[Test] Lupine Wilma R7

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Giornate brevi unite a bel tempo significano una sola cosa: notturne!  Lupine ci ha mandato una delle sue lampade più potenti, la Wilma R7, dotata di ben 3200 Lumen, da provare durante il periodo più buio dell’anno.



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Analisi statica

I dettagli tecnici della Wilma sembrano usciti da un sogno di un ingegnere tedesco, e non per niente questo prodotto è totalmente made in Germany, con una cura per i dettagli che, agli attenti lettori di MTB MAG, faranno venire in mente la cura maniacale di un altro brand teutonico: Liteville. Scusate la lunghezza della presentazione, ma aiuta anche a capire il prezzo di questa lampada, e le differenze rispetto a soluzioni più economiche.

Cominciamo dalle caratteristiche della lampada, testata secondo gli FL1 Standard, stabiliti dalla ANSI (American National Standards Institute) e dalla NEMA (National Electrical Manufacturers Association). Come potete vedere dal grafico qui sotto, il raggio di luce, alla massima potenza, arriva a 325 metri di distanza, e la sua luminosità è molto alta (per una spiegazione delle singole voci andate qui). Non solo, ma la Wilma è anche resistente all’acqua e agli impatti con il terreno. Il corpo è in alluminio 6061-T6 lavorato in CNC.

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Il cuore del sistema è dato dai quattro led Cree XM-L2 U4, settabili in 10 diverse luminosità a partire da 45 Lumen fino ad arrivare ai 3200 di massima potenza. Oltre alla modalità fissa, Lupine ha pensato ad un SOS in codice morse luminoso, che manda un segnale fino a batteria scarica per far individuare la persona in difficoltà.

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Molta attenzione è stata riposta nell’indicazione della carica ancora rimanente nella batteria. Infatti, oltre ai led presenti sulla batteria stessa, la luce presente sulla testa della lampada cambia colore a seconda della carica, passando da blu a verde a rosso. Quando la batteria è scarica, rimane disponibile una carica di riserva, sufficiente ad attivare la lampada nella sua modalità meno luminosa.

Sempre sulla testa della lampada sono presenti 5 led che indicano la potenza usata. 4 sono i livelli settabili manualmente o tramite un’app, che poi si possono poi scegliere in sequenza mediante la pressione del tasto centrale o del comando remoto a manubrio collegato tramite bluetooth. Quest’ultimo è alimentato da una pila 2032.

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Maniacale anche la cura dei dettagli nei supporti per il fissaggio della lampada al casco o al manubrio. Tutti lavorati in CNC, questi supporti in alluminio vengono avvitati ad uno o entrambi i lati della lampada tramite una vite a brugola (la chiave esagonale è nella confezione), per poi essere fissati al casco tramite una fascia in velcro…

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..o tramite un adattatore per GoPro..

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…o al manubrio, grazie ad collarino dotato di quick release. Per chi ha un manubrio da 35mm, è disponibile anche per quello.

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La batteria in dotazione è una SmartCore 6.6 Ah, con la caratteristica di mostrare l’energia rimanente in multipli di 10%, facilmente leggibili dai led che si accendono con una breve pressione sul tasto on/off. Gli stessi led fungono da luce posteriore, qualora si posizionasse la batteria sul tubo sella, per esempio. I led possono anche venire accesi in modalità intermittente.

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Può venire fissata al telaio, grazie ad una fascia in velcro presente nella confezione, o riposta nello zaino. In questo caso si deve usare una prolunga, anche lei compresa nel pacchetto.

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Da notare i robusti innesti dei cavi, e la loro spessa protezione in gomma, per poter funzionare bene anche in condizioni di bagnato e di freddo (fino a -25°). Rimanendo in tema di innesti, questi sono identici in tutta la gamma Lupine, cosa che permette di usare anche la mega batteria da 13.2 Ah per uscite extralong.

