Fa freddo, il terreno è ricoperto di neve e la luce sta svanendo. Troppo bello.
Fuori è tutto bianco. Dalla finestra di casa mia vedo una piccola collina su cui i bambini del paese vanno in slitta. Ci vado pure io quasi ogni giorno, con mio figlio di due anni. Ne basta poca per far scivolare una slitta verso la ciclabile che passa di fronte a casa.
Oggi splende il sole, siedo alla scrivania leggendo il forum (cos'altro?) e i raggi del sole penetrano dalla finestra, colpiscono la mia felpa e mi fanno sentire in breve tempo come in un forno. Guardo fuori: cielo blu. Uno pensa che, solo perchè in casa il sole ti può cuocere attraverso i vetri, fuori faccia caldo.
Sono le 14. Spengo il computer e mi lancio verso il guardaroba. So di avere poco tempo per quello che ho in mente. Mi vesto secondo il principio della cipolla: maglia traspirante, maglia calda, pantaloni lunghi aderenti - li odio per come mi fanno sentire come un Würst - pantaloni a 3/4 impermeabili, calze da sci, scarponi da montagna, giacca impermeabile, cappellino che passa sotto il casco, casco, guanti. Solo il fatto di vestirmi così mi scoraggia ad andare in mtb d'inverno, normalmente. Oggi no.
Strada sterrata in fondo valle - per ora
Oggi voglio fare il giro "di casa" con la neve. Lo conosco a memoria. Sono 750 metri di dislivello in salita, con un bel singletrack in discesa di circa 600 metri di dislivello, in totale 24 km. L'avrò fatto decine di volte la scorsa estate, ora voglio vedere se riesco a farlo in condizioni invernali. Il tempo di percorrenza normale è di circa 2 ore, le giornate adesso sono però brevi e data la neve ci metterò sicuramente di più del solito. Vediamo come me la cavo se diventa buio. Senza avventura che vita è?
Tracce di cervo?
La cosa bella della neve è che si vedono tutte le tracce. La storia del bosco si trova per terra e tu la puoi leggere. Vedi le tracce delle gomme dei fuoristrada della forestale, vedi quelle di chi era a piedi, che stava nel mezzo della carreggiata per avere più grip sotto la suola delle scarpe, dato che la neve schiacciata dalle macchine si è trasformata in ghiaccio scivoloso. Vedi soprattutto le tracce degli animali. Cerbiatti e cervi alla ricerca di cibo. Ti fanno sentire in compagnia anche se stai pedalando da solo e l'unico rumore è quello della neve che scricchiola sotto le gomme della bici.
Sole ad alzo zero - sono le 15:30 e io sono quasi in cima alla salita
Incontro un signore anziano a piedi che mi dice "senza catene qui non si sale" e se la ride. Ha l'aria simpatica e gli dico che una catena ce l'ho, anche se non è sotto le gomme. Ridiamo insieme e ci salutiamo.
Riesco a salire per la sterrata solo perchè la forestale la percorre regolarmente con il fuoristrada e quindi ha appiattito la neve. Sudo, mi tolgo uno strato e il cappello e continuo. Arrivo al bivio da cui parte il sentiero in salita. Non ci sono più tracce qui, solo neve fresca che diventa sempre di più man mano che salgo. In cima - a quota 1300 - saranno circa 30 cm di fresca in cui i miei scarponi sprofondano mentre spingo la bici. Questo è un tratto a spinta anche d'estate, ora è solo più faticoso.
A spinta
Inizia la discesa, la grande incognita. Sono insicuro sulla neve, non vedo quello che c'è sotto e so che qui ci sono tante radici. È tutto più soft, in qualche modo mi sembra che le sospensioni siano il doppio del solito. Nei pezzi non abbastanza pendenti mi tocca pedalare, ma scendo senza grossi problemi. Bello. La neve diminuisce man mano che perdo quota. Arrivo ad una malga. La fontana è in gran parte ghiacciata. Mi fermo ad ammirare la forma del ghiaccio intorno al rubinetto.
