Report Che fine ha fatto il gruppo Shimano XTR 1x12?

  • La Pinarello Dogma XC è finalmente disponibile al pubblico! Dopo averla vista sul gradino più alto del podio dei campionati del mondo di XC 2023 con Tom Pidcock (con la full) e Pauline Ferrand-Prevot (con la front), Stefano Udeschini ha avuto modo di provarla sui sentieri del Garda
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gabriele(76)

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alexh1983

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Su vari siti è possibile comprare tutto tranne effettivamente la guarnitura, magari assisteremo ad un ribasso del prezzo generale del prodotto causa questi ritardi e sarebbe un bene. Bisognerebbe un domani semplicemente valutarlo in funzione della qualità del prodotto quando lo si ha in mano. Chi dice che Shimano sarà relegato alla bassa gamma in MTB è evidente non conosce qualità e durevolezza dei prodotti. Se si vuol dire che esistono cose che fanno più moda va bene, ma quando si pedala non so quanto sia la differenza.
 

ottomilainsu

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Su per i monti
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Non so quanti di voi lavorino o abbiano lavorato come "responsabili ricerca e sviluppo" di un prodotto qualsiasi.
Io lo sono stato per una non tanto nobile defunta azienda italiana della componentistica per biciclette, la fu Ofmega di Sarezzo, in Valtrompia, Brescia.
Sono passati tanti anni ormai. All'epoca Shimano la faceva da padrona, la Sram manco esisteva (*), la Campagnolo annaspava, i cinesi ancora non si erano affacciati (regnava Taiwan) e noi tentavamo di restare a galla nonostante la barca facesse acqua da tutte le parti e l'unico prodotto che eravamo ancora in grado di vendere erano le guarniture.
(*) Le vendevamo persino alla Sachs, che poi è confluita nella famiglia Sram.
Dovevamo inseguire la Shimano, cioè cercare di presentare in tempo per la stagione dei prodotti compatibili con quello che Shimano intendeva mettere in commercio quell'anno, in modo che i biciclettari della Brianza potessero mettere in vendita le bici con il cambio Shimano ma con la guarnitura dell'Ofmega che costava la metà e andava bene lo stesso (o quasi).
Avevo, con i colleghi, l'ingrato compito di sviluppare una guarnitura nel volgere di massimo tre mesi.
Che ci vuole, si dirà.
Beh, occorre avere il modello di riferimento (mica facile procurarselo quando ancora non è in vendita, avevamo i nostri canali riservati...).
Poi qualcuno deve studiarselo, deve disegnarlo, si devono realizzare i prototipi, verificarli, collaudarli, approvarli, ordinare gli stampi (consegna 6 settimane dall'ordine) e le attrezzature, attrezzare e mettere a punto le macchine, produrre i componenti, mandarli da chi è specializzato nei trattamenti termici/superficiali/eccetera, assemblarli, confezionarli, spedirli (il tutto con il controllo qualità sempre a rompere le scatole).
Il minimo intoppo e sei fottuto... se arrivi sul mercato entro metà marzo hai vinto, se sei pronto a maggio puoi dire addio alla stagione.
E all'epoca un prodotto durava per almeno tre anni, gli "standard" erano dei veri standard, non come oggi che cambiano ogni sei mesi, ma le tecnologie e le macchine per fabbricarli sono praticamente le stesse.
Insomma, solo chi non fa niente non sbaglia mai, ma dovrebbe anche pensarci su un attimo prima di parlare a vanvera.

Credo all'onestà della dichiarazione della Shimano, e aggiungo che nonostante l'XTR sia il prodotto di punta, quello che "guardate quanto siamo bravi", la Shimano i soldi li fa con tutto il resto.
La scelta tra sacrificare la guarnitura dell'XTR, piuttosto che penalizzare la produzione di quella dell'XT, a fronte dei numeri di produzione dell'una rispetto all'altra, deve essere stata abbastanza scontata.
Se uno non ha idea di che cosa significhi produrre una pedivella, posso dire che all'Ofmega avevamo tre presse da 1200 tonnellate (ingombranti, tra sopra e sotto il livello del pavimento, come un palazzo di tre piani fuori terra) che lavoravano su tre turni quasi tutto l'anno, per una produzione complessiva di circa 3 milioni di guarniture in acciaio per bici da supermercato e circa 400000 guarniture in alluminio. La sola serie di stampi per un modello di pedivella costava circa 150 milioni di lire dell'epoca (anno 2000).
 
