Salzkammergut Trophy

  • La Pinarello Dogma XC è finalmente disponibile al pubblico! Dopo averla vista sul gradino più alto del podio dei campionati del mondo di XC 2023 con Tom Pidcock (con la full) e Pauline Ferrand-Prevot (con la front), Stefano Udeschini ha avuto modo di provarla sui sentieri del Garda
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WILDERNESS MAN

Biker assatanatus
16/12/05
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Bruntino BG
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ebbbbravo il nostro Stefano.......complimenti....o-o
DIRETTAMENTE DA PIANETA MTB​

ITALIANI ALLA INDIMENTICABILE SALZKAMMERGUT 09 Come raccontare la nostra avventura? Come descrivere ciò che abbiamo visto, provato e vissuto? E soprattutto: verremo creduti? Questi gli interrogativi dei duecento italiani reduci dal Salzkammergut Trophy 2009, la più grande marathon austriaca rivelatasi, alla resa dei conti, una sfida estrema: spiegare a parole quel che è successo è infatti facile, trasmettere le emozioni, le paure, le sensazioni e le sofferenze invece è decisamente più arduo. Da ormai quindici anni viene qui organizzato il Trophy, evento marathon celebre per il suo percorso 'Extreme' (209 chilometri e 7000 metri di dislivello) che attira sfidanti da tutto il mondo. Non mancano le distanze minori, dal 'Classic' di 115km. ai percorsi di 53, 38 e 27km.. Nel complesso oltre 4200 biker iscritti di cui solamente 3000 al via, decisamente tanti viste le condizioni estreme che si sono presentate alla partenza: dopo una settimana di bel tempo e alte temperature (30° alla vigilia), il giorno di gara (sabato) giove pluvio ha riversato su Bad Goisern una pioggia torrenziale dalle prime ore del mattino fino alla tarda serata, fatta eccezione per alcune brevi interruzioni nel pomeriggio.

Clima quindi più da autunno-inverno che da estate inoltrata, con temperature inferiori ai 10° nel fondo valle e nevischio oltre i 1000 metri di quota. Il primo start è riservato ai coraggiosi dell'Extreme: alle 5.00 di mattino, sotto una fitta pioggia, circa 500 biker (su 550 iscritti) prendono il via senza sapere quel che li aspetterà di lì a qualche ora. Già alle 9.00, orario di partenza del percorso Classic, decine di ritirati vagano infatti per Bad Goisern in preda a tremori e in stato di assideramento, qualcuno al limite dell'ipotermia. Le stesse scene si ripeteranno per tutto il giorno anche con i bikers del percorso da 115km. che ricalcava, nel primo tratto, lo stesso tracciato dell'Extreme: una salita di 10 chilometri fino a quota 1500m. e, superato un altro breve dente, una lunga discesa fino ai 500m. del fondo valle toccando l'Ewige Wand, il celebre passaggio scavato in una parete rocciosa affacciata sulla vallata.

Per quanto riguarda gli altri percorsi più corti, partiti regolarmente in tarda mattinata, è da segnalare lo spirito con cui la stragrande maggioranza dei partecipanti vi ha preso parte: consci delle condizioni meteorologiche a dir poco estreme, equipaggiati con abbigliamenti più consoni per una passeggiata invernale sulle neve che per una pedalata in mountain bike, hanno affrontato i tracciati di gara con la massima spensieratezza senza dare segni di cedimento fisico o morale, raggiungendo il traguardo per nulla provati dal freddo e dalla pioggia, su mezzi che in quanto a dotazioni lasciavano a desiderare (pedali flat, freni cantilever, BMX, biciclette da supermercato, qualcuno addirittura con una Graziella!).

