Mantis story

  • Cannondale presenta la nuova Scalpel, la sua bici biammortizzata da cross country che adesso ha 120 millimetri di escursione anteriore e posteriore in tutte le sue versioni. Sembra che sia cambiato poco, a prima vista, ma sono i dettagli che fanno la differenza e che rendono questa Scalpel 2024 nettamente più performante del modello precedente.
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Tomac

Biker infernalis
8/4/03
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San donà di Piave
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Un po’ di storia:
Richard Cunningham, fonda Mantis Bicycles nel 1981. La piccolissima azienda si trova a Placenta, zona suburbana di Los Angeles, piu’che una fabbrica è un garage ingrandito, in cui lavorano Richard ed un altro ragazzo. Cunningham è parte integrante della storia dell’mtb, perché rappresenta colui che, anche se non ha inventato, ha portato però al massimo potenziale particolare costruttivo o concetti geometrici quali il carro posteriore sopraelevato, i tubi orizzontali lunghi, le sezioni delle tubazioni rettangolari, i carri posteriori smontabili, le monoscocche in alluminio.


La Nishiki Alien, prima bici a carro sopraelevato prodotta in serie in Giappone nel 1988 con telaio in acciaio saldato a tig, fu commissionata a Cunningham perché riconosciuto quale migliore progettista di tali mtb vista la grande esperienza accumulata con il modello "Valkirie" ed "XCR". Richard ha scelto il carro post sopraelevato per gran parte delle sue mtb come carattere distintivo.

Cunningham prima di diventare telaista aveva lavorato nel campo delle moto (costruiva tubi di scarico e marmitte da competizione), delle auto (carrozzerie in alluminio per auto da corsa) e degli aerei ( collaborava con altri famigliari nella costruzione di ultraleggeri). L’esperienza accumulata in tutti questi campi gli ha dato sicuramente una visione diversa da tutti i sui colleghi forse legati troppo al ciclismo ed a certi punti fissi, facendolo così spaziare in nuovi metodi costruttivi ed in nuove soluzioni tecniche. Le monoscocche quindi sono una naturale evoluzione di concetti preesistenti in altri ambiti sportivi; basti pensare alle F1, alle moto, agli aerei..ecc dove si cerca di utilizzare i materiali più congeniali per creare strutture leggere e flessibili.

I modelli:
La valkyrie nacque nel 1983, e morì quando la flying V vide la luce. Bike molto strana il cui carattere distintivo era avere dei foderi posteriori elevati, uniti ad un carro anteriore composto da molti tubi in acciaio di piccolo diametro disposti in modo da dare rigidità all’anteriore, lasciando però una certa morbidezza al post.



Il modello "XCR" nacque nel 83, era una mtb in alluminio con carro post in acciaio imbullonato, nel 91 fu aggiornata e gli fu aggiunto un carro post elevato sempre in acciaio fissato al telaio ant con bulloni. Questo fu un modello che fece molto successo, tanto che lo stesso Fisher ne volle acquistare il disegno e produsse quella leggenda che si chiama CR-7. Questo sistema fu utilizzato anche da Haro e Nishiki per i modelli di punta. Questo modo di concepire e costruire questi telai con carro anteriore rigido in alluminio ed un carro post in acciaio più flessibile, lo possiamo considerare come progenitrici delle moderne full-suspended. La comodità di un carro smontabile risiedeva nel fatto di poterne adattare la stessa bici a situazioni diverse come da dh o l’xc semplicemente cambiando la parte posteriore con un carro + lungo o + corto.



Naturale evoluzione del progetto XCR fu il modello Flying V, che vide luce nel 1990. I primi modelli avevano telaio anteriore monoscocca e carro posteriore elevato in acciaio imbullonato. La particolarità risiedeva nel fatto di avere una monoscocca anteriore formata da due semigusci in alluminio double butted che venivano saldati assieme ,maestralmente, longitudinalmente in modo da inglobare il tubo sterzo che veniva così reso molto rigido e robusto. La serie sterzo è da 1", tubo verticale da 28,6, possibilità di avere tre misure di telaio, da abbinare a due carri post diversi. Dal 1994 la scritta mantis compare stampata sulla monoscocca. Peso del telaio completo finito 1,680kg



La particolare geometria della Flying V ne caratterizza il "feeling" che si prova appena in sella, neutrale sui tratti veloci, rapida e ben bilanciata nelle sezioni tecniche resta comunque vivace nelle reazioni senza domandare troppa attenzione per mantere la traiettoria impostata. La particolare costruzione del telaio permette di avere il baricentro posizionato molto più in basso di quanto non avviene nei telai tradizionali. Per questo motivo il "feeling" della flying V è incondibile e la sua maneggevolezza nei cambi rapidi di traiettoria è impressionante.