Ultima modifica:

p84

Biker tremendus
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Ho un xx1 eagle di cui sono soddisfatto,ma sabato mi è capitato di provare una fsi con l'xtr e mi è sembrato magnifico.Sulla durata o affidabilità non so,la bici era nuova,ma vi giuro che bisognava guardare la cassetta pignoni per vedere se avevi cambiato tanto è silenzioso.
Sensa contare che con 650 circa si prende tutto il gruppo esclusa la guarnitura.Mi sembra molto concorrenziale rispetto agli ammmericani
Confermo. L'ho provato anch'io e la mascella mi è letteralmente caduta a terra. Mai provata una cambiata di questo livello, sembra di avere il cambio automatico...e tecnicamente non so spiegare come sia possibile una tale silenziosità
 

Tronicox

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Giussano
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SCOR 4060 ST IL PACHIDERMA GRIGIO
Da possessore del suddetto gruppo, dissento. Il corpetto non è proprietario, quello shimano scylence lo e', ma io ho ruote dt e mi e bastato sostituire corpetto rl con standard microspline, et voilà.
Poi sul ritardo mitrovo concorde
Il fatto che diano, come SRAM fa per XD, la licenza Microspline, non toglie che abbiano aggiunto l'ennesimo standard senza un vero motivo, essendoci già l'XD per pacchi pignoni partenza 10. Potevano offrire l'XTR con corpetto XD su licenza SRAM ed eravamo tutti più contenti. Dopotutto SRAM ha sempre usato il corpetto HG.
Fammi capire SRAM può lanciare un nuovo standard e Shimano no.
Questa me la devi spiegare.
 

Church

Redazione
21/3/07
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Lugano Svizzera
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Stoll T1 29'
Non so quanti di voi lavorino o abbiano lavorato come "responsabili ricerca e sviluppo" di un prodotto qualsiasi.
Io lo sono stato per una non tanto nobile defunta azienda italiana della componentistica per biciclette, la fu Ofmega di Sarezzo, in Valtrompia, Brescia.
Sono passati tanti anni ormai. All'epoca Shimano la faceva da padrona, la Sram manco esisteva (*), la Campagnolo annaspava, i cinesi ancora non si erano affacciati (regnava Taiwan) e noi tentavamo di restare a galla nonostante la barca facesse acqua da tutte le parti e l'unico prodotto che eravamo ancora in grado di vendere erano le guarniture.
(*) Le vendevamo persino alla Sachs, che poi è confluita nella famiglia Sram.
Dovevamo inseguire la Shimano, cioè cercare di presentare in tempo per la stagione dei prodotti compatibili con quello che Shimano intendeva mettere in commercio quell'anno, in modo che i biciclettari della Brianza potessero mettere in vendita le bici con il cambio Shimano ma con la guarnitura dell'Ofmega che costava la metà e andava bene lo stesso (o quasi).
Avevo, con i colleghi, l'ingrato compito di sviluppare una guarnitura nel volgere di massimo tre mesi.
Che ci vuole, si dirà.
Beh, occorre avere il modello di riferimento (mica facile procurarselo quando ancora non è in vendita, avevamo i nostri canali riservati...).
Poi qualcuno deve studiarselo, deve disegnarlo, si devono realizzare i prototipi, verificarli, collaudarli, approvarli, ordinare gli stampi (consegna 6 settimane dall'ordine) e le attrezzature, attrezzare e mettere a punto le macchine, produrre i componenti, mandarli da chi è specializzato nei trattamenti termici/superficiali/eccetera, assemblarli, confezionarli, spedirli (il tutto con il controllo qualità sempre a rompere le scatole).
Il minimo intoppo e sei fottuto... se arrivi sul mercato entro metà marzo hai vinto, se sei pronto a maggio puoi dire addio alla stagione.
E all'epoca un prodotto durava per almeno tre anni, gli "standard" erano dei veri standard, non come oggi che cambiano ogni sei mesi, ma le tecnologie e le macchine per fabbricarli sono praticamente le stesse.
Insomma, solo chi non fa niente non sbaglia mai, ma dovrebbe anche pensarci su un attimo prima di parlare a vanvera.

