Freni: come migliorare il nostro impianto?

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Danybiker88

Redazione
4/9/04
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Torino
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I freni sono un componente estremamente importante della nostra MTB. Sebbene ogni impianto abbia caratteristiche ed un comportamento diverso, lo stesso impianto può essere adattato e personalizzato in base al proprio stile di guida e alle proprie preferenze.

Quest'oggi vedremo come la scelta di dischi e pastiglie possono modificare il comportamento del nostro impianto frenante, cercando di capire quale può essere l'accoppiata migliore per le nostre esigenze.

Dischi

I dischi, insieme alle pastiglie, sono gli elementi di attrito del nostro impianto. E' proprio sul disco che la pastiglia, qualunque essa sia, va a far presa ed è lo stesso disco a trasferire la potenza frenante alla ruota.

Risulta quindi abbastanza scontato capire che montando dischi differenti, si andrà a modificare la risposta del nostro impianto.

I dischi possono differire per dimensione o per disegno. Andremo ad analizzare separatamente i due aspetti.

DIAMETRO DEI DISCHI

Le dimensioni di un disco si misurando prendendo come riferimento il diametro. Un "disco da 180" è un disco il cui diametro è 180mm. Purtroppo non tutti i produttori utilizzano le stesse misure, ma possiamo distinguere a grandi linee 5 dimensioni differenti:
- 140mm: si tratta di dischi utilizzati prevalentemente al posteriore - 160mm: molto usati in XC-marathon, corrispondono a ca 6". - 180mm: una grossa categoria intermedia che comprende anche diametri leggermente superiori, come 183mm (Hope) e 185 (Avid). Si tratta semplicemente di standard differenti, di fatto tra un disco da 180 e uno da 185 non cambia molto in termini di prestazioni, l'unica differenza è che bisogna utilizzare adattatori differenti. 185mm corrispondono a ca 7". - 200mm o 203mm (203mm corrispondono a ca 8"), molto usati come anteriori - 220mm: il massimo diametro disponibile e non supportato da tutte le forcelle.

Il diametro dei dischi influenza due fattori. Il primo è il peso.

A parità di disegno è facilmente intuibile che un disco più grosso pesi di più, senza contare il peso di eventuali adattatori.

Il secondo fattore è la risposta della frenata. Montare un disco più grande significa allontanare la pinza freno dal mozzo, ovvero aumentare il braccio di leva esercitato dal freno. Un braccio di leva maggiore significa che a parità di forza di attrito esercitata dalle pastiglie sul freno, la frenatura alla ruota risulta maggiore. Detto in termini più specifici il maggiore braccio di leva aumenta la coppia frenante al mozzo (la forza di attrito disco pastiglia moltiplicata braccio ovvero il raggio del disco fornisce la coppia frenante).

Nella pratica quindi un disco più grosso aumenta la potenza frenante. Risulta quindi necessario applicare meno forza sulla leva per ottenere la stessa frenatura alla ruota. D'altro canto però un disco più grosso riduce la modulabilità dell'impianto stesso, in quando essendo necessaria meno forza per frenare, l'impianto frenerà con decisione sin da subito, anche con una leggera pressione sulla leva. Si può insomma intervenire sul diametro dei dischi per rendere più o meno modulabile la risposta dell'impianto oppure per aumentarne o diminuirne la potenza (spesso meno potenza è preferibile per ridurre il rischio di bloccare la ruota).

Non dimentichiamoci poi che il diametro dei dischi influenza il comportamento dell'impianto sotto stress. Dischi più grossi si raffreddano prima per la maggiore superficie esposta all'aria. L'impianto quindi tenderà meno a surriscaldarsi, mantenendo una risposta costante anche sulle discese più lunghe e ripide.

DISCHI DA 140mm
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I dischi da 140 mm sono poco utilizzati. Si vedono raramente montati al posteriore di alcune biciclette da XC. Il diametro molto ridotto determina una potenza frenante piuttosto limitata, ma questo tipo di dischi è molto apprezzato per il peso contenuto.

Va bene abbinato ad impianti piuttosto potenti e per usi non molto gravosi (XC-marathon).

DISCHI DA 160mm
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Soluzione molto utilizzata come anteriore e posteriore per le discipline XC-marathon, o come posteriore per All Mountain leggero o trail riding.

Si tratta di una soluzione che si può adattare anche ad usi più gravosi, specialmente al posteriore, quando si vuole ridurre la potenza frenante dell'impianto e migliorarne la modulabilità, in modo da evitare di raggiungere il bloccaggio della ruota.

