Big is better?

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Danybiker88

Redazione
4/9/04
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Torino
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Forcelle con steli da 36 o 40mm, manubri oversize, reggisella oversize, telai con tubazioni maggiorate. Anche oggi, con il lancio dei prodotti 2012, alcuni produttori propongono nuovi standard per aumentare il diametro di componenti sensibili come ad esempio manubrio e forcelle. Le forcelle con cannotto conico o “onepointfive” sono oramai diventate un must, così come i telai in alluminio o carbonio con tubazioni di grosso.

… ma alla fine è tutto marketing, o è vero che “grosso è meglio”? Lo scopriremo in questo articolo.

Come si è evoluto il mondo delle mtb?

C’erano una volta, in tempi piuttosto lontani (parliamo dei primi anni ’90, agli albori della MTB moderna), forcelle con cannotto da 1”, reggisella e manubri sottili come un grissino…

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Le tubazioni dei telai erano talmente piccole, che veniva da chiedersi come queste bici potessero resistere alle sollecitazioni di un uso off-road, soprattutto se paragonate alle mtb moderne.

Eh si, oggi i vecchi standard sono stati completamente abbandonati. Le forcelle hanno cannotti da minimo 1” 1/8, ma sono sempre più diffuse, specialmente per uso enduro-am e per le discipline gravity, i cannotti conici o da 1,5”. I manubri “oversize” da 31,8mm sono oramai lo standard e vedere un manubrio da 25,4mm ci da una strana sensazione. Anche i cannotti sella da 27,2mm stanno scomparendo, così come tanti altri componenti che diventano di anno in anno sempre più grossi.

E’ ad esempio notizia recente ad esempio che Easton abbia introdotto un nuovo standard per i manubri, standard che prevede, nella parte centrale, un diametro maggiorato a 35mm.

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Nuovi manubri e attacchi Easton da 35mm

Anche le forcelle diventano sempre più grosse. Steli da 34, 35, 36 o addirittura da 40mm, più grossi di quelli delle moto.

Eppure i componenti diventano di anno in anno sempre più leggeri. Che cosa c’è dietro?

I vantaggi dell’oversize

Per capire quale sia il vantaggio dell’utilizzo di sezioni più grosse per i componenti tubolari, dobbiamo fare alcuni accenni di meccanica. Non entreremo chiaramente nello specifico occupandoci di momenti flettenti, reazioni vincolari, ma cercheremo di capire semplicemente in che modo le dimensioni dei componenti strutturali influenzino le loro proprietà meccaniche. Chi volesse una trattazione rigorosa è libero di prendersi un bel libro di scienza delle costruzioni e meccanica razionale.

I componenti strutturali delle nostre bici, devono rispondere a tre requisiti. Devono innanzitutto essere sufficientemente robusti per resistere alle sollecitazioni che un uso off road comporta, devono essere leggeri (perché il peso è estremamente importante per qualsiasi disciplina, dall’XC alla DH) e devono essere rigidi, per garantire precisione nella guida.

Nelle nostre MTB la sollecitazione più gravosa per i componenti è la flessione ed è in base a quella che si dimensionano i componenti. Compressione e trazione sono meno stressanti per il materiale. Se andiamo ad analizzare qualche componente scopriamo che quasi tutto lavora a flessione.

Prendiamo ad esempio un manubrio:
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Quando noi spingiamo verso il basso con le mani, generiamo una sollecitazione di flessione retta, che può essere schematizzata nel seguente modo:
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I triangolini (vincoli) sono le nostre mani mentre F è la spinta verso l’alto che viene trasferita dal terreno al manubrio attraverso la pipa. Supponiamo di salire una gobba o di entrare in una compressione: il manubrio tende a salire verso l’alto. Con le braccia noi ci opponiamo al movimento del manubrio verso l’alto, costituendo un vincolo.

Si tratta del comportamento di una trave soggetta a flessione semplice.
Nella flessione semplice l’elemento è soggetto a due tipi di sollecitazioni. Una sollecitazione di compressione, che riguarda le fibre della parte superiore che tendono quindi ad accorciarsi ed una sollecitazione di trazione, che riguarda le fibre della parte inferiore dell’elemento che tendono ad allungarsi.

