Concepire le uscite in MTB

  • Cannondale presenta la nuova Scalpel, la sua bici biammortizzata da cross country che adesso ha 120 millimetri di escursione anteriore e posteriore in tutte le sue versioni. Sembra che sia cambiato poco, a prima vista, ma sono i dettagli che fanno la differenza e che rendono questa Scalpel 2024 nettamente più performante del modello precedente.
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mrwest77

Biker tremendus
21/7/08
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5
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Bedizzole Brescia
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Ciao a tutti

Di recente ho avuto modo di confrontarmi con una persona e scoprire visioni completamente opposte di concepire le uscite in MTB: uno molto calcolatore, uno molto "all'avventura".
Poichè è dal confronto con le altre persone che si trae spunto per crescere, e poichè credo di aver da imparare da tutte le esperienze e dalle opinioni altrui volevo fare un piccolo sondaggio.

Come concepite le uscite in bike?

Mi spiego meglio.
Ambito AM, quindi uscite in ambiente montano, non strade bianche superbattute da XC, ma sentieri di montagna dove è raro incontrare qualcuno o comunque dove gli incontri sono limitati e dove spesso il cellulare non prende.

Quanto amate pianificare?
Quanto e cosa volete conoscere del territorio, del terreno, o del percorso prima di partire?
Vi basta un dislivello di massima che ritenete fattibile o partite all'avventura sapendo che se il dislivello è 1000m o 2000m per voi poco cambia o sapendo che se ci sono 1 salita e 1 discesa o 3 salite e 3 discese per voi è la stessa cosa?

In altre parole, sitete calcolatori e pianificatori o andate allo sbaraglio o una via di mezzo?
 

luo93

Biker cesareus
12/5/09
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Oristano
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Be io esco soprattutto xc ma credo k facendo una uscita am da solo me la calcolerei invece in gruppo e avendo maggior tempo andrei a naso a esplorare nuovi percorsi diciamo quindi che son 50-50
 

Danybiker88

Redazione
4/9/04
12.241
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Torino
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Pianificare un minimo per me è importante: girando a caso, specialemente in zone poco battute, si rischiano brutte sorprese (sentieri che si perdono nel nulla, tratti rocciosi o impraticabili con la bici tipo passaggi in corda fissa, tratti molto esposti, ecc). Insomma scendere in un vallone di alta montagna per poi finire su una falesia ed essere costretti a risalire bici in spalla, col rischio di passare la notte all'addiaccio non è bello.

Almeno per quanto mi riguarda cerco di pianificare il giro il più possibile, tramite recensioni, carte, foto scovate su internet, ortofoto.
Le discese belle vanno cercate, trovarle girando a caso è impossibile. Se poi il giro non viene bene, pazienza, vuol dire che non si ripeterà.
Girare a caso all'avventura è bello, ma per riuscire a trovare un giro che meriti, evitando discese su stradoni che ti bruciano il dislivello in pochi minuti o peggio su asfalto, senza un minimo di pianificazione è praticamente impossibile.
 

ragia63

Biker cesareus
11/10/05
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Legnano
xoomer.alice.it
In genere non pianifico poco ! Grosso modo le zone in cui esco le conosco se poi c'è da fare un minimo di esplorazione per trovare la via giusta o non conosco esattamente il dislivello poco importa. Io esco per passarmi una bella giornata non ho obbiettivi da raggiungere ad ogni costo...
 

bikerstrike

Biker serius
4/8/09
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Obra di Vallarsa
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Di solito prendo una mappa della zona e valuto se un sentiero o un percorso potrebbe essere fattibile in MTB (anche spingendo). Certo mi è capitato, ad esempio, di farmi 600 m di dislivello in discesa con la bici in spalla perchè proseguire era impossibile causa neve ma questo fa parte del gioco. Un altra valutazione che faccio è soggettiva, cioè: sono in grado di farlo? E poi, via con l'avventura...
 

