A noi biker piace essere turlupinati

  • La Pinarello Dogma XC è finalmente disponibile al pubblico! Dopo averla vista sul gradino più alto del podio dei campionati del mondo di XC 2023 con Tom Pidcock (con la full) e Pauline Ferrand-Prevot (con la front), Stefano Udeschini ha avuto modo di provarla sui sentieri del Garda
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Shadow.Rider

Biker assatanatus
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Monterotondo (RM)
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Trek FuelEX full - Rockrider XC900S full
A me le metzeler da pista k2/k1 costavano 280 euro per durare 25-30 giri. Con le Minion in confronto sono diventato ricco.
Se paragoniamo il top con il top il ragionamento torna ad avere un senso
Peccato che Minion Dhf Maxxgrip che monto all'anteriore io non la considero una gomma da gara (che deve essere cambiata di ogni uscita).
 

cesare RBO

Biker perfektus
8/7/08
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cagliari
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Ma te sei così sicuro che ci sia tutta questa ricerca e sviluppo nelle gomme da MTB? Ma pure le pastiglie alettate che razza di novità sarebbe quando i dissipatori di calore esistono in elettronica dall'invenzione del transistor o nell'automotive dall'invenzione di pistoni e cilindri?
A me sembra che ci fanno pagare fior fior di quattrini per pneumatici che al posteriore durano una stagione, devono sopportare sollecitazioni di un sistema di appena 100kg o pastiglie freno in resina che durano un battito di ciglia.
Poi si, son d'accordo con te che i costi non possano essere quelli di quelli dell'automotrice, così come la pasta integrale costa di più di quella bianca pur avendo meno lavorazioni.
Però se metto di fianco 250gr di pasta integrale e 500gr di pasta bianca non ho lo stesso effetto di pastiglie MTB vs pastiglie automotrice. Cioè, avendole tra le mani come è capitato a me, io dubito che non avresti anche la sensazione da pollo che ho provato io così come se avessi tra le mani una gomma d'auto e una MTB.

se ragioni a "un tanto al chilo" hai perfettamente ragione... e per alcune cose hai ragione a prescindere (ed è stto specificato precedentemente da più d'uno) ma non riesco a capire per quale motivo reputi il mondo ciclo tanto inferiore nel campo della R&D (ricerca e sviluppo)? Anche solo per il fatto che (a parità di altri discorsi) stiamo parlando di necessità di miniaturizzazione, contenimento del peso (oltreché sua distribuzione) e fluidità di funzionamento che nel settore auto e moto non trovi se non andando su mezzi da competizione al top (e non certo acquistabili in concessionaria).
Che poi, come abbiamo plurimamente detto il prezzo finale sia determinato da fattori "altri" (e che sia in molti casi esorbitante o sproporzionato) penso che siamo tutti d'accordo...
 
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cesare RBO

Biker perfektus
8/7/08
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cagliari
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basterebbe non ci fosse la rincorsa al lancio del nuovo modello ad ogni cambio di stagione (per farti un esempio concreto) per far scendere significativamente i prezzi (e ritorniamo a certi discorsi e alle economie di scala). Con quello che costa stampare o realizzare un telaio con determinate caratteristiche sapere di produrne (e venderne di quel modello) 100.000 non è come produrre venderne 10.000...
Per questo ho detto che sarebbe interessante comparare dei dati numerici di base del settore ciclo, proprio per farsi un'idea più precisa di quanto grande o piccola sia la "presa per il culo".
Un altro dato interessante da inserire in quel conto sarebbe quanto (in percentuale sui ricavi annui) venga investito dalle case in R&D...
 

