DECATHLON E LE ALTRE...E...VARIE ED EVENTUALI

  • Cannondale presenta la nuova Scalpel, la sua bici biammortizzata da cross country che adesso ha 120 millimetri di escursione anteriore e posteriore in tutte le sue versioni. Sembra che sia cambiato poco, a prima vista, ma sono i dettagli che fanno la differenza e che rendono questa Scalpel 2024 nettamente più performante del modello precedente.
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Minitrek

Biker meravigliosus
27/9/15
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stanco delle querelle che puntualmente scaturiscono in ogni discussione, eccone una dedicata dove ci si può scornare senza rompere le scatole nei 3d dove semplicemente si danno notizie sui nuovi arrivi o inseriscono foto e quant'altro, andando sistematicamente OT
decathlon ha tanti pro, quali il miglior rapporto qualità prezzo su modelli entry level, permettendo di non spendere patrimoni per un giocattolo che a momenti deve essere venduto in gioielleria,
da la possibilità di reso entro un anno,
a volte per una camera d'aria sostituisce il mezzo intero.
i contro sono che non ha 29,
ha dei somari spesso come meccanici,
non fa bici di alto livello.
però meccanici somari ci sono anche tra chi vende il marchio top,
marchio che se ne frega o non ti fa passare in garanzia un difetto,
che ti fa pagare un cesso di bici il 30% più dell'equivalente del supermercato col telaio, visto che i componenti sono acquistati a parte, magari fatto nella stessa fabbrica e che sottopaga come i concorrenti gli operai.
che la contesa abbia inizio.
P.s.: NON LAVORO PER DECATHLON, NE HO UNA LORO BICI
 

Elandur

Biker cesareus
29/6/15
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Mi chiedo se non sia la scelta più azzeccata evitare di fare bici di alta gamma (che poi le nuove 2018 le vorrò vedere), vista la nomea che (in)giustamente Decathlon si è fatta.

Mi chiedo quanti, a parità di tutto, comprerebbero una bici marchiata "Rockrider" nonostante costi meno.
A un mio compagno di uscita ho fatto vedere le specifiche della AM di prossima uscita, lui che ha una Cube LTD sulla quale non si diverte e vorrebbe passare a full, e la sua risposta è stata "la bici del Deca te la prendi tu!", senza manco stare a leggere le specifiche.

Purtroppo molti giudicano dal nome, non guardando se quello che acquistano è sufficiente a soddisfare i loro bisogni, e allora che senso avrebbe per Deca produrre materiale top se poi la gente non lo compra semplicemente perchè "è del Deca"?

E cmq sì, io me la comprerei una full del deca se riuscisse a competere con gli altri marchi.
 

.ab.

Pedalatoredelladomenica
29/9/11
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MARCHE
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varie...ed eventuali
A un mio compagno di uscita ho fatto vedere le specifiche della AM di prossima uscita, lui che ha una Cube LTD sulla quale non si diverte e vorrebbe passare a full, e la sua risposta è stata "la bici del Deca te la prendi tu!", senza manco stare a leggere le specifiche.
cambiare immediatamente compagni di uscita.....:-)
 

Danixele

Biker forumensus
29/7/15
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Liguria
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Una bici robusta e una vetusta.
Ottima discussione, io però avrei messo il titolo in MAIUSCOLO così è più urlato e quindi più attinente e attraente per l'argomento e per il modo come di solito viene trattato.
:mrgreen:
 
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nic.ge

Biker extra
18/4/17
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Genova
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RR 560
Magari bastasse cambiare compagni di uscita. Ce n'è a iosa di persone che la (non) pensano così... e anche qui sopra mi pare che la prevenzione in negativo non manchi. Con la scusa dell'entry level e del marchio da sfigati si denigrano buone bici, quasi che davvero al primo scassone ti si dovessero disintegrare sotto le chiappe.
Io ho deciso di non partecipare a queste discussioni, perché non mi ritengo un fanboy di Decathlon, non voglio passare per tale, e ritengo esercizio inutile sostenere i propri argomenti se tanto poi si finisce nel "dici così perché ha una RR... prova una Sticazzi XTK da 3000 euri e poi mi dici"... ma si sa, se sostieni una tesi che ritieni giusta ormai sei per forza pagato da qualcuno, hai sicuramente dei secondi fini e non sei intellettualmente onesto.
 