Credo all'onestà della dichiarazione della Shimano, e aggiungo che nonostante l'XTR sia il prodotto di punta, quello che "guardate quanto siamo bravi", la Shimano i soldi li fa con tutto il resto.
La scelta tra sacrificare la guarnitura dell'XTR, piuttosto che penalizzare la produzione di quella dell'XT, a fronte dei numeri di produzione dell'una rispetto all'altra, deve essere stata abbastanza scontata.
Se uno non ha idea di che cosa significhi produrre una pedivella, posso dire che all'Ofmega avevamo tre presse da 1200 tonnellate (ingombranti, tra sopra e sotto il livello del pavimento, come un palazzo di tre piani fuori terra) che lavoravano su tre turni quasi tutto l'anno, per una produzione complessiva di circa 3 milioni di guarniture in acciaio per bici da supermercato e circa 400000 guarniture in alluminio. La sola serie di stampi per un modello di pedivella costava circa 150 milioni di lire dell'epoca (anno 2000).
Volevo ringraziarti per la tua testimonianza, l’ho letta con interesse fino all’ultima riga. Volevo pero far notare che voi eravate una realtà di medie dimensioni ma sempre una briciola rispetto al colosso Shimano che ha risorse, umane e di capitali, nemmeno paragonabili. La battaglia principale è quella dei brevetti, Shimano da sempre tenta di difendere la sua lentezza facendo nuove patenti al solo scopo di bloccare la più aggressiva concorrenza. Questa volta credo che invece non siano stati lungimiranti a sufficienza ed abbiano lasciato campo libero a SRAM che ha piazzato un prodotto ( 1X12) straordinario. Adesso per cercare di stare al passo stanno introducendo il loro 1X12 ma con soluzioni più costose per non infrangere patenti, Basta vedere il pacco pignoni, con il loro 10-51 sono sì riusciti a essere compatibili con il peso ma utilizzando 3 tipi di materiali, acciaio-titanio-alluminio, con quest’ultimo sui tre rapporti più grandi che sono anche i più soggetti ad usura. Da anni uso l’1x12 SRAM nelle varie specifiche XX1 – X01 e GX e mai ho dovuto sostituire un pacco pignoni perché usurato. Dubito che con Shimano sarebbe stato lo stesso
 

p84

Biker tremendus
10/1/17
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Non so quanti di voi lavorino o abbiano lavorato come "responsabili ricerca e sviluppo" di un prodotto qualsiasi.
Io lo sono stato per una non tanto nobile defunta azienda italiana della componentistica per biciclette, la fu Ofmega di Sarezzo, in Valtrompia, Brescia.
Sono passati tanti anni ormai. All'epoca Shimano la faceva da padrona, la Sram manco esisteva (*), la Campagnolo annaspava, i cinesi ancora non si erano affacciati (regnava Taiwan) e noi tentavamo di restare a galla nonostante la barca facesse acqua da tutte le parti e l'unico prodotto che eravamo ancora in grado di vendere erano le guarniture.
(*) Le vendevamo persino alla Sachs, che poi è confluita nella famiglia Sram.
Dovevamo inseguire la Shimano, cioè cercare di presentare in tempo per la stagione dei prodotti compatibili con quello che Shimano intendeva mettere in commercio quell'anno, in modo che i biciclettari della Brianza potessero mettere in vendita le bici con il cambio Shimano ma con la guarnitura dell'Ofmega che costava la metà e andava bene lo stesso (o quasi).
Avevo, con i colleghi, l'ingrato compito di sviluppare una guarnitura nel volgere di massimo tre mesi.
Che ci vuole, si dirà.
Beh, occorre avere il modello di riferimento (mica facile procurarselo quando ancora non è in vendita, avevamo i nostri canali riservati...).
Poi qualcuno deve studiarselo, deve disegnarlo, si devono realizzare i prototipi, verificarli, collaudarli, approvarli, ordinare gli stampi (consegna 6 settimane dall'ordine) e le attrezzature, attrezzare e mettere a punto le macchine, produrre i componenti, mandarli da chi è specializzato nei trattamenti termici/superficiali/eccetera, assemblarli, confezionarli, spedirli (il tutto con il controllo qualità sempre a rompere le scatole).
Il minimo intoppo e sei fottuto... se arrivi sul mercato entro metà marzo hai vinto, se sei pronto a maggio puoi dire addio alla stagione.
E all'epoca un prodotto durava per almeno tre anni, gli "standard" erano dei veri standard, non come oggi che cambiano ogni sei mesi, ma le tecnologie e le macchine per fabbricarli sono praticamente le stesse.
Insomma, solo chi non fa niente non sbaglia mai, ma dovrebbe anche pensarci su un attimo prima di parlare a vanvera.

