DIVIETI IN VENETO - Proposta di Nuova Legge Regionale

  • La Pinarello Dogma XC è finalmente disponibile al pubblico! Dopo averla vista sul gradino più alto del podio dei campionati del mondo di XC 2023 con Tom Pidcock (con la full) e Pauline Ferrand-Prevot (con la front), Stefano Udeschini ha avuto modo di provarla sui sentieri del Garda
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VenomPick

Biker novus
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Salve a tutti, sono un alpinista-escursionista. Premetto che non sono un biker, anche se ogni tanto mi viene il desiderio di provare.
Mi inserisco nella discussione sulla possibilità di frequentare i sentieri di montagna da parte delle mountain bike.

Penso che una regolamentazione sia necessaria, e che non debba essere nè troppo restrittiva (col rischio di farla diventare discriminatoria a tal punto da rivelarsi inutile) nè troppo permissiva.

Il punto che più mi preme è quello che riguarda i sentieri cosiddetti "alpini", che sono cosa diversa dalle mulattiere. Attualmente, pare che l'indirizzo sia quello di aprire la possibilità ai biker di percorrerli teoricamente senza nessuna limitazione. La cosa francamente mi sembra discutibile. I sentieri non sono tutti uguali, sia dal punto di vista della frequentazione sia della loro difficoltà.
Qui ho visto scrivere di "ciclo-escursionismo" e di "ricerca di avventura e di scoperta". Ok, ma questo cosa significa? Che con le bici, in nome dell'avventura, si possono percorrere anche sentieri dalle caratteristiche alpinistiche?
Non è solo un problema di rovinare o meno il sentiero, anche perchè, come fatto notare giustamente, non è la percorrenza rara o saltuaria che rovina il sentiero, ma la frequentazione di massa e continuativa; e su certi sentieri, molto selettivi, la massa non ci va. E' un problema di sicurezza, ed è un punto su cui è bene che si apra una discussione molto, molto seria.

I sentieri alpini hanno determinate caratteristiche, e si inseriscono spesso in un contesto di wilderness che deve essere mantenuto il più possibile inalterato. Possono essere soggetti a smottamenti, piccoli o grandi, che ne compromettono la percorrenza in sicurezza da parte a volte anche degli escursionisti a piedi; figuriamoci da parte dei ciclisti. Possono transitare su terreno detritico e pendii molto ripidi (è il caso di molte mulattiere militari tracciate durante la Grande Guerra), dove è possibile far cadere pietre addosso ad altri (che siano altri bikers o escursionisti a piedi non ha importanza). Possono presentare passaggi in roccia, a volte esposti.
Ora, è chiaro che di fronte a situazioni ambientali di questo genere i problemi che può incontrare un escursionista o un alpinista correttamente attrezzato ed esperto, sono nettamente inferiori, se non inesistenti, rispetto ad un ciclista a bordo del suo mezzo.
Di conseguenza, le necessità di interventi di manutenzione o di messa in sicurezza sono, per chi questi sentieri li percorre a piedi, o inutili o comunque poco invasivi. Al contrario, per chi li percorre in bici, questi interventi devono essere tempestivi, risolutivi e a volte tali da stravolgere la natura stessa del sentiero.
Questo perchè sui sentieri censiti dal CAI la responsabilità di eventuali incidenti dovuti a "scarsa manutenzione" è in capo alle Sezioni CAI incaricate della cura di detto sentiero. Laddove per "scarsa manutenzione" può essere anche la frana avvenuta in seguito a temporale notturno che ha interessato in vario modo il sentiero; il biker arriva in quel punto il giorno successivo, cade e si infortuna, oppure lascia cadere detriti che vanno a colpire altre persone. Ma non solo: un buon avvocato potrebbe invocare la "scarsa manutenzione" anche per la presenza di altri pericoli oggettivi che potrebbero venire rimossi o ridotti, come rocce, tronchi o radici di piante.
Insomma, il rischio è che, per non dover incorrere in cause civili e/o penali, ci si senta in dovere di intervenire pesantemente sulla sentieristica al fine di ridurre al massimo i rischi e le possibili situazioni di pericolo. Fermo restando che svariate di queste non sono eliminabili.