Se non pensavo facesse freddo, ora lo faccio
Da qui si intravvede il lago di Tegernsee, in basso, e i monti su cui fra poco sarò in giro con lo snowboard
Tante impronte di scarponi partono dalla malga in direzione valle, proprio sul mio sentiero. Non hanno formato del ghiaccio, come le macchine, anzi, hanno solo schiacciato la neve rendendola più gripposa. Scendo più sicuro di prima e mi fido a lasciare andare i freni. Ho una mascherina da sci addosso, i miei occhi sono completamente protetti dall'aria fredda. Forse per questo, forse per avere intorno a me la neve, che in caso di caduta mi farebbe scivolare senza grandi impatti come sui sassi d'estate, forse per l'abitudine dello snowboard a non aver paura i cadute in neve fresca: in ogni caso vado giù veloce. Lo so, sono solo pochi centimetri di neve, ma per la mia psiche sono abbastanza.
Terreno misto
Più in basso la neve si mischia ai sassi e al ghiaccio. È un tratto che d'estate si fa a manetta. Le ruote tengono, io lascio andare. Troppo bello. Arrivo in valle, ora pedalo tranquillo attraverso un paesaggio quasi fiabesco, con le case e la sterrata ricoperte di neve. Devo solo stare attento al ghiaccio. Ci sono dei lastroni mostruosi causati dal passaggio delle macchine.
La luce se ne va
Ho un'ultima salita di circa 100 metri di dislivello da superare. Si passa attraverso un campo da golf, oggi deserto. Al posto dei vari green ci sono delle tracce di sci, quasi a volersi riappropriare della montagna rubata da snob che normalmente ci girano con macchine elettriche per culi di piombo. Arrivo in cima, tratto piano. Vedo un signore con un cane, lo guardo per salutarlo e proprio in quel momento volo rovinosamente al suolo. Non avevo visto il placcone di ghiaccio. Cado su un fianco, un male boia. "È pericoloso", mi dice con accento del nord Germania. Mi rialzo dolorante, proseguo prima di raffreddarmi, altrimenti la botta farà ancora più male.
Buio. Sono le 16:50
Entro nell'ultimo bosco prima di casa. Ultima discesa, la più ostica dato che la sterrata è stata tracciata da diverse macchine. Devo rimanere in mezzo per non finire nel ghiaccio. Dove normalmente ci impego 3 minuti a scendere oggi ce ne metto 10.
Non credete ai raggi del sole che attraversano la finestra... -4° segna il termometro fuori casa.
Testo e foto cellofoniche di Marco Toniolo
Fuori è tutto bianco. Dalla finestra di casa mia vedo una piccola collina su cui i bambini del paese vanno in slitta. Ci vado pure io quasi ogni giorno, con mio figlio di due anni. Ne basta poca per far scivolare una slitta verso la ciclabile che passa di fronte a casa.
Oggi splende il sole, siedo alla scrivania leggendo il forum (cos'altro?) e i raggi del sole penetrano dalla finestra, colpiscono la mia felpa e mi fanno sentire in breve tempo come in un forno. Guardo fuori: cielo blu. Uno pensa che, solo perchè in casa il sole ti può cuocere attraverso i vetri, fuori faccia caldo.
Sono le 14. Spengo il computer e mi lancio verso il guardaroba. So di avere poco tempo per quello che ho in mente. Mi vesto secondo il principio della cipolla: maglia traspirante, maglia calda, pantaloni lunghi aderenti - li odio per come mi fanno sentire come un Würst - pantaloni a 3/4 impermeabili, calze da sci, scarponi da montagna, giacca impermeabile, cappellino che passa sotto il casco, casco, guanti. Solo il fatto di vestirmi così mi scoraggia ad andare in mtb d'inverno, normalmente. Oggi no.
Strada sterrata in fondo valle - per ora
Oggi voglio fare il giro "di casa" con la neve. Lo conosco a memoria. Sono 750 metri di dislivello in salita, con un bel singletrack in discesa di circa 600 metri di dislivello, in totale 24 km. L'avrò fatto decine di volte la scorsa estate, ora voglio vedere se riesco a farlo in condizioni invernali. Il tempo di percorrenza normale è di circa 2 ore, le giornate adesso sono però brevi e data la neve ci metterò sicuramente di più del solito. Vediamo come me la cavo se diventa buio. Senza avventura che vita è?
Tracce di cervo?