Credo all'onestà della dichiarazione della Shimano, e aggiungo che nonostante l'XTR sia il prodotto di punta, quello che "guardate quanto siamo bravi", la Shimano i soldi li fa con tutto il resto.
La scelta tra sacrificare la guarnitura dell'XTR, piuttosto che penalizzare la produzione di quella dell'XT, a fronte dei numeri di produzione dell'una rispetto all'altra, deve essere stata abbastanza scontata.
Se uno non ha idea di che cosa significhi produrre una pedivella, posso dire che all'Ofmega avevamo tre presse da 1200 tonnellate (ingombranti, tra sopra e sotto il livello del pavimento, come un palazzo di tre piani fuori terra) che lavoravano su tre turni quasi tutto l'anno, per una produzione complessiva di circa 3 milioni di guarniture in acciaio per bici da supermercato e circa 400000 guarniture in alluminio. La sola serie di stampi per un modello di pedivella costava circa 150 milioni di lire dell'epoca (anno 2000).
Volevo ringraziarti per la tua testimonianza, l’ho letta con interesse fino all’ultima riga. Volevo pero far notare che voi eravate una realtà di medie dimensioni ma sempre una briciola rispetto al colosso Shimano che ha risorse, umane e di capitali, nemmeno paragonabili. La battaglia principale è quella dei brevetti, Shimano da sempre tenta di difendere la sua lentezza facendo nuove patenti al solo scopo di bloccare la più aggressiva concorrenza. Questa volta credo che invece non siano stati lungimiranti a sufficienza ed abbiano lasciato campo libero a SRAM che ha piazzato un prodotto ( 1X12) straordinario. Adesso per cercare di stare al passo stanno introducendo il loro 1X12 ma con soluzioni più costose per non infrangere patenti, Basta vedere il pacco pignoni, con il loro 10-51 sono sì riusciti a essere compatibili con il peso ma utilizzando 3 tipi di materiali, acciaio-titanio-alluminio, con quest’ultimo sui tre rapporti più grandi che sono anche i più soggetti ad usura. Da anni uso l’1x12 SRAM nelle varie specifiche XX1 – X01 e GX e mai ho dovuto sostituire un pacco pignoni perché usurato. Dubito che con Shimano sarebbe stato lo stesso
I pacchi Sram, in particolare quelli di punta, sono monoblocco. Significa che se usi spesso una o due corone in funzione dei tuoi soliti percorsi, consumi una sola corona e devi cambiare tutta la cassetta. Successo a me con l'1x11 perchè dove vivo spesso faccio percorsi con poco dislivello e le corone più consumate erano le più piccole. Con i pacchi a pezzi separati come Shimano, magari si potrà cambiare solo una delle tre parti
 

flavio-san

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jeffsy 27
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Sono passati tanti anni ormai. All'epoca Shimano la faceva da padrona, la Sram manco esisteva (*), la Campagnolo annaspava, i cinesi ancora non si erano affacciati (regnava Taiwan) e noi tentavamo di restare a galla nonostante la barca facesse acqua da tutte le parti e l'unico prodotto che eravamo ancora in grado di vendere erano le guarniture.
(*) Le vendevamo persino alla Sachs, che poi è confluita nella famiglia Sram.
Dovevamo inseguire la Shimano, cioè cercare di presentare in tempo per la stagione dei prodotti compatibili con quello che Shimano intendeva mettere in commercio quell'anno, in modo che i biciclettari della Brianza potessero mettere in vendita le bici con il cambio Shimano ma con la guarnitura dell'Ofmega che costava la metà e andava bene lo stesso (o quasi).
Avevo, con i colleghi, l'ingrato compito di sviluppare una guarnitura nel volgere di massimo tre mesi.
Che ci vuole, si dirà.
Beh, occorre avere il modello di riferimento (mica facile procurarselo quando ancora non è in vendita, avevamo i nostri canali riservati...).
Poi qualcuno deve studiarselo, deve disegnarlo, si devono realizzare i prototipi, verificarli, collaudarli, approvarli, ordinare gli stampi (consegna 6 settimane dall'ordine) e le attrezzature, attrezzare e mettere a punto le macchine, produrre i componenti, mandarli da chi è specializzato nei trattamenti termici/superficiali/eccetera, assemblarli, confezionarli, spedirli (il tutto con il controllo qualità sempre a rompere le scatole).
Il minimo intoppo e sei fottuto... se arrivi sul mercato entro metà marzo hai vinto, se sei pronto a maggio puoi dire addio alla stagione.
E all'epoca un prodotto durava per almeno tre anni, gli "standard" erano dei veri standard, non come oggi che cambiano ogni sei mesi, ma le tecnologie e le macchine per fabbricarli sono praticamente le stesse.
Insomma, solo chi non fa niente non sbaglia mai, ma dovrebbe anche pensarci su un attimo prima di parlare a vanvera.

