Un quarto d'ora di pausa

Happykiller

Biker pazzescus
4/3/05
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Lac Leman
broadbandsports.com
Bike
Sentinella
Le uniche certezze che cerco in bici sono sudore e godimento selvaggio.
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Vi racconto un quarto d'ora di pausa di sabato scorso. Anche se non sembra, ho stralciato mille altri pensieri di quei momenti.
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"Come una naturale continuazione della roccia umida su cui sono seduto, mi riposo.
Do le spalle al Monte Rosa, la cui meravigliosa imponenza è una mera proiezione della memoria, avvolto com'è nella coltre plumbea, che si estende fin sopra di me; il vento soffia da nord-ovest e proteggo col corpo lo zaino aperto sui miei desideri: panozzi squisiti! (Mangio come raido)
Indifferente alla sottile pioggia battente che mi martella e a tratti accarezza la schiena, mi gusto il primo panino col pollo della nonna. La nonna! Mitica. A poche centinaia di metri sul sentiero, so che c'è un alpeggio e forse potrei trovare un riparo; ma non mi serve: posso essere io il mio riparo per oggi.
Rischiare di scivolare col naso sulle rocce, portando la bici in spalla fino ad un attimo prima, non mi ha turbato. Talmente immerso nei miei pensieri (Pogno a Maggio?!), col passo veloce e attento avevo raggiunto il mio obiettivo quasi senza accorgermi. La vetta vicina non mi attira; la conosco bene. Mi tornano in mente le dormite sul prato al sole, la discesa sulla micidiale cresta est con la grandine e i crampi. Posso fermarmi al bivio, stralciando il tratto terminale poco divertente e oggi poco panoramico.
Seduto su quella roccia guardo le macchie di sole sul lago d'Orta e sul Vergante. Forse troverò asciutto il Mazzoccone. Mangio là l'altro panino? No... il vento gelido, il sudore che si raffredda, la pioggia non mi infastidiscono quanto il casco integrale appena appoggiato sulla testa, che mi fa da tettoia: premendo sulle tempie, rende fastidiosa la masticazione. Ma che buono il pane alle noci con la toma di Piode e il miele di timo siciliano!
Pogno a Maggio? Qui d'autunno è pieno di foglie, d'inverno è pieno di neve, d'estate è pieno di felci e rovi in basso e tafani in alto. Maggio è il momento ideale per girare in bici sotto i 2000m. La zona dei laghi è un tripudio di fiori, i sentieri selvatici sembrano curati, c'è da divertirsi come in nessun altro periodo a queste quote. Pogno...
Sono troppo selvatico, io, come questi sentieri, come la poetica incertezza che mi asseta di emozioni nuove, come l'arroganza di divertirsi sinceramente dove altri mugugnano.
Guardo la mia bici bagnata, già proiettata verso la sottile linea nell'erba che taglia il versante verso il lago. Con lei non sono mai solo.
Con gli occhi scruto il Mottarone adombrato. Quanto mi sono divertito giovedì pomeriggio.
Giro la testa - mi bacia la pioggia - il M. Barone nasconde le creste dell'altro stupendo giro di ieri.
Ripercorro con gli occhi l'ampio emiciclo che ho già coperto finora. Per fortuna dopo la prima ora di salita, il male alle gambe era passato. Mi era successa la stessa cosa ieri: partito stanco, sciolto, arrivato in forma. Che strano. Chissà se oggi patirò l'accumulo di stanchezza.
Giovedì scialpinismo al mattino, girone al pomeriggio, ieri altro giro tosto, oggi 1900m...Avrei potuto fare la variante short, comunque bella, che avevo proposto al Turi; ma essendo da solo, posso tirarla lunga, come col Dom, assente. Sto bene, approfitto. Di 'sto ritmo, il giro in moto nel pomeriggio ci sta comodo. Bene, bene.

Comincia a far davvero freddo. Colgo un istante in cui la pioggia quasi cessa, per togliere il kiway e indossare velocemente pettorina e ginocchiere. Su il kiway e ricomincia a piovere. Le mani si stanno gelando, ma questa pausa ci voleva tutta. Che bello essere qui! Me le frego energicamente, indosso i guanti asciutti, allaccio stretto lo zaino, check freni e via!
Preso dall'euforia, imbocco la caotica traccia che avevo preso nella precedente esplorazione, trovandomi ad una decina di metri a monte del sentiero giusto. Pirla. Pendenza più di 45° erba lunga a zolle e buche: senza pioggia era già stato estremo, ma proviamo anche ora a scendere free. Rotolare a fondovalle non è auspicabile, ma subito mi compiaccio di aver ordinato un secondo treno di Magic Mary e Highroller. Che gomme!
La danza sotto l'acqua su quella sottilissima ipotesi di mulattiera è semplicemente emozionante. Stretto, imprevedibile, viscido, veloce, quel serpente d'erba mi esalta. Il vento devia di lato la fontana di goccioline scintillanti che s'irraggia dalle mie ruote. Gusto quell'immagine magica, ingozzandomi di poesia, senza perdere la concentrazione nella guida. Mi aspetta un tratto bello tosto, poi l'altro magnifico trail, la risalita, la Cresta della Pazienza e un'overdose di adrenalina per km e km di secret singletrack.
Godo."

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Freeride, what else?
 

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