L'utilizzo all'anteriore è particolarmente indicato per persone non troppo pesanti.

DISCHI DA 180mm
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I dischi da 180mm (o 183, 185 è lo stesso) sono largamente utilizzati in ambito AM-enduro, sia come anteriore che come posteriore.

In ambito XC-marathon sono indicati per rider un po' pesanti, o per migliorare la potenza frenante di impianti leggeri, che con dischi più piccoli possono affaticare le mani. In all mountain leggero o trail riding sono ampiamente utilizzati sia come anteriore che come posteriori. In all mountain, enduro o freeride invece vengono utilizzati prevalentemente come posteriori, oppure come anteriori nel caso di rider leggeri o che vogliono aumentare la modulabilità dell'impianto.

I dischi da 180mm sono la soluzione intermedia tra i 160mm, più indicati ad un uso XC-marathon e i 200mm, più adatti ad un uso gravity.

DISCHI DA 200mm
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I dischi da 200mm, molto apprezzati nelle discipline gravity, trovano la loro applicazione anche in ambito AM-enduro, specialmente all'anteriore.

Si tratta di un diametro di dischi piuttosto generoso, che determina una considerevole potenza frenante, a scapito ovviamente della modulabilità. I dischi da 200mm migliorano nettamente il comportamento dell'impianto sulle discese lunghe ed affaticano meno le dita.

Sono consigliati per chi pratica enduro spinto o freeride leggero prevalentemente all'anteriore, magari abbinati ad un 180mm posteriore, oppure sia all'anteriore che al posteriore per uso DH o freeride pesante.

DISCHI DA 220mm
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I dischi da 220mm sono il diametro più grosso disponibile per le MTB. Sono molto poco utilizzati perché rendono la risposta dell'impianto molto poco modulabile, a causa dell'elevato braccio di leva.

Sono ovviamente indicati solo per gli usi più gravosi e solo per l'anteriore, in quanto al posteriore l'elevata potenza frenante farebbe bloccare la ruota con troppa facilità. Sono consigliati nel caso si voglia migliorare la perfomance di impianti poco potenti e molto modulabili di loro natura.

Attenzione inoltre alla compatibilità. Non tutte le forcelle, seppur da FR o DH supportano dischi da 220mm.

IL DISEGNO DEI DISCHI

Un altro fattore che influenza la risposta dell'impianto frenante è il disegno del disco. Parliamo naturalmente di dischi prodotti da aziende esterne, in quanto solitamente i dischi "originali" vengono proposti con un solo disegno.

Tuttavia il mercato offre moltissimi prodotti di marche differenti e lo stesso impianto è compatibile con dischi di diversi produttori. Importante per valutare la compatibilità dei dischi sono due parametri: il primo è lo spessore del disco stesso, il secondo è l'altezza della pista frenante. Se lo spessore è identico e l'altezza della pista frenante è pari o superiore a quella del disco originale, allora si ha la piena compatibilità.

In commercio esistono diversi disegni ed anche i materiali possono essere differenti. Se è difficile valutare la risposta del materiale (leghe diverse determinano un coefficiente di attrito differente tra pastiglia e disco e la risposta in frenata può cambiare), per quanto riguarda il disegno si possono fare delle valutazioni anche senza aver provato il disco di persona.

Esistono infatti dei dischi dal disegno molto pieno, in cui i fori sono piuttosto piccoli e la superficie di contatto pastiglia disco è elevata.

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Poiché la superficie di contatto disco-pastiglia è piuttosto ampia, questi dischi comportano una frenata piuttosto netta e potente. A parità di diametro quindi un disco poco forato garantisce un incremento della potenza frenante, a discapito però della modulabilità. Non dimentichiamoci poi il fattore peso: un disco più "pieno" è più pesante.

Esistono poi dei dischi più "vuoti", ovvero realizzati con ampi fori di areazione.

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Poiché la superficie di contatto disco-pastiglia in questi dischi è piuttosto ridotta, la potenza frenante risulta penalizzata. Sarà quindi necessario applicare più forza sulla leva per ottenere una determinata frenatura della ruota e sarà quindi più facile modulare la frenata. Un effetto analogo a quello di dischi di diametro più piccolo, insomma. Naturalmente poiché c'è meno materiale, questi dischi pesano meno.

Le pastiglie

Le pastiglie non sono tutte uguali. Le mescole con cui viene realizzato il ferodo sono diverse. Sebbene da produttore a produttore ci possano essere differenze, esistono 3 grosse categorie di pastiglie: quelle organiche, quelle semi metalliche e quelle metalliche.