Eraclitus

biker semi-serio
10/11/08
3.550
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San Gemini
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Bike
full dagli occhi a mandorla
Sino a quest'anno sono sempre andato "a rimorchio" di qualcuno che si è studiato l'itinerario:smile:. Questa cosa comincia però ad andarmi un po' stretta, nel senso che gli amici con cui esco si stanno orientando troppo verso l'xc per i miei gusti e, quindi, ho iniziato ad organizzarmi con un gps (per ora smartcomgps su Nokia, poi si vedrà!). Quanto alle altimetrie, dalle mie parti, in un'uscita di 1/2 giornata, devi proprio andartela a cercare per arrivare a 2000 mt totali di dislivello, quindi è l'ultimo dei fattori che prendo in considerazione (se posso, però, preferisco concentrare le salite dure nella prima parte dell'uscita: quando mi trovo davanti un "muro sconnesso" dopo 3 ore che sono in giro, mi viene da :cry:).
 

bikerstrike

Biker serius
4/8/09
128
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Obra di Vallarsa
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Tutto molto interessante. E quanto influisce il dislivello sulla pianificazione dell'uscita?

Cioè, andate e "chissssssenefrega" anche se sono 2000m o ci state attenti?
2000 metri di dislivello x me attualmente sono un impresa, quindi si, influisce il dislivello.
Considera che nove volte su dieci vado da solo e quindi, una volta valutate le mie condizioni psicofisiche, metto nel conto anche il fatto di rinunciare o cercare alternative in corso, senza per questo sentirmi in colpa con qualcuno, dopotutto esco per divertirmi e vivere quell'esperienza,bella o brutta che sia...
 

Mtb_Fra

Biker ultra
16/12/07
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Carpinone
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io pianifico pochissimo... quasi per niente, diciamo che mi faccio due contii in base al tempo che ho a disposizione, di tanto in tanto mi do all'esplorazione più totale anche se sempre in zone nn totalmente sconosciute, proprio per evitare strane sorprese :D per il resto nn ho nessun obiettivo da raggiungere, se nn quello di tornare sano a casa :D
 

Wrangler66

Biker cesareus
26/2/06
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Ciao a tutti

Di recente ho avuto modo di confrontarmi con una persona e scoprire visioni completamente opposte di concepire le uscite in MTB: uno molto calcolatore, uno molto "all'avventura".
Poichè è dal confronto con le altre persone che si trae spunto per crescere, e poichè credo di aver da imparare da tutte le esperienze e dalle opinioni altrui volevo fare un piccolo sondaggio.

Come concepite le uscite in bike?

Mi spiego meglio.
Ambito AM, quindi uscite in ambiente montano, non strade bianche superbattute da XC, ma sentieri di montagna dove è raro incontrare qualcuno o comunque dove gli incontri sono limitati e dove spesso il cellulare non prende.

Quanto amate pianificare?
Quanto e cosa volete conoscere del territorio, del terreno, o del percorso prima di partire?
Vi basta un dislivello di massima che ritenete fattibile o partite all'avventura sapendo che se il dislivello è 1000m o 2000m per voi poco cambia o sapendo che se ci sono 1 salita e 1 discesa o 3 salite e 3 discese per voi è la stessa cosa?

In altre parole, sitete calcolatori e pianificatori o andate allo sbaraglio o una via di mezzo?
Considerato che non ci sono dubbi che la persona con cui ti sei confrontato sono io...............Mi permetto di dire che noi(BdB Bikers di Brescia) pur vivendo la mtb come avventura la quale deve dare le emozioni quali sono: la scoperta di nuove vie, nuovi sentieri, nuove sfide con i nostri limiti ecc ecc ecc, pianifichiamo i nostri giri al limite del possibile e non andiamo proprio allo sbaraglio anzi!!!!Quindi non vedo perchè possano esserci ragioni che impediscano il calcolo e la pianificazione anche quando ci siano le sorprese della scoperta
:celopiùg::celopiùg::celopiùg::celopiùg:
 

gfavier

Biker tremendus
18/8/07
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Brescia
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Provo anch'io a dire la mia (sono l'ultimo dei Bdb)

Le risposte ai quesiti cambiano radicalmente, secondo me, a secondo del fatto che il giro sia in solitaria o in gruppo.
Io ho ormai scartato l'ipotesi di fare giri da solo; ritengo troppo piacevole la condivisione delle esperienze in gruppo.