emmellevu

FAT-Biker meravigliosus
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Monza e Brianza
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Salsa Bucksaw, Specialized Diverge
certo... "percepito"... per quello si impegnano cosi tanto nel modellare quelle percezioni, per spalmarle su quello che loro vorrebbero e non per quello che è... (anche quando poi il prodotto è effettivamente ottimo)... si chiamano apposta "bisogni indotti"...
ad ogni cambio di stagione ci sono frotte di biker (perché stiam parlando grossomodo del settore ciclo) che aspettano bava alla bocca e portafoglio in mano (prima ancora di aver potuto valutare sul serio il prodotto) la possibilità di prenotare il nuovo "giocattolo" che sarà (ogni santa volta) rivoluzionario e segna una svolta epocale rispetto al modello precedente (che era stato lanciato con gli stessi roboanti proclami) che di colpo diventa all'occhio dei fashion victims vecchio, inutile, obsoleto, persino brutto (ovviamente non è cosi)... e ritorniamo al discorso dell'insoddisfazione perenne o della soddisfazione temporanea.
Attenzione che anche io seguo con attenzione le evoluzioni del prodotto ma con ben altri scopi, intenzioni e "spirito"... e non è certo una questione di quanti soldi hai a disposizione (nessuno ci resti male ma mi fa una certa tristezza chi la pensa cosi) per fortuna... essere liberi di fare le proprie scelte non significa essere liberi dal giudizio che ne consegue... e anche qui, per fortuna.
Certo, con simili discorsi stiamo generalizando ed in piccolissima parte estremizzando visto che poi ogni marchio ha una sua specifica "impronta", una filosofia, un modo di fare, produrre e relazionarsi con l'utenza finale (e con tutti i protagonisti intermedi) ma parlando di "massimi sistemi" è scontato che venga fatto e venga rilevato il trend principale...
Il valore di un oggetto è una cosa definita in un mondo libero: non è quello che vorrebbe idealmente pagare chi compra; non è nemmeno ciò che idealmente vorrebbe pagare chi vende; è invece il valore (appunto) a cui si incontrano la domanda e l'offerta. Se non vi piace, siete liberi di andate a vivere in Paesi dove i valori li definisce lo Stato.
 
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crifla

Biker superioris
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Aldeno (TN)
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Trek fuel ex 9.8 gen 6
in realtà certi discorsi di economia non sarebbero di per se particolarmente complessi, anzi... cominciano a diventare più articolati e complessi perché intervengono nel processo (che porta dall'ideazione del prodotto alle mani del consumatore finale) una lunga serie di variabili e soggetti il cui comportamento è legato a fattori locali come pure globali. Fattori anch'essi dipendenti da variabili esterne che possono essere assai mutevoli quando non (virtualmente) imprevedibili... vedi esempio del coronavirus.
In linea di massima con gli, ormai vecchi (che non vuol dire peggiori o sbagliati), stilemi classici del capitalismo il prezzo si componeva (principalmente e mediamente) proprio delle due voci costi (progettazione, di produzione, distribuzione) + congruo margine di ricavo... ogni step intermedio fino ad arrivare al cliente finale caricava sul prodotto queste voci. Il caso limite in negativo era il Monopolio (privato) che infatti nelle economie moderne era tendenzialmente avversato (a volte anche con le cattive) in quanto poteva imporre il prezzo ad capocchiam (cioà fuori da ogni parametro logico) costringendo gli acquirenti a sottostare alle sue logiche ed uccidendo il concetto di libera concorrenza. Gli Stati Uniti sono stati i primi (fine 800) a ravvisare la necessità di imporre regole (antitrust, concorrenza, prezzi calmierati, politiche dell'occupazione e dei salari, controlli di qualità statali ecc) che limitassero gli effetti speculativi più marcati (con risultati assai altalenanti dipendendo in primis dalla qualità della classe politica).
Da qualche decennio il prezzo (il primo prezzo, poi intervengono una miriade di fattori) è semplicemente "il prezzo più alto che la maggior parte dei potenziali acquirenti è disposta a spendere per godere di quel bene o servizio"... ovviamente il modo migliore per alzare considerevolmente quel prezzo è rendere quanto più desiderabile possibile quel bene... e qui intervengono marketing, pubblicità, sponzorizzazioni ecc...
Ormai il prezzo (al dettaglio) di un bene non ha davvero più nulla a che fare con il reale valore (costo di produzione, valore materie prime, distribuzione etc) del bene stesso... quando poi si parla di beni che classicamente venivano definiti "voluttuari" (e le nostre amate bici rientrano perfettamente in questa categoria) il prezzo è "a fantasia" (per modo di dire, ovviamente, nel senso che può avere dei range enormi e totalmente svincolati da valore, costi ecc) e l'unico limite reale è la nostra capacità di spesa (in gran parte aggirabile con l'introduzione di carte di credito e rateizzazione) e la nostra "spinta" (bisogno, desiderio etc) a fare nostro quel bene.
E a proposito di "spinta"... è ovvio che un sistema siffatto funziona e si basa su due grandi cardini:
Il primo è il grado di "insoddisfazione" o soddisfazione temporanea... altrimenti (e vista anche la qualità medio alta delle realizzazioni nel nostro settore) quel bene durerebbe almeno 10 anni prima di sentire la vaga necessità di sostituirlo con qualcosa di meglio o semplicemente di "diverso". (traduzione: saremo perennemente insoddisfatti e alla ricerca di un nuovo momento di appagamento... poi il ciclo riparte e continua:smile:)
Il secondo è l'obsolescenza programmata (per costringere anche il più riottoso ed impermeabile al marketing degli acquirenti) che può essere attuata in vari modi i più comuni sono il classico pezzetto da due soldi che si rompe e devi ricomprare tutto un apparato complesso (a costi elevati e cominci a valutare che forse non ne vale la pena e conviene ricomprare tutto il bene nuovo), il cambio di standard (un classico). Oppure, semplicemente, l'utilizzo di materiali (ottimi e perfino eccelsi di partenza) che per loro stessa natura e composizione con il tempo si degradano e non solo alterano le loro prestazioni ma diventano potenzialmente insicuri (è il caso classico del carbonio, o meglio delle resine associate...)

