Il dubbio

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Biker serius
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mi sai spiegare come?

Partiamo dal presupposto che....'Dagli altri vorrei delle risposte perche' delle domande me ne pongo gia' troppe' (come diceva un grande scrittore noto per i brillanti aforismi)
e in genere chi si pone domande ha anche sempre molti dubbi. E adesso cerco di spiegarmi meglio.

L'ipocrisia sta nel fatto che alla fine, anche nel dubbio, tutti dobbiamo SCEGLIERE. Siamo COSTRETTI A SCEGLIERE. E se non lo facciamo noi molto spesso (quasi sempre) sono gli altri che lo fanno per noi.
Con un esempio,rimanendo al doping, ma potremmo davvero parlare di qualsiasi altro argomento cioe' fare...filosofia, ha sicuramente avuto dubbi il dottore che ad un certo punto della sua carriera ha SCELTO che e' meglio adoperare la propria intelligenza per studiare come truccare il motore umano mettendo a rischio la vita della sua atleta-cavia e diventare ricco e anche famoso piuttosto che rimanere solo un brillante medico come ce ne sono tanti. Ancora, sicuramente ad un punto cruciale della sua vita avra' avuto un sacco di dubbi anche l'allenatore che, nel miraggio di diventare un guru nel suo ambito sportivo invece che rimanere un anonimo personaggio da polisportiva, SCEGLIE di imporre la fialetta ai suoi piu' promettenti e amati ragazzi. E cosi' via.
Quindi perche' dover pensare che il dubbio dell'atleta, di quei 'colossi dai piedi d'argilla' che hanno tanto toccato Ser, sia piu' nobile di quello di chiunque altro se poi alla fine anche quest'ultimo ha dovuto necessariamente portare ad una SCELTA?
Perche' i dubbi vengono solo quando vediamo crollare il mito dell'atleta e non quando nei guai ci finiscono anche tutti gli altri anelli della sporca catena e magari proviamo un'immensa soddisfazione? Solo perche' il mestiere dell'atleta in questione e' quello di faticare, pedalare ore e ore e non stare magari sui libri per ore e ore (nel caso del dottore) o semplicemente sopportare la fatica di essere un Mr nessuno (nel caso dell'allenatore)?
E' qui che il dubbio sfiora l'ipocrisia.
NOI TUTTI siamo giudicati per le nostre SCELTE o NON SCELTE. Anzi, noi SIAMO le nostre scelte, NON i nostri dubbi!!

Quello che volevo intedere nel mio primo scarno intervento era semplicemente che regole chiare e fatte rispettare possono semplificare la risoluzione di problemi che sono molto concreti e reali (tanti atleti hanno pagato con la pelle la gloria e l'onore delle loro scelte anche senza essere stati 'criminalizzati') e un qualche 'certezza' forse potrebbe aiutare a decidere da quale parte andare nei momenti in cui il dubbio si insinua.

Detto questo, poi, chiunque e' libero di SCEGLIERE di violarle (le regole) ma questa sarebbe una posizione molto netta che non dovrebbe poi lasciare dubbio su chi deve giudicare, sia esso un giudice o semplicemente un ammiratore, un sostenitore.
In 'quest'altro film' (visto che non stiamo parlando della realta' e per questo uso il condizionale ;-) sarebbe molto piu' chiaro a chiunque che chi e' beccato ha semplicemente barato, ingannato quelli che si sono misurati con lui, tradito la fiducia e la stima dei propri sostenitori e quindi e' giusto che paghi. Niente di piu'. Non voglio criminalizzazioni. Semplicemente, gli errori si pagano.

A Ser faccio poi una domanda, visto che poi l'argomento e' gia stato toccato: ti potresti permettere il lusso del tuo dubbio se tu avessi un figlio molto dotato e promettente che, trovandosi davanti al fatidico bivio, avesse bisogno del tuo aiuto per decidere? Non saresti costretto a SCEGLIERE?