E' ovvio che se fai i giri in solitaria, e sei (come sono io) una persona di indole (e di professione) quadrata, di mentalità scientifica, almeno un minimo di "programmazione" sei portato a farla.
Se hai una famiglia, una moglie, non puoi certo partire alle 9 di mattina senza sapere a che ora orientativamente tornerai: magari sbagli grossolanamente la valutazione, ma sicuramente, anche in maniera inconscia, un'idea dei tempi e del tipo di percorso te la costruisci.
E se anche decidi di partire "all'avventura", proprio durante il giro guarderai spesso l'orologio per capire se è ora di tornare all'ovile.
E sicuramente uscirai con il navigatore GPS; così sarai sempre in condizione di ripercorrere i tuoi passi a ritroso.

Se invece ti aggreghi ad un gruppo devi metterti in condizione di superare le perplessità, le paure, le ansie da prestazione, ma il vantaggio è quello di "poter delegare" sulle variabili che caratterizzano il giro da fare.
Ovviamente il proprio limite da superare è quello dell'aver fiducia nella saggezza/buonsenso degli altri e nel cercare di capire, da un punto di vista delle affinità, chi è la persona del gruppo a cui senti di somigliare di più.


Cosniderazioni specifiche (con esempi)

1) Un giro organizzato da orMauro (o Milzo), ad esempio, permette al mio cervello di non doversi preoccupare di pianificazione. Lo fa già lui, e tra l'altro lo fa benissimo. Il suo livello di esperienza diventa un punto di forza.
Può capitare che il giro sia più difficoltoso/faticoso di quanto pensassi a priori, ma alla fine scopro di esserci riuscito lo stesso.

2) Un giro in cui il gruppo è numeroso (grazie al teorema centrale del limite) ha molte più probabilità di essere un giro affrontabile senza eccessivo pathos da tutti i componenti del gruppo.

3) Un giro di 9 giorni per 12000 mt di dislivello è out se non per i più sfegatati bikers (di cui entrambi conosciamo le caratteristiche, le età, l'allenamento).

4) il problema di 1 salita 1 discesa, o 3 salite 3 discese, a parità di dislivello, non cambia radicalmente la difficoltà
(sennò dovremmo cominciare a fare i distinguo tra asfalto, terreno, pendenze, stagioni, umidità, ...)

5) sempre per il teorema centrale del limite
mi porto da mangiare se il giro va oltre l'orario di pranzo, se poi a posteriori scopro che il panino o la cioccolata sono avanzati ... che problema c'è ?
Se finisco tutto il commestibile, e non ho proprio più forze, un'anima pia che mi da una barretta la trovo di sicuro, nel gruppo.
Se mi avanza un po' di cibo lo offro volentieri.

6) senza fretta e senza angosce riesci sicuramente a fare almeno il 20% di dislivello in più di quello che sei convinto di essere capace di fare.

(Ovvero; il dislivello è ovviamente una considerazione importante, ma diluiti in un giorno di bike non sono i 300 mt in più o in meno di salita che ti "uccidono")

e comunque

a) la compagnia di qualcuno che pedala con te
b) la costanza e la voglia di continuare a provarci, anche nei momenti apparentemente meno propizi (rischio pioggia, ad esempio)
c) convincersi che il giro, qualsiasi esso sia, è sicuramente alla propria portata
d) convincersi che la propria presenza non è un disturbo per gli altri ma arricchisce il gruppo, anche se si rimane sempre ultimi (o quasi) sia in salita che in discesa (ovviamente sto parlando di me stesso)

valgono almeno il 50% di dislivello del giro, e non sto scherzando
 
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Diego-bs

Biker tremendus
29/6/05
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brescia
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Provo anch'io a dire la mia (sono l'ultimo dei Bdb)

Le risposte ai quesiti cambiano radicalmente, secondo me, a secondo del fatto che il giro sia in solitaria o in gruppo.
Io ho ormai scartato l'ipotesi di fare giri da solo; ritengo troppo piacevole la condivisione delle esperienze in gruppo.

