Alle volte sembra che si intervenga in un thread solo per potersi sentire più ganzi, più liberi degli altri dal COMPLOTTO DEL MARKETING. Mi chiedo, innanzitutto di cosa parliamo? Di bici da corsa, di gravel, di mtb? Sono tre tipi di bici diverse, pensate per utilizzi diversi, con manubri radicalmente diversi plasmati da esigenze diverse...
In una bici da corsa il dropbar è utilizzato principalmente per una questione prestazionale (aerodinamica ed efficienza della posizione in sella), su una gravel principalmente per motivi di comodità (molte posizioni) ed efficienza, su una mtb per questioni di comfort sulle lunghe distanze ma con particolare attenzione al controllo. Questo almeno tagliando il discorso con l'accetta...
Non a caso, infatti, i manubri utilizzati nelle tre discipline, pur essendo sempre dropbars, si differenziano parecchio sia come forma che come setup. Come diverso è il modo in cui si utilizzano.
Sulla 29 rigida ho un dropbar (o meglio, un dirt drop, come si chiamano i dropbar specificamente pensati per fare mtbiking), e i limiti in discesa sono semmai nella forca, non certo nel manubrio (tieni presente che il braccio di leva di un manubrio dipende più che altro dalla posizione delle dita più interne e più forti della mano). In salita invece ci trovo vantaggi notevoli, a partire dalla migliore ergonomia per arrivare al braccio di leva più sfruttabile per tirare sul manubrio senza che ciò comporti continue oscillazioni della ruota anteriore come avviene con un flat sufficiente largo per garantire il necessario controllo in discesa. Che poi non tutti si trovino bene con un dropbar sulla mtb è tutt'altro discorso; personalmente se ho intenzione di stare fuori più delle canoniche due orette della classica uscita mtb (per non parlare di viaggi di più giorni) non valuto nemmeno l'ipotesi di usare la front col manubrio dritto e le braccia allargate in modo scomodo e innaturale. Allo stesso tempo, però, nei tratti lunghi di strada (asfaltata o sterrata) che mi sono trovato ad affrontare con la suddetta bici durante alcuni viaggi il dirtdrop, largo, copiosamente svasato nella parte bassa, con reach e drop ridotti al minimo e montato in modo da usare la presa bassa come posizione principale (quindi molto più alto rispetto ad una bdc o anche una gravel), l'ho trovato decisamente poco soddisfacente. D'altronde non è per questo che è pensato...
Se si parla di gravel invece, i vantaggi del dropbar sono altri (infatti non capisco questo trend di usare dirt drops su queste bici). Qui l'importante è avere una (anzi molteplici) posizioni comode e naturali, fornendo un buon compromesso tra efficienza comfort e controllo, ed ecco infatti questa nuova generazione di manubri in tutto e per tutto simili a quelli stradali se non per la parte bassa allargata che consente di migliorare il controllo quando ce n'è più bisogno (ricordo che la posizione che offre maggior controllo in un dropbar è la presa bassa) senza sacrificare l'ergonomia e l'efficienza di un normale manubrio da strada in presa alta.
Infine, come già accennato più volte, uno dei grandi pregi del dropbar è la possibilità di avere a disposizione molte posizioni per le mani -e conseguentemente per schiena collo e deretano-, tutte molto più ergonomiche di quella unica offerta dal manubrio dritto: basti pensare all'innaturale rotazione a 90° dei polsi cui questo obbliga.
Certo, se quello che ti interessa è scendere a rotta di collo da sentieri ripidi e tecnici, un bel riser da 780-800mm è imbattibile. Ma prova a passare 10,15,20 ore filate in sella con le mani incollate all'unica posizione possibile e vedrai che ti passa la voglia di andare in bici per il resto dell'anno...come minimo!