EWS Maes e Courdurier vincono la EWS Tasmania

  • Cannondale presenta la nuova Scalpel, la sua bici biammortizzata da cross country che adesso ha 120 millimetri di escursione anteriore e posteriore in tutte le sue versioni. Sembra che sia cambiato poco, a prima vista, ma sono i dettagli che fanno la differenza e che rendono questa Scalpel 2024 nettamente più performante del modello precedente.
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muldox

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Se sei forte è giusto che ci sia qualcuno che ti paga la bici, che ti fa crescere ecc...

Il punto è che PRIMA devi diventare forte, POI puoi pensare che qualcuno ti dia la bici. A me sembra - anzi, ne sono certo - che molti credono di poter fare il contrario. E non tiriamo fuori la storiella che per viaggiare forte e mettersi in mostra serve la bici da 8000 Euro, perchè anche quella è una gran panzanata.
 

Andrea#11

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Il punto è che PRIMA devi diventare forte, POI puoi pensare che qualcuno ti dia la bici. A me sembra - anzi, ne sono certo - che molti credono di poter fare il contrario. E non tiriamo fuori la storiella che per viaggiare forte e mettersi in mostra serve la bici da 8000 Euro, perchè anche quella è una gran panzanata.

Sulla bici da 8000 € concordo, per me non devono neanche esistere bici così costose; vabbè altro paio di maniche.
I pochi che ho visto andare forte avevano, appunto, bici in alluminio di media gamma.


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sembola

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Se sei forte è giusto che ci sia qualcuno che ti paga la bici, che ti fa crescere ecc...
Il culo però bisogna farselo lo stesso.
Tu dici che ci sono poche squadre che possono stipendiare qualcuno; da qui la mia ipotesi del papà danaroso che in parte finanzia la squadra.


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Intanto di essere forte devi dimostrarlo.

Detto questo, far fare ad un ragazzo uno sport qualunque a livello agonistico è un impegno notevole, chiunque ci sia passato può raccontarlo. Averne la possibilità, anche economica, non è insignificante. Sarebbe disonesto non ammetterlo.

Dopo di che, proprio perché girano solo due lire, diventa irrealistico pensare che quella manciata di squadre che possono spenderle le sprechino investendole in un raccomandato.

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mirc0

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La storia dei giovani sfaticati mi torna poco... Tanto quanto quella dei papà ricchi.
Qualcuno sa spiegarmi perché in BDC il vivaio italiano non è per niente male? Non credo che in BDC non ci si debba fare il mazzo.
 

muldox

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La storia dei giovani sfaticati mi torna poco... Tanto quanto quella dei papà ricchi.
Qualcuno sa spiegarmi perché in BDC il vivaio italiano non è per niente male? Non credo che in BDC non ci si debba fare il mazzo.

Perchè la BDC è più popolare, anche perchè considerata uno sport meno "pericoloso" della mtb.
 

mirc0

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Perchè la BDC è più popolare, anche perchè considerata uno sport meno "pericoloso" della mtb.
Esatto... questione di popolarità.
Per una serie di fattori (costi attrezzatura, costi per trasferte gare, costi manutenzione, poche società che aggregano potenziali atleti, pericolosità sport, cultura sportiva orientata ad altre discipline etc. etc.) La MTB, e le discipline Gravity in particolare, non sono così diffuse.

Giovani che hanno voglia di farsi il c... ci sono. Magari non nella MTB.
Non mi va di fare come quei 50enni che mi dicevano, 20/30 anni or sono, che non ci sono più i giovani di una volta... ;-)
 

muldox

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...Non mi va di fare come quei 50enni che mi dicevano, 20/30 anni or sono, che non ci sono più i giovani di una volta... ;-)

Mai detta ne pensata una cosa del genere. Anzi, a dirla tutta ritengo i giovani d'oggi per molti aspetti ben più svegli, aperti ed intraprendenti di quanto lo fossimo noi.
Se però rileggi la discussione vedrai che il punto non è quello, quanto il giustificare l'assenza di atleti forti tirando in ballo le solite scuse. Ti pare credibile che il problema sia l'impossibilità di creare sentieri (manco non bastassero quelli esistenti) od organizzare eventi? Martin Maes, il vincitore delle prime due tappe EWS 2019, viene da un paese la cui maggiore elevazione è un mottarucco che non raggiunge i 700 m. In Italia ci sono le Alpi, gli Appennini e molte grosse città a ridosso o poco distanti dalle montagne. Non so se mi spiego...
 