Ora, la mia proposta è quella di consentire l'accesso ai bikers ai soli percorsi appositamente segnalati e individuati di concerto fra CAI, Comunità montane/Regole e Associazioni rappresentative dei bikers. Questo potrebbe garantire da un lato la serena convivenza di bikers ed escursionisti sui percorsi stabiliti di comune accordo; e dall'altro il mentenimento di un certo grado di manutenzione e sicurezza senza alterare la wilderness tipica delle Terre Alte, messa sempre più a rischio da un tasso di antropizzazione sempre più elevato e sempre più invasivo.

I criteri per scegliere i percorsi sarebbero svariati:
- la quota
- le caratteristiche del sentiero o della zona
- la presenza di elementi di flora e/o fauna di cui va tutelato l'habitat
- la frequentazione escursionistica (ammettere ai bikers, ad esempio, la percorribilità dei sentieri per i rifugi Locatelli o Coldai significa creare disagi e situazioni di pericolo)
- ecc.
 

sembola

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Il problema non è la sicurezza: altrimenti dovremmo mettere un posto di blocco su tutti i sentieri per verificare se l'escursionista ha attrezzatura adeguata, oppure vietare la ricerca di funghi che tanto lavoro dà al soccorso alpino.
Il problema è, ma solo in parte, il conflitto d' uso: dico in parte perchè quando dei salire per mille metri o più è difficile parlare di frequentazione di massa.
Ed il problema è solo in parte riconducibile all' impatto ambientale, visto che in luoghi dove girano solo escursionisti a piedi ci sono lo stesso sentieri pesantemente erosi e molti rifiuti.

Il problema IMHO è legato principalmente all' egoismo dell' uomo, che tende a considerare "gli altri" come degli "estranei" ed a cercare la pagliuzza nell' occhio altrui senza accorgersi dell' evangelica trave nel proprio.

Personalmente ritengo che le regolamentazioni devono essere razionali e sensate. Per dire, se c'è un'area particolarmente delicata ben vengano dei limiti, ma che valgano per tutti e non solo per chi non fa parte degli amici della parrocchietta.
 

scratera

Biker nirvanensus
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...
I criteri per scegliere i percorsi sarebbero svariati:
- la quota
- le caratteristiche del sentiero o della zona
- la presenza di elementi di flora e/o fauna di cui va tutelato l'habitat
- la frequentazione escursionistica (ammettere ai bikers, ad esempio, la percorribilità dei sentieri per i rifugi Locatelli o Coldai significa creare disagi e situazioni di pericolo)
- ecc.
...intanto ben arrivato tra noi ..o-o...
..premetto che sono stato membro SAT ..arrampicavo con all'attivo anche delle belle vie dolomitiche sostenute...scialpinismo di un certo livello con salite al bianco e al rosa....fatto parte anche come aiuto istruttore ad alcuni corsi della mia ex sezione…dico ex perché purtroppo per via di queste ottusità sul vedere le novità ho abbandonato…ora ti domando
Fa più danno una bici che passa su un prato o un escursionista
Come fai a dire che un ciclista non sia in grado di percorrere detto sentiero in piena sicurezza ed autonomia al pari dell’escursionista o addirittura di un alpinista esperto…anche i vari Manolo ai loro tempi erano considerati dei pericoli
La quota se escludiamo i mezzi meccanizzati per il trasporto di massa non mi risulta che troverai molti bikers a quote elevate e quelli che troverai sanno quello che stanno facendo…e la fatica fatta per portare fin li i loro mezzi…e poi allora questo come lo consideri:


Bergmönch - Hiking uphill Wheeling downhill on Vimeo



Elementi o flora vengono a mio giudizio calpestati alla stessa maniera e disturbati alla stessa maniera sia che passi a piedi che in bici…non mi risulta che una bici faccia più rumore di un escursionista o crei disastri ecologici….
Sulla frequentazione qua sta ai singoli avere la capacità di capire quando fermarsi e cedere il passo sia che stiamo parlando di ciclisti che di escursionisti…anche tra gli escursionisti ce chi ha una andatura più veloce e chiede il diritto di passo…certo che personalmente quando incontro un escursionista io cedo il passo e lascio passare…anche se su 160.000m di dislivello fatti quest’anno avrò incontrato si è no una 30 di escursionisti…sarà che percorro sentieri poco frequentati per la loro dislocazione ma se non passassi probabilmente andrebbero persi…
 
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capataz

Biker superioris
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Rocky Mountain Altitude Rally
Ciao, benvenuto e grazie per il tuo contributo che mi sembra onesto anche se ovviamente non sono d'accordo con te.

