Caso di doping alla Megavalanche La Reunion

  • Cannondale presenta la nuova Scalpel, la sua bici biammortizzata da cross country che adesso ha 120 millimetri di escursione anteriore e posteriore in tutte le sue versioni. Sembra che sia cambiato poco, a prima vista, ma sono i dettagli che fanno la differenza e che rendono questa Scalpel 2024 nettamente più performante del modello precedente.
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sembola

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Grazie dell'aggiornamento. Constato che l'hanno esteso anche ad altri sport, almeno se non nel numero c'è una sorta di trattamento paritario.
Non credere che sia stato un processo facile o indolore, una Federazione internazionale si è adeguata all' ultimo momento utile prima di essere esclusa dalle Olimpiadi. Inutile dire quale sia ;-)

Fermo restando che lo ritengo sempre un'esagerazione figlia di incapacità a trattare il problema con un altro approccio e contro al rispetto dell'individuo. Ma questa può essere classificata come un opinione personale credo... :medita:
Non so se sia un'esagerazione. Quello che è certo è che gran parte del doping "scientifico" viene assunto durante la fase di preparazione ed è difficile se non impossibile da reperire successivamente, per questo i controlli fuori dalle competizioni rappresentano un'arma imprescindibile. E se non sai dov'è l'atleta non puoi fare i prelievi... Tieni anche conto che la non reperibilità non è considerata infrazione, devi non farti trovare tre volte per essere sanzionato.
 

starlaFR

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[...] ed è difficile se non impossibile da reperire successivamente.

E' qui che casca l'asino (a mio avviso), perchè sia per il doping assunto durante l'inverno, sia per quello "pronto-gara", c'è la non-volontà da parte di chi quelle sostanze le produce a mettere dei traccianti. Solo che questi, facili ed economici da inserire, risolverebbero il problema alla radice.
I corridori stessi l'hanno proposto... perchè è stata lasciata cadere nel vuoto? Perchè non c'è la VOLONTA' di fare una lotta vera al doping.
ma da parte di CHI e PERCHE' aprono tutt'altro campo di discussione, molto più complesso e che toglierebbe gli atleti dalla gogna per metterci personaggi di tutt'altra natura secondo me.............
 

Domingosh

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E' qui che casca l'asino (a mio avviso), perchè sia per il doping assunto durante l'inverno, sia per quello "pronte-gara", c'è la non-volontà da parte delle case farmaceutiche a mettere dei traccianti. Solo che questi, facili ed economici da inserire, risolverebbero il problema alla radice.
I corridori stessi l'hanno proposto... perchè è stata lasciata cadere nel vuoto? Perchè non c'è la VOLONTA' di fare una lotta vera al doping...
ma da parte di CHI e PERCHE' aprono tutt'altro campo di discussione, molto più complesso e che toglierebbe gli atleti dalla gogna per metterci personaggi di tutt'altra natura secondo me.............

Tecnicamente, ovvero dal punto di vista strettamente diagnostico, non capisco ciò che dici
Il vero problema è stato il CERA (Epo2) ora(già dal 2011) risolta da WADA e case farmaceutiche
Il resto di cui sopra è totalmente inesatto come approccio tecnico: di che traccianti parli?
Gli atleti, poi, aderiscano al passaporto biologico e tutti dormiremo più sereni ;-)
 

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E' qui che casca l'asino (a mio avviso), perchè sia per il doping assunto durante l'inverno, sia per quello "pronto-gara", c'è la non-volontà da parte di chi quelle sostanze le produce a mettere dei traccianti. Solo che questi, facili ed economici da inserire, risolverebbero il problema alla radice.
I corridori stessi l'hanno proposto... perchè è stata lasciata cadere nel vuoto? Perchè non c'è la VOLONTA' di fare una lotta vera al doping.
ma da parte di CHI e PERCHE' aprono tutt'altro campo di discussione, molto più complesso e che toglierebbe gli atleti dalla gogna per metterci personaggi di tutt'altra natura secondo me.............