@motobimbo che diceva: se per filosofia intendi l'esplorazione dell'umana conoscenza allora sappi che tutti quelli che fanno veramente mountainbike esplorano questi territori. (imho)

Pensa che ho comprato pure il gps ;-)
 
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maurizio62

Biker tremendus
18/5/08
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Ualtellina
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Probabilmente credo che nessun atleta possa dire il momento in cui ha iniziato a "doparsi", anche perchè la linea di demarcazione tra il lecito e l'illecito si sposta continuamente al variare dei parametri o alla scoperta di nuove sostanze. Mi immagino un ragazzo che inizia a correre, in un ambiente dove l'idratazione, gli integratori, i BCAA, gli xyxk, la glutammina e la fenilalanina, creatina e carnitina, alga spirulina e acido mirtillattico i farmaci antiinfluenzali, antistaminici, antitutto (ormai se non pigli medicine non sei sano.....:pirletto:) la fanno da padroni: ebbene, se a questo aggiungete un medico sociale con pochi scrupoli, pensate che davvero sia semplice capire quando si è passati dall'altra parte della barricata?

Ho seri dubbi che una persona sana di mente possa iniziare in età adulta e di testa sua ad usare sostanze altamente dannose per la salute, è anche vero che si vive nell'epoca del tutto e subito, delle pillole della felicità, e anche se per andare in bici bisogna sempre pedalare e sudare ci sarà sempre qualcuno che lo vuole fare con minor fatica e massima resa.

Purtroppo quando ci si invischia nella tela del ragno è difficile liberarsi, sempre che lo si voglia!
Poi , come Pinocchio nel Paese dei Balocchi, ci si ritrova con le orecchie d'asino a piangere dietro la lavagna :azz-se-m:

Le mie equazioni sono:

#1 - proteine=carne(chi ne mangia)+ pesce+frutta secca+formaggio+uova

#2 -vitamine= frutta+verdura

#3 -carboidrati=pasta+pastasciutta+pastina in brodo+spaghetti

#4 -antiossidanti=un calès de quel bun (trad. un bicchiere di vino buono)

#5 -antidepressivi=:beautifu:+:-|+:magna:+:medita:+:smile:+:prost:


Miaooooooo:via!:
 

DRAGOREX

Biker forumensus
29/11/08
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:nunsacci:

secondo me chi ha dubbi è un po' ingenuo...(senza offesa per nessuno)
il doping è sempre almeno un passo avanti all' antidoping quindi è quasi impossibile combatterlo...ora che trovi il sistema di rilevare la positività ad una data sostanza ne è già uscita almeno un' altra che non riesci a scovare...

comunque al di la di questo, io non capisco perchè si debba intraprendere una battaglia persa in partenza, anche se triste secondo me sarebbe più logico lasciare libertà agli atleti professionisti, che tanto hanno alle spalle staff medici di tutto rispetto (magheggi a parte), di prendere quello che gli pare!
se uno è maggiorenne non vedo perchè non possa decidere della sua vita/salute.
li si informa sui danni effettivi e potenziali e poi li si fa scegliere
tanto è quello che succede nella realtà nell' illegalità (sportiva).
non vedo il senso di queste battaglie onestamente...

la cosa più grave a mio modo di vedere è che si faccia utilizzo di farmaci a livelli dilettantistici/amatoriali senza nessuno competente al seguito...

il professionista lo fa di lavoro e per me è giustificabile...
fa una scelta di vita consapevole...
se si "vietassero" tutti i lavori nocivi alla salute non lavorerebbe più nessuno...

capisco che qualcuno obietterà che poi non puoi competere ad armi pari e che è tutto una truffa....
secondo me è molto più truffa far credere che non ci si sia dopati...

Io non obietto, anzi sono d'accordo con te. Tornando al dubbio del pecora: "sarà dopato o no?", togliamocelo. Si lascia libertà di doparsi (uccidersi) e così non ci sono più dubbi.
Gli americani in questo sono più pragmatici di noi. Nel body building, altra attività sportiva a smisurato tasso di doping, hanno creato una categoria a parte chiamata "Freak" (non so se ho scritto bene) che è dedicata a quegli atleti che hanno SUPERATO le possibilità fisiologiche di sviluppo (come fare una volata a 70 all'ora o salire il mortirolo a velocità di cinquantino).
Le implicazioni sportive e la lealtà sono risolti (tutti sanno di doparsi e se non ti vuoi dopare non corri o ti accontenti di quello che raccatti); quello umane per le quali decidono di mettere la vita in pericolo per l'impresa sono invece nostra responsabilità. Se il pubblico voltasse loro le spalle indignato invece che bearsi di queste finte imprese il giocattolo si romperebbe. Come dice infatti il pecora, se non ci fosse una coppa da alzare davanti ad una platea urlante, se non ci fossero soldi e fama in gioco (o speranze di raggiungere tutto ciò) credo che il fenomeno si spegnerebbe per eutanasia ed a fornire fama e denaro è il pubblico e niente altro.
 