Se fai parte del CAI sarai sicuramente al corrente del dibattito che anima gli alpinisti da alcuni anni sulla sovralegiferazione che vuole mettere paletti e soprattutto pene a chi pratica l'attività al di fuori di certi limiti (da stabilire, non si sa bene da chi e come). La stampa sociale ci ammorba periodicamente con queste mene, ma ovviamente le capisco bene.

Però non capisco quindi come possa venire proprio da un alpinista un punto di vista di questo tipo. Cosa facciamo 2 pesi e 2 misure ? Non vale per chi frequenta la montagna sudando sulla propria bicicletta ciò che vale per i nobili alpinisti nella loro lotta con l'alpe ?

Premetto che questa legge, se l'ho letta e capita bene, non cambia di una virgola la legge preesistente ma si limita a dire che se un comune vuole tabellare un percorso cicloescursionistico lo può fare se fa certi passi burocratici (pazzesco, ci vuole il geometra !) e se questi passano sui sentieri alpini questi devono avere certe misure. Detto questo, se un comune non realizza niente per andare sui sentieri alpini in mtb vale la legge di prima. Quindi, considerando le assurdità contenute nel regolamento attuativo, ben pochi si avventureranno nel fare 'ste robe e quindi questa legge è assurda e servirà alla fin fine solo per poter fare qualche bel bike park in qualche stazione sciistica (mi viene male quando sento paragonare un bike park al cicloescursionismo, ma va beh).

Tuttavia, le leggi che impongono misure e divieti esistono già e non funzionano perchè sono sbagliate e nessuno ovviamente le rispetta, ma, molto peggio, nessuno le fa rispettare perchè si sa che in Italia funziona così.

Se l'Italia fosse un paese serio si potrebbe fare quello che proponi tu, cioè mettere tutti intorno ad un tavolo per discutere seriamente del problema (la dove c'è un problema, perchè è ovvio che in certe singole situazioni qualche problema può esistere). Il fatto è che fino ad ora, dove sono state fatte leggi restrittive per la mtb, le regole se le sono dettate tra di loro (di solito le detta la Commissione Sentieri Regionale del CAI di turno al supino legislatore). Non è un mistero che l'unica legge regionale seria sia quella del Piemonte perchè li c'è un cultura cicloescursionistica nel CAI molto radicata e soprattutto ci sono sentinelle davanti all'ufficio della regione a verificare che non avvengano i soliti blitz (cosa non ancora scongiurata visto che manca il regolamento attuativo). Molto spesso infatti le leggi nascono buone ma poi, quando arriva il il provvedimento di attuazione, ecco che saltano fuori le solite formulette matematiche di trentina memoria suggerite dal rappresentante del gruppo sentieri inviato in missione col suo Quaderno n.1 in mano come unica via e verità.

Per vostra informazione: in seguito alla recente legge veneta il Gruppo Regionale Veneto del CAI ha già scritto a tutte le sezioni chiedendo di preparare la lista dei senteri ammessi che rispettano le misure previste dalla legge stessa nel caso i comuni decidessero di applicarla.
Ovviamente tutto ciò è avvenuto senza tenere in minimo conto del parere del referente veneto del Gruppo di Cicloescursionismo del....CAI.

Il CAI si merita molto di più di questo, per come lo vedo e lo vivo io il CAI ha l'onore e l'onere di insegnare alle persone a conoscere e amare e rispettare la montagna anche in sella alla mtb. Questo lo si fa innanzitutto con l'esempio, con la formazione e con l'informazione. Questa è una missione ben più alta e utile alla tutela dei sentieri e alla sicurezza delle persone che non vietare e basta in base al centimetro.

