Le sospensioni a molla

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Danybiker88

Redazione
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Bentrovati, dopo 2 settimane di pausa per l’enduro test a Finale Ligure, all’appuntamento settimanale con il tech corner!

Oggi ci occuperemo delle sospensioni a molla. Cercheremo di capire come funziona la molla, che cos’è il precarico, che differenze ci sono tra precaricare una molla e sostituirla con una più dura.

Le sospensioni a molla: curva di compressione.

Ci eravamo già occupati, in un precedente articolo, di che cosa si intende con curva di compressione. Senza dilungarci nuovamente sull’argomento, ricordiamo semplicemente che la curva di compressione è un diagramma della forza necessaria a comprimere la sospensione, diagramma che riporta in ascissa la corsa della sospensione e in ordinata la forza necessaria per comprimere la sospensione. Si definisce progressiva una sospensione la cui curva di compressione è una curva di secondo grado progressivamente crescente, regressiva quando la curva è progressivamente decrescente, lineare quando è una linea retta.

Sebbene anche le sospensioni a molla nel loro complesso siano progressivi, grazie all’idraulica e all’aria (o azoto) della camera di espansione, in realtà l’elemento elastico molla è perfettamente lineare: la sua curva di compressione è una retta passante per l’origine (se non precaricata).
7050.jpg

Come si vede dal grafico la molla ha un’equazione lineare, in particolare di tipo Y= kx+P dove k è la costante elastica della molla, che dipende dalla sua durezza; P invece è il precarico.

DUREZZA DELLA MOLLA

La durezza della molla è una caratteristica costruttiva della nostra molla. Viene espressa tramite il cosiddetto libraggio, ovvero con un valore in libbre che indica la forza necessaria a comprimerla. Per quanto riguarda la curva di compressione, con una molla più dura la curva di compressione varia come segue, aumentando la pendenza della curva, che tuttavia passa sempre per l’origine:
7051.jpg

Come si può ricavare dall’equazione, il grafico evidenzia bene come una maggior durezza della molla (libraggio maggiore) interviene aumentando la pendenza della curva di compressione. Maggiore durezza significa quindi maggiore forza necessaria per raggiungere un determinato affondamento. Per questo motivo variando la durezza della molla varia anche il sag.

PRECARICO DELLA MOLLA

Il precarico consiste invece in una parziale compressione della molla iniziale: a sospensione completamente esteso la molla rimane leggermente compressa. Poiché la corsa della molla, come vedremo in seguito, dev’essere sempre maggiore di quella dell’ammortizzatore, anche comprimendo in parte la molla è possibile sfruttare tutta la corsa senza alcun problema.

Da un punto di vista meccanico, quando si precarica una molla, in condizioni di sospensione scarica questa tenderebbe a ristendersi. Tuttavia la riestensione della molla è impedita dall’ammortizzatore, che oltre un certo valore non si estende grazie a vinvoli interni che ne impediscono l’estensione oltre il valore di interasse. L’ammortizzatore genera quella che viene definita una reazione vincolare sulla molla, impendendone la completa riestensione. Questa reazione vincolare determina il carico di stacco. Il carico di stacco dev’essere compensato dalla sollecitazione che dev’essere pari o superiore ad esso affinchè la sospensione cominci a comprimersi.

Facciamo un esempio pratico per capire meglio… Precarichiamo una molla di 10N. Una sollecitazione inferiore o uguale a 10N non è in grado di comprimere la sospensione. Supponiamo invece di avere una sollecitazione di 15N. Di questi 15N, 10 vengono spesi per portare il sistema all’equilibrio e compensare il precarico mentre 5 contribuiscono a comprimere la sospensione. Di fatto la corsa utilizzata in questo caso è la stessa che utilizzerebbe la sospensione con molla non precaricata in presenza di una sollecitazione di 5N.

La curva di compressione si modifica nel seguente modo:
7052.jpg

Di fatto si ha una traslazione vero l’alto e di conseguenza la forza necessaria per comprimere la sospensione istante per istante cresce di un valore fisso che è il precarico o carico di stacco.
Risulta evidente quindi che precaricando una molla si varia il valore di sag, risultando maggiore la forza necessaria per raggiungere un determinato affondamento, che corrisponde al sag che si vuole ottenere.