Tralasciando fattori quali resistenza alla temperatura, durata e frenata sul bagnato, le diverse tipologie di ferodo determinano una comportamento differente del nostro impianto frenante.

Il ferodo è la superficie di attrito che va fisicamente a contatto con il disco. E' chiaro che andando ad utilizzare mescole differenti, si andrà a modificare la risposta del nostro freno.

Si tratta insomma di un sistema pratico ed economico per migliorare alcuni aspetti del nostro impianto che non ci soddisfano completamente. Vediamo come.

PASTIGLIE ORGANICHE

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Si tratta della mescola più morbida e tenera, ovvero quella che tende a mordere maggiormente. La mescola contiene molta gomma e resina, sostanze con un elevato coefficiente di attrito.

Le pastiglie organiche tendono ad aumentare la potenza frenante, specialmente a freddo, facendo si che la frenata richieda meno sforzo sulla leva. Di contro però riducono la modulabilità e patiscono il surriscaldamento, con perdita di prestazioni a caldo.

Sono particolarmente indicate per freni molto modulabili e non troppo potenti, così come per un utilizzo non troppo spinto.

PASTIGLIE SEMI-METALLICHE O SINTERIZZATE

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Si tratta di una via di mezzo tra le organiche e le metalliche. Questo ferodo può essere classificato come di media durezza. La risposta è quindi intermedia, ovvero con una discreta potenza frenante e una discreta modulabilità.

Ottimo il comportamento a caldo, migliorano la modulabilità rispetto alle pastiglie organiche, riducendo però la potenza frenante, specialmente a freddo.

Sono indicate per impianti già sufficientemente modulabili e potenti, anche per usi gravosi.

PASTIGLIE METALLICHE

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Il ferodo delle pastiglie metalliche è molto duro essendo costituito da diversi metalli. Queste pastiglie riducono la potenza frenante, ma possono aiutare a ridurre la tendenza del freno di bloccare la ruota. Hanno un ottimo comportamento anche sotto stress.

Sono indicate per impianti eccessivamente potenti su cui si vuole ridurre la potenza frenante e per usi estremamente gravosi.

I tubi dei freni

Anche i tubi dei freni sono un elemento che influisce sul comportamento dell'intero impianto.

Per chi non lo sapesse, quando esercitiamo pressione sulla leva freno l'olio sotto pressione, tende a espandere leggermente il tubo del freno. I tubi degli impianti di serie sono realizzati in kevlar e in materiali polimerici. Esistono in commercio invece dei tubi realizzati in treccia metallica.
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Tubo di impianto originale (sopra) a confronto con un tubo in treccia metallica Goodridge (sotto). Come si vede dalla foto il tubo originale presenta uno strato interno forato ricoperto da uno strato in kevlar. Il tubo in treccia metallica ha invece uno strato interno ricoperto da una treccia metallica, a sua volta rivestita da uno strato in gomma.

La treccia metallica è molto più rigida e meno deformabile del kevlar. Di conseguenza all'aumentare della pressione il tubo si espanderà di meno.

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All'atto pratico quindi un tubo di treccia metallica aumenta la potenza frenante, ridendo la risposta del freno più on-off. L'effetto è più marcato sul freno posteriore, essendo maggiore la lunghezza del tubo.

L'utilizzo di cavi in treccia metallica è quindi consigliato su impianti dotati di eccessiva modulabilità ed una scarsa potenza frenante, o quando nonostante lo spurgo la leva risulti spugnosa.

Quelli che abbiamo visto sono delle soluzioni per migliorare alcuni aspetti dell'impianto frenante, ma non ne possono certamente modificarne radicalmente il comportamento. Un impianto poco modulabile, rimane tale anche con dischi piccoli, seppur la situazione possa migliorare, così come un impianto poco potente rimarrà poco potente anche con dischi di grosso diametro.

In certi casi insomma più di tanto non si può fare. L'unica soluzione è quindi passare ad un impianto con caratteristiche differenti.

...e voi cosa utilizzate? Che diametro di dischi? Che pastiglie? Dite la vostra!
 

Oniriko77

Biker augustus
5/2/04
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Alba
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Io faccio XC ma prediligo granfondo alpine e su certe discese l'impianto frenante viene stressato parecchio, ho corso per un paio di anni con davanti 160mm e dietro 140mm. andando discretamente bene anche grazie al mio peso piuma, cambiando diametro di ruota, adesso 29", l'impianto non era più affidabile, ho vetrificato un paio di dischi, sia l'anteriore che il posteriore, sono passato ad un disco di 180mm all'anteriore mantenendo il 140mm posteriore, alla fine ho cambiato impianto con uno più potente con un 160mm davanti e dietro, perchè il posteriore da 140mm tendevo sempre a rovinarlo !

