Quando la bici si ribella!

  • La Pinarello Dogma XC è finalmente disponibile al pubblico! Dopo averla vista sul gradino più alto del podio dei campionati del mondo di XC 2023 con Tom Pidcock (con la full) e Pauline Ferrand-Prevot (con la front), Stefano Udeschini ha avuto modo di provarla sui sentieri del Garda
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stefano alinovi

Biker serius
4/10/08
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salsomaggiore terme (pr)
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Bike
Cannondale Habit
A volte sembra che anche i mezzi meccanici abbiano un anima. Anche quegli assemblati di alluminio, carbonio, plastica e materiali compositi vari, hanno un loro “essere” hanno un umore, hanno sentimenti.
Penso che tante volte, anche la nostra dura, codigna mtb abbia voglia di coccole e di cure amorevoli, indipendentemente da quello che gli si fa. Basta farle delle coccole e dimostrarle amore. La mtb è decisamente femmina. Da brava femmina la nostra bici vuole essere amata e presa in considerazione. Da brava femmina la nostra amata bipedalica (e questa la dovrò pagare) sente il meteo, ha bisogno di sole e di caldo. Quest’anno c’è stata tanta neve e c’è ancora tanto fango, siamo usciti troppe volte nel freddo e sotto l’acqua (e non è ancora finita), e la mia Merida comincia a dare evidenti segni di nervosismo.
Da qualche mese a questa parte ho cambiato gli orari di lavoro, ho meno tempo da dedicarle, non la coccolo come prima (la moglie mi sembrava anche un po’ gelosa), non smonto e rimonto i pezzi, non ingrasso con sistematicità i movimenti e non la pulisco con pazienza e meticolosità come prima; ora una “cannata” d’acqua, una soffiata veloce, una oliata alla catena e via. E così Lei si è offesa, e da brava femmina ha iniziato con le sue ripicche e vendette. So che fondamentalmente ha ragione…ma non so proprio come fare.
L’altro giorno di ritorno dall’ennesima escursione infangata, dopo aver lavato e asciugato, durante l’accurata operazione dell’olio alla catena, muovendo i pedali all’indietro, ho sentito un curioso grattare dentro al movimento centrale. Urca… “lo sapevo” mi son detto, “fango oggi fango ieri…qua dentro si è ammucchiato un mondo di schifezze” . Ho inondato il tutto d’olio e qualcosa è migliorato….ma il GRRRRRR rimaneva di sottofondo. Vado dai miei meccanici di fiducia e prenoto la sostituzione. Quello che c’era li nel mezzo lo lascio immaginare ai più fantasiosi. Pulito e sistemato il tutto esco trionfante e orgoglioso dell’operazione. La bici sembra perfino andar più forte…che bello!
E così per Pasquetta, di mattina, mi accordo con i miei soci per una escursione veloce prima che ricominci a piovere.
Vado a prendere la mtb in garage e noto con disappunto che essa se ne stava con la ruota posteriore bellamente a terra. “Capisco che piove, capisco tutto, ma non mi puoi mollare ancor prima di partire!” le sparo a raffica una fila di improperi tale che mentre cambio la camera d’aria smette di piovere. E così raggiungo i miei soci.
Rampiamo su da via Saletti e, per scendere verso Tabiano, indico un taglio per prato ai miei soci. Bici pulitissime vengono “marronizzate” in un momento nell’acquitrino erboso mentre Luca che è coraggiosamente in pantaloncini corti mi stramaledice sentendo l’acqua gelida e fetida sui polpacci.
La mia bici si associa ai neri pensieri dei miei soci e nella successiva salita della “petrolifera” inizio a sentire un curioso quanto strano truck truck ripetitivo ad ogni pedalata. Son li che guardo cosa può essere, senza tirare sui pedali quando improvvisamente si strappa la catena….
Altro abbondante giro di male parole. Provo una riparazione volante, ma acqua e freddo bloccano il lavoro di fino. Mando via i miei amici che si stanno raffreddando e raggiungo casa spingendo (di corsa) la bici ed approfittando di un paio di lunghe discese. Arrivo a casa in un attimo, agguanto la bici di mia moglie che regolo in qualche modo e mi avvio a finire il mio giro. Tra scrosci vari di pioggia in un susseguirsi di “cava e metti” di giubbini antipioggia riesco a portare a casa un 35 km niente male con un migliaio di metri di dislivello.
Il giorno dopo torno velocemente dai meccanici e cambiamo catena e pignoni. Lustra e pulita fa un figurone, i pignoni sono perfino lucenti. Volevo metter su un 36 al posto del 34….ma non c’era. Pazienza.
E così stamattina esco con la mia bici per provare tutto il sistema.
Davvero sembra andare più veloce, salgo dalla Bellaria verso Cangelasio con un rapporto mai portato.
Figu!
La felicità termina presto. Mentre il cielo si rabbuia e la pendenza in salita aumenta inserisco la corona del 22 e inizio a risentire il curioso truck truk dell’altro giorno. Guardo e non capisco. Se smonto dalla bici non si vede niente…come risalgo e spingo…truck truk… Provo con qualche regolazione di tensione del filo del cambio posteriore, ma non ottengo risultato di sorta. Giro la bici e piombo inviperito dai meccanici.
Loro stavano già bestemmiando con una bici da strada. Andiam bene!
Espongo il problema. Molto semplice, la corona del 22 è così rovinata che la catena si impiglia nei denti aguzzi e propone all’orecchio quel rumore strano e la catena salta. Allora? Allora cambiamo la corona del 22.
Sembra facile! Ora i cambi son tutti a dieci velocità! Hanno dietro il 36 e davanti il 24….e il 22 non c’è.
Bel colpo! Arriverà. Nel frattempo preso dallo sconforto faccio montare il 24. Vorrà dire che spingerò di più sui pedali, e dove non arriverò…spingerò.
E vado a provare…in effetti a tutt’oggi non ho sentito particolari differenze, ma non ho provato salite dure davvero. Avevo poco tempo…
E poi …e poi… a casa ho un paio di mtb, nemmeno vecchie con 9 rapporti. Voglio vedere se montano il 22 o il 24….avessero il 22…faccio presto a fare un cambio….staremo a vedere…
Intanto piove e so che la mia Merida soffre, soffre perché sa che sarà ancora fango e acqua che dovrà pestare…
 

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