La cosa bella della neve è che si vedono tutte le tracce. La storia del bosco si trova per terra e tu la puoi leggere. Vedi le tracce delle gomme dei fuoristrada della forestale, vedi quelle di chi era a piedi, che stava nel mezzo della carreggiata per avere più grip sotto la suola delle scarpe, dato che la neve schiacciata dalle macchine si è trasformata in ghiaccio scivoloso. Vedi soprattutto le tracce degli animali. Cerbiatti e cervi alla ricerca di cibo. Ti fanno sentire in compagnia anche se stai pedalando da solo e l'unico rumore è quello della neve che scricchiola sotto le gomme della bici.
Sole ad alzo zero - sono le 15:30 e io sono quasi in cima alla salita
Incontro un signore anziano a piedi che mi dice "senza catene qui non si sale" e se la ride. Ha l'aria simpatica e gli dico che una catena ce l'ho, anche se non è sotto le gomme. Ridiamo insieme e ci salutiamo.
Riesco a salire per la sterrata solo perchè la forestale la percorre regolarmente con il fuoristrada e quindi ha appiattito la neve. Sudo, mi tolgo uno strato e il cappello e continuo. Arrivo al bivio da cui parte il sentiero in salita. Non ci sono più tracce qui, solo neve fresca che diventa sempre di più man mano che salgo. In cima - a quota 1300 - saranno circa 30 cm di fresca in cui i miei scarponi sprofondano mentre spingo la bici. Questo è un tratto a spinta anche d'estate, ora è solo più faticoso.
A spinta
Inizia la discesa, la grande incognita. Sono insicuro sulla neve, non vedo quello che c'è sotto e so che qui ci sono tante radici. È tutto più soft, in qualche modo mi sembra che le sospensioni siano il doppio del solito. Nei pezzi non abbastanza pendenti mi tocca pedalare, ma scendo senza grossi problemi. Bello. La neve diminuisce man mano che perdo quota. Arrivo ad una malga. La fontana è in gran parte ghiacciata. Mi fermo ad ammirare la forma del ghiaccio intorno al rubinetto.
Se non pensavo facesse freddo, ora lo faccio
Da qui si intravvede il lago di Tegernsee, in basso, e i monti su cui fra poco sarò in giro con lo snowboard
Tante impronte di scarponi partono dalla malga in direzione valle, proprio sul mio sentiero. Non hanno formato del ghiaccio, come le macchine, anzi, hanno solo schiacciato la neve rendendola più gripposa. Scendo più sicuro di prima e mi fido a lasciare andare i freni. Ho una mascherina da sci addosso, i miei occhi sono completamente protetti dall'aria fredda. Forse per questo, forse per avere intorno a me la neve, che in caso di caduta mi farebbe scivolare senza grandi impatti come sui sassi d'estate, forse per l'abitudine dello snowboard a non aver paura i cadute in neve fresca: in ogni caso vado giù veloce. Lo so, sono solo pochi centimetri di neve, ma per la mia psiche sono abbastanza.
Terreno misto
Più in basso la neve si mischia ai sassi e al ghiaccio. È un tratto che d'estate si fa a manetta. Le ruote tengono, io lascio andare. Troppo bello. Arrivo in valle, ora pedalo tranquillo attraverso un paesaggio quasi fiabesco, con le case e la sterrata ricoperte di neve. Devo solo stare attento al ghiaccio. Ci sono dei lastroni mostruosi causati dal passaggio delle macchine.
La luce se ne va
Ho un'ultima salita di circa 100 metri di dislivello da superare. Si passa attraverso un campo da golf, oggi deserto. Al posto dei vari green ci sono delle tracce di sci, quasi a volersi riappropriare della montagna rubata da snob che normalmente ci girano con macchine elettriche per culi di piombo. Arrivo in cima, tratto piano. Vedo un signore con un cane, lo guardo per salutarlo e proprio in quel momento volo rovinosamente al suolo. Non avevo visto il placcone di ghiaccio. Cado su un fianco, un male boia. "È pericoloso", mi dice con accento del nord Germania. Mi rialzo dolorante, proseguo prima di raffreddarmi, altrimenti la botta farà ancora più male.
Buio. Sono le 16:50
Entro nell'ultimo bosco prima di casa. Ultima discesa, la più ostica dato che la sterrata è stata tracciata da diverse macchine. Devo rimanere in mezzo per non finire nel ghiaccio. Dove normalmente ci impego 3 minuti a scendere oggi ce ne metto 10.
Non credete ai raggi del sole che attraversano la finestra... -4° segna il termometro fuori casa.
Testo e foto cellofoniche di Marco Toniolo