Il pericolo marmotta

  • La Pinarello Dogma XC è finalmente disponibile al pubblico! Dopo averla vista sul gradino più alto del podio dei campionati del mondo di XC 2023 con Tom Pidcock (con la full) e Pauline Ferrand-Prevot (con la front), Stefano Udeschini ha avuto modo di provarla sui sentieri del Garda
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Little Eagle

Biker superis
1/11/08
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Western Alps
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Nulla contro i margari, ci mancherebbe, ma bisognerebbe domandarsi se l'ecosistema montagna, a certe quote, possa sopportare o meno il carico di una mandria.
Se è vero che le marmotte scavano tane e possono predisporre all'instabilità dei versanti (solo in minima parte, comunque), il calpestio di un bovino produce effetti molto peggiori: è capitato a tutti di vedere la miriade di "sentierini" da calpestio che si intrecciano lungo un versante. Il peso concentrato su uno zoccolo relativamente piccolo associato alla scarsa agilità dell'animale smuove il terreno, taglia la cotica erbosa, favorisce l'infiltrazione delle acque. Quel versante è inevitabilmente compromesso e soggetto prima o poi alle frane.
Nei decenni passati in montagna (almeno sulle Alpi Occidentali) c'erano poche malghe e tante bergerie: gli ovini sono assai più adatti all'ambiente e al territorio delle montagne, per non dire delle capre (riflessione: sopra il limite del bosco troviamo camosci e stambecchi: i cervi stanno a quote molto più basse... non vi dice qualcosa?) I bovini sono animali da prateria: perché li portano a quote superiori ai 2000 m?
Se lo fanno, i margari dovrebbero anche accetare quella percenuale di rischio dovuto all'ambiente, ivi compresa una frattura di zampa per una buca di marmotta.
La "politica" attuale tende ad antropizzare tutto il territorio: se il terreno non è adatto lo si trasforma e lo si addomestica. Invece di essere noi (e le nostre attività) ad adattarci al territorio, pretendiamo il contrario. Contro natura, insomma.
 

francescoMTB1

Biker meravigliosus
6/1/08
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Una casetta di Legno nel Bosco
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Specialized
affermazione alquanto ingenua, in quanto alcuni squilibri, spesso e volentieri causati dall'uomo a vario titolo, non vengono livellati e ristabiliti dal ciclo naturale.





frutto di pregiudizi.[/QUOTE]

Forse mi sono spiegato io male ,ma la mia intenzione era quella di lasciar intendere che l'uomo non deve interrompere l'equilibrio della natura imponendo un suo equilibrio egoistico.
 

Tc70

Entomobiker
20/4/11
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Provincia di Bs
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Picola ma carattarastica...
Nulla contro i margari, ci mancherebbe, ma bisognerebbe domandarsi se l'ecosistema montagna, a certe quote, possa sopportare o meno il carico di una mandria.
Se è vero che le marmotte scavano tane e possono predisporre all'instabilità dei versanti (solo in minima parte, comunque), il calpestio di un bovino produce effetti molto peggiori: è capitato a tutti di vedere la miriade di "sentierini" da calpestio che si intrecciano lungo un versante. Il peso concentrato su uno zoccolo relativamente piccolo associato alla scarsa agilità dell'animale smuove il terreno, taglia la cotica erbosa, favorisce l'infiltrazione delle acque. Quel versante è inevitabilmente compromesso e soggetto prima o poi alle frane.
Nei decenni passati in montagna (almeno sulle Alpi Occidentali) c'erano poche malghe e tante bergerie: gli ovini sono assai più adatti all'ambiente e al territorio delle montagne, per non dire delle capre (riflessione: sopra il limite del bosco troviamo camosci e stambecchi: i cervi stanno a quote molto più basse... non vi dice qualcosa?) I bovini sono animali da prateria: perché li portano a quote superiori ai 2000 m?
Se lo fanno, i margari dovrebbero anche accetare quella percenuale di rischio dovuto all'ambiente, ivi compresa una frattura di zampa per una buca di marmotta.
La "politica" attuale tende ad antropizzare tutto il territorio: se il terreno non è adatto lo si trasforma e lo si addomestica. Invece di essere noi (e le nostre attività) ad adattarci al territorio, pretendiamo il contrario. Contro natura, insomma.

Su questo non posso che quotare....
 