Come ben sappiamo, il nostro manubrio in realtà non è pieno, ma è costituito da una sezione sottile circolare cava. In una sezione cava sottoposte a flessione, possiamo identificare una coppia di forze, rappresentata in figura:
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Gli sforzi di compressione e trazioni si possono considerare come una coppia di forze applicate sulla superficie del materiale, come in figura (in realtà le coppie andrebbero applicate nel baricentro, ma concettualmente poco cambia).

La scienza delle costruzioni ci dice che data una determinata sollecitazione di flessione, maggiore è la distanza delle forze F (diametro della sezione) minore è l’intensità delle forze stesse e minore sarà lo stress a cui è sottoposto il materiale. Insomma maggiore è il diametro del nostro manubrio, minore sarà lo stress di trazione e compressione a cui sono sottoposte le fibre dei due lati opposti.

In particolare dobbiamo sottolineare che in una sezione circolare cava il modulo di resistenza W aumenta secondo il cubo del diametro, mentre il momento di inerzia J aumenta secondo la quarta potenza del diametro. Questo tradotto in linguaggio comune significa che se aumentiamo il diametro del nostro manubrio (mantenendo invariato lo spessore), questo sarà in grado di sopportare un maggiore carico proporzionalmente al cubo del suo diametro e la sua rigidità aumenterà in maniera considerevole (proporzione alla quarta potenza!).

Per questo motivo progettualmente aumentare il diametro delle sezioni è estremamente vantaggioso. Poiché la resistenza aumenta al cubo con l’aumentare del diametro, si può realizzare una sezione più sottile, utilizzando molto meno materiale (area della sezione inferiore), garantendo sempre la stessa resistenza. Il componente sarà quindi più leggero. Inoltre la rigidità (che dipende dal momento di inerzia e quindi dalla quarta potenza del diametro) risulterà incrementata.

Per questo motivo i produttori spingono molto sull’oversize, perché permette di ridurre i pesi dei componenti e di incrementarne la rigidità, semplicemente sfruttando le caratteristiche meccaniche della sezione. Non servono materiali high tech ultracostosi, basta solo cambiare la forma.

UN ESEMPIO PRATICO: LA FORCELLA GERMAN-A XCITE

Vediamo ora un esempio pratico di come si può ottenere un componente leggero, sfruttando le caratteristiche meccaniche della sezione circolare.

La forcella German-A Xcite è una forcella da cross country (100mm di escursione) con steli da 36mm. Il peso per la versione da 100mm è di soli 1298g.

La forcella di una bicicletta, un po’ come il manubrio, durante il normale uso è prevalentemente soggetta a flessione (tralasciamo in quest’articolo la torsione). L’unica differenza è che lo schema di vincolo rispetto al manubrio è differente:
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La forcella può essere vista come un’asta incastrata nella serie sterzo, a cui viene applicato un carico orizzontale. Anche qui, come nel caso del manubrio una sezione qualsiasi è caratterizzata da una coppia di forze, uguali e di verso opposto, una di trazione e una ci compressione. Valgono insomma gli stessi identici ragionamenti e regole che avevamo visto per il manubrio (resistenza che dipende dal cubo del diametro e rigidità che dipende dalla quarta potenza del diametro).

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La German-A ha deciso di sfruttare le proprietà delle sezioni circolari cave, riducendo lo spessore e aumentando il diametro degli steli (36mm). In questo modo la resistenza è la stessa di un’eventuale soluzione con steli da 32mm, ma la rigidità è superiore e il peso inferiore, in quanto è stato possibile utilizzare meno materiale. Due piccioni con una fava, insomma!

Gli svantaggi

Se da un lato incrementare il diametro, riducendo la sezione è una soluzione molto vantaggiosa per ottenere componenti più leggeri e più rigidi, dall’altro c’è il rovescio della medaglia.

Sezioni troppo sottili infatti resistono poco al punzonamento e alla perforazione. E’ infatti molto frequente che le nostre bici cadano o colpiscano ostacoli acuminati come rocce o pietre sollevate dalle ruote. Se la sezione è troppo sottile, questo tipo di sollecitazioni possono provocare facilmente delle deformazioni plastiche (bolli e bozzature) o addirittura la perforazione dell’elemento, con conseguente perdita delle proprietà meccaniche di resistenza a causa della presenza del foro.