Una massima attribuita ad Einstein (ma in effetti di G.B.Shaw) recita: "Per ogni problema complesso esiste una soluzione semplice: che però è sbagliata".

Dal punto di vista tecnico è molto difficile, per non dire impossibile, realizzare un tracciante che rimanga nell' organismo per mesi: quand'anche fosse possibile , questa metodologia non sarebbe di alcuna utilità nei confronti delle sostanze provenienti da mercati non controllati o controllabili (come l'est europeo o l'Asia), nè nei confronti di sostanze di origine naturale (come l'ormone della crescita da cadavere, o l'insulina) o di metodologie come l'autoemotrasfusione.
 

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sostanze provenienti da mercati non controllati o controllabili (come l'est europeo o l'Asia), nè nei confronti di sostanze di origine naturale (come l'ormone della crescita da cadavere, o l'insulina) o di metodologie come l'autoemotrasfusione.

Indirettamente confermi quello che voglio dire (che però sta andando fuori tema quindi poi la chiudo qui) ovvero che l'illegalità parte ben più a monte dell'atleta, ed è regolata e governata da persone/principi che non hanno a che fare direttamente con l'ambito sportivo ma farmaceutico. Quello che sta iniziando a darmi fastidio, da uomo e sportivo praticante, è questo accanimento (mediatico e non) sugli atleti che vengono dipindi come dei demoni quando invece sono, seppur colpevoli, solo dei capi espiatori di logiche ed interessi che mi sembra continuino ad essere trascurati (mediaticamente e non).

Sul discorso Asia/Est = incontrollabile non mi convinci per nulla, siamo in un mercato globale da tempo e il dove siano dislocate le fabbriche è irrilevante rispetto a chi/come decide cosa produrci e a chi/come decide se e come controllarle.

Le tecniche naturali andrebbero approfondite, ne so poco... ma le usa qualcuno? (non mi riferisco all'emotrasfusione che comunque prevede qualche farmaco di pre-trattamento del sangue nuovo che ti inietti credo....)
 

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Indirettamente confermi quello che voglio dire (che però sta andando fuori tema quindi poi la chiudo qui) ovvero che l'illegalità parte ben più a monte dell'atleta, ed è regolata e governata da persone/principi che non hanno a che fare direttamente con l'ambito sportivo ma farmaceutico. Quello che sta iniziando a darmi fastidio, da uomo e sportivo praticante, è questo accanimento (mediatico e non) sugli atleti che vengono dipindi come dei demoni quando invece sono, seppur colpevoli, solo dei capi espiatori di logiche ed interessi che mi sembra continuino ad essere trascurati (mediaticamente e non).
L'illegalità sta anche a monte, certo: ma sta anche a valle, visto che doaprsi è una scelta e che non è solo subita ma anche attivamente organizzata. Se gli atleti non vogliono più essere considerati dei "demoni" potrebbero per esempio iniziare a sputtanare chi i farmaci glieli consiglia, procura e somministra quando vengono trovati positivi. Se non lo fanno evidentemente è per convenienza.


Sul discorso Asia/Est = incontrollabile non mi convinci per nulla, siamo in un mercato globale da tempo e il dove siano dislocate le fabbriche è irrilevante rispetto a chi/come decide cosa produrci e a chi/come decide se e come controllarle.
Non voglio convincerti, ma se ti leggi i topic sulle bici rubate in Italia e vendute tramite siti web in Ucraina dovresti capire cosa voglio dire: ci sono ampie parti del mondo dove lo stato di diritto come noi lo conosciamo non esiste. e dove è estremamente difficile far rispettare le leggi.


Le tecniche naturali andrebbero approfondite, ne so poco... ma le usa qualcuno?
Agli atti di un processo contro i dirigenti ed i responsabili sportivi di una importante società calcistica è rimasto il fatto che negli alberghi dove la squadra dormiva dovevano essere disponibili dei vassoi di dolci durante la notte. Prova ad immaginare a cosa potessero servire ;-)
Quanto all'ormone della crescita, resta in circolo una mezz'oretta, prova a trovarlo...

