Natale 2012

  • La Pinarello Dogma XC è finalmente disponibile al pubblico! Dopo averla vista sul gradino più alto del podio dei campionati del mondo di XC 2023 con Tom Pidcock (con la full) e Pauline Ferrand-Prevot (con la front), Stefano Udeschini ha avuto modo di provarla sui sentieri del Garda
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stefano alinovi

Biker serius
4/10/08
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salsomaggiore terme (pr)
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NATALE 2012
Dovendo dare ascolto ai Maya e alle loro profezie, questo Natale non avrebbe dovuto esserci.
Dovendo dare ascolto a coloro che hanno esaminato ed interpretato i testi Maya questo Natale 2012 non avrebbe dovuto arrivare.
Pedalando accanto all’amico Luca penso a voce alta a queste curiose amenità.
Pedaliamo sulla lunga salita che da Contignaco porta a Pietraspaccata via Case Massari.
Salendo sbuffo e mugugno. Non sono allegro come il solito.
A casa ho lasciato la mia dolce moglie con il broncio.
Abbiamo qualche giorno da stare insieme e sono uscito per andare a pedalare riducendo il tempo da stare insieme. E’ difficile sapere scegliere cosa è giusto e cosa è sbagliato.
Ho cambiato paese e abitudini, ho lasciato i vecchi amici, ne ho trovato di nuovi…non vorrei perdere anche questi.
Ma i veri amici…
E’ vero, verissimo, ma tengo molto a questa nuova compagnia e la mia passione per la mtb è davvero grande. Sono combattuto moltissimo.
Mi è davvero difficile scegliere.
Il Santo Natale richiede disponibilità, bontà , amore.
Il fatto di dover discutere, anche se per motivi banalissimi, mi mette di malumore.
Lungo la salita, con frasi fatte di parole che escono a ritmo di pedale e col fiato corto, esterno a Luca le mie perplessità e i miei malumori.
L’amico mi rincuora e mi consiglia. Non so se terrò conto delle sue parole e dei suoi consigli (sono molto testone) ma mi fa estremamente piacere che mi ascolti e mi parli.
Mano a mano che saliamo, l’aria si mitiga, l’atmosfera chiara e soleggiata ci mostra panorami incantevoli. Tutto questo rallegra l’animo e rasserena anche le parole.
Pian piano smettiamo di trattare gli affaracci miei e iniziamo a parlare di bici e di itinerari.
Sulla Strada della Costa si sta veramente bene e pedaliamo allegri. Da una parte si vede la “bassa” sommersa dalla nebbia marrone di inquinamento, da cui svettano, la in fondo, quasi fossero sospese nel nulla, le cime innevate delle alpi. Stupende immagini ai nostri occhi.
Guardando a sud, gli Appennini appaiono più netti e si vede chiaramente il “nostro” crinale.
Si distinguono benissimo l’Orsaro, il Marmagna, l’Aquilotto, più a ovest l’alpe di Succiso, e il Cusna dalla linea particolare. So che più in la si distingue anche il Cimone, ma una curva vigliacca nasconde i profili dei monti.
Ci infiliamo nella splendida carraia che aggira il santuario di Mariano.
Abbiamo deciso di “cinghialare”.
Luca sostiene che impegnandomi nella guida dimenticherò i malumori di questo sabato mattina iniziato così così.
Il sentiero completamente a Nord e nascosto al sole ha mantenuto il terreno duro e scorrevole, senza regalare nulla al fango.
Ci divertiamo come bambini piccoli a zig zagare fra le foglie, la neve dura e il ghiaccio.
A volte la mtb va dove vuole, poco male. Lasciamo andare il mezzo a suo piacimento senza forzare sul manubrio. Si va che è un piacere. Nella neve ghiacciata spingiamo sui pedali per fendere il compatto strato bianco ormai sporco.
Lo stupendo sole che ci accoglie fuori dal bosco ha il potere di riscaldarci, ma riscalda anche i sentieri. Il fango è in agguato. I cristalli di ghiaccio che si distinguono sulla terra brillano sotto i raggi del sole provocando stupendi riflessi. Ma la terra inizia a “mollare” e le nostre ruote cominciano a sporcarsi e ad accumulare pericolosamente strati di argilla gialla.
Usciamo dal pericolo appena in tempo “buttandoci” in tutta fretta sul prato accanto.
Scendiamo per l’asfalto verso Case Boscaini.
Luca accenna ad una carraia che scende diretta in “riserva”.
La conosco benissimo e la indico.
Ci guardiamo un attimo e … la tentazione è grande.
Ci fermiamo un attimo ad abbassare le selle.
La carraia è “sgarrupata” e non sappiamo in che condizioni troveremo il terreno.
Scendiamo guardinghi nella neve e nel ghiaccio. Spesso i sassi sono nascosti dal bianco della neve, e dal ghiaccio. Si distinguono bene le carreggiate delle moto e dei trattori.
