piegando le braccia). A questo punto il posteriore, mantenendo una frenata moderata, senza andare a inchiodare maggiormente, dovrebbe iniziare a perdere aderenza e spostarsi verso esterno curva. Come sentite scivolare il posteriore non cambiate il carico sulle ruote ma lasciate semplicemente andare il freno posteriore in modo graduale per ridare + grip possibile alla ruota. Questa non riprenderà grip subito ma sarò pronta a farlo. Non appena infatti toccherete la sponda/appoggio che avevate visto in precedenza, sentirete la bici riprendere grip immediatamente e vi sentirete accelerare.

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Ecco un caso in cui un appoggio ci può far accelerare molto dopo una derapata. Pila dh.

É chiaro che se arriviamo contro l’appoggio con i freni tirati questa situazione non si presenterà, l’accelerazione verrà immediatamente bloccata dall’azione degli stessi. Valutate quindi di avere le ruote libere da ogni impedimento almeno appena prima di entrare nell’appoggio (analizzeremo poi meglio in una puntata apposità l’utilizzo degli appoggi, per quanto piccoli possano essere).

Veniamo invece alle curve strette senza appoggio finale. In questo caso la velocità di ingresso/uscita dovrà essere necessariamente più bassa. Se prima aveva senso sbandare per curve strette, qui ha senso solo per curve strettissime, tornantini. Dovremo inoltre farlo quasi da fermi. Per prima cosa converrà togliere il piede interno dal suo appoggio in modo da dare un terzo punto di contatto (senza aspettarsi che questo abbia gran grip) con il terreno al sistema rider bici.

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Fatto questo sarà fondamentale andare a ricercare con lo sguardo l’uscita di curva. La rotazione del capo, delle spalle e conseguentemente di tutto il busto innescherà il movimento di rotazione necessario a curvare. Ecco che sarà buona cosa caricare quasi tutto il peso sulla ruota anteriore. Andremo dunque a scaricare la ruota posteriore che scivolerà anche senza l’aiuto del freno. Il piede servirà come perno intorno a cui girare, occhio però a non caricarvi sopra troppo peso, sarà solo un’ancora di salvezza nel momento in cui l’anteriore decidesse di perdere aderenza o il posteriore la riprendesse di colpo (vi trovereste con la bici molto inclinata quasi da fermi). Anche qui dalla seconda metà di curva in poi dimentichiamoci i freni cercando di far riprendere grip alla bicicletta e di trasformare parte dell’energia cinetica della sbandata in accelerazione.

In entrambi i casi sopracitati dovremo inclinare fortemente la nostra bici verso l’interno della curva. Nel primo caso dovremo stare attenti perchè non avremo nemmeno il piede come riferimento, dovremo calcolare bene le distanze dall’appoggio in modo che sia poi questo a “tirare su” la bike una volta che questa vi abbia impattato.

L’inclinazione ci aiuterà nel far curvare la bici e soprattutto aiuterà a scaricare la ruota posteriore e a farle perdere grip.

 

Derapata ad alta velocità.

La derapata più scenografica è sicuramente quella che si fa su curve ad ampio raggio. Bella da vedere quanto inutile e divertente. Qui il gioco è di tenere il più possibile la ruota posteriore senza grip. Attenzione che anche qui il freno posteriore potrà avere una funzione di innescare la derapata ma saranno poi il peso del corpo e l’utilizzo di un piede perno (l’interno) a mantenere la ruota post. In sbandata.

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Qui la traiettoria della curva è abbastanza ininfluente, scegliete la linea più pulita, senza ostacoli, magari con fogliame o sabbietta. A questo punto arrivata con discreta velocità, innescate la sbandata col freno posteriore, spostate il peso sull’anteriore e andate a inclinare la bici (rilasciando poi i freni in modo rapido ma progressivo). Sarà comodo e sicuro avere un piede che faccia da perno.

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Non metteteci troppa pressione perchè dovrà scivolare anche lui lasciandovi agio di proseguire la vostra corsa. Sarà, come in precedenza, un punto di appoggio eventuale per non andare a terra nel momento in cui qualcosa andasse storto. Una volta che la sbandata sarà innescata dovremo andare a “controsterzare” per mantenere la linea della curva. Ecco che siamo proprio all’apice della sbandata controllata, stiamo “driftando” nel vero senso della parola. Le ruote non saranno frenate e sarà la nostra distribuzione dei pesi a generare questa spettacolare manovra.

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Ad un certo punto il posteriore riprenderà grip (si spera), e automaticamente raddrizzerà bici e traiettoria. Dovrete essere pronti a quel punto a ritornare in bici senza farvi sorprendere. Quando sentiremo questa sensazione dovremo tornare in una posizione centrale (ricordo che siamo ancora sull’anteriore per scaricare il retrotreno e farlo scivolare) per ridare il giusto grip ad entrambe le ruote e per scongiurare fenomeni di “pendolo” del posteriore che ci possano far uscire dalla linea.

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Considerate inoltre che non tutte le ciambelle escono col buco. La sbandata spettacolare che vedete in questa sequenza (su foglie bagnate) si è conclusa con una corsetta a piedi dopo aver abbandonato la bici che mi ha lanciato via in un high side da moto gp. Niente di che, una risata e via. Però dovrete tenere sempre in considerazione, quando andate a sbandare, che siete in una situazione di equilibrio super precario e che un minimo errore di gestione dei pesi o del freno ecc potrà avere come conseguenza una caduta.

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Ingrediente segreto. Utilizzare la derapata come allenamento per il feeling sul grip delle ruote.

Come detto mille volte non è redditizio nella guida, è vero però che innescare volontariamente una derapata può aiutarci a capire il grip delle ruote e a darci confidenza nel momento in cui, senza volere, la bici iniziasse a derapare in curva per assenza di abbastanza grip. Insomma metterci noi stessi in una situazione di difficoltà può aiutarci a prevenire una eventuale situazione analoga innescata da qualche elemento esterno nella guida di tutti i giorni. Se avremo una buona confidenza con la sensazione delle ruote che scivolano non ci faremo cogliere di sorpresa da una eventuale perdita di aderenza involontaria e magari eviteremo una caduta.

Jack

 

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