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Per quanto riguarda la sua durata, questa varia a seconda della potenza che si usa durante l’uscita. La tabella qui sopra è molto precisa, e possiamo dire di ritrovarci con i valori indicati.

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I livelli di luminosità possono venire settati sia manualmente o, più facilmente, uno smartphone, grazie all’app gratuita di Lupine, che fornisce anche indicazioni sullo stato della lampada durante il suo uso.

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Sul campo

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Con una lampada del genere, girare di notte diventa un piacere. Il peso di soli 124 grammi permette di fissarla al casco senza patemi d’animo, anche per lunghe uscite, ma soprattutto, anche nell’oscurità perfetta di un bosco, il sentiero viene illuminato a giorno. La modalità full power, ideale per discese su singletrack, ha un fascio luminoso molto bianco, piuttosto  cilindrico, cioè poco pronunciato sui lati, ma così potente da permettere di scendere a velocità molto sostenute.

Qui sotto trovate la diversa luminosità dei tre preset di fabbrica. Tenete presente che il prato illuminato presenta un fosso subito davanti alla bici, e poi è in salita. Per delle foto in piano cliccate qui.

3200 Lumen

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1800 Lumen

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225 Lumen

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La batteria è stata usata anche durante uscite con la neve, intorno agli zero gradi, e non abbiamo riscontrato una riduzione avvertibile della sua capacità, mentre la sua durata ci ha convinto in pieno, anche considerando i tipi di itinerari alpini che siamo soliti percorrere. Infatti in salita è sufficiente usare la modalità da 225 Lumen (durata stimata: 31 ore), mentre durante le discese, purtroppo sempre più brevi delle salite, abbiamo usato per la maggior parte i 3200 Lumen.

A 3200 Lumen la lampada diventa molto calda, fatto che non ha creato problemi durante il test, svoltosi in inverno, ma che in estate, se le temperature sono alte, potrebbe portare ad una riduzione automatica della potenza per evitare il surriscaldamento. C’è da dire che si riesce a girare bene anche con i 1800 Lumen, quindi il problema è più accademico che altro, visto che si può regolare la luminosità in ben 10 livelli diversi. Sul casco non ci sono stati problemi per il calore, grazie alla distanza della Wilma dalla sua superficie.

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Molto pratici gli attacchi per casco e manubrio, anche perché permettono di variare l’inclinazione della lampada con una semplice pressione della mano, e altrettanto efficace il fissaggio della batteria al telaio. Nessuna delle due unità si è mai mossa, malgrado i tanti singletrack in discesa che abbiamo affrontato durante la prova.

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L’accessorio più comodo è il comando remoto bluetooth, che permette di tenere le mani sulle manopole anche quando si accende/spegne la lampada o se ne varia la potenza. Soprattutto quando la si fissa sul casco, questo è un componente a cui non si vuole più rinunciare. Il tasto è bello grande, facile da usare anche con guanti invernali, e la sua luce blu lo rende individuabile anche nel buio completo, senza problemi.

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È importante far notare che la Wilma non è adatta per girare nel traffico, a causa del suo fascio di luce e della mancanza di una modalità anabbagliante. Cosa, fra l’altro, comune alla maggior parte delle lampade per mountain bike/frontali.

Conclusioni

La qualità si paga , ma si sente anche. La Lupine Wilma R7 mantiene quello che promette: tanta luce, una batteria molto capace, affidabilità e una cura maniacale nei dettagli. La ciliegina sulla torta è il comando remoto bluetooth. Non c’è luce cinese che si avvicini a questo prodotto, malgrado sulla carta tante lampade sembrino avere le stesse caratteristiche. Se girate spesso offroad con il buio, la Wilma è un ottimo investimento, malgrado il suo prezzo elevato.

Peso rilevato lampada: 124 grammi
Peso rilevato batteria R7:
240 grammi
Prezzo
: 495 Euro
Acquistabile online sul sito Lupine

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