Evoluzione di un biker (dalla bici da città al freeride)
Nel 2000, entrato ormai negli “anta”, acquisto la mia prima bici, da corsa. E’ stato subito amore e per tre anni il virus comincia a svilupparsi, e io non riesco più a fare a meno di prendere la bici e partire in esplorazione, la pianura mi annoia, vado sempre e solo in salita. Compio anche giri epici, come il giro che parte da Prato allo Stelvio e scala nell’ordine Stelvio, Mortirolo, Gavia e ancora Stelvio, 220 km. e 6500 m. di dislivello in giornata e in solitaria. Alla fine del 2002 è il momento di cambiare la mia prima bici, prendo una nuova, bella, leggera e costosa bici da corsa con la quale esploro tutte le salite asfaltate della mia regione. Ad un certo punto però, l’asfalto finisce, ed io sono costretto a tornare indietro mentre continua una bella strada forestale. “Chissà dove porterà?” Questo è il tarlo che si insinua sempre più forte nella mia testa. Alla fine del 2003, dopo l’ennesima strada che finisce a mezza montagna, decido che ho voglia di arrivare fino in cima e ordino la mia prima mtb, una front da xc leggera, per salire bene. Bello. Comincio subito sulla neve, le ruote tengono benissimo, percorro forestali sconosciute e arrivo in cima alle montagne dove le forestali continuano sotto forma di stretti sentieri. Percorrerli è molto bello, ma con tutte le radici e i sassi la front è un po’ troppo rigida. Dopo quattro mesi, ad aprile 2004, compio un altro passo della mia evoluzione e acquisto allora la prima full, sempre da xc con 80 mm davanti e dietro e v-brake. Ottimo, la differenza si sente, sia in salita che in discesa. Già, la discesa! E’ bello salire sulle forestali, ma scopro che è molto bello anche scendere per i sentieri, e questi sono spesso ripidi e tecnici, lastricati e scalinati. Dopo un paio di capriole oltre il manubrio, capisco che la full da xc non è certamente adatta a discese difficili e nel maggio del 2005 trovo finalmente la bike che mi permette di fare quello che mi piace, esplorazioni all mountain senza rinunciare a nessun sentiero: una full con 130 mm davanti e dietro e freni a disco, 12 kg, leggera e rigida per salire fino in cima alle montagne e nello stesso tempo morbida per discese ripide, tecniche e difficili. Con l’ottima forcella supero ostacoli fino a pochi mesi prima impensabili. Un buon compromesso. I miei itinerari si stanno trasformando, salgo il più possibile in alto e per scendere scelgo sentieri e mulattiere sempre più difficili e tecnici. Grande divertimento! Scendere mi piace sempre di più, e scopro che le funivie nei dintorni non scarseggiano. Avere un mezzo più pesante con forka e ammo abbondanti, in modo da superare in comodità passaggi finora impossibili non sarebbe male… All’inizio del 2006 mi informo in negozio, hanno una test-bike freeride con 170 mm davanti e dietro. La provo subito, nonostante i suoi 17 kg. riesco a pedalare anche su forti pendenze in salita e, una volta in cima, vedo la luce: la bike scende facile e supera ostacoli impensabili, un divertimento unico! Il giorno dopo torno in negozio, l’acquisto subito e corro a fare i primi saltini! A questi seguono tante discese su tutti i terreni, i primi bike park, sono veramente soddisfatto e mi accorgo che anche per lunghi giri pedalati con 2000 m. di dislivello uso sempre meno la all mountain e sempre di più la freeride. Si sale più lentamente, ma in discesa….In discesa comincio a sentire la voglia di osare di più, di superare passaggi ancora più difficili, di saltare in sicurezza e a fine anno decido di affiancarla ad una bike da freeride più pesante, con doppia piastra da 200 mm e 200 di escursione posteriore, peso 21 kg, da usare solo in discesa. Ma pedalare sempre e dovunque rimane il mio massimo piacere. Questo è il riassunto in pochi minuti di una evoluzione durata 8 anni
L’evoluzione del biker continua….