Credo all'onestà della dichiarazione della Shimano, e aggiungo che nonostante l'XTR sia il prodotto di punta, quello che "guardate quanto siamo bravi", la Shimano i soldi li fa con tutto il resto.
La scelta tra sacrificare la guarnitura dell'XTR, piuttosto che penalizzare la produzione di quella dell'XT, a fronte dei numeri di produzione dell'una rispetto all'altra, deve essere stata abbastanza scontata.
Se uno non ha idea di che cosa significhi produrre una pedivella, posso dire che all'Ofmega avevamo tre presse da 1200 tonnellate (ingombranti, tra sopra e sotto il livello del pavimento, come un palazzo di tre piani fuori terra) che lavoravano su tre turni quasi tutto l'anno, per una produzione complessiva di circa 3 milioni di guarniture in acciaio per bici da supermercato e circa 400000 guarniture in alluminio. La sola serie di stampi per un modello di pedivella costava circa 150 milioni di lire dell'epoca (anno 2000).
Bravo, grazie dell' intervento. In R&D ci lavoro pure io, anche se non sono capo e tutti i commenti sarcastici o da professoroni mi fanno sempre sorridere. Guarnitura Ofmega.... Bei ricordi, ho venduto un anno fa la mia 42-52 che sudate da ragazzino col 42 su a Morterone!
 

Nig

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Moglia(MN)
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Assolutamente nera!

Tronicox

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Non so quanti di voi lavorino o abbiano lavorato come "responsabili ricerca e sviluppo" di un prodotto qualsiasi.
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Sono passati tanti anni ormai. All'epoca Shimano la faceva da padrona, la Sram manco esisteva (*), la Campagnolo annaspava, i cinesi ancora non si erano affacciati (regnava Taiwan) e noi tentavamo di restare a galla nonostante la barca facesse acqua da tutte le parti e l'unico prodotto che eravamo ancora in grado di vendere erano le guarniture.
(*) Le vendevamo persino alla Sachs, che poi è confluita nella famiglia Sram.
Dovevamo inseguire la Shimano, cioè cercare di presentare in tempo per la stagione dei prodotti compatibili con quello che Shimano intendeva mettere in commercio quell'anno, in modo che i biciclettari della Brianza potessero mettere in vendita le bici con il cambio Shimano ma con la guarnitura dell'Ofmega che costava la metà e andava bene lo stesso (o quasi).
Avevo, con i colleghi, l'ingrato compito di sviluppare una guarnitura nel volgere di massimo tre mesi.
Che ci vuole, si dirà.
Beh, occorre avere il modello di riferimento (mica facile procurarselo quando ancora non è in vendita, avevamo i nostri canali riservati...).
Poi qualcuno deve studiarselo, deve disegnarlo, si devono realizzare i prototipi, verificarli, collaudarli, approvarli, ordinare gli stampi (consegna 6 settimane dall'ordine) e le attrezzature, attrezzare e mettere a punto le macchine, produrre i componenti, mandarli da chi è specializzato nei trattamenti termici/superficiali/eccetera, assemblarli, confezionarli, spedirli (il tutto con il controllo qualità sempre a rompere le scatole).
Il minimo intoppo e sei fottuto... se arrivi sul mercato entro metà marzo hai vinto, se sei pronto a maggio puoi dire addio alla stagione.
E all'epoca un prodotto durava per almeno tre anni, gli "standard" erano dei veri standard, non come oggi che cambiano ogni sei mesi, ma le tecnologie e le macchine per fabbricarli sono praticamente le stesse.
Insomma, solo chi non fa niente non sbaglia mai, ma dovrebbe anche pensarci su un attimo prima di parlare a vanvera.

