escursioni nel tarvisiano

I ride on 26's

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Se mi confermi che non trovo giungla vedo di andarci entro fine agosto.
Mi confermi anche una quarantina di minuti a spinta?

Tranquillo, non ci sono erbacce sul Cjasut!! Prima parte di discesa tra i mughi su fondo di sassolini (che tiene benissimo!), seconda parte in magnifica faggeta. Alla fine di un primissimo tratto di discesa c'è un bivio in coincidenza di una breve risalita: tieni la dx. A sx c'è una variante diretta per Dordolla (chiamata "la Lope", più impegnativa!). Complessivamente hai più di mezz'ora di discesa, quindi bisogna avere freni "sani"!
Per salire al Cjasut dall'ospedale militare hai tempi variabili in funzione della gamba: se preferisci salvarla e farla tutta a spinta i 40' che dici sono corretti. Ma più di qualche tratto è in realtà pedalabile, quindi direi a spinta tra i 20' e i 40' a seconda delle gambe.
Se vuoi andarci in compagnia, Carniabike organizza un raduno sabato 12 agosto, con percorsi differenziati tra cui il classico al Cjasut.
 

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Se posso intromettermi, mi sentirei di consigliarti la Val Visdende in senso antiorario, all'opposto del giro canonico, con deviazione finale verso forcella Dignas, con i manufatti militari e vista fino al Grossglockner, e sosta al sottostante Porzehutte in territorio austriaco e ritorno per la stessa via. Per scendere al rifugio c'è anche il single track a tratti impegnativo.
Giro molto molto panoramico, anche se con discese sul resto del percorso non eccezionali alla fine.

Quoto integralmente!
Un paio di settimane fà dalla Porzehütte sono rientrato in Italia per il Passo di Cima Vallona, facendo 40' a spinta e poi scendendo lungo la mulattiera dell'elettrodotto in Melin. Per me non conviene! Sebbene i panorami siano ovviamente splendidi (parete N del Palombino su tutti), la tanta fatica della salita a spinta non è bilanciata da una discesa sufficientemente gustosa (solo mulattiera, niente sentiero). Se si vuole fare la traversata meglio passare per Londo e P.so Palombin.
 

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Ieri ho fatto il percorso della gara del Lussari e tralasciando la salita al monte che quella è e rimane sempre la stessa, ho molto apprezzato invece il percorso di avvicinamento di circa 13 Km e circa D+ 400 m di dislivello, abbastanza impegnativo in parte inedito con solo 2 Km di asfalto. Proseguendo poi fino in fondo alla fine della val Saisera percorso che ho continuato dopo essere sceso dal Lussari, ne viene fuori un giro parecchio bello di circa 35 km con 750 m di dislivello.

In zona merita un passaggio anche il sentiero della foresta degli abeti di risonanza. Dalla sterrata per il Pellarini e Prasnig, in coincidenza della stele di Martinelli (mi sembra si chiamasse così...), si gira a dx e in breve si entra nel reticolo di sentieri (contrassegnati con frecce blu-verdi-rosse) che attraverso un magnifico sottobosco misto abete-faggio permette di scendere alla pista di fondo della Saisera.
 
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In zona merita un passaggio anche il sentiero della foresta degli abeti di risonanza. Dalla sterrata per il Pellarini e Prasnig, in coincidenza della stele di Martinelli (mi sembra si chiamasse così...), si gira a dx e in breve si entra nel reticolo di sentieri (contrassegnati con frecce blu-verdi-rosse) che attraverso un magnifico sottobosco misto abete-faggio permette di scendere alla pista di fondo della Saisera.
Infatti ho percorso diversi tratti della Sound Track
 