Avoid

Biker popularis
2/6/08
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Il dare un giudizio mi mette a disagio.

Non sono un appassionato di sport, semplicemente giro in bici quando trovo il tempo, questo è l'unico rapporto che ho con il ciclismo. Trovo però che troppa gente, soprattutto sui media, parli senza cognizione di causa, banalizzando un concetto davvero complesso. Tu invece hai fatto una sintesi davvero acuta, complimenti
 

kikhit

Biker incredibilis
9/12/03
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Partiamo dal presupposto che....'Dagli altri vorrei delle risposte perche' delle domande me ne pongo gia' troppe' (come diceva un grande scrittore noto per i brillanti aforismi)
e in genere chi si pone domande ha anche sempre molti dubbi. E adesso cerco di spiegarmi meglio.

L'ipocrisia sta nel fatto che alla fine, anche nel dubbio, tutti dobbiamo SCEGLIERE. Siamo COSTRETTI A SCEGLIERE. E se non lo facciamo noi molto spesso (quasi sempre) sono gli altri che lo fanno per noi.
Con un esempio,rimanendo al doping, ma potremmo davvero parlare di qualsiasi altro argomento cioe' fare...filosofia, ha sicuramente avuto dubbi il dottore che ad un certo punto della sua carriera ha SCELTO che e' meglio adoperare la propria intelligenza per studiare come truccare il motore umano mettendo a rischio la vita della sua atleta-cavia e diventare ricco e anche famoso piuttosto che rimanere solo un brillante medico come ce ne sono tanti. Ancora, sicuramente ad un punto cruciale della sua vita avra' avuto un sacco di dubbi anche l'allenatore che, nel miraggio di diventare un guru nel suo ambito sportivo invece che rimanere un anonimo personaggio da polisportiva, SCEGLIE di imporre la fialetta ai suoi piu' promettenti e amati ragazzi. E cosi' via.
Quindi perche' dover pensare che il dubbio dell'atleta, di quei 'colossi dai piedi d'argilla' che hanno tanto toccato Ser, sia piu' nobile di quello di chiunque altro se poi alla fine anche quest'ultimo ha dovuto necessariamente portare ad una SCELTA?
Perche' i dubbi vengono solo quando vediamo crollare il mito dell'atleta e non quando nei guai ci finiscono anche tutti gli altri anelli della sporca catena e magari proviamo un'immensa soddisfazione? Solo perche' il mestiere dell'atleta in questione e' quello di faticare, pedalare ore e ore e non stare magari sui libri per ore e ore (nel caso del dottore) o semplicemente sopportare la fatica di essere un Mr nessuno (nel caso dell'allenatore)?
E' qui che il dubbio sfiora l'ipocrisia.
NOI TUTTI siamo giudicati per le nostre SCELTE o NON SCELTE. Anzi, noi SIAMO le nostre scelte, NON i nostri dubbi!!

Quello che volevo intedere nel mio primo scarno intervento era semplicemente che regole chiare e fatte rispettare possono semplificare la risoluzione di problemi che sono molto concreti e reali (tanti atleti hanno pagato con la pelle la gloria e l'onore delle loro scelte anche senza essere stati 'criminalizzati') e un qualche 'certezza' forse potrebbe aiutare a decidere da quale parte andare nei momenti in cui il dubbio si insinua.