Leggiti il "Quaderno di cicloescursionismo" appena pubblicato dal Gruppo Cicloescursionismo della Commissione Centrale Escursionismo, è una lettura formativa e ovviamente non troverai da nessuna parte scritto che i sentieri si misurano col metro ne tantomento che col clinometro, ma in compenso troverai cose che, siccome vengono applicate regolarmente da tanti soci-bikers in tutta italia (ma sono sicuro anche da tanti che non sono soci), contribuiscono veramente alla conoscenza, all'amore e alla tutela di luoghi che l'uomo moderno ha ormai abbandonato e che non si rovinano certo perchè ogni tanto ci passa qualche pazzo come noi con la mtb in groppa.

ciao
 

Petek

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Fa più danno una bici che passa su un prato o un escursionista

per la poca (in confronto a scrat e sembola) esperienza che ho come escursionista, alpinista, ciclista e raramente di manutentore sentieri, penso che:

- un escursionista o un ciclista da soli in un prato fanno il medesimo danno, cioè nessuno.

- 1000 ciclisti o 1000 escursionisti dipende...

  1. in salita si equivalgono
  2. in discesa i ciclisti fanno molti più danni (ed anche più rumore)
In parte i danni sono fatti perché i sentieri sono fatti per camminare, prendendo come esempio la discesa da Fanes verso Capanna Alpina si nota come un semplice palo obliquo per favorire il deflusso delle acque è scavalcabile facilmente a piedi, le bici hanno allargato di 1 m la traccia per passare dove il palo non c'è (quindi il danno ambientale c'è). Dove ci sono le scalette vale lo stesso discorso, la traccia a piedi e quella in bici si discostano.
La situazione è quasi all'equilibrio, con le traiettorie delle bici parzialmente distinte da quelle a piedi. Ci fa la manutenzione del sentiero cosa dovrebbe fare? mantenere in efficienza entrambe le tracce? e chi paga l'aumento del lavoro? e i volontari per lavorare sono escursionisti o ciclisti?

Per quanto riguarda la sicurezza penso che ci siano imbranati sia a piedi che in bici...

Come ho già scritto più volte: serve buon senso, sia a piedi che in bici, qualche divieto motivato (molto pochi, 10/20 in tutte le Dolomiti), ma rispettati dai ciclisti.
Ci sono divieti anche per chi va a piedi (es. Talvena) e per chi arrampica (es. falesia di Osp, parte dx)
 

VenomPick

Biker novus
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Mah.
Dal tono di alcune repliche ad una proposta fatta in modo direi piuttosto pacato e ragionevole (che, mi permetto di ricordare, è solo una proposta e un contributo alla discussione, non certo un dettato legislativo nè un'imposizione), deduco che se finora ai bikers sono stati interdetti certi percorsi non posso certo dar torto a chi lo ha fatto. Nè, tanto meno, a chi continua a farlo.
La montagna non è una pista. La montagna non è luogo di prestazioni sportive. La stessa frequentazione della montagna, piaccia o no, non è una disciplina sportiva.
Il cicloescursionismo è una cosa, le sboronate di chi si getta in downhill a rotta di collo con bici supertecnologiche sono tutt'altra.
Ma a parte questo.
Dite che il problema non è la sicurezza. E che chi frequenta in bici i sentieri alpini sa quello che fa.
Se questo significa che si assume anche le responsabilità per i rischi che si prende, mi sta bene. Ma i dati di fatto mi dicono che così non è. Tempo fa un biker, scendendo lungo un sentiero dopo che da poche ore sulla zona aveva imperversato un violento temporale, ha trovato un tratto di pochi metri in cui il sentiero si era drasticamente ridotto in larghezza a causa di uno smottamento causato dal temporale. E' caduto, procurandosi la frattura di alcune costole e diverse contusioni. La prima cosa che ha fatto è stata sporgere denuncia contro la Sezione CAI che ha in carico la manutenzione del sentiero. Se non ricordo male, ha perso la causa perchè si è dimostrato che per la Sezione sarebbe stato impossibile verificare lo stato del sentiero a così breve distanza di tempo (lo smottamento è avvenuto di notte, e l'incidente si è verificato la mattina seguente), e tanto meno metterlo in sicurezza.
Quello che ho riportato è solo un esempio, ma quanti casi ci sono di questo tipo? Se a voi dovesse malauguratamente capitare una cosa del genere, come vi comportereste?
Visto che a nessuno fa piacere essere chiamato davanti ad un giudice per rispondere di una fantomatica "colpa", le strade possibili sono due: o si mettono in sicurezza i sentieri, in modo che chi ci corre sopra non possa dire nulla se si fa male ( e qui però mi dovete dire voi come si fa e chi ci deve pensare, visto che i costi per un'opera di questo genere sono abnormi); oppure si chiudono gli accessi tout court, e i bikers vanno a divertirsi nelle aree appositamente attrezzate.

