Divieto per le MTB nel Parco Regionale delle Alpi Marittime?

[Comunicato stampa] Il nuovo “Regolamento delle Aree Protette delle Alpi Marittime” è in attesa di approvazione da parte della Regione Piemonte. Il suddetto regolamento dedica l’Articolo 5 alla regolamentazione dell’attività ciclistica e si compone di quattro commi: tre di questi (N°2-3-4) esprimono in maniera esauriente e corretta un dovere di salvaguardia dell’ambiente che ci si può aspettare da un Ente Parco. Il comma 1, purtroppo, va però oltre e recita: “La circolazione delle biciclette, comprese quella a pedalata assistita, è consentita sulle piste forestali, sui sentieri e le mulattiere individuati e segnalati dall’Ente”

ATTENZIONE! Nonostante l’approccio in apparenza positivo al tema – “è consentito”- sostanzialmente significa che l’utilizzo della bicicletta viene vietato ovunque, salvo l’individuazione e la segnalazione di percorsi che l’Ente avrà la compiacenza di concedere in deroga. Questo articolo potrebbe sancire la messa al bando della pratica della mountain bike su centinaia di chilometri di strade e sentieri in tutte le aree protette delle Alpi Marittime che comprendono porzioni della Val Tanaro, Valle Pesio, Val Vermenagna, Valle Gesso e Valle Stura.

Nonostante l’Ente Parco sostenga di aver interpellato gli “stakeholder” chiave sul tema, nessuno ha avanzato dubbi sul regolamento e questo ci lascia molto perplessi circa le modalità di coinvolgimento da parte dello stesso verso le associazioni interessate (es. il Club Alpino Italiano MTBCAI).

Da un incontro avuto con i rappresentanti dell’Ente Parco è emerso che fra le ragioni di questo divieto vi sia il timore dell’”invasione” delle e-bike: vietare l’accesso a tutti i tipi di bici e su tutti i sentieri, in maniera indiscriminata, non è una risposta accettabile che ci si aspetti da un soggetto che oltre che tutelare l’ambiente deve permetterne una fruizione sostenibile. Dal nostro punto di vista riteniamo ci possano essere altre alternative al divieto per ottenere entrambi questi obiettivi.

Per questo vi invitiamo a sostenerci nel chiedere lo stralcio del comma 1 dell’Art. 5 nelle sedi regionaliper valutarne una modifica che tenga conto delle opinioni di chi l’escursionismo alpino in mountain bike lo pratica e lo vive ogni giorno con passione e rispetto.

Aiutateci scrivendo una e-mail contenente il testo che trovate a questo link all’assessore all’ambiente della Regione Piemonteassessorato.valmaggia@regione.piemonte.it e per conoscenza all’Ente Parco info@parcoalpimarittime.it, pregandovi di firmarlo in quanto enti, associazioni, istituzioni o liberi cittadini.

Iscrivetevi al nostro gruppo FB dedicato per aggiornarvi sulla nostra campagna e diffondete al massimo attraverso i social o altri media questa campagna.

Grazie a tutti del sostegno

Il team di Cicloalpinismo www.cicloalpinismo.com cicloalpinismo@gmail.com

UPDATE 19 ottobre 2017

A seguito della pubblicazione sull’albo pretorio del Parco di un nuovo regolamento in attesa di approvazione che, di fatto, avrebbe vietato l’accesso alle MTB in tutta l’area protetta delle Alpi Marittime, salvo successive deroghe e a seguito dell’ dell’incontro con i dirigenti del Parco avvenuto in data 11.10.2017 nel quale abbiamo discusso in merito al succitato regolamento purtroppo senza grandi speranze di cambiare le carte in tavola, abbiamo deciso di procedere aprendo un dibattito pubblico per sensibilizzare la comunità e la Regione Piemonte sul tema.
E’ così stato creato il gruppo facebook “Stop alle MTB nelle Alpi Marittime?!?” (780 iscritti in poche ore, abbiamo lanciato due hashtag (#cicloalpinismoinesilio#stopmtbalpimarittime), aperto una petizione online su change.org (oltre 2000 adesioni in tre giorni) e avviato un’azione di sensibilizzazione all’assessore ai Parchi della Regione Piemonte e all’Ente Parco tramite l’invio di mail.