Certo che il 180mm davanti anche in Xc è una vera goduria
 

lucaterpirla

Biker popularis
27/9/09
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passo corese(ri)
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Bike
Devin I Wilson Carbon - Giant Trance 1
Un bellissimo articolo,ma soprattutto utile. Avevo un problema con il freno posteriore ed ora lo voglio risolvere. Purtroppo pero le sinterizzate non le producono per il mio impianto.
 

piersantelli

Biker velocissimus
ottimo articolo come di consueto, caro Daniele. Non sono del tutto d'accordo, dal punto di vista tecnico, su quanto asserito circa i dischi areati e la loro ridotta potenza. Li uso da tempo (Ashima) con grande beneficio in termini di potenza, prontezza della frenata e dissipazione del calore. Ritengo che, a parità di impianto frenante, molto dipenda dal disegno, dalle pastiglie abbinate e qualità dell'acciaio utilizzato.
ciao.
 

Number 21

Biker tremendus
17/3/10
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Rivoli (TO)
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avevo proprio bisogno di un ripasso!! grazie :-D
io faccio XC, marathon e altre robette ma non sono un peso piuma, impianto Formula Oro k18 (forse lo cambio per natale passando a Formula più figo)
disco anteriore Ashima Areo da 180, molto leggero e aperto, mi ha risolto i problemi di surriscaldamento rispetto al vecchio Avid 160, al posteriore Alligator Pizza da 160, non leggero ma molto robusto, nessun problema, pastiglie Clarks organiche, unica pecca: si consumano velocemente ma dato il loro costo su crc...
 

ndalle

Biker superis
1/5/10
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Marina di Massa
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Avid Elixir R 185 185, a parte che si avvicina l'ora dello spurgo, ma sono davvero ottimi e modulabili, Li ho provati sia con Dischi G3, con cui esprimono il massimo della potenza e discreta modulabilità.
Li ho provati sia con dischi Roundagon, i pieni della Avid, con cui ho raggiunto una discreta potenza e una super modulabilità, ma forse la discreta potenza mi è sembrata tale solo perchè aumenta la modulabilità e quindi quel periodo di leva necessario al bloccaggio.. Ad ogni modo non tornerei mai più indietro. Per i percorsi Xc AM Trail che faccio io che sono pure una pippa sono ottimi e stando parecchio sempre frenato non vanno mai in difficoltà. Ovvio che se poi mi darò ad altro sport o migliorerò chissà che non passi a qualcos altro di più adatto.
 

vinx

Biker cesareus
2/10/05
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Feudo dell'Aquila
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On-one 45650b; NS Eccentric Cromo
Io monto freni hope M4 con tubi in treccia metallica (braided) e dischi flottanti da 203/183. Come pasticche attualmente sto usando le semimetalliche però ho già comprato sia le organiche che le metalliche. Quest'ultime le vorrei montare al posteriore, dove la ruota tende spesso a bloccarsi, mentre le organiche le monterò nella stagione fredda.
 

babylonboss26

Biker velocissimus
22/9/09
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Italia
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anch'io ho un impianto AVID ELIXIR R con dischi da 203mm front/rear e pastiglie sinterizzate. In 3 anni di utilizzo si sono rivelati sempre affidabili e da quando sono passato a dischi da 203 la frenata è super potente e nn ho mai avvertito l'esigenza di passare ad impianti più performanti.
L'unico problema che mi hanno dato è stata la rottura del pompante del freno posteriore che si sostituisce con una modica cifra (25euro).
Molti si lamentano dei propri freni, a volte, perchè dicono che nn hanno una frenata potente; basta passare ad un diametro disco maggiore per trasformare i propri freni in ottimi freni e con una super frenata.
Ovvio che la scelta del diametro dipende molto dal peso corporeo del biker, e se si è robusti come me, meglio diametri da 185 in sù.
Per quanto riguarda le pastiglie, uso solo sinterizzate originali avid, durano molto di più delle organiche e si comportano bene in tutti i frangenti, bagnato e asciutto.
 

cbergy

Biker superis
23/6/09
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Liguria
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Anche io sapevo che sinterizzate=metalliche.