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Una classica bozzatura sulla tubazione di un telaio. Si tratta di un inconveniente molto comune sui telai in alluminio, in cui lo spessore dei tubi è minimo.

Sui telai inoltre, sezioni con pareti troppo sottili, possono causare problemi nelle zone di giunzione tra i vari tubi. Nel nodo piantone sella-piantone orizzontale, ad esempio, la spinta del piantone orizzontale contro il piantone sella o viceversa, può provocare la perforazione del piantone sella da parte del piantone orizzontale (rottura per punzonamento, si dice in gergo tecnico).

Non dimentichiamoci poi che un’elevata rigidità non sempre è positiva. Un componente rigido non è infatti in grado di smorzare le sollecitazioni che nell’uso off road possono essere anche considerevoli. Nel caso di bici non ammortizzate diventa quindi compito del rider assorbire e smorzare queste sollecitazioni, con conseguente riduzione del comfort.

Non ultimo poi è il fattore sicurezza. Incrementare il diametro e ridurre lo spessore, provoca una riduzione delle risorse plastiche della sezione. Un componente oversize tende quindi a subire una rottura poco duttile, il cosiddetto cedimento di schianto. Poco preavviso quindi, il componente si trancia di netto con conseguente rischi per l’incolumità del rider.
Questo è un problema molto noto in altri ambiti, come ad esempio quello della progettazione strutturale ed anche quando si progetta un componente di un MTB non va trascurato.

Abbiamo insomma capito che i vantaggi ci sono, ma ci sono anche dei problemi che vanno tenuti in considerazione quando si deve progettare un nuovo componente.

E voi cosa ne pensate? Avete notato dei vantaggi passando a componenti oversize? Pensate che valga la pena introdurre nuovi standard per aumentare la rigidità di alcuni componenti come i manubri, o quello che il mercato offre oggi è già abbastanza? Dite la vostra!
 

Marco1971

Biker forumensus
12/8/08
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Prov. di Lucca
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Bike
Trek 8000-6500
Una classica bozzatura sulla tubazione di un telaio. Si tratta di un inconveniente molto comune sui telai in alluminio, in cui lo spessore dei tubi è minimo.
"Bozzatura" segno evidente che la lega di alluminio ha assorbito l`energia cinetica posseduta da...un sasso ad esempio.
Pensate invece ai telai in materiale composito in resina epossidica e fibre di carbonio che fino a poco tempo fa non era protetto di default ovvero di fabbrica...
Il telaio molto probabilmente nelle stesse condizioni avrebbe subito danni di altra entita`.
E` tutto relativo...
D`altronde costruire una bicicletta in leghe di titanio o ritornare all`acciaio (che permetterebbe di avere tubi di sezione minore in pari condizioni di progetto iniziali rispetto alle leghe di alluminio) mi sembra non proponibile se non per modelli "extra ordinario".
Grazie.

Marco71.
 

xtrncpb

Biker imperialis
23/9/04
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Milano
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La validità di un componente è direttamente proporzionale alla sua bontà di progettazione e realizzazione, a prescindere dal diametro.
Tra tutti i componenti che sono cresciuti nelle misure, credo che le migliorie più grandi si siano avute tra le forcelle.
Non considero ovviamente gli pneumatici...
 

Varne

Biker infernalis
1/4/08
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Trieste
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Bell'articolo, semplice ma non banale.
Secondo me bisogna trovare il giusto compromesso tra diametro della tubatura e quantità di materiale che compone l'opera. Per fare un esempio trovo lo standard attuale dei manubri adeguato, mentre il nuovo standard introdotto da Easton mi puzza di specchietto per le allodole del marketing (come il nuovo standard Giant per i tubi sterzo). Il tempo dirà se si tratta di innovazione o baggianata.
 
Come sempre si leggono grandi cose dentro al Tech Corner.

Come dice xtrncpb, la miglioria che si è avuta con l'aumento del diametro standard degli steli da 28.6 a 32 è stato eclatante...