Precarico o sostituzione della molla: cosa cambia?

Se teoricamente sia il precarico che la sostituzione della molla con una di durezza maggiore permettono di ottenere lo stesso obiettivo, in realtà l’effetto sulla sospensione è diverso. Vediamo questo grafico, che riporta in verde la curva di compressione di una molla più dura non precaricata, in viola la curva di compressione di una molla più morbida e in rosso la stessa molla morbida del diagramma viola, però precaricata. Il tracciamento come prima è sempre qualitativo.
7053.jpg

Si tratta di una situazione tipo in cui il sag desiderato si può raggiungere in due modi:
- Precaricando la molla più morbida
- Mettendo una molla più dura
Si ottiene lo stesso risultato per quanto riguarda il sag, tuttavia il comportamento della sospensione sarà differente. Nel caso della molla più morbida precaricata la sospensione tenderà comunque ad affondare facilmente in quanto come si può vedere la pendenza della curva di compressione rimane costante ed inferiore al caso di molla più dura. Aumentando la durezza della molla invece aumenta la pendenza della curva di compressione e quindi serviranno sollecitazioni più intense per raggiungere un determinato affondamento.
Ricordiamo però che l’entità della sollecitazione alla sospensione dipende dall’inerzia del sistema bici più biker. Maggiore è il peso del rider, maggiore sarà la sollecitazione sulla sospensione a parità di ostacolo (supponiamo ad esempio un salto: più pesa il rider, più la sospensione è sollecitata in fase di atterraggio). Con una molla eccessivamente precaricata c’è quindi il rischio che la sospensione sfrutti troppa corsa, tendendo ad insaccarsi sugli ostacoli o raggiungendo il fine corsa. Si può comunque intervenire con le regolazioni idrauliche, se presenti, per dare più sostengo alla sospensione nella seconda parte della corsa.

Sfatiamo invece un mito: una molla precaricata non riduce la sensibilità sui piccoli urti. Eh si, infatti quando utilizziamo la bici la sospensione parte dalla configurazione di sag. Il carico di stacco indotto dal precarico è stato quindi già compensato da una parte del nostro peso e quindi qualsiasi sollecitazione del terreno, anche la più piccola, comprime la sospensione. Se invece partiamo da una condizione di bici scarica (ad esempio la spingiamo a mano su un terreno accidentato) allora si che la sospensione risulta meno sensibile sui piccoli urti, piccoli urti che non sono in grado di vincere il carico di stacco.

La scelta della molla

Se per le forcelle solitamente è il produttore a consigliare e a fornire le diverse molle necessarie per i diversi pesi, negli ammortizzatori è più complicato. Le molle vengono prodotte sia dai produttori di ammortizzatori, sia da terzi. Inoltre spesso le molle sono compatibili anche si da marche diverse. Nella scelta della molla per un ammortizzatore bisogna prendere in considerazione 3 fattori:
- Durezza della molla, espressa in libbre
- Corsa e lunghezza della molla
- Ingombro della molla: se si utilizzano molle di marche diverse da quella dell’ammortizzatore o non specifiche per quel modello, ci possono essere problemi di interferenza, specialmente con il piggy back.
Sulle molle vengono indicati solitamente due valori:
7054.jpg

Il primo, nel nostro caso 500, indica la durezza della molla, espressa in libbre. Il secondo, 2.35, indica la massima compressione, espressa in pollici, che la molla è in grado di sopportare prima di deformarsi plasticamente (la “corsa” della molla).

LA DUREZZA DELLA MOLLA

Determinare quale sia la durezza della molla più adatta a noi non è molto semplice, soprattutto se non si ha molta esperienza con le sospensioni a molla. Infatti la durezza della molla che dobbiamo montare dipende da diversi fattori: cinematica della sospensione (rapporto di leva, curva di compressione del carro), corsa dell’ammortizzatore, escursione alla ruota del telaio.

Un buon punto di partenza lo si può ottenere con gli “spring calculator” dei moduli di calcolo che inserendo le caratteristiche di rider e bici sono in grado di fornire un valore abbastanza corretto di durezza della molla ideale. Sicuramente, poiché da rider a rider variano l’utilizzo e dello stile di guida, non è detto che quella che ci viene indicata sia la molla che più ci soddisfa, però è un buon punto di partenza per non dover provare tutte le molle disponibili sul mercato.