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Sailman

Biker tremendus
27/6/17
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Ovest piemonte
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Epic Expert EVO
Le bici di Decathlon sono sicuramente quelle con il miglior rapporto qualità-prezzo sul mercato, questo è difficile da confutare. E il motivo, oltre alle ovvie ottimizzazioni derivanti da grossi acquisti di scala, sta nel fatto che l'interessa di Deca è vendere biciclette anche al costo pur di far entrare gente nei negozi, a spendere soldi nel settore in cui Deca fa davvero utili giganteschi ovvero abbigliamento e accessori.
 
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Uomolagno

Biker serius
23/9/17
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Roma
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Rockrider 520
Ciao a tutti, sono da poco iscritto al forum (vi seguo da un po anche se non ho ancora mai scritto) e volevo lasciare la mia testimonianza positiva sulle bici decathlon.
Possiedo infatti una rockrider 520 da quasi un anno e devo ammettere che mi ha sorpreso per robustezza e qualità costruttiva, considerando che negli ultimi mesi la sto maltrattando veramente parecchio con itinerari anche molto tecnici che spesso vengono considerati appannaggio delle sole full. Per intenderci due settimane fa sono andato a ripetere questo itinerario https://itinerari.mtb-mag.com/tours/view/1856 e la bici si è comportata egregiamente. Per il futuro, se la passione prosegue, mi piacerebbe prendere un mezzo più adatto a questo tipo di utilizzo e non disdegneró di guardare alle novità che decathlon farà uscire per il 2018. In ogni caso per 300 euro rirengo la 520 veramente un ottimo acqusto, unico appunto alle gomme veramente scarsissime e che ho sostituito dopo 10 uscite
Matteo
 

bikerlento

Biker Cinghialikus
19/6/11
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Monte Argentario
mountainbikealbinia.jimdo.com
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Wilier 501XN 29" custom
Il problema non è Decathlon ne le bici del Decathlon.
Il problema è che invece di consigliare tali bici per il rapporto qualità/prezzo (fino i 1.000£ forse difficilmente battibile), c'e chi continua a consigliarle solo con la motivazione del "ci torni dopo un po, gli dici che la forcella non funziona e te la fai cambiare con una nuova", stesso discorso per freni, ruote e altro.
Questa è una motivazione assurda che porterà sicuramente Decathlon prima o poi a rivedere le sue politiche aziendali.
Ed è la motivazione principale per cui le bici di quel marchio saranno viste come "cancelli".
 

Danixele

Biker forumensus
29/7/15
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Liguria
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Bike
Una bici robusta e una vetusta.
Io la butto li, fatene l'uso che ritente più opportuno.
Viaggio al B'Twin Village

B’Twin Village, un viaggio nella fabbrica delle biciclette
Alessandro Tedesco
8 agosto 2014
Bike News

Ricordate Willy Wonka e la sua Fabbrica di Cioccolato? Eh, bravi, con il B’Twin Village ci siamo vicini!

Bé, non ho trovato il mio biglietto d’oro nella tavoletta di cioccolato, ma è stata la gentilissima Cristina Guarnaschelli, PR di Decathlon Italia, a recapitarmi i biglietti aerei via email. Il giorno 19 giugno inizia così per me un’avventura come fu per il piccolo Charlie: esaltante!

Avevo già visitato una fabbrica di biciclette ma, credetemi, il B’Twin Village è qualcosa di unico.

Il Viaggio verso Lille
Milano-Parigi in aereo, poi TGV dal Charles de Gaulle dove, con nostra grande sorpresa scopriamo che i transalpini sono affetti anche loro da “ritardi e cancellazioni”: il treno superveloce che da Parigi ci doveva portare a Lille è stato cancellato per sciopero.