A me comunque non sembra che i reggisella 27.2 stiano scomparendo, anzi in quest'ultimo anno li vedo sempre più spesso sulle bike di punta e sulle 29.
Ad esempio, pure Specialized che è sempre stata fedele al 30.9 ha introdotto il 27.2 sugli S-Works... per non parlare di Cannondale sulla Flash...
 

bikerciuc

Biker infernalis
La forcella di una bicicletta, un po’ come il manubrio, durante il normale uso è prevalentemente soggetta a flessione (tralasciamo in quest’articolo la torsione). L’unica differenza è che lo schema di vincolo rispetto al manubrio è differente:
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La forcella può essere vista come un’asta incastrata nella serie sterzo, a cui viene applicato un carico orizzontale. !

minkia, non dirlo ad EDOXEDO :smile:
 

a.ron.mtb

Biker superis
Come sempre si leggono grandi cose dentro al Tech Corner.

Come dice xtrncpb, la miglioria che si è avuta con l'aumento del diametro standard degli steli da 28.6 a 32 è stato eclatante...

A me comunque non sembra che i reggisella 27.2 stiano scomparendo, anzi in quest'ultimo anno li vedo sempre più spesso sulle bike di punta e sulle 29.
Ad esempio, pure Specialized che è sempre stata fedele al 30.9 ha introdotto il 27.2 sugli S-Works... per non parlare di Cannondale sulla Flash...

Vero, i reggisella da 27,2 non stanno affatto scomparendo, a quanto pare per rendere comode le front sempre più aziende li stanno reintroducendo, non sempre la flessione è una cosa negativa.

Aggiungo che fino ai primi anni 90 i tubi erano più sottili anche perchè la maggior parte dei telai era in acciaio, molto più resistente dell'alluminio e quindi non erano richieste grosse sezioni.

Non sempre "big is better", se andate a vedere l'evoluzione nel corso del tempo vi accorgete che in diversi casi si è passati da megasezioni a sezioni più sottili (es.tubi orizzontali , foderi verticali).
 

smilzon

Biker cesareus
secondo me bisogna valutare la sensibilità che abbiamo per questi miglioramenti prestazionali dei componenti, credo che indubbiamente sulla forcella si percepiscano, ma su manubri o reggisella non vale la pena creare nuovi standard che alla fine non apportano migliramenti significativi ma soltanto problemi di compatibilità,ovviamente in IMHO
 

solid gas

Biker ciceronis
13/7/05
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Montegrappa
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Appunto : la giusta traduzione di "grande è meglio ?" in inglese è "is bigger really better ?" altrimenti la tua frase sarebbe una definizione. grande è meglio. punto. :il-saggi::il-saggi::il-saggi:

tornando alla tecnica, personalmente ritengo che grande dove serve, è realmente la cosa migliore.

con l'idroformatura dei telai o con il carbonio, si stanno raggiungendo notevoli traguardi. poi qualcuno esagera e le cose si rompono.
 

Danybiker88

Redazione
4/9/04
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purtroppo non è così ed il motivo è spiegato nell'articolo...sicuramente si può ottenere la stessa resistenza progettando bene senza sovradimensionare, ma i costi salgono...

Perchè scusa dovrebbero salire i costi? Devi solo aumentare un po lo spessore ed usare un po più di materiale, ma con quello che costa l'alluminio ne verrebbe fuori differenza di costo ridicola...
 

biafano

Biker superis
20/1/11
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Perchè scusa dovrebbero salire i costi? Devi solo aumentare un po lo spessore ed usare un po più di materiale, ma con quello che costa l'alluminio ne verrebbe fuori differenza di costo ridicola...
ho fatto un pò di conti...una piega manubrio da 25.4 per avere la stessa rigidezza flessionale di una da 31.8 deve pesare circa 1.5 volte di più(naturalmente solo nel segmento centrale che è quello sovradimensionato)...quindi per non eccedere nel peso bisogna o usare materiali e lavorazioni migliori (costi maggiori) o tenersi su rigidezze flessionali minori...
 