Ripeto, visto il tono delle repliche, mi pare di capire che non si veda l'ora di avere mano, pardon, ruota libera su qualsivoglia sentiero, anche quelli più impervi. Tanto, se ci scappa l'incidente, c'è sempre l'avvocato pronto, che diamine. Se è così, ben venga la chiusura degli accessi e il mantenimento della wilderness così come sta e come deve stare.

Io non ho nulla contro i bikers, e personalmente sono per una serena convivenza tra i due modi di frequentare i sentieri. Ritengo indispensabile che la soluzione a questo problema vada cercata di concerto, facendo attenzione che le aperture devono essere da entrambe le parti.
 

sembola

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Concordo, le soluzioni vanno cercate di concerto. Però finora le soluzioni sono sempre state cercate in modo autoreferenziale, con una parte che si arroga il diritto di decidere cosa si può fare, senza che l'altra parte sia in qualche modo coinvolta nella discussione.

Io non sono contrario ad una regolamentazione, al contrario: purchè sia razionale e basata su evidenze scientifiche e non su egoismi od interessi di bottega. Se si deroga da questi principi si ottengono norme ideologiche la cui efficacia è scarsa per non dire nulla. Voglio dire che mi si deve spiegare, prove alla mano, per quale motivo la mtb non può andare su un determinato sentiero. Perchè c'è rischio di conflitto con gli escursionisti? Benissimo, allora si vietino quei sentieri molto trafficati (come per esempio avviene in zona Tre Cime) e/o in periodi turistici e non tutti e sempre, compresi quelli in zone remote e poco accessibili dove non passa mai nessuno. Perchè il fondo è particolarmente delicato? Ok, ma allora vanno regolamentati gli accessi tout court, visto che l'erosione la provocano anche gli scarponi (come sa chiunque va per montagna), e consentiamo quelli "normali" . Invece abbiamo leggi che vietano di passare sui sentieri deserti del Lagorai ma consentono di passare dal Vien del Pan in mezzo a frotte di merenderi in infradito, ed altre che non discriminano tra un sentiero che attraversa una torbiera (su cui non si dovrebbe entrare neppure a piedi) ed uno lastricato.


Che la montagna non sia un lunapark (o perlomeno non dovrebbe esserlo) ne sono convinto anch'io, l'ho scritto più volte sul Forum in altre occasioni. Sono però altrettanto convinto del fatto che l'escursionismo, la "conoscenza delle montagne" si possa perseguire anche in sella ad una mtb e che questa diversa modalità non sia diversa da quella svolta con gli scarponi ai piedi.


Mi permetto di insistere sul tema della sicurezza, che lo ripeto è un falso problema per due ordini di motivi.
Un primo luogo, dal punto di vista legale non c'è alcuna differenza tra un escursionista a piedi ed uno in bici, astrattamente il gestore del sentiero è responsabile alla stessa maniera in caso di incidenti.
In secondo luogo, passando dall' astratto al concreto, è molto difficile dimostrare che i "pericoli" presenti intrinsecamente su un sentiero di montagna non siano prevedibili, e quindi gli effetti di un incidente risarcibili.
Ed infatti, non sorprendentemente, la causa citata è stata respinta, com'era logico ed ovvio che fosse.

Occhio poi a tirare fuori l' "impervietà", perchè da questo a mettere un posto di blocco all'attacco di una ferrata che intima di esibire il "patentino" la strada è breve.