Ci tocca attendere 3 ore al terminal SNCF (la società dei treni francese NdR) dell’aeroporto. Quantomeno troviamo un banchetto di rinfresco Espace Collation organizzato dall’Assistenza SNCF e un simpaticissimo quanto utilissimo carosello a pedali per ricaricare il cellulare con la nostra forza muscolare.

E così nel pomeriggio siamo alla stazione di Lille dove un pulmino, attraversando prati verdi, ci porta a destinazione.

Siamo alle porte del B’Twin Village e mi aspettavo qualcosa del genere, giá abbiamo avuto occasione di parlarne nell’anteprima della B’Twin Original 7 ebike, e sapevo di cosa si trattava, ma arrivarci col TGV e poi attraverso i prati di questa zona della Francia è una piacevole conferma: mi fermo là davanti ad ammirare il grande portone di ingresso su cui campeggia la headline “Bienvenue dans le merveilleux monde du vélo“.

Mi aspetto tante dolci sorprese…

Alessandro nel Villaggio delle meraviglie
Ottantaduemila metri quadrati di capannoni, quararantacinquemila recuperati al 2010 per settecentocinquanta tonnellate di acciaio, tremilaottocento metri quadrati di vetri che ospitano duemila impiegati solo in quest’area. Era un areostazione all’inizio del ‘900, poi acquisita dalla Galouises dove produceva 20 miliardi di sigarette per anno. E infine recuperata (in tutti i sensi) dalla Decathlon.

Il progetto inizia il 31 agosto del 2008 con una festa per tutti i collaboratori e le loro famiglie venuti a scoprire dove risiederà il sito in cui lavoreranno gli “esperti della bicicletta”; nell’anno 2010 vede la luce la più grande Factory al mondo di bici per un preciso target: la famiglia, dal bambino ai genitori fino alla nonna! E la cui mission é creare la bici migliore per il ciclista medio alla metà del prezzo della concorrenza.

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La brochure del Village riporta questo incipit: “Nei prossimi 50 anni la sensibilità verso i problemi ecologici e le questioni relative alla salute pubblica e al benessere contribuiranno allo sviluppo sostenibile dell’uso della bicicletta, soprattutto in città”.

L’ambizione di B’Twin è partecipare attivamente a questo cambiamento, a livello mondiale. E questo, grazie alla sua capacità innovativa e ad un obiettivo: rendere più piacevole, semplice e accessibile a tutti la pratica della bicicletta.

B’Twin Village è l’espressione di questa ambizione: è un luogo unico, originale, dove gli appassionati e le loro famiglie possono vivere le emozioni che ruotano intorno alla bicicletta.

Al B’Twin Village si vive:
- un’esperienza sportiva nel bike park con piste dedicate all’apprendimento per bambini, piste di mtb, di pump track, bmx;
- un’esperienza culturale con esposizioni: dalla progettazione alle conferenze che hanno come tema la bicicletta;
- un’esperienza di shopping unica: ampia scelta di prodotti e marchi, possibilità di provare le biciclette in situazioni reali;
- servizi di riparazione, di rimessaggio, un punto dedicato al lavaggio biciclette.

Tutti i professionisti, dai designer, agli spedizionieri, passando per i progettisti tecnici e lo stabilimento di produzione del nostro marchio sono situati a Lille. In questo modo viene favorita la vicinanza ai nostri migliori ideatori, ovvero i clienti e gli sportivi.

Migliorare con loro la qualità, il design, l’innovazione e il valore dei nostri prodotti (biciclette, componenti, accessori, tessuti, cal- zature), è il nostro impegno quotidiano.