(non mi riferisco all'emotrasfusione che comunque prevede qualche farmaco di pre-trattamento del sangue nuovo che ti inietti credo....)
L'autoemotrasfusione ha "semplicemente" lo scopo di rifornire l'organismo di sangue "fresco" e non degradato dallo sforzo prolungato, è tornata in auge dopo che i controlli sull'EPO/CERA son diventati più efficaci proprio perchè non introduce sostanze eventualmente percepibili nelle analisi: trattarlo con farmaci comporterebbe lo stesso rischio di assumere direttamente il farmaco.
 

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Se gli atleti non vogliono più essere considerati dei "demoni" potrebbero per esempio iniziare a sputtanare chi i farmaci glieli consiglia, procura e somministra quando vengono trovati positivi. Se non lo fanno evidentemente è per convenienza.

Vero in teoria, ma parliamo di perdere il posto di lavoro. Io non mi sento di biasimarli così a cuor leggero, non tutti quantomeno. Rimanere disoccupati è irrilevante per alcuni, può essere drammatico per altri... ci andrei piano a condannarli tutti alla cieca come fossero criminali.

ci sono ampie parti del mondo dove lo stato di diritto come noi lo conosciamo non esiste. e dove è estremamente difficile far rispettare le leggi.

Non mi riferivo alle leggi ma ai rapporti di potere regolati dagli interessi economici delle parti in causa, uguali in tutto il mondo dalla notte dei tempi.

Quanto all'ormone della crescita, resta in circolo una mezz'oretta, prova a trovarlo...

OK, ma chi me l'ha venduto l'ormone della crescita? Di nuovo critico l'assenza di persecuzione a monte (non "al posto di" ma "in aggiunta a" sia chiaro)
 
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Vero in teoria, ma parliamo di perdere il posto di lavoro. Io non mi sento di biasimarli così a cuor leggero, non tutti quantomeno. Rimanere disoccupati è irrilevante per alcuni, può essere drammatico per altri... ci andrei piano a condannarli tutti alla cieca come fossero criminali.
Con tutto il rispetto, chi fa uno sport professionistico non è un manovale od un operaio. Loro sì sono costretti a sottostare ai ricatti del "sistema" per dare da mangiare alla famiglia, Schwazer era un carabiniere che avrebbe avuto un lavoro per tutta la vita se l'avesse voluto. Ad ogni modo ognuno risponde per le proprie azioni, chi si dopa sostanzialmente truffa gli altri, concorrenti o spettatori che siano, se lo fa deve mettere in conto il rischio anche del disprezzo. Solo in Italia chi ruba o frega gli altri è un ganzo



OK, ma chi me l'ha venduto l'ormone della crescita? Di nuovo critico l'assenza di persecuzione a monte (non "al posto di" ma "in aggiunta a" sia chiaro)
Per perseguire "a monte" servono metodologie analoghe a quelle della lotta alla criminalità organizzata, perchè di questo si tratta. Quindi risorse, legislazione ad hoc ed unità investigativa, premi giudiziali per i "pentiti" e tutto il resto. Non è un pranzo di nozze, per citare Mao, e se perfino i prelievi a sorpresa sono visti come un sopruso... Per fare finalmente la festa ai mafiosi dentro all' UCI occorre che Armstrong spifferi tutto quello che sa, se tiene la bocca chiusa non è possibile. Come volevasi dimostrare...
 
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Le cose cambiano ancora, e farsi una canna non è più reato.