Un ottimo spring calculator è quello fornito dal preparatore inglese TFTuned:
http://www.tftunedshox.com/info/spring_calculator.aspx
Per chi non fosse pratico di inglese, riporto le traduzioni:
- Rider Weight: peso del rider
- Shock Stroke: corsa dell’ammortizzatore in pollici
- Wheel Travel: escursione alla ruota
- How do you want your ride?: come preferisci la sospensione? Si può scegliere se si desidera un sag del 28% (freeride) o del 33% (DH)
Il calculator fornisce poi dei valori differenti a seconda dello schema di sospensione e della marca dell’ammortizzatore.

CORSA E LUNGHEZZA DELLA MOLLA

La corsa della molla, indicata dal secondo numero stampato sulla molla, indica la massima compressione, espressa in pollici, che la molla è in grado di sopportare prima di deformarsi plasticamente. Di fatto la corsa della molla dev’essere sempre maggiore della corsa in pollici dell’ammortizzatore su cui è montata. È ad esempio possibile su un’ammortizzatore da 2,25” (57mm) montare una molla con corsa da 2,35” o anche 2,5” o maggiore, ma non è possibile montare una molla da 1,65.

La lunghezza della molla è solitamente correlata alla corsa della molla stessa. E’ possibile montare molle più o meno lunghe, a patto che lo spazio disponibile sull’ammortizzatore sia sufficiente.

INGOMBRO DELLA MOLLA

Attenzione, specialmente quando si comprano delle molle prodotte da terzi, all’ingombro laterale. Alcune molle sono infatti più larghe di altre e potrebbero interferire con alcune parti dell’ammortizzatore quali serbatoi o registri di regolazione. Ricordiamoci poi che molle più dure sono anche più spesse e quindi se una molla morbida di una determinata marca non da problemi, non è detto che anche le versioni con durezza maggiore siano compatibili. Controllare sempre che non ci siano interferenze una volta montata la molla per prevenire danni all’ammortizzatore.

Molle in acciaio, titanio e altri materiali

Chiunque abbia preso in mano una molla in acciaio sa benissimo quanto pesi. Purtroppo il peso della molla è il motivo per cui le sospensioni a molla pesano molto di più di quelle ad aria.

Poiché, specialmente in ambito agonistico e quando si pedala, il peso è molto importante, molti produttori offrono delle molle in materiali più leggeri, solitamente in titanio, anche se si è visto qualche prototipo di molla in fibra di carbonio.

Il titanio è un ottimo elemento per la realizzazione di molle. A parità di durezza infatti la molla è sostanzialmente più leggera e presenta un numero inferiore di spire.

Una falsa leggenda metropolitana vuole che le molle in titanio siano più morbide di quelle in acciaio, a parità di libbraggio. Questo è assolutamente falso, in quanto a parità di libraggio la durezza della molla è sempre la stessa, indipendentemente dal materiale della molla. Per cui se utilizzate una molla da 500lb in acciaio, in titanio avrete bisogno di una molla sempre da 500lb.
 

Production_Br0therS

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cossar931

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TREK
Se non mi sbaglio una molla in titanio rispetto ad una molla in acciaio, oltre al peso ha il vantaggio, di avere un minor degradamento delle prestazione.
Mi spiego meglio. Una molla in acciaio dopo diversi cicli di lavoro perde un pò di durezza, insomma diventa un filino più morbida. La molla in Ti dovrebbe invece mantenere le sue caratteristiche invariate per più tempo.
Per assurdo quindi una molla usata in acciaio è più morbida dell'equivalente usata ugualmente in Ti.