B’Twin Village: benvenuti nel fantastico mondo della bicicletta
Ma perché proprio qui a Lille, vi chiederete? Forse per il buon cioccolato che nel confinante Belgio sono capaci di produrre? Forse per la buona birra che in queste terre abbonda? Forse, forse… La ragione principale è che qui nasce Decathlon: la storia del più grande negozio al mondo di sport inizia nel 1976, quando venne creata la società Decathlon Cycle a opera di Michel Leclercq. Più tardi, si espanse in Germania nel 1986 e in Inghilterra nel 1999, anno in cui nasce anche b’Twin che produce la sua prima bicicletta!

Entrò, nello stesso anno, nel mercato degli Stati Uniti acquisendo i 20 negozi di MVP Sports e cambiando il marchio in Decathlon USA. Nel 2008, il gruppo ormai multinazionale assume il nome di Oxylane, e Decathlon ne diventa l’insegna principale.

B’Twin è presente oggi in 20 Paesi del mondo con più di 650 punti vendita, e la produzione di biciclette è arrivata a sfiorare i 3 milioni di unità nel 2013.

Cioccolato e birra fanno bene, lo sapevamo!
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Olivier “Wonka” Robinet, il Direttore
Varco la porta e… B’Twin Village é la Betlemme della bici: spazi ordinati stracolmi di bici e accessori, piste per bambini, palestre, mense, bar, spazi e tavoli per socializzare…

Steve Jobs ha dettato le regole per l’industria del futuro, e qui sembrano rispettarle. Veniamo accolti non da un uomo col cilindro sulla testa e un frac rosso, ma da una deliciouse femme: Mathilde, la PR di b’Twin che, senza formalità né stucchevoli convenevoli, ci conduce ad un tavolo della mensa dove incontriamo un affabile uomo dal nome Olivier Robinet, direttore di b’Twin.

È lui che ci intrattiene gradevolmente, presentandoci il mondo b’Twin con una conversazione in cui io e gli altri 4 colleghi partecipiamo con golosa attenzione.

Olivier ci ripete in un italiano condito da un dolce accento francese che b’Twin lavora per il ciclista medio per cui sono state fatte delle scelte, e su queste scelte vogliono essere i migliori. La scelta è quella di accontentare il cliente medio e di avere un feedback da lui positivo.

Il nostro obiettivo è di avere una valutazione da parte del cliente di 4,5/5. Non 5/5, perché sennò sarebbe un prodotto di lusso e sarebbe carissimo! E neanche 2 o 3, perché sarebbe scandaloso, ma 4,5 al più basso prezzo di mercato.

E continua Olvier guarnendo il suo discorso con panna: “Se vuoi il lusso allora ti compri una Specialized, che è una fantastica bicicletta e così compri un prodotto ecellente con un pezzo di sogno. Noi ti facciamo pagare una bici eccellente, il sogno è gratis!

Anche l’innovazione è finalizzata a soddisfare il cliente medio: “b’Twin studia l’innovazione per aiutare i propri clienti a farsi piacere la bicicletta, non per vincere il Tour de France;” dice sempre Olivier, che aggiunge: “Non c’interessa togliere 1 grammo dal telaio, ma inventare, ad esempio, un freno che permetta ai bimbi di non rovinarsi le scarpe, di stare in sicurezza e fare contenti i genitori (le leve StopEasy ndr). b’Twin punta tantissimo sull’innovazione: il 30% degli utili vano spesi in R&I sempre per ottenere una bici accessibile a tutti; la sicurezza è uno dei punti più sensibili per l’innovazione, laddove questa serve ad avvicinare quella piccola percentuale di persone che della bici hanno paura.

E cosa ci dice Olivier sulla produzione delle biciclette B’Twin?
Le fabbriche dei telai, degli accessori e anche dell’abbigliamento B’Twin sono dislocate nel mondo in posizione strategica, vicino i centri di distribuzione, in modo da minimizzare i costi di trasporto e quelli per alimentare la catena di distribuzione. E a proposito dei costi di produzione ci precisa che demandare la produzione a realtà aziendali situate in Cina o in Bangladesh non fa parte della filosofia imprenditoriale b’Twin.

