Quattro giorni in Valtellina

Ad inizio mese sono stato in Valchiavenna e Valtellina, e più precisamente nei dintorni di Morbegno, per vedere cosa l’Alta Rezia ha da offrire ai biker.

Cos’è Alta Rezia e cosa offre



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L’Alta Rezia una zona nel centro delle Alpi che, condivisa tra Italia e Svizzera, abbraccia Valtellina, Valchiavenna, Engadina e Val Poschiavo. La voglia di far conoscere l’offerta in termini di sentieri e bike parks, impianti di risalita e servizi shuttle, guide e scuole di mtb, piste ciclabili nonchè di rete di Bike-Hotels e la tradizione enogastronomica si è concretizzata nel promo tour organizzato da vari enti ed associazioni (vedi link in fondo) cui ho preso parte. Enti ed associazioni che non si limitano ad esporre ciò che la zona offre di per sè ma hanno di recente lavorato su diversi fronti come individuazione, mappatura e segnalazione di sentieri, iniziative a favore delle strutture ricettive analisi di mercato e così via, per poter proporre un’offerta turistica il più possibile integrata e completa.

Visto che mi sono unito al gruppo alla fine del 2° giorno, lascio che sia lo sceriffo a raccontare i primi due:

Da Vicosoprano a Chiavenna per sentieri, mulattiere e ciclabili ed un bonus pomeridiano sul flow di Prata.

La mattina del giovedì, primo giorno di riding, ci accoglie con una pioggia fitta e persistente. I numerosi giornalisti ed operatori di settore invitati all’evento e provenienti da svariati paesi tergiversano nella hall dell’albergo San Lorenzo di Chiavenna, cosa che facciamo anche noi nella (vana) speranza che il blu ricompaia in cielo. Il programma odierno prevederebbe una visita al bike park di Madesimo e la discesa delle suggestive Gole del Cardinello, ma con un simile meteo il buonsenso suggerisce di mettere in atto il meno bellicoso “piano B”: un panoramico itinerario che, percorrendo la Val Bregalia, da Vicosoprano conduce sino a Chiavenna.

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Nulla di impegnativo, dato che in buona parte si percorrono mulattiere, sterrate e ciclabili, ed infatti a molti di noi rimane quel languorino che potrebbe essere soddisfatto solamente con un bel singletrack. Richiesta fatta, richiesta soddisfatta: nel pomeriggio saliremo con lo shuttle fino all’abitato di Stovano , poche case nel bosco di castagni dove comincia il singletrack che ci farà riguadagnare il fondovalle. Nel frattempo l’efficiente organizzazione ci conduce al “Crotasc”, un crotto (struttura caratteristica della Valchiavenna) dove un altro genere di languorino verrà soddisfatto, e cioè quello allo stomaco.

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Tradizione vuole che gli abitanti di montagna possano essere tanto scorbutici quanto ospitali. Verità o semplice luogo comune che sia, il simpatico signore che incontriamo a Stovano nel momento in cui scarichiamo le bici dallo shuttle ne è la perfetta rappresentazione. Fra lo stupore ed il divertimento degli ospiti stranieri, che chiaramente non comprendono una sola parola, ci mette praticamente sotto sequestro per un grappino nella sua baita “perché nessuno possa tornare al suo paese dicendo che qui non siamo ospitali”…

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Sbrigata anche questa incombenza, viene finalmente il momento di mettere le ruote sul tanto atteso singletrack. Lunghezza e dislivello non sono certamente epocali, ma la discesa è talmente divertente che alla base ci troviamo tutti con un bel sorriso stampato in volto. Quello appena affrontato è infatti il classico sentiero in grado di far divertire praticamente tutti, dato che non presenta difficoltà di rilievo ma è sempre molto guidato e perciò in grado di impegnare anche gli “smanettoni”. La pulizia recentemente effettuata da alcuni accompagnatori MTB della Valchiavenna, assieme al fondo prevalentemente terroso, hanno inoltre reso il sentiero perfettamente godibile nonostante il fondo fradicio a causa della pioggia caduta per tutta la mattinata.
Una breve pedalata in piano ci riporta a Chiavenna, dopodiché è tempo di traferirsi all’Hotel Saligari di Verceia, ai piedi della nostra meta di domani. Il meteo rimessosi al bello e la succulenta cena propostaci nel ristorante dell’hotel alzano il già alto morale della truppa in previsione dell’itinerario che ci attende l’indomani…