L’Agenzia mondiale antidoping ha deciso: niente più squalifiche per uso di cannabis
La Wada ha alzato il livello di positività da una soglia massima consentita di 15 nanogrammi di Thc per millimetro a 150 nanogrammi per millimetro: dieci volte tanto. Quasi una liberalizzazione

Farsi una canna non è più un reato, almeno nello sport. Lo ha stabilito la Wada (l’agenzia mondiale per l’antidoping) che sabato scorso ha alzato il livello di positività, e quindi di punibilità, per quello che riguarda la presenza di cannabis nelle urine. Si è passati da una soglia massima consentita di 15 nanogrammi di Thc (tetraidrocannabinolo) per millilitro a 150 nanogrammi per millilitro: dieci volte tanto. Quasi una liberalizzazione de facto per una droga ricreativa che qualsiasi studio o rivista medica ha sempre sostenuto non può migliorare in alcun modo le prestazioni sportive, se non come aiuto a rilassarsi per un atleta troppo nervoso. Innalzando l’asticella ai 150 n/g la Wada spiega che potrebbe cancellare oltre l’80% delle positività di cannabis riscontrate ogni anno, che incidono addirittura per poco meno del 10% sulle positività totali degli atleti e sulle squalifiche. E concentrarsi sul doping vero e proprio, risparmiando soldi e dirottandoli nella lotta ad altro tipo di sostanze.

Se è vero che la Wada non ha mai inserito il test per il rilevamento delle droghe ricreative nei controlli a sorpresa degli atleti lontano dalle competizioni, ma solo in quelli ravvicinati prima e dopo le gare, è anche vero che la sostanza rimane diverse settimane nel sangue e nelle urine. E quindi una canna fumata a una festa anche fino a un mese prima di una competizione può essere individuata. Per questo il rischio è che le squalifiche per consumo di cannabis si configurassero come delle vere e proprie sanzioni ‘morali’ e non sportive. Con la nuova soglia a 150 n/g si cerca di evitarlo, anche se utilizzare cartine e filtri la sera prima della gara è ancora punibile. Non una vera e propria liberalizzazione, ma un piccolo passo avanti: dato che la soglia stabilita dalla Wada è comunque più alta della soglia di punibilità in Italia, che si accontenta di 50 n/g.

La cannabis, secondo gli ultimi dati del World Drug Report delle Nazioni Unite è una sostanza consumata dal 2,6/5 % della popolazione mondiale. Nello sport, dove la soglia dei 15 n/g era in vigore dal 1999, sono molti i casi di atleti squalificati per positività al Thc: dal pluricampione olimpico Phelps, sospeso dalla sua federazione dopo che una rivista di gossip pubblicò una foto in cui si faceva un bong (d’inverno, lontano dalle gare) al judoka Delpopolo, primo escluso ai Giochi di Londra 2012. L’ultimo caso in Italia è invece quello del calciatore Cissé dell’AlbinoLeffe: squalificato a gennaio per due mesi, per positività a un metabolita di tetraidrocannabinolo dopo un controllo antidoping al termine della partita con il Pavia.

Ad anticipare la nuova frontiera di tolleranza per l’uso creativo della cannabis nello sport ci ha pensato qualche anno fa la Stella Rossa Belleville, squadra di calcio della periferia parigina nata nel 2010 dalla fusione tra la Dynamo Belleville e Spartak Menilmontant. Sono parte del Cannabis Social Club, una società per la promozione consapevole dell’uso a fini ricreativi e terapeutici della cannabis, che a gennaio ha aperto una filiale anche in Italia: a Racale, provincia di Lecce. Con la musica di Bob Marley (grande calciatore, oltre che musicista) e le canne che girano negli spogliatoi, prima e dopo la partita, quelli della Stella Rossa Belleville giocano per tutta Europa per informare, divertire e divertirsi. Poi in campo perdono sempre: a dimostrazione che, come ha capito anche la Wada, la cannabis tutto è fuorché una sostanza per migliorare le prestazioni sportive.


http://www.ilfattoquotidiano.it/201...e-piu-squalifiche-per-uso-di-cannabis/595083/
 

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Resta comunque un limite ai metaboliti del THC, una cosa è assumere cannabis una settimana prima, un'altra assumerla poche ore prima ;-)
 

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