[MENTION=36294]Petek[/MENTION]: esistono degli studi svolti in Nuova Zelanda che sostengono che l'impatto erosivo sui sentieri a seguito del passaggio di escursionisti, biker e cavalli è lo stesso.
 

Tc70

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Picola ma carattarastica...
Mah...non capisco questo eterno dilemma tra bikers e trekkers (per dirla semplice...),io che sono socio C.a.i. da quasi 18 anni,che vado in mtb da 20,che scendo sottoterra da 15 e che percorro camminando da più di 20 le montagne...bene in tutti questi anni purtroppo ho potuto notare la mera stupidità di taluni a discapito di alcuni...che sian essi in bici o a piedi....
Ci si potrà mettere anche a tavolino per un bell'incontro tutti,ma tanto ci sarà sempre il Bastian contrario...e non se ne verrà mai a capo di niente...
Sarebbe tanto più semplice che la massa capisse cosa è bene e cosa no,senza un indottrinamento da parte di nessuno...tutti dovremmo capire che siamo noi a cospetto della signora montagna e non lei,e qualunque torto noi gli facciamo,sia a piedi sia in bici,con gli sci ...prima o poi ci si ritorcerà contro...impariamo a rispettare e a capire i limiti di tutte le discipline prima di andare in montagna...è a lei che lo dobbiamo...:celopiùg:
 
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@Petek: esistono degli studi svolti in Nuova Zelanda che sostengono che l'impatto erosivo sui sentieri a seguito del passaggio di escursionisti, biker e cavalli è lo stesso.

Gli studi valgono all'interno di determinate condizioni al contorno (salita, discesa, tipo di terreno, n° di passaggi, ...). Se hai un link allo studio provo a leggermelo.
Io ho riportato la mia esperienza di ciclista ed escursionista, sono convito che (generalmente) in discesa le bici fanno più danni dei pedoni.
Altro esempio: sull'altipiano del Rosetta la differenza è minima perché la traccia è su rocce e sassi, ma la seconda parte (Campigat-Gares) il terreno è molto più erodible, la differenza si vede.
Ulteriore esempio: un ciclista meranese (ben conosciuto sul forum) riportava il caso di un sentiero plurisecolare il cui accesso può avvenire da teleferica, in pochi anni l'erosione delle ruote lo ha reso quasi impraticabile (è un esempio al limite perché c'è la risalita meccanizzata, però non è in un bike-park)

E' sicuramente vero che i sentieri dove passano pochissime persone e pochissimi ciclisti (come quelli che percorre abitualmente scrat ed spesso anch'io) non risentono ne' dell'uno ne' dell'altro.
 
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LAcek

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Nei numerosi giri in bike che ho fatto in Dolomiti ho trovato altri bikers solo nei percorsi più semplici (es. sterrati) o nelle discese raggiungibili con gli impianti.
Dove c'è da far fatica a salire o dove servono capacità tecniche per scendere, di bikers ce ne sono davvero pochi...agosto compreso!

Alla fine è un falso problema...
 
Mah...non capisco questo eterno dilemma tra bikers e trekkers (per dirla semplice...),io che sono socio C.a.i. da quasi 18 anni,che vado in mtb da 20,che scendo sottoterra da 15 e che percorro camminando da più di 20 le montagne...bene in tutti questi anni purtroppo ho potuto notare la mera stupidità di taluni a discapito di alcuni...che sian essi in bici o a piedi....
Ci si potrà mettere anche a tavolino per un bell'incontro tutti,ma tanto ci sarà sempre il Bastian contrario...e non se ne verrà mai a capo di niente...

Straquoto...
anche io escursionista e biker...
secondo me è da chiarire per legge che uno ci va a suo rischio e pericolo altro che chiamare l'avvocato.... e a dar fango sui volontari!
E concordo su qualche divieto (ma ce ne sono già appunto vedi locatelli...) dove c'è veramente troppa affluenza...
ma che diamine per il resto un po' di respiro , di libertà e tanto buon senso...
E se vediamo il bullo che si crede su una pista da dh lo si richiama!
civiltà innanzitutto
 

sembola

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Gli studi valgono all'interno di determinate condizioni al contorno....
Appunto, a parità di condizioni: se su un sentiero passano 1000 bici e dieci escursionisti il degrado è provocato dalle bici, se ci passano 1000 escursionisti e 10 bici la "colpa" è dei camminatori. E' ovvio che non si può usare un argomento del genere contro le mtb senza usarlo anche per i trekkers...

