I BikeHotels hanno scritto una parte fondamentale della storia della mountain bike e del cicloturismo in Alto Adige. Da tre decenni accompagnano gli ospiti su trail che lasciano ricordi indelebili – e spesso sono stati pionieri, molto prima che le e-bike e i flow trail diventassero la norma. Uno che c’era già agli inizi è Kurt Resch dello Steineggerhof, presidente dell’associazione alberghiera. In questa intervista ci racconta come è cominciato tutto, cosa lo motiva ancora oggi e perché il bike guiding gli ha cambiato la vita.
Kurt, vai in bici da oltre 30 anni – come è iniziato tutto?
(ridendo) A dirla tutta? Per me era ovvio: se andare in bici mi diverte così tanto, piacerà anche agli altri. Quindi ho pensato: perché non dovrebbero fare le vacanze da noi? Nel 1994 abbiamo messo il nostro primo annuncio sulla rivista BIKE. Risultato: zero contatti. Solo un anno dopo sono arrivati i primi biker.
Ti ricordi chi erano?
Certo! Si chiamavano Achim e Sedat. Sono stati loro a mostrarmi cos’è davvero andare in bici – né in salita né in discesa riuscivo a stargli dietro. Però mi hanno aspettato pazientemente, probabilmente perché non sapevano dove andare! Sono diventati grandi amici e ci sentiamo ancora oggi.
Come si è sviluppata la cosa?
Il numero di biker raddoppiava o triplicava quasi ogni anno. Ovviamente, se parti con due biker, ci vogliono un po’ di anni prima che diventi economicamente interessante.
Che tipo di tour facevate allora?
Completamente diversi da oggi. Negli anni ’90 le bici erano ancora all’inizio della loro evoluzione. Quasi nessuno riusciva a fare trail tecnici, quindi facevamo tour molto lunghi con tanti metri di dislivello. Le funivie erano malviste, shuttle non ce n’erano. I nostri giri erano spesso tra i 50 e i 90 km, con 1200-2000 metri di dislivello – un filtro naturale: venivano solo biker con una gran forma fisica.
A proposito di tecnica: com’era allora?
Erano appena arrivate le prime forcelle ammortizzate, tipo la Manitou con 2,5 cm di escursione. Pensavamo: 8 cm di escursione? A cosa serve? Beh, è andata diversamente. Con più escursione abbiamo finalmente potuto affrontare trail tecnici e abbiamo rinominato i nostri tour in “single trail tour”, specializzandoci.
Non eri solo guida, ma anche cuoco, giusto?
Giusto. Ero chef e guida insieme. Preparavo spesso la carne il giorno prima e concordavo con la mia collaboratrice cosa fare. Tornavo dal tour e senza neanche cambiarmi entravo subito in cucina. Avevo 25 anni, si poteva fare. Oggi? Impensabile.
Come sono nati i BikeHotels Alto Adige?
Sulle riviste vedevo altri altoatesini che facevano pubblicità ai biker – Armin del Traminerhof o Georg dell’Hotel Dolomiten. Ho pensato: se ci uniamo, possiamo permetterci inserzioni più grandi. Così nel 1998 sono nati i BikeHotels Alto Adige.
Come si è evoluto il tuo team?
A un certo punto non ce la facevo più a fare guida e cuoco insieme. Nel 2004 è arrivata la nostra prima guida bike, Christoph. Poi sono arrivati Dieter, Martin, Alex, Patrick e Hansjörg. Anche mio zio Peter ci dava una mano, spesso uscivamo in tre gruppi contemporaneamente.
Qual è stata la tua esperienza più folle con gli ospiti?
(ridendo) Ce ne sono tante! Una volta si sono incontrati da noi Urs, Norbert e Klaus, che si erano conosciuti qui alla fine degli anni ’90. Klaus aveva messo di nascosto un grosso sasso nello zaino di Urs – lui se n’è accorto solo in hotel, chiedendosi perché fosse così pesante. Si sono arrabbiati ma hanno anche riso un sacco.
Come è arrivata la svolta con le e-bike?
Nel 2011 abbiamo potuto testare il primo prototipo di e-bike da Thömus. Io e Dieter ci siamo saliti sopra e avevamo un sorriso stampato in faccia. Lì abbiamo capito: questo è il futuro. All’inizio però molti biker non volevano provarle, quasi se ne vergognavano. Oggi la maggior parte di loro va in giro con l’e-bike. Su Facebook me ne hanno dette di tutti i colori – la mia soddisfazione ora è grande.
E oggi, com’è la situazione da voi?
Oggi le nostre guide fanno spesso tour su strade forestali o tengono corsi di tecnica per principianti. Il target è cambiato: famiglie, cicloturisti e principianti sono cresciuti molto. Ma anche i maniaci dei trail trovano pane per i loro denti. Uno shuttle quasi non ci serve più – la maggior parte dei tour parte direttamente dall’hotel.
Kurt, per concludere: cosa significa per te tutto questo?
Ah, questa è la mia vita. Senza la bici oggi non sarei dove sono. E quando vedo quante amicizie sono nate qui, so che ne è valsa la pena.