Detto questo, poi, chiunque e' libero di SCEGLIERE di violarle (le regole) ma questa sarebbe una posizione molto netta che non dovrebbe poi lasciare dubbio su chi deve giudicare, sia esso un giudice o semplicemente un ammiratore, un sostenitore.
In 'quest'altro film' (visto che non stiamo parlando della realta' e per questo uso il condizionale ;-) sarebbe molto piu' chiaro a chiunque che chi e' beccato ha semplicemente barato, ingannato quelli che si sono misurati con lui, tradito la fiducia e la stima dei propri sostenitori e quindi e' giusto che paghi. Niente di piu'. Non voglio criminalizzazioni. Semplicemente, gli errori si pagano.

A Ser faccio poi una domanda, visto che poi l'argomento e' gia stato toccato: ti potresti permettere il lusso del tuo dubbio se tu avessi un figlio molto dotato e promettente che, trovandosi davanti al fatidico bivio, avesse bisogno del tuo aiuto per decidere? Non saresti costretto a SCEGLIERE?

@motobimbo che diceva: se per filosofia intendi l'esplorazione dell'umana conoscenza allora sappi che tutti quelli che fanno veramente mountainbike esplorano questi territori. (imho)

Pensa che ho comprato pure il gps ;-)

filosofia spiccia per filosofia spiccia...

dopo tutta questa dissertazione ti sei scordato di rispondere alla domanda da cui sei partito...ovvero il nesso dubbio-ipocrisia (incoerenza prassi/morale, azione/valore, ecc.)... ;-) che risulta ancora indimostrato.

perché non basta dire semplicisticamente che comunque, dubbio o meno, si debba prima o poi scegliere, perché mi sa tanto di tautologia... ;-) (il dubbio nasce proprio dalla necessità di una scelta, di una azione, dell'adozione di una morale e di una prassi...se ti è capitato di leggere mai il famoso 'Discorso sul metodo', ricorda a che serviva il dubbio al buon Descartes..visto che ti piace fare filosofia ;-) )

ps: la sospensione del giudizio, l' epoché scettica, non ha nulla poi di ipocrita, se umanamente (e non giuridicamente e sportivamente, in quanto sono presenti regole convenzionalemnte stabilite e accettate da chi partecipa al gioco,...perché mi pare che proprio qui sia ciò che non è stato per nulla compreso del post di Ser...è una differenza sottile, ma estremamente netta) un individuo non ha elementi che permettano alla sua morale (non convenzionale, non giuridica, ma personale per quanto permeata socialmente) di giudicare... ;-)


ps: in ambito morale, ipocrisia sarebbe se io dicessi essere meglio A di B, salvo poi scegliere B. In questo caso invece, Io tra A e B non ho elementi sufficienti per scegliere tra l'uno e l'altro, e non essendo per me, da spettatore, essenziale scegliere, posso tranquillamente sospendere il mio giudizio e la mia scelta, in attesa di avere un giorno ulteriori elementi per valutare.
Se, ancora, tra A e B io non so scegliere, ma per necessità scelgo o A o B, qualunque scelta faccia non è ipocrisia, poiché non vi è incoerenza tra quanto professato e tra quanto scelto.

Chiuso OT di filosofia spiccia in risposta a filosofia spiccia.. ;-)
 
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Clab04

Biker grossissimus
25/8/08
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Roma Est
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Questo l'hai detto tu. Io ho parlato di regole ma non te ne sei accorto.
Non ti seguo.
Io sono per il rispetto delle regole, ma se parliamo di dubbio le regole non c'entrano nulla.
Finché c'è il dubbio, non si ha la certezza del rispetto o meno delle regole, e viceversa.
Posso accettare di dare l'ergastolo a chi si dopa ( e un anno e due mesi con l'indulto a chi fa un crac da 75 milioni di euro), ma solo dopo che sia stato giudicato colpevole.
Qui invece si parla di quella maledetta zona grigia del sospetto, del presunto, che, volevo enfatizzare, spesso sfocia nel luogo comune e basta che arrivi in Svizzera e tutto quello che ti senti di essere viene ridotto ad un unico, semplice e onnicomprensivo mangiaspaghetti.
Ciao
Claudio
 

topix

Biker assatanatus
11/11/08
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Fiorenza
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Ma si può parlare di "doping" solo quando si fa uso di farmaci o è "doping" anche se si ricercano metodi per migliorare le prestazioni umane ?