All'atto pratico non se però si riesce a notare questo effetto e dopo quanto tempo si inizia a notare il degrado delle prestazioni
 

Production_Br0therS

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per quanto riguarda la differenza tra molla in acciaio e titanio,ho fatto pochi mesi fa il cambio...e la differenza si sente...stesso libraggio stessa lunhgezza e stessa marca...oltre al peso ovviamente la molla in Ti mi è sembrata molto più sensibile ad inizio corsa...cioè sembra avere un carico di stacco inferiore...a bici statica (garage) facendo comprimere la bici noto che l'ammo inizia a lavorare già con una notevole forza minore rispetto a quella necessaria per farlo lavorare con la molla in acciaio..

almeno queste sono state le mie impressioni
 

demach

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premetto che ho dato un occhio solo ai grafici, credo che siano sbagliati se ho una molla da 5N/cm con corsa utile di 3 cm, a fine corsa chiude a 15N, se la precarico di un cm, la stessa parte a 10N e chiude sempre a 15N.
bye
 

Danybiker88

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premetto che ho dato un occhio solo ai grafici, credo che siano sbagliati se ho una molla da 5N/cm con corsa utile di 3 cm, a fine corsa chiude a 15N, se la precarico di un cm, la stessa parte a 10N e chiude sempre a 15N.
bye

No, una parte della sollecitazione viene spesa per compensare la reazione vincolare indotta dal precarico. Se tu precarichi la molla da 5N/cm con 10N di precarico, per comprimerla di 3 cm questa arriva con 25N. E' spiegato anche nell'articolo, leggilo magari...
 

Bracchetto scout

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Io l'inglese non lo mastico per niente,mi ritrovo alla fine con dei numeri che vanno da 8064 a 9072(è un monocross) e non capisco cosa debba essere,se come libraggio della molla o altro ma come è scritto?spero di aver spiegato dove mi perdo,pesando 70 kg ammo da 2.50 corsa ruota 180mm.Grazie.Brakky
 

Danybiker88

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Io l'inglese non lo mastico per niente,mi ritrovo alla fine con dei numeri che vanno da 8064 a 9072(è un monocross) e non capisco cosa debba essere,se come libraggio della molla o altro ma come è scritto?spero di aver spiegato dove mi perdo,pesando 70 kg ammo da 2.50 corsa ruota 180mm.Grazie.Brakky

L'escursione va messa in pollici (ins=pollici) :spetteguless:

180mm sono 7,09 pollici
 

demach

Biker tremendus
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No, una parte della sollecitazione viene spesa per compensare la reazione vincolare indotta dal precarico. Se tu precarichi la molla da 5N/cm con 10N di precarico, per comprimerla di 3 cm questa arriva con 25N. E' spiegato anche nell'articolo, leggilo magari...

questa è corretta:
picture.php

altrimenti avresti una molla che rimane della stessa lunghezza sia con precarico che senza
 

Production_Br0therS

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questo grafico è corretto se parliamo di molle della stessa lunghezza,la molla fx+p difatti risulterà più corta poichè è precaricata,raggiungerà il fondo corsa con la stessa forza necessaria per far comprimere tutta la molla fx..ma allo stesso tempo,il fondo corsa della molla non coinciderà con quello della sospensione...

si parla comunque di millimetri..ed è per questo che si consiglia ove possibile (in caso di precarico) di montare una molla " più lunga " che consenta l'annullamento di questo "gap" senza incidere sul fondo corsa dell'intera sospensione...


correggetemi se sbaglio
 

Pitaro

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La Shan!
questo grafico è corretto se parliamo di molle della stessa lunghezza,la molla fx+p difatti risulterà più corta poichè è precaricata,raggiungerà il fondo corsa con la stessa forza necessaria per far comprimere tutta la molla fx..ma allo stesso tempo,il fondo corsa della molla non coinciderà con quello della sospensione...

si parla comunque di millimetri..ed è per questo che si consiglia ove possibile (in caso di precarico) di montare una molla " più lunga " che consenta l'annullamento di questo "gap" tra senza incidere sul fondo corsa dell'intera sospensione...


correggetemi se sbaglio

E' corretto come ragionamento ma non verissimo all'atto pratico... Sarebbe vero se la molla a fine corsa fosse completamente schiacciata (spira contro spira), in realtà questo è un evento che si deve evitare come la peste perchè porterebbe alla deformazione plastica della molla che quindi non si ri-estenderebbe più completamente e sarebbe da buttare...