La percezione conta assai più della realtà... quindi... ;-)

La tua spiegazione è quantomeno brillante ;-) però... tornando al discorso delle pastiglie.... Non credo che queste portino con se molti bisogni indotti o problemi di soddisfazione temporanea. Sono parti di consumo come cavi e guaine, olio, lattice o altro. Quindi: hanno un tale ricarico solo per il fatto di "fare parte" del sistema marketing-bici? E quindi qualsiasi pezzo di ricambio può avere un prezzo gonfiato solo per il fatto che verranno vendute a degli assatanati? Allora per quelle moto dovrebbe valere la stessa logica. e quindi costare un ciulo di soldi? Non penso che la categoria moto sia scevra da condizionamenti di mode o bisogni indotti....Ha ben ragione @Shadow.Rider che a noi biker ci piace molto più che ad altri essere turlupinati :-P:
 

Honestlypino

Biker poeticus
16/9/09
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Agno Valley (Vi)
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Orbea Rallon
come già detto,inutile equiparare componenti con volumi di vendita stratosferici rispetto al modesto mercato bici/mtb.
Le pastiglie auto da 25€ sono basiche per macchine equiparabili a citybike,mentre le shimano da 25€ sono le stesse che usa il pro in gara...ed esistono comunque quelle cinesi o in resina da 4-5€ o dovrebbero regalarcele?

Solo sul comparto olio e vari liquidi mi trovate d'accordo perchè spesso sono prodotti auto/moto rimarchiati o in formato diverso,vedi i detergenti o i liquidi freno dot...anche l'olio catena dopo aver provato metterci quello da motore mi sembra che non faccia sta gran differenza rispetto ad un wet da bici e quelli dry durano mezza uscita oppure sono poco meglio dei wet.
 
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Burnout111

Biker velocissimus
17/1/20
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Lazio
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Graziella 1964
Anche le pastiglie cinesi per auto costano 4-5€.
le Brembo per auto costano in media dalle 20alle 30€ per asse, quindi 4 unità frenanti, ma nulla e nessuno vieta di acquistare unità frenanti di altre marche ben conosciute a qualcosina meno, andando a limare ulteriormente il prezzo.
Le p06002 per Ferrari 512 costano 50€ per asse, ovvero 25€ la coppia.
Le p59025 per Lotus elise si trovano a 50€ per asse.
Pastiglie freno Ducati panigale: le due coppie per anteriore da 60 a 120€, la coppia posteriore 15-20€.
Discorso a parte le xtra che sono l’ultimo ritrovato in casa Brembo per auto di ultima generazione ad alte prestazioni, ma sinceramente unità frenanti per andare a 350km/h non credo siano minimamente paragonabili come tecnologia, ricerca, volumi di vendita, costi di produzione ad unità per mtb...
Per me il ricarico sui ferodi per bici è notevole, molto più che su quelli delle auto e la cosa credo sia facilmente comprensibile.
 
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cesare RBO

Biker perfektus
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cagliari
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Il valore di un oggetto è una cosa definita in un mondo libero: non è quello che vorrebbe idealmente pagare chi compra; non è nemmeno ciò che idealmente vorrebbe pagare chi vende; è invece il valore (appunto) a cui si incontrano la domanda e l'offerta. Se non vi piace, siete liberi di andate a vivere in Paese dove i valori li definisce lo Stato.