Il Tracciolino della Val Codera

Il Tracciolino della val Codera non è certo un itinerario sconosciuto (basta digitarlo su Google per rendersi conto di quanto sia popolare), ma questo sentiero perfettamente in piano scavato nella roccia a 900 m di quota è talmente spettacolare e suggestivo da rappresentare un “must” per ogni biker che passi nei paraggi.

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Posto all’imbocco della Valchiavenna, quindi vicino al punto di confluenza con la Valtellina ed il Lago di Como, il Tracciolino collega la Val dei Ratti alla Val Codera ed è stato costruito come collegamento di servizio per gli impianti idroelettrici. Lungo una parte del Tracciolino sono ancora presenti i binari, tutt’ora utilizzati dai guardiani delle dighe per transitarvi con dei piccoli trenini.
L’ambiente è selvaggio e spettacolare, ma nonostante la notevole esposizione che caratterizza alcuni tratti, l’itinerario non è mai particolarmente pericoloso in quanto sufficientemente largo e quasi totalmente protetto da ringhiere o funi d’acciaio.

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Venerdì mattina, ringalluzziti dalla bella giornata, la maggioranza dei partecipanti al promo tour decide di rinunciare allo shuttle e di pedalarsi i circa 700 m di dislivello che separano il Tracciolino dal fondovalle. La salita d’altro canto è gradevole in quanto percorre una strada poco o nulla trafficata, dato che non conduce da nessuna parte se non…al tracciolino stesso. In realtà la strada termina un poco più in basso, e l’ultimo tratto di salita ci vede spingere le bici su per un sentiero in un bel bosco di castagni.

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Raggiunti i binari del Tracciolino, ci concediamo una deviazione di pochi minuti in direzione Valle dei Ratti per visitare l’invaso ricavato in una spettacolare e selvaggia forra (la Diga di Moledana). Tornati sui nostri passi, ci dirigiamo ora verso la Val Codera e quindi la parte più spettacolare dell’itinerario, fatta di passaggi a picco sul vuoto, tratti letteralmente scavati nella roccia e strette gallerie. Gallerie che il sottoscritto dovrà percorrere in parte a tentoni, visto che ha dimenticato di portare con sé la lampada frontale. La spettacolarità del Tracciolino non si limita però al percorso in sé, dato che la vista verso il sottostante lago di Novate Mezzola ed il Lago di Como è super.

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Per tornare a valle le opzioni sono ben tre (quattro contando anche la strada percorsa all’andata), e tutte presentano dei passaggi tecnici. La più impegnativa è la discesa dalla Val Codera, un susseguirsi di tortuosi gradoni rocciosi che non lasciano tregua a gambe, braccia, freni e sospensioni. C’è poi la discesa che passa per l’abitato di S.Giorgio, la più spettacolare dal punto di vista panoramico ma che potrebbe risultare frustrante per chi non padroneggia la tecnica del nose-press, visto che per buona parte è un susseguirsi di stretti tornantini su fondo roccioso. Ultima come spettacolarità e difficoltà, pur presentando qualche passaggio impegnativo, è quella che riconduce a al paese di Verceia tagliando in vari punti la strada percorsa all’andata. Meno impegnativa e spettacolare non significa però meno divertente, dato che fra le tre è la più varia e “guidata”.
Ce n’è per tutti i gusti insomma, tanto che decidiamo di dividerci in gruppi ed ognuno affronterà la discesa di maggior gradimento.