Si parla da sempre di ritiri in alta quota o, addirittura, atleti che vivono in camere iperbariche per uscirne solo per allenarsi con risultati simili a quelli che da l'epo.

Senza parlare poi dei "lavaggi" del sangue e delle trasfusioni.

Secondo me è giusto che si tenti di aumentare le prestazioni atletiche ( è quello che si fa con qualsiasi allenamento ), è giusto che gli atleti siano seguiti da medici e fisioterapisti, ma è anche giusto che venga provarto( rapidamente ) se una certa pratica è dannosa per l'atleta.

Io vedo un atleta di alto livello un po' come una formula 1 o una moto GP.

Detto questo, però, trovo anche molto stupido che nelle granfondo mtb si faccia uso di tutto e di più senza neanche un accurato controllo medico per arrivare 90° invece che 100° ( e vi garantisco che é così ! ). :il-saggi:
 

traccia

Biker serius
6/11/02
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filosofia spiccia per filosofia spiccia...

dopo tutta questa dissertazione ti sei scordato di rispondere alla domanda da cui sei partito...ovvero il nesso dubbio-ipocrisia (incoerenza prassi/morale, azione/valore, ecc.)... ;-) che risulta ancora indimostrato.

perché non basta dire semplicisticamente che comunque, dubbio o meno, si debba prima o poi scegliere, perché mi sa tanto di tautologia... ;-) (il dubbio nasce proprio dalla necessità di una scelta, di una azione, dell'adozione di una morale e di una prassi...se ti è capitato di leggere mai il famoso 'Discorso sul metodo', ricorda a che serviva il dubbio al buon Descartes..visto che ti piace fare filosofia ;-) )

ps: la sospensione del giudizio, l' epoché scettica, non ha nulla poi di ipocrita, se umanamente (e non giuridicamente e sportivamente, in quanto sono presenti regole convenzionalemnte stabilite e accettate da chi partecipa al gioco,...perché mi pare che proprio qui sia ciò che non è stato per nulla compreso del post di Ser...è una differenza sottile, ma estremamente netta) un individuo non ha elementi che permettano alla sua morale (non convenzionale, non giuridica, ma personale per quanto permeata socialmente) di giudicare... ;-)


ps: in ambito morale, ipocrisia sarebbe se io dicessi essere meglio A di B, salvo poi scegliere B. In questo caso invece, Io tra A e B non ho elementi sufficienti per scegliere tra l'uno e l'altro, e non essendo per me, da spettatore, essenziale scegliere, posso tranquillamente sospendere il mio giudizio e la mia scelta, in attesa di avere un giorno ulteriori elementi per valutare.
Se, ancora, tra A e B io non so scegliere, ma per necessità scelgo o A o B, qualunque scelta faccia non è ipocrisia, poiché non vi è incoerenza tra quanto professato e tra quanto scelto.
Non ho parlato dell'ipocrisia della scelta ma della 'non scelta'.

Chiuso OT di filosofia spiccia in risposta a filosofia spiccia.. ;-)

Scusa ma non l'hai capito tu dove sta l'ipocrisia: sta nel fatto di considerare il dubbio e il travaglio esistenziale (anche se vero) del campione/eroe dopato della novella di Ser molto piu' nobile dei dubbi con i quali tutti siamo costretti a confrontarci nella vita di tutti giorni. E che questa ipocrisia poi alla fine sia l'elemento che paralizza. Rileggiti a modo la prima parte.

Non ho letto il 'Discorso sul metodo' ma quando si usa l'aggettivo 'cartesiano' non lo si usa certo per sottolineare qualcosa che ha che fare con il dubbio. Come dici tu che lo hai letto, evidentemente il dubbio nel 'Discorso' ha trovato una sua collocazione ed e' servito per arrivare ad altro. Qua mi sembra invece che si voglia fare l'apologia del dubbio. Altro che Cartesio. E se questo e' il fine....ok, no problem!
P.S. me lo leggero' comunque ;-)

La sospensione del giudizio con i pressuposti che metti tu (la sua morale... non convenzionale, non giuridica, ma personale per quanto permeata socialmente??????? e cosa vuole dire?) non e' ipocrisia, certo, ma intanto al nostro eroe dopato la medaglia gliela diamo o no? Guarda che se non gliela dai o togli tu,gliela da' o toglie qualcun'altro.... di impostazione piu' cartesiana.