E' ovvio che se fai i giri in solitaria, e sei (come sono io) una persona di indole (e di professione) quadrata, di mentalità scientifica, almeno un minimo di "programmazione" sei portato a farla.
Se hai una famiglia, una moglie, non puoi certo partire alle 9 di mattina senza sapere a che ora orientativamente tornerai: magari sbagli grossolanamente la valutazione, ma sicuramente, anche in maniera inconscia, un'idea dei tempi e del tipo di percorso te la costruisci.
E se anche decidi di partire "all'avventura", proprio durante il giro guarderai spesso l'orologio per capire se è ora di tornare all'ovile.
E sicuramente uscirai con il navigatore GPS; così sarai sempre in condizione di ripercorrere i tuoi passi a ritroso.

Se invece ti aggreghi ad un gruppo devi metterti in condizione di superare le perplessità, le paure, le ansie da prestazione, ma il vantaggio è quello di "poter delegare" sulle variabili che caratterizzano il giro da fare.
Ovviamente il proprio limite da superare è quello dell'aver fiducia nella saggezza/buonsenso degli altri e nel cercare di capire, da un punto di vista delle affinità, chi è la persona del gruppo a cui senti di somigliare di più.


Cosniderazioni specifiche (con esempi)

1) Un giro organizzato da orMauro (o Milzo), ad esempio, permette al mio cervello di non doversi preoccupare di pianificazione. Lo fa già lui, e tra l'altro lo fa benissimo. Il suo livello di esperienza diventa un punto di forza.
Può capitare che il giro sia più difficoltoso/faticoso di quanto pensassi a priori, ma alla fine scopro di esserci riuscito lo stesso.

2) Un giro in cui il gruppo è numeroso (grazie al teorema centrale del limite) ha molte più probabilità di essere un giro affrontabile senza eccessivo pathos da tutti i componenti del gruppo.

3) Un giro di 9 giorni per 12000 mt di dislivello è out se non per i più sfegatati bikers (di cui entrambi conosciamo le caratteristiche, le età, l'allenamento).

4) il problema di 1 salita 1 discesa, o 3 salite 3 discese, a parità di dislivello, non cambia radicalmente la difficoltà
(sennò dovremmo cominciare a fare i distinguo tra asfalto, terreno, pendenze, stagioni, umidità, ...)

5) sempre per il teorema centrale del limite
mi porto da mangiare se il giro va oltre l'orario di pranzo, se poi a posteriori scopro che il panino o la cioccolata sono avanzati ... che problema c'è ?
Se finisco tutto il commestibile, e non ho proprio più forze, un'anima pia che mi da una barretta la trovo di sicuro, nel gruppo.
Se mi avanza un po' di cibo lo offro volentieri.

6) senza fretta e senza angosce riesci sicuramente a fare almeno il 20% di dislivello in più di quello che sei convinto di essere capace di fare.

(Ovvero; il dislivello è ovviamente una considerazione importante, ma diluiti in un giorno di bike non sono i 300 mt in più o in meno di salita che ti "uccidono")

e comunque

a) la compagnia di qualcuno che pedala con te
b) la costanza e la voglia di continuare a provarci, anche nei momenti apparentemente meno propizi (rischio pioggia, ad esempio)
c) convincersi che il giro, qualsiasi esso sia, è sicuramente alla propria portata
d) convincersi che la propria presenza non è un disturbo per gli altri ma arricchisce il gruppo, anche se si rimane sempre ultimi (o quasi) sia in salita che in discesa (ovviamente sto parlando di me stesso)

valgono almeno il 50% di dislivello del giro, e non sto scherzando

Lo stavo giusto per dire io :smile:
100 punti di reputazione a GFavier....
 
Provo anch'io a dire la mia (sono l'ultimo dei Bdb)

Le risposte ai quesiti cambiano radicalmente, secondo me, a secondo del fatto che il giro sia in solitaria o in gruppo.
Io ho ormai scartato l'ipotesi di fare giri da solo; ritengo troppo piacevole la condivisione delle esperienze in gruppo.