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Alta Rezia ha però deciso di viziarci oltre ogni limite, e così a fine discesa ci attende un’imbarcazione che ci porterà al Tempietto di San Fedelino, sull’altra sponda del Lago di Novate, per una merenda all’aperto organizzata dall’Hotel Saligari di Verceia. Con un certo malincuore cedo in serata il testimone a David, il quale seguirà l’evento per mtb-forum nei prossimi due giorni.

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Il tour Biketridana e la sua mezza giornata di discesa: il sogno di ogni biker

Così Venerdì sera ho raggiunto il gruppo (il promo tour era già cominciato) all’accogliente agriturismo La Fiorida (www.lafiorida.com), dove alcuni si godevano già il centro wellness e gli altri scambiavano due chiacchiere in attesa dell’ora di cena. Cena che è stata quanto di meglio potessi sperare, soprattutto dopo una settimana di pasti da studente (che vi lascio immaginare…).
Non era finita li perchè ogni anno in questo periodo a Morbegno ha luogo “Morbegno in cantina”, una manifestazione in cui le antiche cantine del paese aprono i battenti a turisti e cittadini permettendo loro di degustare i prestigiosi vini doc, docg e Sforzati della Valtellina. Un appuntamento di sicuro interesse per tutti i bikers con la passione o una curiosità per l’enologia.
Ma adesso basta mangiare, basta bere… insomma basta lavorare che domani si pedala!
Per Sabato il programma prevedeva un itinerario sul monte Baitridana nel Parco delle Orobie Valtellinesi, per gli amici il giro Biketridana. Bici sul furgone per cominciare la salita con shuttle verso Passo San Marco e oltre Albaredo.
Scaricate le bici dai carrelli, si comincia a pedalare nella frizzantissima aria mattutina. Il giro comincia in maniera standard, con una salita su uno sterratone inizialmente all’ombra degli alberi. Ben presto però il bosco lascia spazio ai prati ed ai raggi del sole, e la strada trattorabile si trasforma in un trail bello da pedalare anche in salita, anche se in alcuni tratti i metri di quota si fanno catturare a fatica! Poco male, perchè più ci avviciniamo al punto più alto (1890 m), più il panorama si apre verso la valle ed i picchi circostanti, che cominciano a vestirsi dei colori dell’autunno e che noi ci godiamo tutti mangiando uno spuntino e sorseggiando un bicchiere di bianco al rifugio Alpe Piazza.

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Dopo merenda comincia la parte cattiva del giro. L’aspettativa per il percorso è alta, perchè questo sentiero viene mantenuto dal padre di Marco Milivinti, che qui gira anche con un gruppo di giovani ragazzi che sono venuti con noi e fan mangiare la polvere a gran parte di noi (a me di sicuro).
Bando alle ciance, sella giù, forcella su e via!

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Il percorso è molto divertente, con fondo in gran parte di terra che garantisce buona tenuta. Bello guidato, con qualche rampa per staccare le ruote da terra e lungo, lunghissimo. Un altro punto a favore è che le difficoltà tecniche ci sono ma non sono esagerate per chi non se le va a cercare, gli ostacoli sono sempre aggirabili e per chi non si sente in grado o in forma basta andare piano (o smontare, ma raramente è necessario). Ciò che io avrei dovuto fare almeno una volta per evitare una rovinosa caduta che mi è valsa sonore e meritatissime prese in giro un po’ in tutte le lingue… (Ad onor del vero sono caduto due volte, la seconda era più giutificabile ma stendiamo un velo pietoso).

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Tutto il percorso è segnato, in modo da aiutare a trovare la strada nei punti in cui il percorso non è ovvio.
La discesa è così lunga (circa 1700m di dislivello) che ci fermiamo per pranzo a metà strada!
A rifocillarci questa volta è l’agriturismo Ortesida (www.agriturismoortesida.it), da cui ripartiamo dopo uno squisito pranzo per gli ultimi metri di dislivello verso Morbegno.

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Il giro può essere fatto anche tutto in bici partendo da Morbegno (262m slm). Ne risulta un tour da 30 km e 1700 metri di dislivello.
Una cena ad assaporare le delizie enogastronomiche (ma quanto sono buoni i pizzoccheri? Non li avevo mai mangiati!) della valle del Bitto tre le vie di Gerola Alta e dopo esserci scambiati quattro chiacchiere di fronte all’ennesimo bicchiere di rosso si fila in branda.