T

teoDH

Ospite
Nulla contro i margari, ci mancherebbe, ma bisognerebbe domandarsi se l'ecosistema montagna, a certe quote, possa sopportare o meno il carico di una mandria.
Se è vero che le marmotte scavano tane e possono predisporre all'instabilità dei versanti (solo in minima parte, comunque), il calpestio di un bovino produce effetti molto peggiori: è capitato a tutti di vedere la miriade di "sentierini" da calpestio che si intrecciano lungo un versante. Il peso concentrato su uno zoccolo relativamente piccolo associato alla scarsa agilità dell'animale smuove il terreno, taglia la cotica erbosa, favorisce l'infiltrazione delle acque. Quel versante è inevitabilmente compromesso e soggetto prima o poi alle frane.
Nei decenni passati in montagna (almeno sulle Alpi Occidentali) c'erano poche malghe e tante bergerie: gli ovini sono assai più adatti all'ambiente e al territorio delle montagne, per non dire delle capre (riflessione: sopra il limite del bosco troviamo camosci e stambecchi: i cervi stanno a quote molto più basse... non vi dice qualcosa?) I bovini sono animali da prateria: perché li portano a quote superiori ai 2000 m?
Se lo fanno, i margari dovrebbero anche accetare quella percenuale di rischio dovuto all'ambiente, ivi compresa una frattura di zampa per una buca di marmotta.
La "politica" attuale tende ad antropizzare tutto il territorio: se il terreno non è adatto lo si trasforma e lo si addomestica. Invece di essere noi (e le nostre attività) ad adattarci al territorio, pretendiamo il contrario. Contro natura, insomma.
E aggiungo, i periodi di alpeggio si fanno sempre più lunghi, una volta si portavano su le mucche sia per l'erba fresca e le erbe officinali di montagna, quindi per il loro bene, mentre ora si portano in alto per non dare fastidio ai turisti, per non rovinare i prati a mezza costa, stanno su dei mesi e spesso questo provoca più problemi che altro agli animali...
La scorsa settimana con le ondate di freddo so che nel cuneese sono morti alcuni capi rimasti in quota senza riparo...
Quindi forse anche questa attività, volta da sempre per ottenere il meglio dai bovini in termini di produzione ma anche volta a migliorarne la salute, andrebbe riportata alle origini, quando il grosso degli alpeggi erano a 1000/1200 m e non a 1800/2200
 

kikhit

Biker incredibilis
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Quindi forse anche questa attività, volta da sempre per ottenere il meglio dai bovini in termini di produzione ma anche volta a migliorarne la salute, andrebbe riportata alle origini, quando il grosso degli alpeggi erano a 1000/1200 m e non a 1800/2200

mah...a quali origini ti riferisci? negli atti di un convegno svoltosi ad Aosta ormai un po' di anni fa nel quale si parlava del rapporto tra antichi e montagna, già in epoca romana/imperiale la pratica della monticazione era diffusa in regioni come il Piemonte e la Valle d'Aosta ed a quote elevate....e già 2000 anni fa c'erano problemi.. ;-) soprattutto legati allo sfruttamento delle acque.
Ed anche in tempi un po' più 'recenti' le quote elevate sono state frequentate, ne sono testimonianza ad esempio le numerose trune che si trovano a quote superiori ai 2000m in valle Stura ad esempio.

Il discorso è un po' più articolato, in quanto lo stazionamento in alta quota era preceduto e seguito da stazionamenti a quote progressivamente più basse e le mandrie, in passato in prevalenza di ovini, venivano spostate più frequentemente senza insistere troppo su una microarea.

Ora il problema è legato alla disponibilità degli alpeggi: alle quote più basse i terreni sono pressoché tutti privati, mentre sono del demanio, con gestione da parte dei comuni, solo alle quote più elevate. Visto che gli alpeggi spesso sono assegnati dai comuni, c'è di mezzo burocrazia, parcellizzazione ecc. che spingono a far stazionare le bestie sempre nello stesso posto per lunghi periodi.

Tornando in topic, il discorso delle vacche che si rompono la zampa nelle buche di marmotte è un po' ridicolo. Ho un amico allevatore di fassone che in estate porta le vacche in alta valle di Susa e capita che le bestie si facciano male, cadendo da dirupi, fulminate durante temporali, che si perdono e sì, ci sarà anche il buco di marmotta, ma ne più ne meno degli altri fattori.
 
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Sciuscia

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kitkat

Biker cesareus
17/7/12
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Ossola
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Quella delle mucche che recano danno alla montatgna è stupenda... ma dai.. le mucche sono sempre state portate in montagna e anni fa erano molte di più.. perchè ora esistono solo allevamenti di persone che fanno quello come lavoro ma fino a pochi anni fa ogni famiglia o quasi aveva le proprie mucche.. Per tornare alle marmotte, sempre che siano veramente tante, come ogni specie possono creare problemi sia al territorio sia a se stesse... Pensate se in un territorio dove prima c'erano 100 marmotte adesso ce ne siano mille.. Il cibo è ovvio che non c'è più per tutti.. Questo vuol dire indebolimento della specie e maggior rischio di esporsi a malattie che potrebbero distruggerla.. e questo non lo dico solo io.. E' per questo anche che la caccia non va abolita ma regolarizzata.. ma qui andiamo su un'altro discorso e non ce ne frega niente..
 

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