Anche questo è vero ma cadi nell'altro problema italiano o per lo meno sicuramente veneto dell'associazionismo... sai quanti amici ho che fanno mtb ma da soli o al massimo in 2 e non ne vogliono assolutamente sapere di far parte di un gruppo o un'associazione??? Eh ma non voglio orari, eh ma vado dove mi gira al momento ecc... da soli non si cambiano le cose ma magari assieme si giustamente come dici tu... allo stato attuale anche se qualcuno va a rompere le scatole in alto è un granellino di sabbia... i veneti sono spesso e volentieri maestri nel farsi i fatti propri e quando sto bene io stan bene tutti... poi per fortuna ci son sempre le eccezioni
L'importante è essere coerenti, se non si è disposti ad impegnarsi per cambiare le cose occorre accettare quello che accade
...già qua
https://www.mtb-mag.com/video-il-piz-umbrail-diventa-mainstream/ lo si ammette pubblicamente che i troppi passaggi rovinano il fondo...non vedo come mai questo non lo si ammetta in altri luoghi...
Perdonami ma non sono d'accordo.
Bici e scarponi rovinano i sentieri
allo stesso modo, ci sono studi scientifici in merito che lo dicono.
Se i passaggi sono "troppi" nel senso che il "consumo" del sentiero non è sostenibile si contingentano: si decide, in base alle caratteristiche geomorfologiche del territorio, quanti passaggi sono sopportabili e non si fanno accedere più di quel numero di escursionisti (siano a piedi, a cavallo o in bici).
Nei paesi seri si fa così. Prima si chiedono pareri a chi ne sa e poi si decide in base a parametri tecnici, e non in base ai capricci di un burocrate o agli interessi di bottega dei soliti noti.
...i boschi son di tutti ... tutti hanno il diritto di goderne ...
Concordo con il senso del tuo ragionamento in generale, ma questa precisa frase esprime una convinzione molto diffusa ma profondamente sbagliata.
I boschi non "sono di tutti": sono di chi li possiede. Se chi li possiede è un privato ha tutto il diritto di escludere chiunque dal "goderne" per qualsiasi motivo e senza doverne rispondere a nessuno. Ma anche il proprietario pubblico ha il diritto di porre limitazioni, ha solo l'obbligo di una procedura decisionale che risponda a precisi principi sia formali che sostanziali.