La corsa è sempre quella dell'ammortizzatore (a meno che uno non faccia cazz...), se un ammo ha una corsa di 2" allora monterò una molla con corsa ad esempio di 2"35 così potrò precaricare fino a "mangiarmi" 0"35 di corsa senza problemi. Se precarico di più, ad esempio schiacciando la molla di 0"50, mi rimane una corsa utile della molla di 1"85 ma potrebbe essere che l'ammo riesca lo stesso a comprimersi di 2", però un eventuale fondo corsa deformerebbe plasticamente la molla!
 

Danybiker88

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Come detto dagli altri, la molla ha una corsa maggiore dell'ammortizzatore (o forcella). Precaricandola quindi la corsa della sospensione rimane sempre la stessa anche se si "mangia" una parte di corsa della molla per il precarico. La molla insomma si accorcia, ma la corsa massima disponibile alla sospensione rimane la stessa.

Nei grafici che ho disegnato infatti si prendeva in considerazione la corsa della sospensione e non della molla, corsa che rispettando quando prescritto dal produttore sul manuale, rimarrà sempre costante indipendentemente dal precarico in quanto limitata dall'escursione dello stelo dell'ammortizzatore.
 

demach

Biker tremendus
26/10/04
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Tutto giusto, siccome si parlava nello specifico di molle, il mio appunto voleva essere non pedissequo ma migliorativo, di fatti se uno non lo sà, quello è il motivo per cui sui manuali è inserito il valore di precarica tollerato dalla casa.
tutto qua.
bye
 

hexen

Biker popularis
7/7/04
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azz leggendo l'articolo mi era quasi sembrato di tornare alle lezioni di meccanica all'università..troppo professionali!!Continuate cosi!
 

mikku

Biker urlandum
Scusate, una cosa non mi torna:
precaricando la molla, indipendetemente dal valore di precarico impostato, la corsa in estensione della forcella rimane la stessa, sono d'accordo. La corsa in compressione al contariro dovrebbe ridursi, seppur di alcuni millmetri, mi spiego: la molla al massimo della sua compressione, in entrambi i casi raggiunge la stessa lunghezza, dunque in presenza del precarico il margine fra il precarico stesso e la molla ridurrebbe seppur di poco l'affondamento della forcella, e dunque la lunghezza in compressione della forcella stessa.

Questa invece non è un'obiezione, ma se possibile una richiesta di ulteriore chiarimento, non ho inteso il quarto e ultimo grafico, geometria analitica e matematica non sono il mio forte....: il grafico indica che le due curve "molla morbida precaricata" e "molla morbida non precaricata" risultano parallele, mentre la linea verde "molla dura non precaricata" non è paralella alle altre due ma si sviluppa più verso lasse ordinata (la forza), dunque richiede più forza, e la forcella risulta più dura. Nel caso delle due curve parallele citate, la forza necessaria risulterebbe essere la stessa (nella molla precaricata la forza differente necessaria per far affondare la molla è già presente nel sistema) e dunque le molle non risulterebbero avere la stessa durezza?




Come detto dagli altri, la molla ha una corsa maggiore dell'ammortizzatore (o forcella). Precaricandola quindi la corsa della sospensione rimane sempre la stessa anche se si "mangia" una parte di corsa della molla per il precarico. La molla insomma si accorcia, ma la corsa massima disponibile alla sospensione rimane la stessa.

Nei grafici che ho disegnato infatti si prendeva in considerazione la corsa della sospensione e non della molla, corsa che rispettando quando prescritto dal produttore sul manuale, rimarrà sempre costante indipendentemente dal precarico in quanto limitata dall'escursione dello stelo dell'ammortizzatore.
 

Danybiker88

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ma allora il precarico serve solo per regolare il sag, giusto? io hho solo 12 anni, non ci capisco niente di schemi ecc.

In pratica si, specialmente per aggiustamenti di fino del SAG, visto che le durezze delle molle variano secondo intervalli ben definiti.

Scusate, una cosa non mi torna:
precaricando la molla, indipendetemente dal valore di precarico impostato, la corsa in estensione della forcella rimane la stessa, sono d'accordo. La corsa in compressione al contariro dovrebbe ridursi, seppur di alcuni millmetri, mi spiego: la molla al massimo della sua compressione, in entrambi i casi raggiunge la stessa lunghezza, dunque in presenza del precarico il margine fra il precarico stesso e la molla ridurrebbe seppur di poco l'affondamento della forcella, e dunque la lunghezza in compressione della forcella stessa.