Non capisco il tono (forse ho toccato un nervo scoperto?!) ma va bene lo stesso…
Hai mischiato (storpiandoli) un detto, che con leggere variazioni si utilizza anche in politica e diplomazia:
-il prezzo non è mai quello che vorrebbe pagare chi compra e non è nemmeno quello che vorrebbe incassare chi vende...

con uno dei postulati di economia:
-è il valore indicato nel punto in cui si incontrano le curve di domanda e offerta (e si dice perché la rappresentazione classica viene fatta con assi cartesiani e relative curve)

il "mondo libero" (come definizione) esiste solo nei libri di storia (vedi alla voce "guerra fredda", non che esistesse sul serio, era una definizione d'uso corrente) e nel magico mondo di Amelie (o Emmellevu)... nel mondo reale esistono il Mercato, le teorie economiche che lo ispirano e lo spiegano e le norme che gli stati adottano per regolarlo (semplificando di molto).
Dovrebbe essere superfluo ricordare che le libertà di cui godiamo non sono il frutto della benevolenza di alcuno (men che meno del mercato) ma di lotte condotte da milioni di individui nel corso della storia (tipicamente degli ultimi tre secoli ma in realtà non solo, questo è davvero un dato "aggregato"), individui che quando hanno visto che qualcosa "non gli piaceva"(gentile eufemismo) non hanno "cambiato paese" ma hanno cambiato le cose… (anche qui, visto dove siamo e di cosa parliamo, semplifico molto)

"Se non vi piace, siete liberi di andate a vivere in Paese dove i valori li definisce lo Stato."
Ad una simile affermazione (più per educazione che per altro) cosa dovrei risponderti? che siamo liberi (e ripeto, non è stato un regalo…) di vivere un po’ dove c@@@o ci pare, se non ti piace puoi sempre comprarti un asteroide e andarci a vivere?
Oppure che è proprio compito e funzione degli stati regolare e dettare le “regole del gioco”… ed infatti, nel bene e nel male, è proprio quello che fanno… magari ti era sfuggito… e non perché gli stati siano cattivi ma semplicemente (e qui torniamo alla teoria) perché rispondono ad interessi collettivi (utilità) mentre il mercato ad interessi privati (profitto)… sempre semplificando.
 

vittorisk

Biker serius
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zena
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a pedali
"Se non vi piace, siete liberi di andate a vivere in Paese dove i valori li definisce lo Stato."
(...)
Oppure che è proprio compito e funzione degli stati regolare e dettare le “regole del gioco”… ed infatti, nel bene e nel male, è proprio quello che fanno… magari ti era sfuggito… e non perché gli stati siano cattivi ma semplicemente (e qui torniamo alla teoria) perché rispondono ad interessi collettivi (utilità) mentre il mercato ad interessi privati (profitto)… sempre semplificando.
prima dello stato regolatore (che fatica perfino ad arginare il telemarketing selvaggio) farei affidamento sulla conoscenza e consapevolezza del cittadino; il funzionamento dei mercati, le strategie di marketing come quella sulla definizione dei prezzi che hai linkato, a mia avviso dovrebbero diventare materia di studio nella scuola dell'obbligo per educare le persone a confrontarsi alla pari con i professionisti della vendita.

Per tornare alle pastiglie freno ho montato proprio ieri queste:
https://it.aliexpress.com/item/1407651618.html?spm=a2g0s.9042311.0.0.27424c4dxQIqam
 

emmellevu

FAT-Biker meravigliosus
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Non capisco il tono (forse ho toccato un nervo scoperto?!) ma va bene lo stesso…
Hai mischiato (storpiandoli) un detto, che con leggere variazioni si utilizza anche in politica e diplomazia:
-il prezzo non è mai quello che vorrebbe pagare chi compra e non è nemmeno quello che vorrebbe incassare chi vende...

con uno dei postulati di economia:
-è il valore indicato nel punto in cui si incontrano le curve di domanda e offerta (e si dice perché la rappresentazione classica viene fatta con assi cartesiani e relative curve)

il "mondo libero" (come definizione) esiste solo nei libri di storia (vedi alla voce "guerra fredda", non che esistesse sul serio, era una definizione d'uso corrente) e nel magico mondo di Amelie (o Emmellevu)... nel mondo reale esistono il Mercato, le teorie economiche che lo ispirano e lo spiegano e le norme che gli stati adottano per regolarlo (semplificando di molto).
Dovrebbe essere superfluo ricordare che le libertà di cui godiamo non sono il frutto della benevolenza di alcuno (men che meno del mercato) ma di lotte condotte da milioni di individui nel corso della storia (tipicamente degli ultimi tre secoli ma in realtà non solo, questo è davvero un dato "aggregato"), individui che quando hanno visto che qualcosa "non gli piaceva"(gentile eufemismo) non hanno "cambiato paese" ma hanno cambiato le cose… (anche qui, visto dove siamo e di cosa parliamo, semplifico molto)