Le citazioni degli studi (pochi per la verità) in tema le trovi sul sito dell'IMBA.
 

nemox

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28/10/06
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secondo me è da chiarire per legge che uno ci va a suo rischio e pericolo altro che chiamare l'avvocato.... e a dar fango sui volontari!
E concordo su qualche divieto (ma ce ne sono già appunto vedi locatelli...) dove

Infatti credo che questo esempio sia stato citato a sproposito perchè la tendenza a rivolgersi agli avvocati in casi come questo dipende solo dalla dilagante volontà di spillare soldi ovunque ce ne sia la possibilità (si vedano per esempio gli infortuni stradali).
Per quello che mi riguarda a quel biker avrei dato personalmente la spinta per cadere più in basso:arrabbiat: perchè è vergognoso prendersela con dei volontari quando si sa benissimo che lo sport che si pratica è pericoloso e le responsabilità sono prima di tutto personali.
 

Petek

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Appunto, a parità di condizioni: se su un sentiero passano 1000 bici e dieci escursionisti il degrado è provocato dalle bici, se ci passano 1000 escursionisti e 10 bici la "colpa" è dei camminatori. E' ovvio che non si può usare un argomento del genere contro le mtb senza usarlo anche per i trekkers...

Le citazioni degli studi (pochi per la verità) in tema le trovi sul sito dell'IMBA.

Non è ciò che intendevo io. Lo studio che sostanzialmente afferma che i danni non dipendono dal mezzo dovrebbe essere citato assieme alle condizioni di studio.
un sentiero in piano su fondo duro in una stagione secca è molto diverso da un traccia erbosa con una pendenza del 20%

Io mi riferisco a sentieri molto frequentati, in cui ogni stagione l'ordine di grandezza è 1000 bici e 10000 escursionisti.
Il sentiero che da Fanes scende a Capanna Alpina per decine d'anni ha sopportato 10000 escursionisti ogni anno, negli ultimi anni si è rovinato moltissimo a causa del passaggio delle 1000 biciclette (IN DISCESA). il tutto a parità di manutenzione.
Non sarà uno studio IMBA, ma chi frequenta le Dolomiti lo può verificare facilmente.

PS
Io posso essere contato sia fra i 1000 che fra i 10000
 

sembola

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Non è ciò che intendevo io. Lo studio che sostanzialmente afferma che i danni non dipendono dal mezzo dovrebbe essere citato assieme alle condizioni di studio.
un sentiero in piano su fondo duro in una stagione secca è molto diverso da un traccia erbosa con una pendenza del 20%
Lo studio dice che a parità complessiva di condizioni l'erosione provocata da escursionisti, biker e cavalli è analoga. Altri studi sostengono che in salita l'erosione di biker e trekker è molto minore a quella delle moto,
mentre in discesa è superiore sia per le bici che per i trekker.


Io mi riferisco a sentieri molto frequentati, in cui ogni stagione l'ordine di grandezza è 1000 bici e 10000 escursionisti.
Il sentiero che da Fanes scende a Capanna Alpina per decine d'anni ha sopportato 10000 escursionisti ogni anno, negli ultimi anni si è rovinato moltissimo a causa del passaggio delle 1000 biciclette (IN DISCESA). il tutto a parità di manutenzione.

Permettimi, ma come fai a dare certe cifre? hai passato l'estate col blocco note in mano? Hai a disposizione l'elenco delle ore di manutenzione svolte e delle precipitazioni atmosferiche? :nunsacci:
Lo ripeto, io frequento le Dolomiti e vedo sentieri erosi (compresi gli odiosi "tagli", che qualsiasi manuale e guida mette all'indice) in luoghi che non hanno mai visto una bici.