Credo all'onestà della dichiarazione della Shimano, e aggiungo che nonostante l'XTR sia il prodotto di punta, quello che "guardate quanto siamo bravi", la Shimano i soldi li fa con tutto il resto.
La scelta tra sacrificare la guarnitura dell'XTR, piuttosto che penalizzare la produzione di quella dell'XT, a fronte dei numeri di produzione dell'una rispetto all'altra, deve essere stata abbastanza scontata.
Se uno non ha idea di che cosa significhi produrre una pedivella, posso dire che all'Ofmega avevamo tre presse da 1200 tonnellate (ingombranti, tra sopra e sotto il livello del pavimento, come un palazzo di tre piani fuori terra) che lavoravano su tre turni quasi tutto l'anno, per una produzione complessiva di circa 3 milioni di guarniture in acciaio per bici da supermercato e circa 400000 guarniture in alluminio. La sola serie di stampi per un modello di pedivella costava circa 150 milioni di lire dell'epoca (anno 2000).
Volevo ringraziarti per la tua testimonianza, l’ho letta con interesse fino all’ultima riga. Volevo pero far notare che voi eravate una realtà di medie dimensioni ma sempre una briciola rispetto al colosso Shimano che ha risorse, umane e di capitali, nemmeno paragonabili. La battaglia principale è quella dei brevetti, Shimano da sempre tenta di difendere la sua lentezza facendo nuove patenti al solo scopo di bloccare la più aggressiva concorrenza. Questa volta credo che invece non siano stati lungimiranti a sufficienza ed abbiano lasciato campo libero a SRAM che ha piazzato un prodotto ( 1X12) straordinario. Adesso per cercare di stare al passo stanno introducendo il loro 1X12 ma con soluzioni più costose per non infrangere patenti, Basta vedere il pacco pignoni, con il loro 10-51 sono sì riusciti a essere compatibili con il peso ma utilizzando 3 tipi di materiali, acciaio-titanio-alluminio, con quest’ultimo sui tre rapporti più grandi che sono anche i più soggetti ad usura. Da anni uso l’1x12 SRAM nelle varie specifiche XX1 – X01 e GX e mai ho dovuto sostituire un pacco pignoni perché usurato. Dubito che con Shimano sarebbe stato lo stesso
I pacchi Sram, in particolare quelli di punta, sono monoblocco. Significa che se usi spesso una o due corone in funzione dei tuoi soliti percorsi, consumi una sola corona e devi cambiare tutta la cassetta. Successo a me con l'1x11 perchè dove vivo spesso faccio percorsi con poco dislivello e le corone più consumate erano le più piccole. Con i pacchi a pezzi separati come Shimano, magari si potrà cambiare solo una delle tre parti
Purtroppo no, la 11v e strutturata allo stesso modo, ma viene venduta intera.
Però te la cavi con produttori di terze parti per i pignoni superiori, quelli grandi per intenderci.
 

fitzcarraldo358

Biker incredibilis
13/11/08
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Romagna
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Canfield, Antidote, Singular
Cancellati anche la cassetta CS-M9110 10-45 11v ed il mozzo a flange larghe FH-M9125 per la suddetta cassetta. Forse non se ne sentirà la mancanza, ma non è che Shimano ci faccia un figurone qua.
 