L’affascinante Val Fabiolo e la divertente Strada Vegia

Per Domenica il giro previsto era il giro de La Piazza, intorno a Dubino. Abbiamo dovuto però rinunciare a causa delle forti piogge che nei giorni precedenti hanno rovinato il sentiero.

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Abbiamo quindi optato per una discesa che da Campo Tartano porta alla frazione Sirta di Forcola attraverso la val Fabiolo. La valle – con i suoi pascoli e le baite costruite in sassi – è stretta e suggestiva ma all’ombra per buona parte della stagione fredda.

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Il sentiero era tutto mulattiera, il che lo rendeva non banale dal momento che buona parte di esso era umido e non asciugato dal sole.
La storica mulattiera della Val Fabiolo attraversa ambienti peculiari perchè non raggiunti da strada. Ci sono nuclei che fino a non molti decenni or sono erano ancora stabilmente abitati. Sostila, che meriterebbe una breve deviazione dalla mulattiera principale, è uno di questi.

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Questo sentiero, nonostante non sia tecnicamente banale, in quanto completamente con fondo in pietra, è uno di quelli che si veniva a fare già con le rigide, ed era recensito in una delle prime guide che sono state scritte per MTB!

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Finita la discesa abbiamo deciso di farne un’altra, stesso punto di partenza ma altro percorso: “La Strada Vegia” che da Campo Tartano scende sul conoide del Tartano in direzione di Talamona, recentemente segnalata anche per bici dai simpatici gestori dell’albergo Miralago di Campo Tartano.
Questo percorso aggiunto all’ultimissimo momento al programma a me è piaciuto ancora più del precedente. Dopo una partenza attraverso il borgo ed i suoi prati, ben presto si entra nel bosco, con un bel fondo morbido ed un sentiero guidato e divertente, alla fine del quale non mancava una specie di step up naturale che alcuni di noi hanno ripetuto 2-3 volte tanto era godurioso.

Tirando le somme…

In conclusione avete già capito che in Valtellina ho trovato sentieri lunghi, divertenti e ben tenuti. Soprattutto la manutenzione non è per niente scontata, visto che come abbiamo notato non solo gli utenti ma anche le condizioni atmosferiche possono degradarli in fretta e ci vuole tempo e lavoro per mantenerli in condizione di essere percorsi.
Più ancora mi ha colpito però il bel paesaggio che si trova ad alta quota (intorno al rifugio Alpe Piazza è bellissimo) e – proprio non posso trattenermi dal ripeterlo – la bontà di cibo e vini.
Se avete intenzione di pianificare qualche giorno di vacanza in sella alla vostra bicicletta vi torneranno certamente utili i seguenti collegamenti:

www.valtellina.it Consorzio per la Destinazione Turistica Valtellina
www.altarezia.eu Alta Rezia Bike Hotels
www.valchiavenna.com (ufficio turistico Valchiavenna)
www.portedivaltellina.it/ (ufficio turistico per l’area di Morbegno)

www.madebike.it/ bike park madesimo
www.scuolamtb-ruotedentate.it/ scuola MTB Madesimo/Valchiavenna
madeforfunmadesimo.com/ (noleggio bici Madesimo)
www.mtblivigno.eu/ guide e shuttles interessati al momento a sviluppare giri guidati nell’area della Bassa Valtellina e Valchiavenna
www.alptrek-biketour.com/ Guida MTB Angelo Galbiati
www.hotelsaligari.com Al momento l’unico bike hotel dell’area, offre servizion shuttle e giri guidati in zona (specialmente per il Tracciolino)
www.malencobike.it noleggio MTB e accompagnamento nella vicina Valmalenco

www.hastoria.it/ l’hotel di Alessandro Longa a Livigno, guida e bikers che ci ha accompagnato nel promo tour

Tutte le foto di Federico Pollini

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