I dazi doganali imposti farebbero lievitare eccessivamente il costo finale che dovrebbero sostenere, oltre a comportare tempi lunghi per l’approvvigionamento e spese di trasporto molto elevate. Inoltre non avrebbero il totale controllo della qualità nel processo produttivo. Difatti la produzione destinata ai Decathlon del nostro continente viene realizzata in Europa (Portogallo, Belgio, Romania, Italia), sarebbe una follia, a detta di Olivier, farle realizzare in Cina o Taiwan (sebbene in quest’ultimo si producano tutti i telai in carbonio marchiati b’Twin).

Noi saltiamo tutta la catena della distribuzione e abbattiamo i costi di trasporto, solo così possiamo offrire un prodotto dalla qualità altissima al miglior prezzo di mercato

Qualcuno oserebbe dargli torto?

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Il Negozio, gli spazi, le persone…
Ovviamente la parte del leone la fa il negozio che è collocato nell’edificio principale: appena si varca l’immensa “ruota” d’ingresso ci si trova davanti il vastissimo assortimento di tutti gli articoli b’Twin; fai più attenzione e in un angolo ti trovi l’officina fai-da-te, o anche assistita (centratura delle ruote, cambio dei copertoni, piccole riparazioni…) e il servizio di serigrafia personalizzata per l’abbigliamento e di biomeccanica e analisi posturale.

E poi ci sono Les Espaces de Pratique e la Zone de Test Intérieure, due spazi interni, uno che permette la pratica della bici ai bambini con dei percorsi disegnati per terra e l’altro, grande, con passerelle, ponti e percorsi che consente di testare le bici e anche di realizzare corsi di formazione per chi, tra gli adulti, vuole imparare sebbene con ritardo ad andare in bici.

Niente viene lasciato al caso, e all’ingresso pure la sala b’Twin Fit, con 1200 mq la più grande della città.

E gli spazi esterni? 20.000 mq di piste esterne protette, con rivestimenti che le rendono accessibili con qualsiasi condizione meteorologica e una parola chiave: accessibilità. Il b’Twin Park incoraggia numerosi tipi di pratiche sempre all’insegna dell’emozione…

Ed ecco di cosa è guarnito il b’Twin Park.

Il B’Twin Mountain,12 discese con livello di difficoltà progressivo, che consentono di stare in sella senza correre rischi. Le piste sono polivalenti e possono essere utilizzate con tutti i tipi di biciclette, a patto che siano dotate di copertoni “grassi”.

L’Area Cross Country, lo spazio dedicato alla mtb, in cui ci sono 3 livelli di pratica, ciascuno dei quali presenta una pista più o meno impervia, e con rivestimenti che vanno dallo scisto semplice fino alla terra, alle pietre e alle radici. In totale, 1,2 km di piste a disposizione per salite e curve rialzate, studiate però per essere accessibili a tutti.

Una Pista di bmx, sviluppata in collaborazione con LUC (Lille Université Club), in grado di ospitare gare internazionali. È un’area moltò tecnica, difatti la pista è recintata e con accesso regolamentato.

Il Kid Village; 3 sono le zone del Kid Village. La prima è dedicata alle biciclette da 14/16 pollici (3/5 anni). Una sottile striscia di asfalto, con l’erba sul bordo, aiuta ad apprendere l’ABC della bicicletta: pedalare!

Seconda zona, sempre per lo stesso tipo di bicicletta, un viottolo in terra battuta presenta delle curve più ampie per iniziare a controllare il proprio mezzo.

Infine, una zona per le 16 pollici e oltre (6/8 anni): quest’area è un vero e proprio parco scuola in asfalto che simula una strada: semafori, cartelli stradali, rotonde, tutto deve consentire l’apprendimento dei primi rudimenti del codice della strada. In concomitanza, 2 circuiti d’accesso propongono dei dislivelli e uno spazio con della sabbia per imparare a fare le scivolate.

