@ Drmale
"Vero! ma sempre questione meteorologica resta."
Climatologica a dire il vero... ma come ti dirò tra breve non è una questione che riguarda solo climatologi e meteorologi, tutt'altro...
"Non ho le specifiche competenze per contestare queste affermazioni, né è mia intenzione farlo."
Strano... perché è esattamente quello che fai... male ma lo fai,,,
"Però resto sorpreso del fatto che in presenza di evidenti carenze nella conoscenza dei dati, ci sia un coro quasi unanime al riguardo."
Forse perché da qualunque parte si guardi il problema (cioè qualunque sia il campo di applicazione tecnico scientifico) le evidenze sono tali da portare gente diversissima (per estrazione, formazione, esperienza, collocazione geografica e campi di studio) alle medesime (quelli che tu ingenuamente chiami i catastrofisti) conclusioni generali???
Conclusioni basate (lo ricordo) su evidenze multidisciplinari (in campo ci sono meteorologi e climatologi, botanici e zoologi di tutti i campi, agronomi e paleontologi, genetisti, geologi, fisici e chi più ne ha più ne metta....) e non su convenienze del momento... a differenza della (cosiddetta) controparte la cui produzione di concettualità scientifica siamo ancora in attesa di vedere... (e mai vedremo... off the record)
È la scienza bellezza... (questa sconosciuta!). Tutto quello che sappiamo lì ci porta e ci riporta... e quello che sappiamo è molto, anzi moltissimo... tentare mistificazioni (perché di questo trattasi) giocandosi la carta del “ne sappiamo troppo poco” fa parecchio ridere (o piangere, come meglio ti aggrada) perché rende evidente l'uso strumentale che ne fa chi lo usa in questo modo ed in questo campo visto che è un argomento usato (proprio da chi fa ricerca e vorrebbe farla ancora meglio per il bene di tutti) propro per spingerci a maggiore prudenza (principio di precauzione, come minimo) e riflessione nel pensare (e magari ripensare) il nostro approccio al pianeta (e non solo).
Insomma le classiche argomentazioni di chi vuole nascondere la testolina sotto la sabbia con tattiche dilatorie tese a regalare ancora tempo a chi da determinate politiche (energetiche, ambientali, politiche e sociali) trae benefici economici immensi (a discapito di tutti e tutto).
Come ho già argomentato l'accettazione di una situazione tanto drammatica (di cui siamo i soli responsabili, in via commissiva come in quella omissiva) non è certo facile per chi è abituato a ricercare le (pavide, false e futili ma anche comode e rassicuranti) sicurezze e “convinzioni” che il sistema (o meglio sarebbe dire “i sistemi”) tanto generosamente (ma non certo disinteressatamente) offrono. Vedere in proposito i lavori di Bruner e Postman sulla percezione dell'incongruità o Kuhn sulla struttura delle rivoluzioni scientifiche... (trovi qualcosina proprio nel libro citato da Basinga e da me poco sopra)
"Pensate al più volte ripetuto esaurimento del petrolio. Da 2004 avrebbe dovuto definitamente essere talmente costoso estrarlo da non renderlo più appetibile."
Infatti il petrolio è calmierato e contingentato (se non te ne fossi accorto) dai paesi produttori (vedi OPEC ma non solo) ed il suo prezzo è “costruito” artificialmente con metodi che attengono alla sfera politica (e geopolitica) più che al campo economico (vedi domanda e offerta).
Così come è un fatto che diversi paesi produttori (quelli che se lo possono permettere) stiano (intelligentemente) investendo risorse immani (ed in tutta fretta) per costruirsi un futuro che non li lasci in “braghe di tela” da un giorno all'altro svincolando le proprie sorti da quelle (segnate) del petrolio.
Infatti il controllo di alcune aree calde (vedi alla voce “con ancora cospicui giacimenti”) è una questione considerata da decenni prioritaria e determinati interventi di “stabilizzazione” (Iraq, Libia ma anche Venezuela, ecc) sono pensati proprio in questa ottica così come altri “interventi” (meno militari e più politici) tesi al controllo dei paesi nordafricani, vedi alla voce “primavere arabe”, viste dall'establishment come un problema ed un rischio da limitare, controllare e guidare (quando non reprimere)... qualcuno ha paura del processo democratico? E prova ad indovinare il perché...
con la stessa ottica vanno analizzate le questioni che riguardano Iran e Turchia così come le politiche putiniane (seppur con le loro differenze di ruolo e peso).
A te invece risulta che il petrolio stia “ricrescendo” o che quelle stime fossero sbagliate? A me risulta invece che si stia raschiando il barile cercando e trovando tecniche sempre più ardite e costose (oltreché distruttive ed invasive) per reperire idrocarburi di qualità (e quantità) sempre inferiori con costi di raffinazione sempre maggiori...
PS: perché tu credi che i costi degli idrocarburi (petrolio in primis) li paghi solo alla pompa di benzina e non spalmati su una bilancia commerciale ben più ampia e che interessa anche chi non ha mezzi a motore di alcun tipo? beata ingenuità (se è ingenuità...
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"Non dimentichiamo che tutt'ora scienze come la medicina, la psicologia speciale, le neuroscienze, la pedagogia clinica, alcune branche dell'economia finanziaria, dell'economia comportamentale, la linguistica, ecc., in altri termini quando usciamo dalla fisica teorica, dalla matematica e, forse dall'informatica (come scienza teorica), ci troviamo di fronte errori imbarazzanti. E non è che all'interno della fisica e della matematica non ci siano divisioni, anzi."
Come ho già detto ampiamente in passato del processo scientifico ti sfuggono (purtroppo) proprio le basi (e la storia) e tenti maldestramente di utilizzare il procedimento (che per sua natura si basa anche sull'errore come sul suo successivo superamento e correzione) per i tuoi personalissimi scopi... una delle cose (se non “la cosa”) peggiori ed imperdonabili che si possa fare in ambito scientifico... ma contento te...
"La scienza nasce come messa in dubbio, e non come edificio del sapere. Questa si chiama accademia, e di puttanate l'accademia è piena. Se i libri di filosofia sono pieni - e lo sono - di minchiate, quelli di scienza non restano affatto indietro in termini di minchiate."
Il dubbio è la molla che fa mettere in discussione l'esistente per permetterci di andare oltre e di progredire con il sapere che è sempre in divenire... (spesso in contrapposizione più o meno aperta con lo status quò della società in riferimento... proprio come in questo caso, ma guarda...) tu lo usi per ben altri scopi (e torniamo alla “non comprensione del processo scientifico e della sua storia”)
"Quindi credo che l'affermazione che la temperatura terrestre ha origine antropiche è altrettanto poco scientifica del suo contrario."
Questa vorrei poterla scolpire nella pietra (mi piacerebbe riproportela in futuro) e da sola condensa tutto il tuo scibile e rende evidente l'incongruità di certe posizioni...