Passiamo da una carreggiata all’altra con cautela. Il sentiero ancora in ombra ci consente di non infangarci, ma il terreno duro mette a dura prova il nostro stile di guida.
A volte dobbiamo staccare il piede per migliorare l’equilibrio.
Un lungo falso piano innevato ci costringe ad una dura pedalata.
L’ultima parte di discesa la facciamo sull’erba. Il sole ha già iniziato a scaldare e il fango sta diventando aggressivo.
Nei pressi della piccola cappella antica sostiamo un attimo per guardarci attorno. I prati verdi come in primavera danno una idea sbagliata del periodo che stiamo vivendo. Qui il tempo pare essersi fermato. Tutto è come 30 anni fa. Mancano solamente i contadini e le loro famiglie. Il silenzio della “riserva” è incredibilmente antico e moderno allo stesso tempo. Ci porta indietro nel tempo da un lato e dall’altro ci offre un momento di modernissima pace moderna, quella che viene cercata da tanti per ritrovare la pace perduta.
Beviamo un goccio di fredda acqua e decidiamo di scendere lungo uno stupendo pratone.
Procediamo lenti per non sprecare nulla di questo momento magico.
Il prato magnificamente inerbato ci consente di procedere nel massimo agio.
Usciamo sulla strada bianca nei pressi di una fattoria abbastanza disordinata.
Ci dirigiamo ora verso un sentiero che abbiamo percorso senza problemi qualche tempo fa dopo piogge consistenti. Speriamo di avere fortuna.
Nei pressi di una storica fontanina per ciclisti, iniziamo a salire. Per un po’ abbiamo fortuna, poi…
Poi è tardi ed il sole è arrivato prima di noi. Peccato!
Uno strato di viscidissimo fango giallo ci costringe a scendere e spingere le mtb.
I nostri cambi sono invasi dal fango e le catene girano in modo anomalo fra la terra. Il metallo si crea faticosamente la strada nell’argilla che si mischia in modo strano all’olio di lubrificazione.
Ogni tanto nella meccanica si insinua qualcosa che blocca il movimento. Non vogliamo rompere tutto e di colpo, ci si ferma e si scende. Qualche giro a vuoto dei pedali e poi si riparte fino al nuovo stop. E’ un discreto calvario.
Un bel prato ci offre una scappatoia e un attimo di sollievo.
Ancora qualche metro e siamo fuori dalla melma.
Ora ci aspetta una lunga strada bianca. La discesa da sopra il cimitero di S.Vittore aiuta a pulire le ruote. Proiettili di terra vengono “sparati” in ogni dove.
Siamo sporchi da far paura. I visi cosparsi di macchie terrose, e gli occhiali costellati di puntini marroni. Speriamo che sia solo terra.
Qua e la, quando la strada bianca è all’ombra, chiazze di ghiaccio vivo ci costringono alla frenata e alla prudenza massima.
L’ultima salita (la famosa salita del Mauri) mette fine alla fatica di oggi. Di qui in poi è solo discesa.
Decidiamo di sporcarci fino in fondo e ci infiliamo in quella carraietta che ci porterà fino a Case Tintori, anzi più giù…
Dopo una prima parte erbosa e tenera, ci infiliamo nel bosco all’ombra e la terra diventa dura come il muro e ghiaccio e neve ci costringono a rallentare . Scendiamo con calma anche nella successiva strada bianca a tratti ghiacciata a vetro.
Ma ormai siamo in fondo….
Sulla strada per Salso incontriamo un gruppo di ciclisti fidentini che chiacchierando ci accompagnano fino in Salsomaggiore…
Quanto ci siamo divertiti!
Ora gli animi sono sereni e rilassati.
Grande proprietà taumaturgica della mtb.
E il Natale, il Santo Natale ormai è qui.
Il Bambinello ormai si agita nel ventre di Maria.
Anche quest’anno il Bambin Gesù rinascerà ancora una volta per provare a portare serenità all’umanità presa come non mai dalle crisi economiche dalle guerre e dalla malattia.
Ce la farà?
Non so. Sono 2000 anni che Gesù Bambino prova in questa impresa titanica, da 2000 anni cerca di infondere nei nostri cuori amore e bontà.
Siamo noi che spesso ci rifiutiamo di fare entrare nei nostri cuori l’amore che ci viene donato.
E’ un messaggio di amore e di ascolto che vorrei lanciare con queste due righe quasi blasfeme.
Che anche le nostre mtb siano un mezzo che ci consentano di assorbire il nuovo, antico messaggio d’amore.
Auguro a tutti voi, amici bikers, alle vs famiglie, un Natale veramente colmo di amore e di dolcezza da ricevere e da dare.
Che anche i ns mezzi ci aiutino a capire meglio, attraverso la fatica, attraverso la bellezza dei panorami che possiamo vedere, il grandissimo messaggio che il Bambinello Santo prova a portarci ancora una volta.
BUON NATALE A TUTTI VOI

Stefano
 

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