Il Pump Track. Qui è divertimento puro! Il principio del pump track è semplice: imparare ad andare in bici… senza pedalare! La pista è accessibile agli utenti di bmx, playbike e qualche modello di mtb. Sono state create due piste parallele, con lo scopo di procedere su un circuito indefinito.

Credetemi, sono estasiato come Charlie alla Fabbrica di Cioccolato.

Il Viaggio tra le Sale
Dopo la bella chiacchierata con Olivier, ed esserci guardati un po’ intorno, inizia il nostro viaggio all’interno del capannone.
I tempi sono forzati per il primo giorno, il ritardo del treno ci costringe a correre, pas mal! Il nostro cicerone è un simpaticissimo ingegnere italiano Matteo (è lui, sì, sì, Umpa Lumpa!) che si presta a guidarci per tutto il villaggio e a fungere da interprete con i vari capireparto.

Giusto il tempo di ambientarci grazie all’introduzione del Direttore, e capire che qui risiede il cuore della progettazione e della produzione di b’Twin. Porte e porticine dove dietro si nascondono segreti e meraviglie, sapere e tentazioni, passato e futuro…

L’Area Progettazione dove 40 ingegneri sono al lavoro sulle geometrie, sulle parti di contatto delle bici da strada, mtb, city, urban, trekking, bimbo ed ebike! Matteo ci spiega che ci sono spazi ampi di condivisione del lavoro tra ingegneri, grafici, progettisti, e tester, così che ogni prodotto viene studiato elaborato con la collaborazione e il contributo di tutti.

E tutti praticano la bici: dai dirigenti ai dipendenti ciò che sintonizza sulla stessa frequenza tutti è la passione comune per le due ruote. Non trovi una persona, dico una, lì dentro che non usi la bici; chi ex campione di bmx, chi semplice urban biker, chi invece viaggiatore cicloturista, chi biker, chi downiller…

Le nostre due guide, Mathilde (PR di b’Twin) e Matteo (Components and Technologies Engineer), ci portano attraverso il prodigio di questo “villaggio” e iniziamo a visitare quelle stanze dove nascono, dai disegni ai prototipi, i prodotti che poi riempiranno le corsie dei Decathlon di tutto il mondo e finiranno sotto centinaia di migliaia di “medi” glutei.

È un brulicare di Umpa Lumpa che entrano ed escono da porte con su stampato nomi che lasciano non poco intendere cosa possa succedere lì dietro: la sala Innovation e Realibility e la sala API, Assemblage Prototypage Industriel. Dai progetti degli ingegneri nascono i prototipi di accessori, componenti e bici. Qui nasce il prodotto finale che l’utente poi userá, qualsiasi idea considerata valida per il cliente viene sviluppata e poi realizzata.

Qui avviene l’evoluzione darwiniana della prototipazione industriale con tutti i passaggi dal modello più elementare, che gli umpa lumpa b’twiniani chiamano “mostro”, fino al risultato finale che ha una gestazione di 3 anni fino alla validazione.

Una simpatica procedura per realizzare i test delle biciclette è quella di reclutare i tester tra coloro che hanno commentato le bici sul sito b’Twin: vengono contattati e ospitati in giornate intere di prova dei nuovi modelli, e le loro osservazioni sono prese in considerazione per eventuali successive modifiche del progetto.

Dall’API i prototipi passano poi ai successivi laboratori tra cui quello dei test e passate tutte le severe verifiche a cui b’Twin sottopone questi primi prodotti, si arriva alla sala verniciatura in cui si “veste” definitivamente quello che poi sarà il prodotto finale con le colorazioni più adatte e alla moda e l’applicazione dei decals. Matteo ci spiega che il “piano di design” o addirittura il prototipo approvato viene poi consegnato al costruttore del telaio che lo utilizzerà per realizzare il prodotto finale.