Pro Floater :nacque nel 1991, carro anteriore in tubi in alluminio 6061 e carro post in acciaio con foderi elevati. Il forcellone ha il punto di infulcro collocato all’altezza della corona grande, lo schema è una struttura deformabile stile McPherson che garantisce l’isolamento dell’ammortizzatore dalle forze di frenata che altrimenti inciderebbero sul lavoro delle sospensioni. Ammo. utilizzato: Noleen molla/olio tarato per lavorare con un rapporto di compressione 1:2,2. Corsa alla ruota di 64mm. Giudicata dalle riviste di quel periodo come la biammortizzata più entusiasmante e divertente da guidare mai provata.



Screaming V, nata indicativamente nel 1995, per mano dell’ingegnere Olsen il quale lavora prima alla Cytec fornitrice del materiale plastico e poi approda a GT dove si accordano per condividere la nuova esperienza con questo materiale. Nel frattempo Mantis veniva venduta a Pat Mc-intyre e Richard Cunningham andava a dirigere MTB Action, la bibbia dell’mtb.

Ma veniamo alla nostra screaming V che viene modificata poco dopo in qualche particolare dal designer David Schultz e successivamente vengono fatti altri prototipi, finchè nel 1996 inizia la produzione di una piccola serie. Vantaggi di una mtb in tale materiale è la facilità di produzione ed i tempi che (in teoria) dovrebbero mantenere i prezzi bassi, uniti ad un peso di 1800g di un telaio taglia M.

Il sistema è tipo McPherson con 100mm di corsa post.



Successivamente mantis è stata rivenduta ad altre ditte finché indicativamente nel 1998 è morta in modo definitivo. Sinceramente spero che un giorno possa rinascere, magari ancora con Richard a capo, con le sue pazze idee e con il genio che lo caratterizza.

PS: per chi volesse, a finale ligure esiste un percorso xc denominato "Mantis loop", con caratteristiche adatte a queste bike, sentieri stretti, ripidi e con cambi di pendenza improvvisi. Il pane per una bestia come la Mantis.
 

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Reactions: Mitzkal

TREMOR

Biker forumensus
16/11/02
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MI
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Grande!!!!
Giusto per curiosità Sergio Riva della Extralite è stato a trovarlo questa primavera ospite nel suo ranch...costruisce ancora ultraleggeri in casa (non in Garage ma in casa proprio!!!!), tant'è vero che ha commissionato di recuperargli un motore Simonini (il più leggero sul mercato...) qui in Italia...

Dopo qualche birra di troppo ha anche avuto modo di svelargli il segreto del mitico verde Mantis!!!!
 

eventhepopesmokesdope

Biker paradisiacus
10/1/07
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Grosseto
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Hai dimenticato di puntualizzare che qualche sciroccato ha sostituito il carro in cromoly della Mantis con uno in titanio, perché la normale flying five era troppo banale, si insomma, ce l'avevano tutti, tanto per distinguersi....
 

alasa

Biker superis
7/6/03
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In Italia Mantis e' stato sempre un prodotto strano, di nicchia,
forse pubblicizzato poco, non saprei, pero' non ha mai avuto
il giusto spazio e la considerazione che le spettavano.

A breve Vi postero' alcuni link ed una timeline che ho avuto da un amico americano, Shayne, un vero GURU in tema di Mantis
 

RS

Biker celestialis
5/7/03
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Milano
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Adesso bestemmio e mi bannate per eresia: sinceramente le Mantis con mille tubi non mi sono mai piaciute, mi sono sempre sembrate un puro esercizio di stile, giusto per stupire un po'...Mi affascina molto di più una sobria ed efficace P21!
 

DR_Balfa

Biker grossissimus
1000 tubi un flying V???? Hai problemi di vista??? Mi sembra sia monoscocca.
Dovresti farci un giro forse.....
E' come se mi paragonassi un'Aston Martin con una Ford.....

forse non si riferisce alle flying V ma alle precedenti esperienze da cui poi derivò anche la bianchi ragno :-)

Non è una questione di eresia ma se a uno piacciano le linee classiche le bici del buon Tom sono sicuramente il massimo insieme alle Brezeer... ma se a uno piacciono le idee alternative :-)... infatti preferivo Gary Fisher a Tom Ritchey

Ciao
Gianluca
 

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