La risposta della rete è stata pronta e lo sdegno si è evidenziato anche grazie alla condivisione della campagna sulle principali testate nazionali del settore: MTB MAG, MtbCult.it , montagna.tv come esempio.

A un certo punto, nel tardo pomeriggio di lunedì è uscito un comunicato (fonte Targatocn.it) del direttore Cônitours nonchè consigliere del parco e firmatario del nuovo regolamento, Armando Erbì dove ci veniva imputato di aver creato falso allarmismo e nel quale il consigliere citava una nuova versione del discusso articolo 5, differente da quella “ufficiale” pubblicata ai sensi di legge sull’albo pretorio del Parco e da noi contestata.

Improvvisamente siamo stati liquidati, e spesso indelicatamente, come facinorosi attivisti pronti a tutto per guadagnare qualche like: si è cercato di esaurire la nostra protesta perché ritenuta infondata, attraverso articoli pubblicati su La Stampa on line

Sicuri della nostra posizione, avendo discusso personalmente e come già detto con Presidente e Direttore del Parco l’articolo contestato (quello con 4 commi) e pubblicato a norma di legge (con tanto di firme) sull’albo pretorio online del Parco, abbiamo chiesto di fare chiarezza.

Ancora non era emerso che circolavano due versioni differenti del regolamento!!!

In aggiunta, comparivano quantomeno di dubbio statuto tecnico-scientifico le dichiarazioni dell’Assessore Valmaggia riportate dalla testata cuneodice.it, per il quale il divieto sarebbe stato funzionale a salvaguardare le persone dall’affrontare percorsi non consoni alle proprie capacità (Avete capito bene! speriamo in un errore di interpretazione del giornalista che ha trascritto l’intervista…). Peccato che tali commenti fossero applicabili soltanto ad un documento errato!

A questo punto, di fronte ad una evidente situazione paradossale è emersa la dichiarazione del Presidente Salsotto pubblicata mezzo stampa: “Semplicemente sono circolate due versioni. Sull’albo pretorio del Parco c’è quella sbagliata. Chiediamo scusa, è stato un errore nostro. La versione depositata in Regione è invece quella corretta”

Nella sua dichiarazione, però, il Presidente continuava a sostenere che i due regolamenti fossero sostanzialmente uguali e sui social, che come tutti sanno si muovono “di pancia”, infuriava la polemica nei nostri confronti per una vicenda che in effetti presenta le sue complessità nell’essere descritta.

Se per il Presidente i due regolamenti differiscono nella forma ma non nella sostanza per noi non è così:
il primo, che abbiamo contestato, vieta di fatto l’accesso a tutti i sentieri del parco salvo successive deroghe,
il secondo invece consente “la circolazione delle biciclette, comprese quelle a pedalata assistita…su tutte le strade, le piste forestali, i sentieri e le mulattiere delle aree protette” salvo successive possibili interdizioni su “particolari sentieri e mulattiere”.

Cogliamo l’invito a partecipare ai tavoli di confronto che verranno fatti per stabilire quali particolari sentieri saranno da interdire ed immaginiamo che le decisioni prese saranno ragionate sulla base di effettive necessità di tutela dell’ambiente naturale o dei sentieri stessi dovute, per esempio a particolari condizioni dell’ambiente e/o contingenti aumenti di frequentazione, in determinati periodi dell’anno come avviene in altri Parchi (primo esempio Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, per il secondo il Parco Regionale del Monte di Portofino).

Accettiamo le scuse del Presidente che si è dimostrato, come in precedenza, persona diplomatica ed aperta al dialogo e vogliamo credere che si sia trattato veramente un errore.

Noi continueremo a vigilare, col supporto di tutta la comunità su quanto accaduto: aspettiamo l’approvazione del regolamento in Regione, la firma apposta su di esso (che oggi manca benchè sia pubblicato sull’Albo pretorio) e ringraziamo il presidente del Parco per la disponibilità a ragionare con noi sui particolari della nuova regolamentazione.

Siamo molto soddisfatti del grande appoggio che abbiamo ricevuto da tutta la comunità nazionale (e non solo) da coloro che amano la montagna e amano viverla a bordo di un mtb! Abbiamo avuto conferma che, insieme, le cose possono cambiare.

Grazie a tutti del sostegno!
Il team di Cicloalpinismo

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