Per chi è cresciuto in montagna, come me, è normale affrontare le basse temperature invernali.
Da bambino sulle piste da sci tre volte alla settimana; a 14 coi motorini, si andava nei paesi vicini a pattinare sul ghiaccio, anche dopo cena.
A 16 anni, con le moto 125 da enduro, il sabato sera si andava tutti assieme in qualche disco-chalet in montagna (nel nostro caso, a Folgaria), anche con le strade innevate. Bastava andar piano e nessuno si è mai fatto male, pur con qualche scivolata.
Dunque, anche ora, a 44 anni suonati, trovo normale uscire l'inverno col freddo, di notte.
Nel mio caso, visto che il freddo tendo a patirlo, ho risolto il problema comprando capi tecnici molto validi.
Per il discorso delle velocità in discesa (sempre di notte e sotto zero gradi), è ovvio che le punte massime si fanno in tratti rettilinei, dove non serve molta aderenza. Un biker lanciato dritto a 60/70Km/h, penso che possa superare indenne qualche bel tratto con fondo semi ghiacciato.
Nel mio caso, conoscendo benissimo gli itinerari, so già con buona approssimazione quali condizioni trovo. Come i tratti esposti al sole o quelli che non ne prendono mai. Insomma, direi che i rischi sono molto limitati e che, per fare qualche punta di velocità, non ci vuole nulla.
Con la guarnitura tripla, faccio uno scatto all'inizio del rettilineo e poi mi metto in fuorisella.
Così, oltre a prendere maggiore velocità per l'aerodinamica, mi schivo un bel po' di aria dal busto.
In testa, ho il casco con sotto il cappuccio della giacca in Goretex Pro, oltre ad una maschera della Thor per ripararmi la faccia.
Dimenticavo: è peggio l'umidità del freddo.
Si patisce meno ad uscire con -10° e il 30% di umidità relativa, piuttosto che uscire a -4° con l'85% di umidità.