Di più: se uno entra in un negozio fornito e cerca le pastiglie originali per Avid Elixir (fatto da poco), potrà scegliere tra le organiche, le semi-metalliche e le sinterizzate.

Quindi almeno per Avid sinterizzate non vuol dire semi-metalliche...
 

ghelo

Biker serius
Aggiungo una nota che forse chiarisce le idee: la SINTERIZZAZIONE è un processo produttivo non un materiale (vabbè questo lo sapran già tutti). Consiste semplicemente nell'unione (fusione) di più metalli (anche i più diversi ed incompatibili) tramite l'utilizzo di temperatura e pressione.
Con questa tecnica è possibile fare un bel mix di materiali controllando anche la porosità (è idonea anche per applicazioni autolubrificate). In realtà si può sinterizzare qualsiasi cosa (anche le gomme se ci si vuol compilicare la vita) quindi è possibile che questo processo produttivo sia utilizzato sia per le metalliche che per le semi-metalliche. Inoltre si sta affermando sempre più per le sue caratteristiche perciò pasticche che anni fa erano pordotte con metodi classici oggi possono essere sinterizzate se economicamente conveniente per chi le produce. In un settore così tecnico sarebbe più corretto, da parte dei produttori, inserire le percentuali di resine/gomme e di metalli invece che chiamarle con il processo di produzione!
 
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bonzoXC

Biker serius
31/5/11
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roma
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articolo bellissimo che casca a pennello!

proprio ieri la bilancia mi ha dato una cattiva notizia (111 kg), e ho scoperto come mai i miei stroker trail nn frenavano moltissimo(160mm ant, 160mm post).
mi sa che dovrò aumentare l'anteriore se no rischio di trasformarmi in una palla di cannone appena trovo una discesa un pelo + ripida... :-)

che ne dite di un bell'alligator da 203 sulla mia tora (mi sa che manco lo tiene un disco da 203...)
 

abraradam

Biker ultra
16/7/05
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Roma
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a te vanno i settimanali complimenti per l'articolo!
Peso poco (non supero i 70Kg comprensivo di zainetto e acqua),uso gli Avid XX con dischi XX da 160mm ant+post, unico problema le pinze freno perdono irrimediabilmente lo smalto grigio a causa della temperatura di esercizio,Avid però riconosce la garanzia solamente con l'uso di mescole organiche quindi utilizzo solamente quelle.
 

nemesi

Biker novus
3/8/10
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torino
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Bike
Merida
formula rx dischi originali (per ora) 180 ant e 160 post. Pastiglie organiche ant e da due settimane semimetalliche ashima dietro (le pensavo molto differenti nei primi istanti di frenata ma sono ottime anche a "freddo").
Dovendo cambiare dischi vorrei provare gli alligator aries con riporto in Ti, ma la ridotta superficie frenante non mi convince del tutto. Certo sarebbero molto piu' leggeri degli originali formula.
La frenata attuale e' ok, l'unica pecca (forse dovrei ridurre da 180 a 160) e' che l'ant tende a far vibrare la forcella (fox da 120mm pp15) se "peli" la frenata ad andature medio basse.
 

Pietro.68

...estiqaatsi...
14/9/10
16.641
10.218
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nel medio Brenta
mercatino.mtb-mag.com
Bike
due...
180 davanti e 160 dietro.
Freni e dischi originali shimano.
Pastiglie organiche.
Per i miei quasi 90 kili e per il mio livello di AM sono perfetti.

Avrei letto volentieri una qualche considerazione sui sistemi center lock o 6 fori e relative differenze.

ciao
 

windmill

Biker novus
20/4/11
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Firenze
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Salve,
nell'interessante articolo soprastante viene detto che i freni con meno fori sono più potenti perché offrono una maggiore superficie di contatto.
Per quanto invece ho avuto modo di capire attraverso la mia esperienza con le moto da enduro, dove i dischi freno pieni si usano al posteriore per aumentare la modulabilità (e quindi ridurre il rischio di bloccaggio) è vero il contrario.
Una più grande superficie di contatto permette una frenata più modulabile perché a parità di pressione sulla leva e quindi sulla pastiglia, il disco pieno subirà una pressione media inferiore sulla sua superficie rispetto ad uno asolato/forato.

In pratica è la differenza tra la stessa persona che ti pesta un piede con un tacco a spillo o con un paio di ciabatte, il peso è lo stesso ma la pressione esercitata dal tacco sul piede è molto maggiore perché la superficie di contatto è inferiore.

Quindi:
disco asolato= -modulabile +potente
disco pieno= +modulabile -potente
Che ne dite?
 

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