Questi bikers, per lo più semplici escursionisti all'apparenza poco dotati dal punto di vista tecnico e atletico, rappresentano al meglio lo spirito sportivo d'oltralpe: una filosofia di vivere lo sport a 360 gradi, per tutti e con tutti, in perfetta simbiosi con l'ambiente e la natura circostante, uno stile puramente 'outdoor' in netto contrasto con l'italica concezione di sport come sinonimo di agonismo. Intanto il maltempo continua a flagellare la valle: più a sud, in particolare, l'area vicina al ghiacciaio del Dachstein è colpita con inaudita violenza dalle intemperie. Dopo una tromba d'aria abbattutasi durante il breve temporale del venerdì, ora lo zero termico è sceso fino a 800 metri di quota e allo scollinamento, posto a circa 1500 metri nella Valle di Gosau, lo strato di neve accumulata al suolo è già di diversi centimetri.
Verso mezzogiorno il comitato organizzatore prende finalmente la decisione tanto attesa: la gara è sospesa. Nel dettaglio, però, si scopre che ad essere interessate dal provvedimento sono solamente le prove sui due tracciati più lunghi, gli unici a spingersi a sud verso il Dachstein; gli altri percorsi, che si snodano a quote generalmente più basse, vengono considerati ancora validi. Non è tutto: se la gara 'Classic' viene definitivamente annullata, quella 'Extreme' è invece accorciata portando la linea d'arrivo al chilometro 135, sfruttando un passaggio nelle vicinanze del traguardo. Dei 500 partiti, solamente un centinaio (compresi alcuni italiani) giunge alla fine regolarmente classificato. Si chiude così l'appuntamento 2009 con la Salzkammergut Trophy, una gara che riconferma la sua fama di competizione estrema, ancor di più dopo questa edizione da tregenda; alla fine i pareri dei bikers saranno pressoché unanimi: è stata un'avventura da raccontare, una di quelle di cui poter vantarsi di esserci stati.

Non è un caso quindi che in serata il saluto dell'organizzatore venga accolto da una standing ovation generale. Questo, più o meno in sintesi, è quel che è successo: fin qui tutto facile. Ora tocca alle emozioni, alle paure, alle sensazioni e alle sofferenze. Già avere il coraggio di partire alle cinque del mattino per affrontare oltre duecento chilometri non è cosa da tutti; se ci aggiungiamo poi il fatto che a già quell'ora la pioggia cadeva copiosa, è facile comprendere come una persona normale preferisca starsene a letto. Così non è stato per la quasi totalità dei valorosi della Salzkammergut 'Extreme', presentatisi puntuali ai nastri di partenza e avviatisi, ancora avvolti dalle tenebre, verso quell'ignoto destino che riserverà loro un'esperienza da ricordare per tutta la vita. Appena qualche ora dopo, verso le nove, i ritirati in preda a tremori, congelamenti, assideramento e sintomi di ipotermia sono infatti centinaia: i loro volti fanno impressione, bianchi cadaverici e macchiati di fango, le loro condizioni impietosiscono, tremanti alla disperata ricerca di una rigenerante doccia calda sinonimo di salvezza.


Queste visioni condizionano non poco i partenti sul secondo percorso, quello di 115 chilometri: complici poi la temperatura in abbassamento e le poco incoraggianti notizie di neve in quota, le defezioni si fanno decisamente più numerose. Alla fine, alle ore nove in punto, anche il secondo gruppo (scrivente compreso) prende il via. Al primo chilometro l'acqua arriva sia dall'alto (pioggia) che dal basso (ruote), al secondo si approccia la salita già tutti inzuppati d'acqua, mentre al terzo ci si rende definitivamente conto che sarà molto difficile scaldarsi: non appena la velocità supera i venti all'ora in un brevissimo falsopiano, la temperatura percepita crolla all'istante sotto lo zero. Al quarto chilometro si entra nelle nubi e la visibilità si fa nulla, al quinto inizia lo sterrato e con esso l'inferno: i piccoli ruscelli trasformatisi in torrenti faticano a contenere la piena scaraventando a valle ettolitri d'acqua con una violenza inaudita e impressionante; le canaline di scolo non sopportano più la portata della pioggia e riversano sulla pista sterrata il loro carico gelido e impetuoso, trasformando ogni sasso e ogni dosso in scivolosissime trappole su cui i biker cadono di continuo.