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ifixtchentchen

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In zona merita un passaggio anche il sentiero della foresta degli abeti di risonanza. Dalla sterrata per il Pellarini e Prasnig, in coincidenza della stele di Martinelli (mi sembra si chiamasse così...), si gira a dx e in breve si entra nel reticolo di sentieri (contrassegnati con frecce blu-verdi-rosse) che attraverso un magnifico sottobosco misto abete-faggio permette di scendere alla pista di fondo della Saisera.
A tal proposito, dalla sella prasnig, salendo da riofreddo, a sx si stacca il sentiero 617 e poi 616 fino al pian dei carboneri, dove rientra sulla forestale per val saisera, qualcuno lo conosce, perchè a vederlo potrebbe essere ciclabile come pendenze. Scendendo poi vedo i sentieri "marco martinolli" che presumo siano quelli del bosco di risonanza, ma è un bel casino così ad occhio.
 

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A tal proposito, dalla sella prasnig, salendo da riofreddo, a sx si stacca il sentiero 617 e poi 616 fino al pian dei carboneri, dove rientra sulla forestale per val saisera, qualcuno lo conosce, perchè a vederlo potrebbe essere ciclabile come pendenze. Scendendo poi vedo i sentieri "marco martinolli" che presumo siano quelli del bosco di risonanza, ma è un bel casino così ad occhio.

...ecco, Martinolli, si si son quelli. Sembra effettivamente un pò incasinato, ma che sia a dx o a sx scendi comunque sulla pista di Saisera. Per me merita.
Il 617 a cui fai riferimento dovrebbe essere quello che traversa verso il Pellarini...purtroppo no ciclabile...:-(
A quel punto meglio il CAI che partendo da Prasnig taglia i primi tornanti della strada e scende più a valle verso la strada del Lussari (prati Oitzinger).
 
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stevekh3

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ifixtchentchen

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Se posso intromettermi, mi sentirei di consigliarti la Val Visdende in senso antiorario, all'opposto del giro canonico, con deviazione finale verso forcella Dignas, con i manufatti militari e vista fino al Grossglockner, e sosta al sottostante Porzehutte in territorio austriaco e ritorno per la stessa via. Per scendere al rifugio c'è anche il single track a tratti impegnativo.
Giro molto molto panoramico, anche se con discese sul resto del percorso non eccezionali alla fine.

Quoto integralmente!
Un paio di settimane fà dalla Porzehütte sono rientrato in Italia per il Passo di Cima Vallona, facendo 40' a spinta e poi scendendo lungo la mulattiera dell'elettrodotto in Melin. Per me non conviene! Sebbene i panorami siano ovviamente splendidi (parete N del Palombino su tutti), la tanta fatica della salita a spinta non è bilanciata da una discesa sufficientemente gustosa (solo mulattiera, niente sentiero). Se si vuole fare la traversata meglio passare per Londo e P.so Palombin.
Mi interesserebbe anche allargare il giro delle malghe andando alle sorgenti del piave.
Qualcuno ha fatto per caso il sentiero da malga Chivon alle sorgenti e il ritorno in valle per il passo del roccolo aggirando il col di caneva?
 

stevekh3

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E la butti li così?
Racconta! Vedo che poi lo hai fatto al contrario il sentiero, in salita!
Semplicemente stavamo facendo collezione di bollini per il GiraRifugi di quell'anno, visto che in zona erano presenti 2 rifugi a portata di MTB io e mio fratello abbiamo ben pensato di farli entrambi, non immaginando minimamente che cosi ci aspettava per arrivare al Pellarini, ma soprattutto non sapevamo cosa ci aspettava in discesa, abbiamo chiesto mentre ci rifocillavamo in rifugio, a un paio di elementi che erano lì: "...Lait par di là che si rive ancje in biciclete, no lè cussì dificil..." non aggiungo commenti perchè sarebbero assolutamente censurabili. Di fatto la "discesa" era in gran parte in salita e c'erano pure un paio di attraversamenti di frane, inoltre quella volta non avevamo ancora le enduro ed anche la discesa una volta raggiunto il punto più alto vari passaggi con le front da XC non erano così agevoli come preventivato... Forse proverei anche a rifarla, di sicuro con la Capra e solo se riapre il Pellarini... ma come accennavo all'inizio non sono tanto in bolla :))):

