Transardinia: La giornata tipo del biker che fa le traversate

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La giornata tipo della Transardinia mi ha colpito per alcune particolarità a cui non ero abituato.
-Sveglia alle 5.30. Tutti molto mattinieri qui. Non so cosa facciano appena svegli, pero’ trafficano fino alle 7-7.30. Io resto in coma e mi arrivano solo suoni e luci come da in fondo un tunnel, quindi la cosa mi disturba relativamente.



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-7.30: inizia la manutenzione delle bici. Una cosa mai vista prima in vita mia. Tutte le mattine smontano lo smontabile: movimenti centrali, ruote libere, serie sterzo, lavano catene con gli attrezzi appositi, chanteclair, etc.. poi ingrassano e oliano tutto. Hanno borsoni giganti pieni di attrezzi, detersivi, spazzole e spazzolini. Una cosa incredibile. Guida 1 ha persino un arbre magique sul manubrio ricoperto di pelo bianco mentre l’ammortizzatore di Guida 2 in compressione odora di pesca. Io li guardo rapito ed infatti la mia bici è coperta di merda di capra.

-8.30-colazione. Rapida e frugale: ravioli, malloreddus, culurgiones, maialetto, patate e l’immancabile ricotta fresca col miele che tutti decantano lungamente mangiandola. Io odio la ricotta ed il primo giorno ho provato a confessarlo. Guida 2 mi ha detto: “non lo dire mai più e mangia o m’incazzo”. Da allora ne puccio un pezzetto nel thé sperando che si diluisca. Col solo risultato che il thé mi sa di capra e tiro rutti al vetriolo tutto il giorno.

-9.30-Si fa il punto della situazione, ma in modo un po’ dispersivo. Guida 1 sparisce e non si sa dove vada e siccome è quello che sa la strada stanno tutti ad aspettarlo pazienti. Guida 2 guarda tutti minaccioso o cambia i cuscinetti del carro.

-10.30- si parte. Ho l’impressione che decidano di partire tardi per mettere pressione psicologica ai partecipanti, che sanno che ci sarà giusto il tempo di arrivare a destinazione e che ogni imprevisto potrebbe farci arrivare al buio o essere abbandonati da soli se si resta indietro.

-19.30-20.15-normalmente è l’orario di arrivo alla fine della tappa. Cosi’ si arriva col crepuscolo e con una temperatura abbastanza bassa da far ghiacciare il sudore. Altra particolarità sono gli arrivi in salita. Si arriva sempre in salita. Preferibilmente con una salita su asfalto di qualche kilometro e/o una rampa al 15% minimo che io chiamo “colpo alla nuca”.

-20.30-21.15- toilette. Doccia calda, vestizione e preparazione alla cena. Siccome spesso c’è un bagno ogni 4 si arriva al pelo al ristorante dove guida 2 si sta già mangiando tutto e ride alla faccia di quelli che “perdono tempo a farsi belli”.

-23.30 fine della cena. Si mangia talmente tanto e per tanto tempo che alla fine di ogni cena mi aspetto di vedere entrare la mia defunta nonna con il panettone o il pandoro a farmi tanti auguri di buon natale o dover vedere il taglio di una torta nuziale ed il bacio degli sposi.

-00.00- Good luck and Good night.

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La tappa odierna ha previsto il passaggio presso un Nuraghe. Non ne avevo mai visitato uno ed è bellissimo. Sono anche salito in cima per una scaletta interna ed in cima c’era un vento tale che se non avessi avuto il casco allacciato lo avrei ritrovato a Palermo. Poi dopo una quantità di saliscendi infinita ed il guado del fiume Flumendosa siamo passati sotto il “tacco” di Perda e Liana, un roccione davvero suggestivo che oltretutto ci ha permesso di fare un bel single in discesa rocciosa.
Infine un altro single favoloso nel bosco lungo un torrente dove delle serie di gradoni mi hanno fatto arrivare il manubrio tanto vicino ai denti da poterlo leccare.
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Ho bucato due volte. Mannaggia.

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