....... cassius, si vede anche il Cervino
Favier, Gigi, mi avete fatto troppo ridere...
che temp de merda regas!!!
Sabato mattina quando mi sono svegliato non stavo molto bene, ma mi son detto: "pedala che ti passa!"...
Poi man mano che pedalavo, con il peso di una bronchite o qualcosa del genere che avanzava e si faceva sentire sempre di più, assieme ad una generale spossatezza, mal di ossa, sintomi tipidi di malattia da raffredamento, mi sono detto: "... qui non passa un bel niente!"
Mentre scendiamo dal Pezzeda, con Dario, Frog, Vito, Elena... mi si chiude lo sterzo, ruzzolo per terra senza farmi niente, ma la bici mi viene addosso e il freno a disco rovente mi finisce sul polso:
ustione.
Arriviamo alla fine della discesa, in un tratto di raccordo per attraversare il torrente, con la sella alta, faccio un volo dei più banali, ma dei più letali: braccio, spalla, cassa toracica, ma soprattutto botta clamorosa zona anca, chiappa, femore... rimango a terra in preda ad un male intenso, mi tasto per sentire se le ossa sono ancora al loro posto... dopo poco sono ancora in piedi, zoppicante, ma tutto d'un pezzo.
Da Collio fino al Bivacco Grazzini è stato un calvario, con il cocktail di acciacchi ad abbattermi sempre di più... su una strada/sentiero/scavresada che di sicuro non rende la vita facile allo
zapalot di turno.
Ho cercato di tenere duro, ho avuto la tentazione di mollare, ma per andare dove? La macchina di Dario era a Nozza, e noi eravamo a Malga Stabil fiorito...
Non mi ero mai accorto di pedalare su una cassapanca di noce massello... che sofferenza. Arriva Dario che mi dice:
"dai, dalla a me la bici!"
Lo ringrazio e mentre lo vedo allontanarsi da me, seppur col nuovo fardello, mi scappa da piangere, sono ridotto proprio male.
Arriviamo finalmente al Passo Sette Crocette... poi ancora un po' a piedi per arrivare al Bivacco Grazzini, è andata...
Il bivacco è bello e accessoriato, davanti alla stufa c'è un bel caldo, ma comunque tremo come una foglia...
Se non fosse stato per Frog, con il suo armadietto del pronto soccorso! Antidolorifici, antipiretici... c'è tutto quel che può servire nei casi d'emergenza.
Mentre io zombizzo per il bivacco, c'è un gran fermento ai fornelli. Elena è la direttrice d'orchestra, Vito esegue gli ordini. Grande pastasciuttata pomodoro e basilico: 3 piatti a testa. Che panza! Sono di poca compagnia e dopo mangiato mi ritiro tremante in branda. Nello stato comatoso in cui mi trovo riesco a sentire i discorsi dei miei compagni di viaggio, nell'altra stanza: si parla di amputazioni di vario genere in incidenti di lavoro, di terremoti e calamità naturali. Ad un certo punto qualcuno protesta:
"ma non abbiamo altri argomenti di cui parlare?"
Nel momento in cui hanno incominciato a parlare male di quel fighét del Perse, mi sono addormentato
Scherzo, sono persone buonissime, a differenza del sottoscritto.
La notte scorre lentamente, al caldo. Mi riposo abbastanza e mi sembra di stare un po' meglio. Prendo un'altra pastiglia di tachipirina per tamponare la situazione. Fin dopo pranzo, riesco ancora a cavarmela, poi ripiombo nel baratro. L'ultima pesantissima salita non finisce mai... ed incomincia a scendere qualche goccia. In discesa me la cavo ancora, basta mollare i
freni.. ma in salita, sono un blocco di marmo. La via di fuga c'è, ma non la prendo, concludendo il week end con una gran tribolada, fino alla fine.
Alla fine però ci sono arrivato solo perché sono stato salvato dai miei amici, sempre d'aiuto, mi hanno aiutato a superare i momenti più difficili di questi giorni.
Anche dalle giornate più buie si riescono ad estrapolare dei bei momenti e dei ricordi da salvare nella memoria a lungo termine...
detto questo, in futuro, se mi sveglierò malconcio, molto probabilmente non penserò
"pedala che ti passa!", ma manderò un messaggio e ritornerò a letto...
Spero che il prossimo week end sia migliore, sia come meteo, sia come salute... o-o