Al sesto non si è ancora abituati a convivere con l'assordante fragore dei torrenti in piena pronti ad esondare che poco dopo, al settimo chilometro, la forza della natura assume proporzioni inimmaginabili. Una secca svolta a sinistra immette su un sentiero ripido e sconnesso più simile a un fiume che a una mulattiera: la quantità d'acqua che scende giù per il tracciato è inconcepibile, impetuosa e rapida a travolgere tutto quel che trova. La processione di bikers prosegue incredula senza sapere né quanto largo sia il sentiero né, soprattutto, quanti centimetri d'acqua scorrano a velocità impressionanti in senso contrario: se le ruote affondano fino al cerchio, quando è ora di mettere il piede a terra questo affonda inevitabilmente fino alla caviglia, nell'acqua gelida e fangosa che poco oltre lambirà pure le ginocchia nell'attraversare un guado dall'incredibile veemenza.

Dopo appena otto chilometri la corsa è già diventata una spettrale processione di bikers tremanti e infreddoliti tra la nebbia: qualcuno (chi scrive), memore della traumatica esperienza vissuta cinque anni prima alla Dolomiti Superbike (conclusasi in ipotermia), decide di averne abbastanza e si ritira. Non resta che vestirsi di tutto quel che si ha nello zaino e scendere a valle, magari lungo il percorso di gara, presidiato e segnalato, che quindici chilometri più avanti passa proprio da queste parti: si salva il salvabile e ci si prova a godere quel poco di simpatico che questa giornata da tregenda ha da regalare. Si riparte dunque, sul tracciato di gara ma anticipando la corsa: dopo una prima parte pedalabile e compatta ha inizio una serie di veloci e tecnici sentieri resi viscidi e pericolosi dall'acqua che, come già visto in salita, scende furiosa dalla montagna rendendo estremamente difficoltosa la guida; nel bel mezzo del bosco gli occhiali bagnati e infangati danno poi la sensazione di vedere strane luci, bagliori in lontananza simili a miraggi: preziosi falò appaiono d'improvviso nel mezzo della foresta, accesi dai volontari a riscaldare chiunque capiti a tiro, ritirati compresi.

Pochi minuti dopo ecco finalmente l'Ewigen Wand, il passaggio più famoso di tutto il Trophy: più o meno cento metri di grotte scavate nella roccia a strapiombo su Bad Goisern, due tunnel e due terrazze panoramiche che valgono da sole il prezzo del biglietto. Raggiunto il fondo valle c'è solo da rientrare a Bad Goisern lungo la ciclabile a fianco del fiume, anch'esso gonfiato a dismisura dalle piogge torrenziali: i primi intanto sfrecciano come marziani acclamati dal numerosissimo pubblico che, incurante del freddo, applaude e incita rumorosamente chiunque abbia un numero sul manubrio, compreso quell'italiano con l'andazzo da turista che ha pure il coraggio di fermarsi un quarto d'ora a mangiare e bere al ristoro. Una volta al traguardo le sofferenze possono finalmente cessare e, se le bollenti docce non dovessero bastare, a rinvigorire i biker intirizziti dal freddo ci pensano alcune provvidenziali saune usate come preziose incubatrici.