fedefigio

Biker popularis
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spark 900 rc
Ho un xx1 eagle di cui sono soddisfatto,ma sabato mi è capitato di provare una fsi con l'xtr e mi è sembrato magnifico.Sulla durata o affidabilità non so,la bici era nuova,ma vi giuro che bisognava guardare la cassetta pignoni per vedere se avevi cambiato tanto è silenzioso.
Sensa contare che con 650 circa si prende tutto il gruppo esclusa la guarnitura.Mi sembra molto concorrenziale rispetto agli ammmericani
Concordo in pieno non volevo fare il figo ma la trasmissione xtr 'intera' è meravigliosa anche a me e' capitato di guardare il PP per sincerarmi che avesse cambiato. Poi magari è la bici nuova di pacca a fare questo effetto. Comunque l'ho provato bene bene anche in salita sotto sforzo ed e' fantastico quindi in Shimano avranno avuto anche dei problemi ma le cose le sanno fare bene. Poi per carità...si parla di materiale al top per entrambi i competitor quindi la scelta va per simpatia. Ma il gruppo xtr tecnicamente va benissimo
Figio
 

frenco

Edonista della MTB
21/11/16
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Fuel ex8
Sempre che SRAM l'avesse concessa. Non è così scontato.
La licenza per il corpetto XD è open, quindi no problem.
Poi Shimano coi suoi 200 ingegneri doveva trovare il modo di fare dei pignoni che andassero sul corpetto XD senza violare i brevetti SRAM, oppure trovare un accordo con SRAM per i pignoni.
Comunque volevo solo dire che non sarebbe stato male evitare di introdurre un nuovo standard, microspline, che inizialmente ha dato solo a DT ma ora sta dando a tutti, ovviamente aggiungo, visto che se vuoi vendere i gruppi devi dare la possibilità alle aziende di offrire ruote compatibili.
 

frenco

Edonista della MTB
21/11/16
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Fuel ex8
Fammi capire SRAM può lanciare un nuovo standard e Shimano no.
Questa me la devi spiegare.
Te la spiego volentieri: SRAM è stata costretta a lanciare il corpetto XD in quanto i pacchi pignone partenza 10 sul corpetto Shimano HG non possono essere montati, solo dall'11 in su. Shimano ha lanciato il corpetto MIcrospline per poter montare pignoni partenza 10, però c'era già lo SRAM XD, volendo, tutto qua.
 

drmale

Biker perfektus
17/7/09
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Brescia
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Oiz&Rise, RM Altitude, StbCubeAttain, GaryFisherProcaliber1991, BMWr65Cust+AfricaTwin1100
Era impossibile. E' un corpetto coperto da brevetto. Con la particolarità di avere il pignone più grande avvitato e la cassetta monoblocco. Renderlo compatibile senza pagare royalties o infrangere il brevetto era piuttosto difficile.
facevano la licenza, come tutti
Dare i soldi al diretto concorrente non è una buona cosa. Sh avrebbe fatto pagare ai suoi clienti anche un pezzo di sram, che sram avrebbe potuto scontare ai suoi. Poi c'è un non indifferente danno di immagine. Quindi meglio arrivare tardi, tanto poi col tempo, una buona campagna di marketing e se il prodotto è valido la gente di questo ritardo poi si dimentica.
 

frenco

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Fuel ex8
Dare i soldi al diretto concorrente non è una buona cosa. Sh avrebbe fatto pagare ai suoi clienti anche un pezzo di sram, che sram avrebbe potuto scontare ai suoi. Poi c'è un non indifferente danno di immagine. Quindi meglio arrivare tardi, tanto poi col tempo, una buona campagna di marketing e se il prodotto è valido la gente di questo ritardo poi si dimentica.
La licenza XD è open, offerta gratuitamente da SRAM a tutti, così come Shimano offre gratuitamente la licenza Centerlock, per dire.
 