Pietro.68

...estiqaatsi...
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due...
Lo schema statico del manubrio sarebbe più giusto rappresentarlo come 2 travi incastrate nella pipa, in quanto la pipa è un vincolo rigido, comunemente dette mensole.
Per cui le forze che entrano in gioco sono i momenti in corrispondenza dell'incastro e il Taglio, che è massimo all'incastro e infatti i manubri se si spezzano lo fanno sempre vicino alla pipa.
Inoltre mi pare di notare che i momenti prodotti dal peso delle mani provochi più facilmente la rotazione della pipa che non la flessione del manubrio. Forse proprio a causa dell'eccessiva rigidità dei materiali.
 

Danybiker88

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ho fatto un pò di conti...una piega manubrio da 25.4 per avere la stessa rigidezza flessionale di una da 31.8 deve pesare circa 1.5 volte di più(naturalmente solo nel segmento centrale che è quello sovradimensionato)...quindi per non eccedere nel peso bisogna o usare materiali e lavorazioni migliori (costi maggiori) o tenersi su rigidezze flessionali minori...

Si, se non si vuole sacrificare il peso bisogna ricorrere a materiali/lavorazioni più pregiate (sempre che questo sia possibile) se si riduce il diametro.
Utilizzando i migliori materiali e le migliori tecnologie comunque a parità di resistenza meccanica si ottiene un manubrio più leggero se questo è oversize.

Per i motivi di cui sopra, mi sapete spiegare perche' non si vedono in giro manubri idroformati?

L'idroformatura richiede leghe particolarmente duttili, come le lege della famiglia 6000. Queste leghe sono caratterizzate da proprietà meccaniche più basse (minore resistenza), ma hanno il vantaggio di avere una maggiore lavorabilità.

L'utilizzo dell'idroformatura su un manubrio poi non comporterebbe alcun vantaggio. Ingegneristicamente il grosso vantaggio dell'idroformatura consiste nel poter realizzare facilmente delle venature di irrigidimento/irrobustimento in maniera semplice ed economica. Il manubrio è un semplice tubo, piegato e magari a spessore variabile per i modelli di alta gamma. L'odroformatura non comporterebbe vantaggi su un componente del genere.
 

biafano

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Lo schema statico del manubrio sarebbe più giusto rappresentarlo come 2 travi incastrate nella pipa, in quanto la pipa è un vincolo rigido, comunemente dette mensole.
Per cui le forze che entrano in gioco sono i momenti in corrispondenza dell'incastro e il Taglio, che è massimo all'incastro e infatti i manubri se si spezzano lo fanno sempre vicino alla pipa.
Inoltre mi pare di notare che i momenti prodotti dal peso delle mani provochi più facilmente la rotazione della pipa che non la flessione del manubrio. Forse proprio a causa dell'eccessiva rigidità dei materiali.
i due schemi statici sono identici...il taglio non è massimo all'incastro, bensì costante lungo l'asta....è il momento flettente che è massimo all'incastro...ed in questo caso lo sforzo di taglio è trascurabile rispetto a quello dovuto alla flessione
 
Grande Dany!!! Ottimo articolo come sempre.... ora ho capito il perchè le bici in acciaio (quelle poche in commercio) abbiano tubazioni meno oversize ma appunto più spesse all'interno

Per me in futuro (ma anche adesso si stanno vedendo dei piccoli cambiamenti) si si arriverà ad un punto di "nec plus ultra" dove si cercherà un compromesso tra sezione e spessore...

Come già detto molte case stanno ridimensionando le sezioni in maniera contrastante tra loro....
.. mi spiego... se nel cross country vediamo un rimpicciolimento delle sezioni dei foderi (vedi Scott Scale , Focus Raven o Cannondale) e invece aumenti delle sezioni in zone come serie sterzo (spesso conica) e l'introduzioni di perni passanti anche nell'XC ..

... nelle sezioni più gravity (Enduro-Freeride e DH) con l'introduzione di telai in carbonio aumentano le sezioni come pure gli spessori mentre nell'alluminio l'idroformatura aumenta le sezioni e diminuisce gli spessori.

mah ... staremo a vedere... ma senza escludere che principalmente ci siano delle mosse di marketing:omertà:
 

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