Nonostante alcune peripezie degne di Odisseo sabato sono riuscito a fare il Giro delle Rocchette, soprattutto per provare a scendere lungo il sentiero 436, visto da alcuni giorni sulla carta ma forse mai percorso in bici da nessuno (chissà?)
Qualche settimana fa ero partito da Zoldo per provarlo, ma dato il lungo avvicinamento con tratti a piedi già dal Rif. Fiume alla Malga Prendera e il guastarsi del tempo avevo deviato verso Mondeval per tornare a casa (tra laltro non male come discesa ma meglio prendere anche questa da Cortina)
Per rendere il giro più umano ho deciso di partire da Cortina, località Campo di Sotto. La salita è la classica sterrata (con alcuni tratti asfaltati) alla Malga Federa Rif. Palmieri alla Croda da Lago. Si narrava che questa strada sarebbe stata asfaltata completamente fino alla malga fortunatamente tale scempio non è ancora stato compiuto però è passato un mezzo cingolato che ha spianato e allargato speriamo che non sia il preludio
Restano invece molto ghiaiose le ripide rampe dalla malga al rifugio che costringono gli umani a scendere dalla bici
Dal rifugio si continua per la bella salita tecnica ma pedalabile fino a Forc. Ambrizzola dove inizia il sentiero 436 con un primo tratto in leggera salita e poi in leggera discesa fino a Forc. Col Duro (non abbassarsi come dice la carta ma talgliare in costa a sx). Si scende a Malga Prendera (tecnico, se si sta sui prati a dx è più facile). Dalla Malga il sentiero volge verso est, non si vede molto bene ma è ben segnalato con paletti e segnavia CAI.
Immaginavo che da qui in poi, fino allinizio del bosco, avrei dovuto tribolare e così è stato tutta la parte che sulla carta si vede passare sotto le pareti rocciose è in zona di masarè ovvero frana .praticamente impedalabile .sono circa 45 minuti di bici a spinta/spalla .
In più prima mi sono storto una caviglia e poco dopo ho anche forato ed era la prima volta che provavo a togliere un tubeless con dei cacciagomme non proprio professional
Ho perso un po di tempo ma sono riuscito a mettere una camera daria proteggendola nella zona del buco con un vecchio skipass (grazie forum per questa dritta! Ma ritrovare il punto del buco è un casino!) e stoicamente ho continuato il giro, anche perché tornare indietro voleva dire comunque fare un bel pezzo a piedi
Non vi dico la gioia che provavo ogni volta che con la caviglia dolorante dovevo passare masegni e mugaglie ..
Dopo un bel po sono finalmente arrivato allinizio del sentiero bello ..e meno male che era bello, anzi magnifico dopo tutto quello che avevo fatto e sofferto per arrivare .
Insomma parte sto single track mostruoso .inizia ripido a curvette, poi va giù dritto (non sono riuscito a fare tutta la parte ripida ma uno bravo non infortunato la fa e gode) .poi spiana e fa qualche saliscendi .è sempre filante, in un bosco bellissimo, con curve che sembrano disegnate apposta per le bici .altri tratti tecnici con radici .una roba da urlo ..con lunghi tratti su un crinale con panorama da una parte e dallaltra ..la parte bella fa circa 1000 m di dislivello ed è bella lunga
Unica pecca in un paio di punti risale di circa 30 50 m con duri strappi
Purtroppo ho fatto poche foto e anche gli autoscatti non erano semplicissimi da fare
Si arriva a S. Vito e per tornare a Cortina si può optare per la ciclabile, la strada (meglio evitarla in questo perido .ti fanno i peli e vogliono aver ragione) o la più tecnica destra Boite.
Morale della favola: posso formulare una nuova legge di murphy i single tracks più belli sono quelli più nascosti e difficili da raggiungere
(poi ho scoperto che la camera daria che avevo messo era bucata in una zona di saldatura .per fortuna che aveva tenuto fino in valle .ma mai più camere decathlon)
Qualche settimana fa ero partito da Zoldo per provarlo, ma dato il lungo avvicinamento con tratti a piedi già dal Rif. Fiume alla Malga Prendera e il guastarsi del tempo avevo deviato verso Mondeval per tornare a casa (tra laltro non male come discesa ma meglio prendere anche questa da Cortina)
Per rendere il giro più umano ho deciso di partire da Cortina, località Campo di Sotto. La salita è la classica sterrata (con alcuni tratti asfaltati) alla Malga Federa Rif. Palmieri alla Croda da Lago. Si narrava che questa strada sarebbe stata asfaltata completamente fino alla malga fortunatamente tale scempio non è ancora stato compiuto però è passato un mezzo cingolato che ha spianato e allargato speriamo che non sia il preludio
Restano invece molto ghiaiose le ripide rampe dalla malga al rifugio che costringono gli umani a scendere dalla bici
Dal rifugio si continua per la bella salita tecnica ma pedalabile fino a Forc. Ambrizzola dove inizia il sentiero 436 con un primo tratto in leggera salita e poi in leggera discesa fino a Forc. Col Duro (non abbassarsi come dice la carta ma talgliare in costa a sx). Si scende a Malga Prendera (tecnico, se si sta sui prati a dx è più facile). Dalla Malga il sentiero volge verso est, non si vede molto bene ma è ben segnalato con paletti e segnavia CAI.
Immaginavo che da qui in poi, fino allinizio del bosco, avrei dovuto tribolare e così è stato tutta la parte che sulla carta si vede passare sotto le pareti rocciose è in zona di masarè ovvero frana .praticamente impedalabile .sono circa 45 minuti di bici a spinta/spalla .
In più prima mi sono storto una caviglia e poco dopo ho anche forato ed era la prima volta che provavo a togliere un tubeless con dei cacciagomme non proprio professional
Ho perso un po di tempo ma sono riuscito a mettere una camera daria proteggendola nella zona del buco con un vecchio skipass (grazie forum per questa dritta! Ma ritrovare il punto del buco è un casino!) e stoicamente ho continuato il giro, anche perché tornare indietro voleva dire comunque fare un bel pezzo a piedi
Non vi dico la gioia che provavo ogni volta che con la caviglia dolorante dovevo passare masegni e mugaglie ..
Dopo un bel po sono finalmente arrivato allinizio del sentiero bello ..e meno male che era bello, anzi magnifico dopo tutto quello che avevo fatto e sofferto per arrivare .
Insomma parte sto single track mostruoso .inizia ripido a curvette, poi va giù dritto (non sono riuscito a fare tutta la parte ripida ma uno bravo non infortunato la fa e gode) .poi spiana e fa qualche saliscendi .è sempre filante, in un bosco bellissimo, con curve che sembrano disegnate apposta per le bici .altri tratti tecnici con radici .una roba da urlo ..con lunghi tratti su un crinale con panorama da una parte e dallaltra ..la parte bella fa circa 1000 m di dislivello ed è bella lunga
Unica pecca in un paio di punti risale di circa 30 50 m con duri strappi
Purtroppo ho fatto poche foto e anche gli autoscatti non erano semplicissimi da fare
Si arriva a S. Vito e per tornare a Cortina si può optare per la ciclabile, la strada (meglio evitarla in questo perido .ti fanno i peli e vogliono aver ragione) o la più tecnica destra Boite.
Morale della favola: posso formulare una nuova legge di murphy i single tracks più belli sono quelli più nascosti e difficili da raggiungere
(poi ho scoperto che la camera daria che avevo messo era bucata in una zona di saldatura .per fortuna che aveva tenuto fino in valle .ma mai più camere decathlon)