Ti riporto il 'riassunto' di Ser alla sua novella in risposta a qualcuno che evidentemente non capiva in cosa consistesse il dubbio del titolo:

'Nella lealtà, la correttezza, la regolarità di uno sport.
Questo è il danno più grande.
Ormai chiunque di fronte ad una vittoria o un'impresa ti dice: "si, ma tanto..."
Indipendentemente dalla realtà dei fatti (dopato o meno).
Questo a mio avviso è la grande sconfitta di un certo modo di intendere lo sport: avere un dubbio. Sempre.
Questo è il punto del mio discorso.'

Se capisco bene, perche' potrebbe essere molto ambigua la frase, il dubbio 'e' la grande sconfitta dello sport'.
E se cosi' e', perche' se uno parla di regole 'deve rileggersi il post' o essere off topic?
Certo perche',come dici tu, "siamo spettatori e non abbiamo necessita' di scegliere e possiamo tranquillamente sospendere il giudizio e la scelta senza essere ipocriti".
Ma per me il dubbio che si faccia solo apologia del dubbio a questo punto non e' piu' un dubbio.
Per me basta cosi'.
 

DRAGOREX

Biker forumensus
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Mah, io il bisogno di tutti 'sti pipponi filosofici non lo vedo. L'equazione è così semplice: 1) c'è il dubbio che ogni gesto ciclistico sia macchiato dal doping con conseguente sconfitta dello sport? SI. 2) È plausibile debellare realmente è senza alcun DUBBIO il doping? NO. 3) Voglio ancora appassionarmi ad una gara ciclistica senza guardare con sospetto il vincitore o l'autore dell'impresa? SI. E allora AUTORIZZIAMO il doping!!!

Questa conclusione è tanto lapalissiana quanto atroce nelle conseguenze.
Non siamo disposti ad accettare queste atroci conseguenze (tipo vedere giovani rovinarsi la salute con il beneplacito della società)?
E allora andiamo avanti così, con i controllati che saranno sempre un passo avanti ai controllanti e noi con il nostro "dubbio" che però, a mio parere di "non garantista e/o realista", è più che altro una certezza.
 

Ser pecora

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il dubbio 'e' la grande sconfitta dello sport'.

Esatto. Quindi non c'è alcuna "apologia del dubbio".
La mia è un'affermazione: "il dubbio portato a forza all'interno dello sport dal doping ha portato un elemento negativo in tutto lo sport".
Questo nuovo elemento (il dubbio costante) ha portato ad un mutamento nella concezione dello sport contemporaneo. Probabilmente il mutamento più grande dall'800 ad oggi.
Perchè non è vero che "il doping c'è sempre stato". Il doping nasce con una concezione ben precisa dello sport (quella DeCoubertiniana pressapoco), che ha fondato la concezione dello sport come molti la intendono (ingenuamente) ancora oggi: una visione romantica fondata su certi "valori" ben precisi.
In primis il nome stesso "sport". Che vuol dire nè più nè meno che fare qualcosa per divertimento ("lo faccio cosi', per sport"), senza fini particolari.
Quindi una visione incentrata sul dilettantismo, il fair play, etc...
Questa visione è stata una novità senza precedenti, perchè in passato, non era per niente cosi'. Persino lo "spirito olimpico", alle origini, nell'antichità, era ben altra cosa rispetto la retorica odierna: le olimpiadi antiche ammettevano praticamente qualunque sotterfugio, trucco, furberia e non c'era alcun spirito "sportivo: gli atleti erano professionisti che si vendevano al miglior offerente e c'erano "discipline" in cui si poteva benissimo accoppare l'avversario...tant'è che più che di sport si parlava di agonismo (la radice della parola è la stessa di "agonia"...).
La visione romantica de Coubertinana è andata praticamente in crisi da subito con il problema del professionismo, con tutti i problemi connessi.
Oggi, a mio avviso, uno dei problemi centrali che impediscono la possibilità di trovare una soluzione al doping sta propio qui: ci muoviamo ancora in paradigma retorico ottocentesco che non ha più alcuna attinenza con il mondo odierno. A nessun livello: sociale, morale, etc...
Le soluzioni al fenomeno doping non mancano, ma perchè possano essere efficaci si dovrebbe ripensare "lo sport" in toto rispetto al concetto che invece si vuole preservare. Ma che è anacronistico rispetto la realtà in cui è calato e che pertanto non fa che ingenerare contraddizioni a pioggia (leggasi ipocrisia).