http://www.vimeo.com/1927836 (Doors version)
http://www.vimeo.com/1928276 (Pink floyd version)
Nel 2000, entrato ormai negli “anta”, acquisto la mia prima bici, da corsa. E’ stato subito amore e per tre anni il virus comincia a svilupparsi, e io non riesco più a fare a meno di prendere la bici e partire in esplorazione, la pianura mi annoia, vado sempre e solo in salita. Compio anche giri epici, come il giro che parte da Prato allo Stelvio e scala nell’ordine Stelvio, Mortirolo, Gavia e ancora Stelvio, 220 km. e 6500 m. di dislivello in giornata e in solitaria. Alla fine del 2002 è il momento di cambiare la mia prima bici, prendo una nuova, bella, leggera e costosa bici da corsa con la quale esploro tutte le salite asfaltate della mia regione. Ad un certo punto però, l’asfalto finisce, ed io sono costretto a tornare indietro mentre continua una bella strada forestale. “Chissà dove porterà?” Questo è il tarlo che si insinua sempre più forte nella mia testa. Alla fine del 2003, dopo l’ennesima strada che finisce a mezza montagna, decido che ho voglia di arrivare fino in cima e ordino la mia prima mtb, una front da xc leggera, per salire bene. Bello. Comincio subito sulla neve, le ruote tengono benissimo, percorro forestali sconosciute e arrivo in cima alle montagne dove le forestali continuano sotto forma di stretti sentieri. Percorrerli è molto bello, ma con tutte le radici e i sassi la front è un po’ troppo rigida. Dopo quattro mesi, ad aprile 2004, compio un altro passo della mia evoluzione e acquisto allora la prima full, sempre da xc con 80 mm davanti e dietro e v-brake. Ottimo, la differenza si sente, sia in salita che in discesa. Già, la discesa! E’ bello salire sulle forestali, ma scopro che è molto bello anche scendere per i sentieri, e questi sono spesso ripidi e tecnici, lastricati e scalinati. Dopo un paio di capriole oltre il manubrio, capisco che la full da xc non è certamente adatta a discese difficili e nel maggio del 2005 trovo finalmente la bike che mi permette di fare quello che mi piace, esplorazioni all mountain senza rinunciare a nessun sentiero: una full con 130 mm davanti e dietro e freni a disco, 12 kg, leggera e rigida per salire fino in cima alle montagne e nello stesso tempo morbida per discese ripide, tecniche e difficili. Con l’ottima forcella supero ostacoli fino a pochi mesi prima impensabili. Un buon compromesso. I miei itinerari si stanno trasformando, salgo il più possibile in alto e per scendere scelgo sentieri e mulattiere sempre più difficili e tecnici. Grande divertimento! Scendere mi piace sempre di più, e scopro che le funivie nei dintorni non scarseggiano. Avere un mezzo più pesante con forka e ammo abbondanti, in modo da superare in comodità passaggi finora impossibili non sarebbe male… All’inizio del 2006 mi informo in negozio, hanno una test-bike freeride con 170 mm davanti e dietro. La provo subito, nonostante i suoi 17 kg. riesco a pedalare anche su forti pendenze in salita e, una volta in cima, vedo la luce: la bike scende facile e supera ostacoli impensabili, un divertimento unico! Il giorno dopo torno in negozio, l’acquisto subito e corro a fare i primi saltini! A questi seguono tante discese su tutti i terreni, i primi bike park, sono veramente soddisfatto e mi accorgo che anche per lunghi giri pedalati con 2000 m. di dislivello uso sempre meno la all mountain e sempre di più la freeride. Si sale più lentamente, ma in discesa….In discesa comincio a sentire la voglia di osare di più, di superare passaggi ancora più difficili, di saltare in sicurezza e a fine anno decido di affiancarla ad una bike da freeride più pesante, con doppia piastra da 200 mm e 200 di escursione posteriore, peso 21 kg, da usare solo in discesa. Ma pedalare sempre e dovunque rimane il mio massimo piacere. Questo è il riassunto in pochi minuti di una evoluzione durata 8 anni
L’evoluzione del biker continua….
http://www.vimeo.com/1927836 (Doors version)
http://www.vimeo.com/1928276 (Pink floyd version)