P.S. Abbiamo fatto sabato approfittando delle risalite per il NOF a Sella Nevea i CAI 636 e 622, questi erano assolutamente molto più divertenti.
http://tc.mtb-mag.com/traccia.php?id=421146
http://tc.mtb-mag.com/traccia.php?id=421145

 
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Mi interesserebbe anche allargare il giro delle malghe andando alle sorgenti del piave.
Qualcuno ha fatto per caso il sentiero da malga Chivon alle sorgenti e il ritorno in valle per il passo del roccolo aggirando il col di caneva?

Da malga Chivion si sale tutto in sella lungo il CAI 134/403 fino ad un prato con ortiche altezza uomo al cui margine, sulla dx, si scorge con occhio di lince una piccola tabella (posto che ci sia ancora) con l'indicazione per le sorgenti del Piave. Il sentiero (CAI 137) scende al Rio Oregone e passa in sponda opposta fino ad immettersi al sentiero Frassati che sale direttamente dal fondovalle. Questa "bretella" è ciclabile solo in parte. Dal bivio suddetto si risale ciclando agilmente con numerosi tornanti fino al rifugio Sorgenti.
Per ridiscendere in Val Visdende ci sono 2 opzioni. La prima lungo il sentiero CAI 136 dal passo del Roccolo. Sentiero acquitrinoso, inizialmente bello scorrevole, da metà in giù più impegnativo e con alcuni tratti non affrontabili con una front. La seconda opzione è restare sulla sterrata del Col di Caneva (CAI 133) che dopo un tratto in quota scende verso Piè della Costa. Strada molto scassata, a mio avviso non particolarmente divertente. Onestamente non saprei scegliere quella "meno peggio". Forse, paradossalmente, conviene ridiscendere per il Frassati. Dal bivio famoso si scende attraversando ripetutamente il rio e portando la bici qualche pezzo, ma almeno il primo tratto (ovvero quello precedentemente fatto in salita) è molto divertente.
 

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Da malga Chivion si sale tutto in sella lungo il CAI 134/403 fino ad un prato con ortiche altezza uomo al cui margine, sulla dx, si scorge con occhio di lince una piccola tabella (posto che ci sia ancora) con l'indicazione per le sorgenti del Piave. Il sentiero (CAI 137) scende al Rio Oregone e passa in sponda opposta fino ad immettersi al sentiero Frassati che sale direttamente dal fondovalle. Questa "bretella" è ciclabile solo in parte. Dal bivio suddetto si risale ciclando agilmente con numerosi tornanti fino al rifugio Sorgenti.
Per ridiscendere in Val Visdende ci sono 2 opzioni. La prima lungo il sentiero CAI 136 dal passo del Roccolo. Sentiero acquitrinoso, inizialmente bello scorrevole, da metà in giù più impegnativo e con alcuni tratti non affrontabili con una front. La seconda opzione è restare sulla sterrata del Col di Caneva (CAI 133) che dopo un tratto in quota scende verso Piè della Costa. Strada molto scassata, a mio avviso non particolarmente divertente. Onestamente non saprei scegliere quella "meno peggio". Forse, paradossalmente, conviene ridiscendere per il Frassati. Dal bivio famoso si scende attraversando ripetutamente il rio e portando la bici qualche pezzo, ma almeno il primo tratto (ovvero quello precedentemente fatto in salita) è molto divertente.
Il giro che vorrei fare è questo:
https://itinerari.mtb-mag.com/tours/view/4186
ma alla luce di ciò che mi scrivi valuterò di togliere il pezzo alle sorgenti e magari aggiungere quello a forcella dignas e se ne vale la pena anche al porze hutte
Grazie. :prost:
 
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