A mente fredda fioccano i racconti dei sopravissuti: lungo il percorso abbiamo assistito a scene di panico e di delirio, uomini in lacrime e altri incapaci di camminare; abbiamo visto la natura scatenarsi con inaudita violenza, torrenti in piena travolgere e trascinare via bici e biker; abbiamo preferito la fatica della salita al patimento della discesa, sperando che la strada tornasse presto a puntare verso l'alto. Ore dopo, chiusa definitivamente la giornata sportiva, a Bad Goisern andrà in scena la festa: nell'affollatissimo tendone a farla da padroni saranno allora musica rock, birra e wurstel, elementi caratterizzanti del contesto moderno e giovanile del post-gara. La partecipazione di tante, tantissime ragazze e un'età media dei presenti inferiore ai 35 anni rivela finalmente la vera essenza della mountain bike austriaca: uno sport alla moda e di tendenza destinato prima di tutto all'uso e consumo dei più giovani, un irrinunciabile status-symbol al punto che anche l'universo femminile ne è attratto, una disciplina votata al divertimento di massa e all'aggregazione sociale, un'occasione per pedalare fianco a fianco con persone provenienti da ogni parte del mondo con cui brindare, vista la giornata, con fiumi... di birra!

Stefano De Marchi
 

Billo

Biker spectacularis
18/1/05
20.214
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Nella Fucina di eroi.
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1 Front race-1 Front enduro-1 BDC
"Questi bikers, per lo più semplici escursionisti all'apparenza poco dotati dal punto di vista tecnico e atletico, rappresentano al meglio lo spirito sportivo d'oltralpe: una filosofia di vivere lo sport a 360 gradi, per tutti e con tutti, in perfetta simbiosi con l'ambiente e la natura circostante, uno stile puramente 'outdoor' in netto contrasto con l'italica concezione di sport come sinonimo di agonismo"

ma che splendida, veritiera frase è questa?! da applausi!
 

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Biker perfektus
22/8/07
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anguillara sabazia
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e si... ma per quanto leggi e uno possa immaginare (come già detto insieme a papà) è impossibile rendere l'idea di ciò che abbiamo visto e sentito......

nonostante ne abbiamo parlato più volte e abbia "immaginato" quello che è accaduto (gare nella tormenta ne ho fatte.....) , devo ammettere che la sensazione che ho è di rispetto verso questa gara ma anche di grande voglia di sfatare questo mito.
Credo che sia una di quelle cose che si fanno più per dimostrare a se stessi di cosa si è capaci, che per parlarne al bar.
Ci faremo del male........ma saremo contenti!!!!

Quando viene il 2010??
 

jack474

Biker serius
23/5/05
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Pesaro
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nonostante ne abbiamo parlato più volte e abbia "immaginato" quello che è accaduto (gare nella tormenta ne ho fatte.....) , devo ammettere che la sensazione che ho è di rispetto verso questa gara ma anche di grande voglia di sfatare questo mito.
Credo che sia una di quelle cose che si fanno più per dimostrare a se stessi di cosa si è capaci, che per parlarne al bar.
Ci faremo del male........ma saremo contenti!!!!

Quando viene il 2010??

Ciao,

17.07.2010 ore 5,00, come sabato scorso voglio sentire HIGHWAY TO HELL a tutto volume!!!
 

the.mtb.biker

Biker assatanatus
30/10/05
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www.nest.bike
Bike
a
ragazzi... sfatiamo un mito?!?!?!?

ma i 7000 metri di dislivello... dove li hanno presi?!?!?!?

se il B-Stracke era di 3500m, il pezzo in più dell'Extreme (da AP4 a AP4)dovrebbe essere di altrettanti 3500...

3131_file1.jpg


ma contando così a occhio dovrebbero essere sui 2700... 2800 stando larghi.

se contiamo poi i "presunti" 3500 del percorso B

3130_file1.jpg


in realtà sembrano essere poco più di 3000... magari 3200 stando larghi.

Quindi... 2800+3200=6000 metri!!!!:nunsacci:

Per me i 7000 li hanno presi dal GPS... che se è come la DSB ha un tasso d'errore non indifferente (DSB: dichiarati 3600, reali 3300).

Dai, è più facile del previsto...:smile::smile::smile::smile:
 

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