Quindi non è questione di regole. Ci sono già. Se ne possono mettere altre, nuove, più drastiche, etc...ma se si vuole che siano realmente efficaci bisogna ripensare il contesto. Altrimenti saranno sempre contradditorie e schizofreniche.

Se non si trova la soluzione ad un problema, forse* la causa non sono le soluzioni inadatte, ma il modo in cui è posto il problema.

*avverbio di dubbio
 

Ser pecora

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Scusa ma non l'hai capito tu dove sta l'ipocrisia: sta nel fatto di considerare il dubbio e il travaglio esistenziale (anche se vero) del campione/eroe dopato della novella di Ser molto piu' nobile dei dubbi con i quali tutti siamo costretti a confrontarci nella vita di tutti giorni.

Mai pensato, mai detto.
Nel contesto come l'ho descritto qui sopra non puo' che esserci solamente travaglio esistenziale.
E non solo per gli attori in campo (atleti), ma per tutti, compresi gli spettatori.
E' questo il dubbio di cui parlo dall'inizio: il dubbio totale. Non quello di tizio o caio E' il dubbio generato dalla frizione tra teoria (il concetto di sport come ci piacerebbe che fosse) e la pratica (lo sport com'è).
Chiaro che sto' travaglio mi è stato più facile vederlo nel campione (o pseudotale) fallito e disilluso che non in me che faccio 3 gare mediocri l'anno...
 

kikhit

Biker incredibilis
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Scusa ma non l'hai capito tu dove sta l'ipocrisia: sta nel fatto di considerare il dubbio e il travaglio esistenziale (anche se vero) del campione/eroe dopato della novella di Ser molto piu' nobile dei dubbi con i quali tutti siamo costretti a confrontarci nella vita di tutti giorni. E che questa ipocrisia poi alla fine sia l'elemento che paralizza. Rileggiti a modo la prima parte.

Non ho letto il 'Discorso sul metodo' ma quando si usa l'aggettivo 'cartesiano' non lo si usa certo per sottolineare qualcosa che ha che fare con il dubbio. Come dici tu che lo hai letto, evidentemente il dubbio nel 'Discorso' ha trovato una sua collocazione ed e' servito per arrivare ad altro. Qua mi sembra invece che si voglia fare l'apologia del dubbio. Altro che Cartesio. E se questo e' il fine....ok, no problem!
P.S. me lo leggero' comunque ;-)

La sospensione del giudizio con i pressuposti che metti tu (la sua morale... non convenzionale, non giuridica, ma personale per quanto permeata socialmente??????? e cosa vuole dire?) non e' ipocrisia, certo, ma intanto al nostro eroe dopato la medaglia gliela diamo o no? Guarda che se non gliela dai o togli tu,gliela da' o toglie qualcun'altro.... di impostazione piu' cartesiana.

Ti riporto il 'riassunto' di Ser alla sua novella in risposta a qualcuno che evidentemente non capiva in cosa consistesse il dubbio del titolo:

'Nella lealtà, la correttezza, la regolarità di uno sport.
Questo è il danno più grande.
Ormai chiunque di fronte ad una vittoria o un'impresa ti dice: "si, ma tanto..."
Indipendentemente dalla realtà dei fatti (dopato o meno).
Questo a mio avviso è la grande sconfitta di un certo modo di intendere lo sport: avere un dubbio. Sempre.
Questo è il punto del mio discorso.'