Non sarà uno studio IMBA, ma chi frequenta le Dolomiti lo può verificare facilmente.
Non è uno "studio IMBA", ma bensì articoli pubblicati da ricercatori su riviste scientifiche, soggetti com'è uso ne mondo scientifico al controllo editoriale ed a quello degli studiosi.
Quanto alla "verifica", dare la colpa alle bici è delirante. Nelle Dolomiti io ho verificato facilmente i danni di un modello di sviluppo basato sulla massa, e quelli di una piccola parte del mondo ambientalista che, non potendo fermare i grandi saccheggiatori dell'ambiente si sfoga su chi, più piccolo e meno potente economicamente, viene considerato un "nemico" su cui puoi sfogarti. Prendersela con le bici e consentire l'eliski è ipocrisia.
 
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Petek

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Permettimi, ma come fai a dare certe cifre? hai passato l'estate col blocco note in mano? Hai a disposizione l'elenco delle ore di manutenzione svolte e delle precipitazioni atmosferiche? :nunsacci:

Specifico che non parlo in termini assoluti, ma proporzionale. es. auto e camion fanno danni alle strade, ma in proporzioni diverse e non uniformemente sulla strada. Ovvio che se nessuno le usasse non ci sarebbero danni.

Il mio esempio è circonstanziato, lo ripeto da Fanes a Capanna Alpina. La verifica è fattibile da chiunque legga il forum :rosik: "delirante" o cartesiano che sia.
I danni dovuti ai pedoni, alle bici ed alle precipitazioni sono ben distiguibili (la parte bassa è stata degradata da un temporale, sopra no)
I tagli dovuti alle bici sono diversi da quelli che si fanno a piedi (perché li ho percosi sia in bici che a piedi).
Il bilancio della Provincia Autonoma per la manutenzioni sentieri non è variato sensibilmente
Le dimensioni dei parcheggi (plurale) di Capanna Alpina suggeriscono l'ordine di grandezza del n° di passaggi degli escursionisti.
Il rapporto clienti appiedati / clienti biciclettati dettomi dal gestore del Fanes suggerisce l'ordine di grandezza del n° di passaggi dei ciclisti.

P.S. non c'è iposcrisia, l'eliski (nelle Dolomiti) è permesso dove anche le bici sono consentite e dove la manutenzione dei sentieri è pagata dalle PA.

P.P.S. Sono disponibile per fare la verifica in contraddittorio
 
L

LAcek

Ospite
Ci facciamo le paranoie per qualche bici sui sentieri e poi asfaltiamo intere vallate, deturpiamo le montagne con impianti da sci, costruiamo parcheggi in quota... beato rispetto della montagna e dell'ambiente!
 

gatto moderno

Biker ultra
I cataclismi in generale provocano danni d'erosione e altro nemmeno lontanamente paragonabili all'usura dei sentieri causati da biker,trekkisti ecc.,certo un lieve danno lo provocano,la legge viene applicata al 100%? Non si risolve il problema ma ci dovremo piegare alla legge.Per fare centro dovrebbero fare una legge che vieta i disastri naturali di manifestarsi,assurdo? Purtroppo.:nunsacci:
 

sembola

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Bike
una nera e l'altra pure
Petek, permettimi, ma quello che sostieni è una tua opinione, rispettabile ma non dimostrabile in alcun modo.

Il problema purtoppo è proprio questo, le decisioni in questo sventurato paese vengono prese in base ad opinioni, credenze ed ideologie: ed i brillanti risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Finora non ho letto una qualsiasi dimostrazione razionale che giustifichi i divieti alle bici. L'unica motivazione sensata è quella sul conflitto d'uso, che esiste ma che essendo un conflitto di origine psicologica è difficilmente misurabile. Ma anche accettando questo argomento, l'irrazionalità di una norma che anzichè vietare quei pochi sentieri dove c'è tanta (troppa) gente vieta la totalità che è sempre deserta è evidente per chiunque. Oppure potremmo parlare di come norme analoghe vengono gestite dai vicini trentini: se ci vai da solo i sentieri sono vietati perchè le bici sono brutte e cattive, se ci vai con la guida e la paghi allora passa pure, ti facciamo anche salire in funivia.:omertà: Alla faccia delle pseudomotivazioni ambientali.
 

Classifica mensile dislivello positivo