Matteo ci guida poi in quello che riconosco essere il “covo degli umpa lumpa”, la direzione tecnica, una distesa di tavoli su cui i suoi colleghi disegnano le loro idee. La specializzazione è altissima, ognuno con un suo preciso settore: ci sono quindici “ingegneri componente”, ad esempio uno degli ingegneri si occupa solo dello sviluppo dei manubri e attacchi, l’altro solo dei pedali…

Quelli che si occupano dei telai sono in cinque: Matteo si occupa di strada e mtb, chi solo bimbo, poi città, pieghevoli e progetti speciali.

L’ultimo passaggio tra le affascinanti sale di questo Villaggio è quella dell’Atelier tessile dove viene progettato anche tutto l’abbigliamento che b’Twin distribuisce in Europa. I laboratori di produzione e confezionamento sono localizzati in Romania e nei paesi dell’Est europeo, i tessuti sono principalmente di provenienza italiana.

Qui a Lille c’è il reparto di progettazione e design, nel quale una sartina e una stilista danno vita ai capi di abbigliamento dedicati ai ciclisti che troviamo nei negozi Decathlon.

Lo studio dei colori, viene fatto in coordinato con i modelli di bici della stagione, per la felicità del pimper… Anche qui lo studio e la verifica sono molto approfonditi: i test dei capi di abbigliamento vengono effettuati sia dal personale interno b’Twin che dai partner ufficiali, niente poco di meno che la squadra ciclistica professionistica Francaise des Jeux e il gruppo juniores U19 Racing Team.

Lo Stabilimento: la Fabrique
Ed a soli trecento metri dalla progettazione si passa all’assemblaggio: un capannone adiacente che porta il nome Fabrique.
Lo stabilimento del b’Twin Village assembla buona parte della serie di biciclette b’Twin. Questo stabilimento “a portata di mano” punta alla massima flessibilità, per essere sempre vicino alle aspettative del cliente.

Sono 3 le diverse aree dello stabilimento:
-un’area per l’assemblaggio delle ruote;
-un’area di verniciatura (telai e forcelle delle biciclette);
-un’area per l’assemblaggio delle biciclette.

Allo Stabilimento del b’Twin Village arrivano dai produttori i telai grezzi che vengono verniciati, trattati e rifiniti con i decals; successivamente viene eseguita l’intera procedura di assemblaggio delle biciclette e la costruzione delle ruote marcate b’Twin, montate manualmente con l’ausilio parziale di macchinari e quindi verificate.

Qui si riesce a produrre una quantità media di 1.000 biciclette al giorno grazie alle 4 catene di montaggio sulle quali vengono alternati tutti i 40 modelli b’Twin presenti in catalogo.

Per la cronaca, la prima bicicletta «made in Lille» è stata prodotta il 21 aprile 2010.

E dallo Stabilimento, il passo ai Decathlon di tutta Europa é davvero breve, basta solo 1 giorno e la vostra b’Twin é pronta. Bè, la prossima puntata vi racconterò delle bici, dei modelli e delle novità. La sera siamo andati a cena in un locale tradizionale di Lille, niente cioccolato, ma gustose zuppe di formaggio e carne innaffiate di ottima birra!


Segnalo solo un dato:
B’Twin è presente oggi in 20 Paesi del mondo con più di 650 punti vendita, e la produzione di biciclette è arrivata a sfiorare i 3 milioni di unità nel 2013.
e questo ormai 4 anni fa.
 
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amexroma

Biker serius
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biga con cavalli
confermo tutto quanto detto, da possessore di una 720s full che il deca vendeva un anno fa a 1000 euro, con cui ci ho fatto di tutto, percorsi scassati, tecnici, etc ma ho constatato che è una battaglia persa quella con gli altri ciclisti: chi è proprietario di bici da 3/4/5000 euro giustamente denigra quelle del deca, dimenticandosi magari che facciamo le stesse uscite avendo pagato io un quarto di loro : ma è come dire a una signora che nella sua borsa di Prada pagata 3mila euro potrebbe mettere gli stessi oggetti di una comprata sulla bancarella dai cinesi per 10 euro: il marchio è tutto.
concordo anche invece che i meccanici sono, magari non tutti ma un pò somari: portata a centrare una ruota mi hanno stretto troppo due raggi che si sono spaccati all'uscita successiva. per cambiarli volevano spedirmela via una settimana perchè in tuta Roma i laboratori non hanno raggi di ricambio. risolto andando dal meccanico sotto casa, che ho scoperto essere bravo, e risolto con una quindicina di euro in due giorni.
 