Questa invece non è un'obiezione, ma se possibile una richiesta di ulteriore chiarimento, non ho inteso il quarto e ultimo grafico, geometria analitica e matematica non sono il mio forte....: il grafico indica che le due curve "molla morbida precaricata" e "molla morbida non precaricata" risultano parallele, mentre la linea verde "molla dura non precaricata" non è paralella alle altre due ma si sviluppa più verso lasse ordinata (la forza), dunque richiede più forza, e la forcella risulta più dura. Nel caso delle due curve parallele citate, la forza necessaria risulterebbe essere la stessa (nella molla precaricata la forza differente necessaria per far affondare la molla è già presente nel sistema) e dunque le molle non risulterebbero avere la stessa durezza?

Per quanto riguarda la prima domanda: in teoria è così, ma le molle hanno una corsa maggiore della sospensione. Quindi anche precaricandole (e mangiando quindi corsa) la sospensione rimane libera di comprimersi fino a fondo corsa.

Per quanto riguarda la seconda domana:
il grafico riporta in ascissa la compressione della molla, in ordinata la forza necessaria per ottenere quell'affondamento.
Se tu trasli verso l'alto la curva (precarichi la molla) significa che serve più forza per ottenere lo stesso affondamento, quindi la sospensione si indurisce. Se invece aumenti la durezza della molla e aumenti la pendenza della curva di compressione, significa che all'inizio la differenza in termini di forza necessaria per ottenere lo stesso affondamento tra molla dura e morbida è molto piccola, mentre più ci si avvicina al fine corsa la differenza aumenta e quindi serviranno sollecitazioni molto più importanti per ottenere lo stesso affondamento.

Il grafico vuole sottolineare che sebbene si possa ottenere un determinato valore di SAG (supponiamo il 30%) sia precaricando la molla più morbida (rosso) sia montando una molla più dura (verde), in realtà l'effetto che si ottiene è diverso. Con la molla più dura la sospensione risulta più "sostenuta" nel senso che diventa più "dura" mano a mano che si procede verso il fine corsa (servono sollecitazioni importanti per ottenere un determinato affondamento), mentre la molla morbida precaricata sebbene ti permette di ottenere los tesso sag, risulta più morbida nell'ultima parte della corsa.
 

mikku

Biker urlandum
Grazie per la disponibilità.:celopiùg:


In pratica si, specialmente per aggiustamenti di fino del SAG, visto che le durezze delle molle variano secondo intervalli ben definiti.



Per quanto riguarda la prima domanda: in teoria è così, ma le molle hanno una corsa maggiore della sospensione. Quindi anche precaricandole (e mangiando quindi corsa) la sospensione rimane libera di comprimersi fino a fondo corsa.

Per quanto riguarda la seconda domana:
il grafico riporta in ascissa la compressione della molla, in ordinata la forza necessaria per ottenere quell'affondamento.
Se tu trasli verso l'alto la curva (precarichi la molla) significa che serve più forza per ottenere lo stesso affondamento, quindi la sospensione si indurisce. Se invece aumenti la durezza della molla e aumenti la pendenza della curva di compressione, significa che all'inizio la differenza in termini di forza necessaria per ottenere lo stesso affondamento tra molla dura e morbida è molto piccola, mentre più ci si avvicina al fine corsa la differenza aumenta e quindi serviranno sollecitazioni molto più importanti per ottenere lo stesso affondamento.

Il grafico vuole sottolineare che sebbene si possa ottenere un determinato valore di SAG (supponiamo il 30%) sia precaricando la molla più morbida (rosso) sia montando una molla più dura (verde), in realtà l'effetto che si ottiene è diverso. Con la molla più dura la sospensione risulta più "sostenuta" nel senso che diventa più "dura" mano a mano che si procede verso il fine corsa (servono sollecitazioni importanti per ottenere un determinato affondamento), mentre la molla morbida precaricata sebbene ti permette di ottenere los tesso sag, risulta più morbida nell'ultima parte della corsa.
 

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