"Se non vi piace, siete liberi di andate a vivere in Paese dove i valori li definisce lo Stato."
Ad una simile affermazione (più per educazione che per altro) cosa dovrei risponderti? che siamo liberi (e ripeto, non è stato un regalo…) di vivere un po’ dove c@@@o ci pare, se non ti piace puoi sempre comprarti un asteroide e andarci a vivere?
Oppure che è proprio compito e funzione degli stati regolare e dettare le “regole del gioco”… ed infatti, nel bene e nel male, è proprio quello che fanno… magari ti era sfuggito… e non perché gli stati siano cattivi ma semplicemente (e qui torniamo alla teoria) perché rispondono ad interessi collettivi (utilità) mentre il mercato ad interessi privati (profitto)… sempre semplificando.
Si' ... esatto ... un nervo scoperto. Quello di chi apprezza il modo in cui funziona il libero mercato, pur con tutte le sue imperfezioni.
Chi pensa che le aziende sane funzionino senza tenere in considerazione le esigenze e preferenze dei clienti non sa come funziona un'azienda. Che poi usino la considerazione di queste esigenze e preferenze per generare piu' profitti, lo trovo cosa buona e giusta se e' fatta seguendo le regole del gioco.
 
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Boro

Biker meravigliosus
25/8/04
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Reggio Emilia
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Secondo il mio modesto parere di utente semistorico del mondo ciclo (e anche moto) la roba che si può comprare oggigiorno, per livello di scelta, prestazioni, estetica e qualità è regalata in confronto a quella che ci rifilavano 20 anni fa.
Poi ognuno è mica obbligato a comprarla. Se costa troppo la si lascia li.
Il paragone con altri settori a larga scala sono fuorvianti, anche se ammetto, la percezione istintiva è quella di essere "fregati".
Ma la verità è che semplicemente si viene spremuti quanto meglio si può in tutti i settori e che per una serie di fattori molto articolati, il livello di spremituria inteso come margine di guadagno, può variare enormemente.
Pensate solo gli oggetti di lusso, o i brand che fanno stato, borsette da 10.000 euro che ne costano 30 per fare un esempio, prive di tecnologia o reale valore di fondo ma costosissime.
Funziona così.
 

giosimario

Biker serius
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Frosinone
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RR8.1
Le aziende che vendono prodotti senza considerare i bisogni del consumatore e ad un prezzo decisamente più alto del valore percepito dal consumatore sono le aziende che falliranno nel futuro.

del valore o del valore percepito?
un iphone, una audi, un freno con le alette sono prodotti che hanno un valore "percepito" maggiore del valore reale.
Non c'è una ragione "reale" in termini di costi.
Quello che si paga è un po' il mantenimento della ricerca e (probabilmente molto di più) il posizionamento del prodotto in un mercato "prosumer" o "professionale".
 

vittorisk

Biker serius
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del valore o del valore percepito?
un iphone, una audi, un freno con le alette sono prodotti che hanno un valore "percepito" maggiore del valore reale.
Non c'è una ragione "reale" in termini di costi. (...)

istruttivo ed interessante leggere l'articolo citato innanzi:

"PREZZO DI PRESTIGIO.
Le auto di lusso, gli orologi o i gioielli di lusso, se venduti ad un prezzo inferiore potrebbero non essere più richiesti.
Tag Heuer, commercializzando gli orologi a 1000$ anziché a 250$, ha visto
un incremento di vendita di sette volte."

Talvolta quindi a creare il valore del prodotto non sono le caratteristiche del prodotto bensi' il prezzo elevato e questo ne determina un incremento della vendita: se Shimano vende le pastiglie a 3 euro ne vende 10mila, se alza il prezzo a 12 euro ne vendera' 70mila perche' NOI siamo convinti che una pastiglia da 12 euro e' migliore di una che costa solo 3 euro.
Da ricordare.
 
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