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Non so quanti di voi lavorino o abbiano lavorato come "responsabili ricerca e sviluppo" di un prodotto qualsiasi.
Io lo sono stato per una non tanto nobile defunta azienda italiana della componentistica per biciclette, la fu Ofmega di Sarezzo, in Valtrompia, Brescia.
Sono passati tanti anni ormai. All'epoca Shimano la faceva da padrona, la Sram manco esisteva (*), la Campagnolo annaspava, i cinesi ancora non si erano affacciati (regnava Taiwan) e noi tentavamo di restare a galla nonostante la barca facesse acqua da tutte le parti e l'unico prodotto che eravamo ancora in grado di vendere erano le guarniture.
(*) Le vendevamo persino alla Sachs, che poi è confluita nella famiglia Sram.
Dovevamo inseguire la Shimano, cioè cercare di presentare in tempo per la stagione dei prodotti compatibili con quello che Shimano intendeva mettere in commercio quell'anno, in modo che i biciclettari della Brianza potessero mettere in vendita le bici con il cambio Shimano ma con la guarnitura dell'Ofmega che costava la metà e andava bene lo stesso (o quasi).
Avevo, con i colleghi, l'ingrato compito di sviluppare una guarnitura nel volgere di massimo tre mesi.
Che ci vuole, si dirà.
Beh, occorre avere il modello di riferimento (mica facile procurarselo quando ancora non è in vendita, avevamo i nostri canali riservati...).
Poi qualcuno deve studiarselo, deve disegnarlo, si devono realizzare i prototipi, verificarli, collaudarli, approvarli, ordinare gli stampi (consegna 6 settimane dall'ordine) e le attrezzature, attrezzare e mettere a punto le macchine, produrre i componenti, mandarli da chi è specializzato nei trattamenti termici/superficiali/eccetera, assemblarli, confezionarli, spedirli (il tutto con il controllo qualità sempre a rompere le scatole).
Il minimo intoppo e sei fottuto... se arrivi sul mercato entro metà marzo hai vinto, se sei pronto a maggio puoi dire addio alla stagione.
E all'epoca un prodotto durava per almeno tre anni, gli "standard" erano dei veri standard, non come oggi che cambiano ogni sei mesi, ma le tecnologie e le macchine per fabbricarli sono praticamente le stesse.
Insomma, solo chi non fa niente non sbaglia mai, ma dovrebbe anche pensarci su un attimo prima di parlare a vanvera.

Credo all'onestà della dichiarazione della Shimano, e aggiungo che nonostante l'XTR sia il prodotto di punta, quello che "guardate quanto siamo bravi", la Shimano i soldi li fa con tutto il resto.
La scelta tra sacrificare la guarnitura dell'XTR, piuttosto che penalizzare la produzione di quella dell'XT, a fronte dei numeri di produzione dell'una rispetto all'altra, deve essere stata abbastanza scontata.
Se uno non ha idea di che cosa significhi produrre una pedivella, posso dire che all'Ofmega avevamo tre presse da 1200 tonnellate (ingombranti, tra sopra e sotto il livello del pavimento, come un palazzo di tre piani fuori terra) che lavoravano su tre turni quasi tutto l'anno, per una produzione complessiva di circa 3 milioni di guarniture in acciaio per bici da supermercato e circa 400000 guarniture in alluminio. La sola serie di stampi per un modello di pedivella costava circa 150 milioni di lire dell'epoca (anno 2000).
Volevo ringraziarti per la tua testimonianza, l’ho letta con interesse fino all’ultima riga. Volevo pero far notare che voi eravate una realtà di medie dimensioni ma sempre una briciola rispetto al colosso Shimano che ha risorse, umane e di capitali, nemmeno paragonabili. La battaglia principale è quella dei brevetti, Shimano da sempre tenta di difendere la sua lentezza facendo nuove patenti al solo scopo di bloccare la più aggressiva concorrenza. Questa volta credo che invece non siano stati lungimiranti a sufficienza ed abbiano lasciato campo libero a SRAM che ha piazzato un prodotto ( 1X12) straordinario. Adesso per cercare di stare al passo stanno introducendo il loro 1X12 ma con soluzioni più costose per non infrangere patenti, Basta vedere il pacco pignoni, con il loro 10-51 sono sì riusciti a essere compatibili con il peso ma utilizzando 3 tipi di materiali, acciaio-titanio-alluminio, con quest’ultimo sui tre rapporti più grandi che sono anche i più soggetti ad usura. Da anni uso l’1x12 SRAM nelle varie specifiche XX1 – X01 e GX e mai ho dovuto sostituire un pacco pignoni perché usurato. Dubito che con Shimano sarebbe stato lo stesso
I pacchi Sram, in particolare quelli di punta, sono monoblocco. Significa che se usi spesso una o due corone in funzione dei tuoi soliti percorsi, consumi una sola corona e devi cambiare tutta la cassetta. Successo a me con l'1x11 perchè dove vivo spesso faccio percorsi con poco dislivello e le corone più consumate erano le più piccole. Con i pacchi a pezzi separati come Shimano, magari si potrà cambiare solo una delle tre parti
Si ma il monoblocco è un opera d'arte in acciaio quindi il consumo è molto limitato. L'unico rapporto non in acciaio è il 50 che è in alluminio.
 

Classifica mensile dislivello positivo