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Mai detta ne pensata una cosa del genere. Anzi, a dirla tutta ritengo i giovani d'oggi per molti aspetti ben più svegli, aperti ed intraprendenti di quanto lo fossimo noi.
Se però rileggi la discussione vedrai che il punto non è quello, quanto il giustificare l'assenza di atleti forti tirando in ballo le solite scuse. Ti pare credibile che il problema sia l'impossibilità di creare sentieri (manco non bastassero quelli esistenti) od organizzare eventi? Martin Maes, il vincitore delle prime due tappe EWS 2019, viene da un paese la cui maggiore elevazione è un mottarucco che non raggiunge i 700 m. In Italia ci sono le Alpi, gli Appennini e molte grosse città a ridosso o poco distanti dalle montagne. Non so se mi spiego...
Il tema sentieri non esiste. Concordo
Mi sono permesso la battuta finale perché in alcuni passaggi della discussione si fa riferimento a voglia di fare/non fare o ad una costruzione antitetica di giovani vogliosi di fare senza possibilità di costruire sentieri. Se si nega il secondo concetto ti viene spontaneo negare anche il primo.
Ma probabilmente sono elucubrazioni cerebrali di fine giornata. :il-saggi::prost:
 

sembola

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@mirc0 : ovviamente i "giovani sfaticati" è un' ipersemplificazione che vale il "in questo paese non ti fanno fare nulla".

La questione è ovviamente più complessa e sfaccettata, che va effettivamente ricondotta ad una "questione di mentalità".

Prendiamo il caso di Maes che proviene da un paese (il Belgio) in cui il ciclismo è lo sport nazionale e la bicicletta un mezzo di trasporto quotidiano per milioni di persone e dove praticamente ogni strada ha la sua corsia ciclabile (ma solo se non c'è lo spazio per la pista ciclabile in sede separata). Oppure prendiamo la Francia, dove alle biglietterie dei grossi domain/bike park oltre ai giovanotti con neckbrace e integrale in mano trovi le famiglie con i bambini che fanno il giro facile in quota sulle carrarecce. Paesi insomma dove esiste una consolidata cultura ciclistica a tutti i livelli.

Poi però esistono anche gli australiani o i britannici, che provengono da paesi dove non c'è questa cultura ciclistica diffusa ma esiste una solida e diffusa organizzazione dello sport dai livelli giovanili fino a quelli agonistici, ben finanziata dai comitati olimpici ed anche dagli sponsor.

Insomma, c'è chi ha tanta "cultura di base" e può attingere ad una base enorme ma anche chi ha "solo" l'organizzazione per far crescere i campioni.

In Italia noi non abbiamo nè l'una nè l'altra, ci si affida alla tradizione ed allo "stellone", ma senza programmazione e risorse non ci si può aspettare che ogni cinque anni nasca un Nibali o una Pezzo. Ed infatti anche nella strada, che ha comunque un forte radicamento in alcune aree del paese, alle spalle di Nibali (che ha 35 anni) non si intravvede nessuno che possa primeggiare nè in un GT nè in una classica, non c'è non dico un Alaphilippe ma neppure un VanAert (non parliamo di un van der Poel o di un Avanepoel). Figuriamoci nella mtb, dove le società specializzate sono poche e non hanno (non possono avere) neppure quelle poche risorse che girano in ambito strada. E figuriamoci poi in ambito gravity, che è oggettivamente più complesso da praticare ed organizzare e che viene visto, non so quanto a ragione, come "uno sport estremo" (girate in bdc su certi statali e poi ne riparliamo...).

Non è questione di "giovani sfaticati", visto che di junior o di U23 che "si fanno il culo" ce ne sono. Però sì, di fronte a ipersemplificazioni alla "non ti fanno fare niente", "non abbiamo le strutture" o "corrono i raccomandati" viene da credere che siano scuse che aleggiano in un ambiente che preferisce piangersi addosso e affibbiare colpe a "qualcun altro" piuttosto che rimboccarsi le maniche e provare a fare qualcosa.
 

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