Se capisco bene, perche' potrebbe essere molto ambigua la frase, il dubbio 'e' la grande sconfitta dello sport'.
E se cosi' e', perche' se uno parla di regole 'deve rileggersi il post' o essere off topic?
Certo perche',come dici tu, "siamo spettatori e non abbiamo necessita' di scegliere e possiamo tranquillamente sospendere il giudizio e la scelta senza essere ipocriti".
Ma per me il dubbio che si faccia solo apologia del dubbio a questo punto non e' piu' un dubbio.
Per me basta cosi'.


continuo a ritenere che l'ipocrisia con il dubbio non c'entri nulla...se è questo il significato che gli attribuisci ;-)

Penso che qui si sia fatta confusione con un piano giuridico-legale, dove la violazione di regole sportive, al di là di ogni dubbio e dove la violazione sia accertata, debba essere duramente punita e repressa, togliendo dal petto la medaglia indebitamente guadagnata, ed un piano personale-esistenziale, dove viene messo in luce un altro aspetto, quello delle motivazioni 'ambientali' e personali che portano uno sportivo a doparsi e che, come giustamente ha specificato Ser nel suo ultimo post, svilisce ugualmente lo sport...ma è un aspetto che non può essere liquidato semplicemente con una punizione o con l'applicazione di un regolamento, ma rimanda ad una riflessione più ampia sullo sport in generale e sui valori che ad esso sono connessi.

credo che proprio il confondere i due piani generi quella che può apparire una ipocrisia.o-o

per il resto su molte cose siamo d'accordo.. :spetteguless:
 

motobimbo

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Chiaro che sto' travaglio mi è stato più facile vederlo nel campione (o pseudotale) fallito e disilluso

...quanto mi piacerebbe vederlo 'sto travaglio in altri ambiti (visto che di discute di disillusione collettiva)...

p.s.
l'apostrofo avanti o dietro l'abbreviazione "sto" non è ininfluente perchè allude al "que", che notoriamente era il fratellino terribile e rinchiuso in orfanotrofio di qui, quo & qua
 

Ser pecora

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...quanto mi piacerebbe vederlo 'sto travaglio in altri ambiti (visto che di discute di disillusione collettiva)...

Nell'epoca del viagra gli esempi non mancano:

"Gli atleti di tutto il mondo hanno assorbito il modello americano del sé e del corpo, forse per via dell'influenza della psicologia sportiva americana (che "produce risultati"). Gli atleti parlano apertamente di se stessi come di macchine di una varietà biologica che richiede certi tipi di nutrimento in determinate quantità a specifiche ore del giorno, e che viene "azionata" in vari modi dai sorveglianti così da arrivare ad una prestazione di ottimo livello.
Si può immaginare come faranno l'amore questi atleti: un'attività vigorosa, seguita dallo scoppio dell'orgasmo, spiegato come una forma di premio per il meccanismo fisico, seguito da un breve periodo di rilassamento, durante il quale il supervisore fantasma conferma che la prestazione è stata all'altezza degli standard."


J.M. Coetzee, Diario di un anno difficile, Einaudi, p. 133
 

motobimbo

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30/9/08
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Cimino
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...quanto mi piacerebbe vederlo 'sto travaglio in altri ambiti (visto che di discute di disillusione collettiva)...

p.s.
l'apostrofo avanti o dietro l'abbreviazione "sto" non è ininfluente perchè allude al "que", che notoriamente era il fratellino terribile e rinchiuso in orfanotrofio di qui, quo & qua

Nell'epoca del viagra gli esempi non mancano:

"Gli atleti di tutto il mondo hanno assorbito il modello americano del sé e del corpo, forse per via dell'influenza della psicologia sportiva americana (che "produce risultati"). Gli atleti parlano apertamente di se stessi come di macchine di una varietà biologica che richiede certi tipi di nutrimento in determinate quantità a specifiche ore del giorno, e che viene "azionata" in vari modi dai sorveglianti così da arrivare ad una prestazione di ottimo livello.
Si può immaginare come faranno l'amore questi atleti: un'attività vigorosa, seguita dallo scoppio dell'orgasmo, spiegato come una forma di premio per il meccanismo fisico, seguito da un breve periodo di rilassamento, durante il quale il supervisore fantasma conferma che la prestazione è stata all'altezza degli standard."


J.M. Coetzee, Diario di un anno difficile, Einaudi, p. 133


azzz...è quasi bello come fondare un nuovo partito! :smile:

scuz. :omertà:
 

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