E' ovvio che se fai i giri in solitaria, e sei (come sono io) una persona di indole (e di professione) quadrata, di mentalità scientifica, almeno un minimo di "programmazione" sei portato a farla.
Se hai una famiglia, una moglie, non puoi certo partire alle 9 di mattina senza sapere a che ora orientativamente tornerai: magari sbagli grossolanamente la valutazione, ma sicuramente, anche in maniera inconscia, un'idea dei tempi e del tipo di percorso te la costruisci.
E se anche decidi di partire "all'avventura", proprio durante il giro guarderai spesso l'orologio per capire se è ora di tornare all'ovile.
E sicuramente uscirai con il navigatore GPS; così sarai sempre in condizione di ripercorrere i tuoi passi a ritroso.

Se invece ti aggreghi ad un gruppo devi metterti in condizione di superare le perplessità, le paure, le ansie da prestazione, ma il vantaggio è quello di "poter delegare" sulle variabili che caratterizzano il giro da fare.
Ovviamente il proprio limite da superare è quello dell'aver fiducia nella saggezza/buonsenso degli altri e nel cercare di capire, da un punto di vista delle affinità, chi è la persona del gruppo a cui senti di somigliare di più.


Cosniderazioni specifiche (con esempi)

1) Un giro organizzato da orMauro (o Milzo), ad esempio, permette al mio cervello di non doversi preoccupare di pianificazione. Lo fa già lui, e tra l'altro lo fa benissimo. Il suo livello di esperienza diventa un punto di forza.
Può capitare che il giro sia più difficoltoso/faticoso di quanto pensassi a priori, ma alla fine scopro di esserci riuscito lo stesso.

2) Un giro in cui il gruppo è numeroso (grazie al teorema centrale del limite) ha molte più probabilità di essere un giro affrontabile senza eccessivo pathos da tutti i componenti del gruppo.

3) Un giro di 9 giorni per 12000 mt di dislivello è out se non per i più sfegatati bikers (di cui entrambi conosciamo le caratteristiche, le età, l'allenamento).

4) il problema di 1 salita 1 discesa, o 3 salite 3 discese, a parità di dislivello, non cambia radicalmente la difficoltà
(sennò dovremmo cominciare a fare i distinguo tra asfalto, terreno, pendenze, stagioni, umidità, ...)

5) sempre per il teorema centrale del limite
mi porto da mangiare se il giro va oltre l'orario di pranzo, se poi a posteriori scopro che il panino o la cioccolata sono avanzati ... che problema c'è ?
Se finisco tutto il commestibile, e non ho proprio più forze, un'anima pia che mi da una barretta la trovo di sicuro, nel gruppo.
Se mi avanza un po' di cibo lo offro volentieri.

6) senza fretta e senza angosce riesci sicuramente a fare almeno il 20% di dislivello in più di quello che sei convinto di essere capace di fare.

(Ovvero; il dislivello è ovviamente una considerazione importante, ma diluiti in un giorno di bike non sono i 300 mt in più o in meno di salita che ti "uccidono")

e comunque

a) la compagnia di qualcuno che pedala con te
b) la costanza e la voglia di continuare a provarci, anche nei momenti apparentemente meno propizi (rischio pioggia, ad esempio)
c) convincersi che il giro, qualsiasi esso sia, è sicuramente alla propria portata
d) convincersi che la propria presenza non è un disturbo per gli altri ma arricchisce il gruppo, anche se si rimane sempre ultimi (o quasi) sia in salita che in discesa (ovviamente sto parlando di me stesso)

valgono almeno il 50% di dislivello del giro, e non sto scherzando

Complimenti,in poche decine di righe hai riassunto l'anima della MTB,per come la intendo io!
:celopiùg:
 

Wrangler66

Biker cesareus
26/2/06
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Provo anch'io a dire la mia (sono l'ultimo dei Bdb)

Le risposte ai quesiti cambiano radicalmente, secondo me, a secondo del fatto che il giro sia in solitaria o in gruppo.
Io ho ormai scartato l'ipotesi di fare giri da solo; ritengo troppo piacevole la condivisione delle esperienze in gruppo.