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ANDREAMASE

Biker meravigliosus
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una da strada, una no e una via di mezzo...
ma è come dire a una signora che nella sua borsa di Prada pagata 3mila euro potrebbe mettere gli stessi oggetti di una comprata sulla bancarella dai cinesi per 10 euro: il marchio è tutto.

beh dai, non è proprio uguale...
poco sopra qualcuno ad esempio si riferiva agli pneumatici di primo equipaggiamento, la "stessa" gomma in versione "economica" rispetto alla versione "alto di gamma" (prendi per esempio schwalbe linea performance vs evolution) è tutt'altra cosa...e tutt'altro prezzo (facciamo 20€ vs 50 a spanne...vale due volte e mezza? mah...provatele e se vi evitano una caduta...forse si...).
anche una forcella da 150/200€ svolge degnamente il suo compito, ma le differenze con altri prodotti ci sono e si sentono, come anche per i freni e qualunque altro singolo componente...

sicuramente si apprezza molto più la differenza tra una bici da 1000 vs 4000 che tra quella da 4000 e una da 8mila.

io mi diverto anche con la graziella...e ho avuto modo di consigliare le bici del Deca per budget contenuti, ma anche la borsa di Prada proprio uguale alla cinese da 10€ non è!!!
 

[maxx]

Biker superis
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confermo tutto quanto detto, da possessore di una 720s full venduta un anno fa a 1000 euro, con cui ci ho fatto di tutto, percorsi scassati, tecnici, etc ma ho constatato che è una battaglia persa quella con gli altri ciclisti: chi è proprietario di bici da 3/4/5000 euro giustamente denigra quelle del deca, dimenticandosi magari che facciamo le stesse uscite avendo pagato io un quarto di loro : ma è come dire a una signora che nella sua borsa di Prada pagata 3mila euro potrebbe mettere gli stessi oggetti di una comprata sulla bancarella dai cinesi per 10 euro: il marchio è tutto.

Scusa ma non sono per niente d'accordo, e trovo il paragone con le borse assolutamente non pertinente. Sono contentissimo della mia rockrider 9.1 e la ritengo un mezzo più che adatto alle mie uscite ed alle mie capacità, e dotata (allora) di un eccellente rapporto qualità prezzo, rispetto alle dirette concorrenti di altri marchi.

Questo non significa, però, che mtb ben più costose non siano anche un altro pianeta come qualità :-)... la Tora fa il suo lavoro egregiamente, ma non posso certo dire che rispetto ad una Pike (che da sola costa quanto ho pagato la mia bici usata) costi di meno solo perchè il marchio è tutto.
 

amexroma

Biker serius
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biga con cavalli
il pregiudizio è figlio dell'ignoranza:
di chi pensa che una bici del Deca sia un cancello a priori
di chi pensa che una bici da 5.000 € sia solo "marchio"
non ho scritto che 5000 di bici è solo marchio, ho scritto che il fascino del marchio è tutto, è ben diverso. e poi anche prada ti potrebbe dire che la sua pelle è meglio della plastica usata dai cinesi per le loro borse, in un certo qual modo giustificando il suo prezzo maggiore rispetto ai 10 euro dei cinesi.
tornando alle bici, non scriverei mai che 5000 euro di cannondale valgono quanto 1000 del deca, la so la differenza che ci corre, tranquillo.
dico solo che una da 1000 del deca monta componenti discreti, una da 1000 di marca monta magari componenti più ciofeche, però i ciclisti preferiscono 1000 euro per un marchio noto per millemila motivi tra cui quelli già detti, non ultimo quello che ho sentito ultimamente la rivendibilità, che è maggiore per le bici griffate
 
Stato
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