partenza alle ore 11,00, qualche centinaio di metri a piedi prima di raggiungere la bici per questa 24h.
Piove alla partenza, quelli dei top team fanno esercizi di riscaldamento, i solitari stanno riparati sotto il tetto del distributore lì vicino.
Dopo la partenza la pioggia finisce, tiro un sospiro di sollievo e mi concentro sul ritmo gara, cerco di capire quale possa essere il tempo adatto per arrivare alla fine, studio le traiettorie migliori, guardo quelli dei team sfrecciare.
Riappare il sole, ma da lontano si vede avvicinarsi un fronte nero che sembra inghiottire il cielo, poco dopo comincia a piovere,poi il diluvio, la grandine, per fortuna chicchi piccoli e per pochi minuti.
Le strade diventano dei torrenti e in alcuni tratti ci sono 3-4 centimetri d'acqua.
Tutto d'un tratto finisce di piovere e ritorna il sole, tanti solisti che si erano fermati ripartono, alcuni si fermano per mettersi qualcosa di asciutto, altri continuano imperterriti a macinare chilometri.
I tratti in mezzo ai vigneti diventano budelli di fango, tutti cercano la traiettoria migliore, i tratti con più aderenza, col passare dei giri diventerà tutto un unico tappeto fangoso impastato di erba che le
ruote ti rilanciano adosso.
Le discese diventano scivolose, le insidie ad ogni curva, i punti più difficili si fanno frenando al limite e cercando in qualche modo di non cadere, molti le fanno a piedi.
Il sole fà salire l'afa e l'umidità mi fà sudare come fossi una fontana, un poco alla volta il fango comincia a diventare denso e rimenere attaccato alle ruote che sembrano diventate delle slick,il fango è ovunque, lo vedo trafilare dalla forcella anteriore, lo sento sul polpaccio uscire dal forcellino posteriore. La
catena comincia a risucchiare,tolgo il fango dal cambio mi fermo a buttare
olio, il giro dopo di nuovo tutto da capo, comincia un tormento che dura un paio d'ore. Lungo il percorso un signore da una casa butta fuori una gomma da giardino, ad ogni giro c'è la coda per lavare il cambio, il punto di assistenza meccanica è sempre pieno di gente con i
freni inchiodati.
Non riesco più a fare alcune salite in sella, devo spingere la bici anche in alcuni tratti in pianura nel sottobosco, la ruota affonda di 5-6 cm nel paltano.
I tempi sul giro si sono alzati di 10 minuti, quando vedo che alcuni tratti cominciano a migliorare decido di fermarmi per togliere l'erba dai deragliatori e controllare i freni,mi riposo qualche minuto e riparto.
Lentamente con il continuo passare di bici, cominciano a formarsi delle tracce dove il fango è più duro e solo quelli dei team escono da questa scia per sorpassare. Li distingui subito quelli dei team, non dalla velocità ma perchè loro hanno le bici brillanti e le divise pulite, noi solisti siamo degli ammassi di fango ambulanti.
Viene sera e con la sosta per mettere i fari decido di prendermi qualche minuto e di andare a mangiare una pasta al tendone. Una volta arrivato scopro che devo fare la fila alla cassa dietro alle persone che con la 24h non c'entrano una cippa, arrivato alla cassa la signorina vuole sapere a che tavolo mi siedo(altrimenti non può fare la prenotazione), ma io la mangerei anche per terra la pasta, stò mangiando fango da mezza giornata; mi fà uno scontrino di importo 0 e mi invita a sedermi.
Terminato questo siparietto kafkiano rimonto in sella alla mia bici e vedo con piacere che il percorso continua a migliorare, i tempi si abbassano e un po' alla volta quasi tutto il percorso si compatta e diventano scorrevole.
Rimangono alcuni tratti nel sottobosco e dentro il parco nei quali il fango sembra prendere vita e morderti le gomme.
Un po' alla volta i gruppetti festosi di persone che si erno formati lungo il percorso cominciano a ritirarsi, le luci nelle case si spengono,rimane attivo il ristoro lungo il percorso che frequento regolarmente.
Passa lentamente la notte, continuo a migliorare i tempi sul giro e questo mi dà la forza di continuare, parlo con qualche solista, anzi sussuro perchè oramai di fiato non ne ho più. Alle 5 comincio a vedere le prime luci dell'alba, oramai non sono più molto lucido, con l'occasione di una fermata per togliere i fari decido di dormire un po'.
Riparto alle 6, il percorso comincia ad essere veloce, in tanti aumentano il ritmo, si rivede sul tracciato gente che si era fermata tante ore prima, mi passa anche Renato che non aveva girato di notte, lo guardo con ammirazione e un po' d'invidia, faccio mentalmente un salto in avanti nel tempo e cerco di vedermi io a settant'anni suonati a fare le 24h in mtb.
"Sinistra, grazie" sento pronunciare con accento inglese, è Morgan che mi supera per l'ennesima volta, lo capisci dal fango che ha addosso che ha girato tutta la notte, se guardi il ritmo che tiene sembra appena partito.
Il sole sale alto nel cielo, comincia ad aumentare la temperatura e l'umidità, comincio ad essere veramente stanco, vicino alla zona cambio do' strada a chi stava arrivando da dietro,prendo male un cordolo e cado a terra. Gran botta sul ginocchio, ma mi rialzo e continuo. Dopo alcuni giri il ginocchio mi fà ancora male ma sento ancora forza nelle gambe e vorrei continuare. Mi rendo conto di sudare molto più del normale e ho paura che disdratandomi perderei la poca lucidità rimasta. Decido di non correre rischi, mi fermo e rimango in zona traguardo a guardarmi l'ultima ora e mezza di gara. Guardo le facce di chi continua a girare, vedo una maschera di sofferenza ma dietro a questa riesco a scorgere la determinazione, la gioia e l'orgoglio per essere riusciti a pedalare per 24 ore in queste condizioni.
A tutti loro non posso altro che dire "bravissimi", faccio i miei complimenti anche all'organizzazione impeccabili in molte situazioni anche se devo fare un'appunto: a mio avviso qualche punto andava tagliato perchè comunque la maggior parte di noi non si tira indietro quando c'è da gareggiare, ma quando c'è da iscriversi se deve tirar fuori i soldi per cambiare catena, pastiglie,ecc. ci pensa 2 volte. Siccome al tempo non si comanda e non è la prima volta che qui si corre nel paltano, è meglio dare la possibilità di poter partecipare anche a coloro che non possono cambiare mezza bici a gara