E' ovvio che se fai i giri in solitaria, e sei (come sono io) una persona di indole (e di professione) quadrata, di mentalità scientifica, almeno un minimo di "programmazione" sei portato a farla.
Se hai una famiglia, una moglie, non puoi certo partire alle 9 di mattina senza sapere a che ora orientativamente tornerai: magari sbagli grossolanamente la valutazione, ma sicuramente, anche in maniera inconscia, un'idea dei tempi e del tipo di percorso te la costruisci.
E se anche decidi di partire "all'avventura", proprio durante il giro guarderai spesso l'orologio per capire se è ora di tornare all'ovile.
E sicuramente uscirai con il navigatore GPS; così sarai sempre in condizione di ripercorrere i tuoi passi a ritroso.

Se invece ti aggreghi ad un gruppo devi metterti in condizione di superare le perplessità, le paure, le ansie da prestazione, ma il vantaggio è quello di "poter delegare" sulle variabili che caratterizzano il giro da fare.
Ovviamente il proprio limite da superare è quello dell'aver fiducia nella saggezza/buonsenso degli altri e nel cercare di capire, da un punto di vista delle affinità, chi è la persona del gruppo a cui senti di somigliare di più.


Cosniderazioni specifiche (con esempi)

1) Un giro organizzato da orMauro (o Milzo), ad esempio, permette al mio cervello di non doversi preoccupare di pianificazione. Lo fa già lui, e tra l'altro lo fa benissimo. Il suo livello di esperienza diventa un punto di forza.
Può capitare che il giro sia più difficoltoso/faticoso di quanto pensassi a priori, ma alla fine scopro di esserci riuscito lo stesso.

2) Un giro in cui il gruppo è numeroso (grazie al teorema centrale del limite) ha molte più probabilità di essere un giro affrontabile senza eccessivo pathos da tutti i componenti del gruppo.

3) Un giro di 9 giorni per 12000 mt di dislivello è out se non per i più sfegatati bikers (di cui entrambi conosciamo le caratteristiche, le età, l'allenamento).

4) il problema di 1 salita 1 discesa, o 3 salite 3 discese, a parità di dislivello, non cambia radicalmente la difficoltà
(sennò dovremmo cominciare a fare i distinguo tra asfalto, terreno, pendenze, stagioni, umidità, ...)

5) sempre per il teorema centrale del limite
mi porto da mangiare se il giro va oltre l'orario di pranzo, se poi a posteriori scopro che il panino o la cioccolata sono avanzati ... che problema c'è ?
Se finisco tutto il commestibile, e non ho proprio più forze, un'anima pia che mi da una barretta la trovo di sicuro, nel gruppo.
Se mi avanza un po' di cibo lo offro volentieri.

6) senza fretta e senza angosce riesci sicuramente a fare almeno il 20% di dislivello in più di quello che sei convinto di essere capace di fare.

(Ovvero; il dislivello è ovviamente una considerazione importante, ma diluiti in un giorno di bike non sono i 300 mt in più o in meno di salita che ti "uccidono")

e comunque

a) la compagnia di qualcuno che pedala con te
b) la costanza e la voglia di continuare a provarci, anche nei momenti apparentemente meno propizi (rischio pioggia, ad esempio)
c) convincersi che il giro, qualsiasi esso sia, è sicuramente alla propria portata
d) convincersi che la propria presenza non è un disturbo per gli altri ma arricchisce il gruppo, anche se si rimane sempre ultimi (o quasi) sia in salita che in discesa (ovviamente sto parlando di me stesso)

valgono almeno il 50% di dislivello del giro, e non sto scherzando
:adore!:
Solo un appunto e ci tengo lo ammetto (forse per orgoglio personale)
Se per la 9 giorni intendi quella fatta ad Agosto dai bistiù........... i mt di dislivello sono ca 14000 in 8 gg di cui 1 l'ultimo di 3/400 mt di dislivello
Se hai visto la mia traccia ne manca un pezzo (batterie del Colorado andate :rosik:)
 

Classifica mensile dislivello positivo