La SAT dichiara guerra alle gnocche d'altura

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sembola

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... In Trentino te li trovi a 3000 m al rifugio perché salgono con gli impianti come ridere.
Premesso che in Trentino a 3000 metri con gli impianti sali solo alla Marmolada...;-)

... il discorso è proprio questo, è stata banalizzata ed "urbanizzata" la montagna ed è inevitabile che arrivino i "raccattati" che poi al Bianco vanno a farsi i selfie sul ghiacciaio in scarpe da tennis o che si inoltrino sui sentieri in ciabatte.

Con tutto quello che posso ridire della SAT, sono gli ultimi cui addebitare questo (ormai irreversibile) stato di cose.
 

Boro

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Premesso che in Trentino a 3000 metri con gli impianti sali solo alla Marmolada...;-)

... il discorso è proprio questo, è stata banalizzata ed "urbanizzata" la montagna ed è inevitabile che arrivino i "raccattati" che poi al Bianco vanno a farsi i selfie sul ghiacciaio in scarpe da tennis o che si inoltrino sui sentieri in ciabatte.

Con tutto quello che posso ridire della SAT, sono gli ultimi cui addebitare questo (ormai irreversibile) stato di cose.
Per l'esattezza sono quasi 3300m, ci sono tornato proprio quest'estate, posto stratosferico, peccato il ghiacciaio no ci sia più.
Il fatto é che la sacra montagna della sat bella fin che vuoi, senza i soldi dell'industria turistica e delle sovvenzioni statali sarebbe un discreto posto di M in cui vivere e il problema dell'affollamento e della scarsa cultura dei turisti non esisterebbe. Niente strade belle, comode, dritte, tanto che ci metto meno ad andare in val di Fassa da Modena che all'Abetone, e arrivo pure senza il vomito e senza aver sfondato gli ammortizzatori nelle buche.
Niente boschi che sembrano giardini, niente sentieri ben tracciati, puliti e battuti. E via dicendo. Ma é cosi da parecchio tempo, non so come mai se ne accorgono adesso.
Fantozzi ad Ortisei insegna.
 
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sembola

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@Boro, che il turismo debba esserci è fuori discussione, la fame e l'emigrazione nessuno vuole riviverle, e giustamente dico io.

Però il turismo, come qualsiasi altra attività economica, non può essere giustificazione suprema a qualsivoglia appetito (od ingordigia?) umana.

Occore trovare un equilibrio, tanto più che il turismo (come qualsiasi attività economica) dovrebbe essere pensato, organizzato e gestito e non lasciato allo stato brado finchè non scappa di mano.

Da turista attivo (in AA, non in Trentino ma cambia poco) e passivo (in una città d'arte assediata) trovo che Messner in questo abbia ragione, ero prevenuto nei suoi confronti ma riconosco che la sua posizione è sensata e pragmatica.
 

tostarello

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Da turista attivo (in AA, non in Trentino ma cambia poco) e passivo (in una città d'arte assediata) trovo che Messner in questo abbia ragione, ero prevenuto nei suoi confronti ma riconosco che la sua posizione è sensata e pragmatica.
la posizione di Messner cui ti riferisci è quella riguardo l'ampliamento dell'areoporto di San Giacomo in AA?

http://www.altoadigeinnovazione.it/forum-aeroporto-170mila-visite/

“Il turista – spiega Messner -. da una certa distanza non è disposto ad atterrare ad Innsbruck e venire in Sudtirolo. Lo stesso vale per Bergamo e Verona. Siccome viviamo principalmente di turismo, dobbiamo pensare di attirare turisti che sono amanti della montagna che vengono da Londra, Parigi, Mosca e da altri continenti. Se noi facciamo come Innsbruck avremo un turismo che occupa i letti molto giorni di più. Per avere la leadership nel turismo di montagna dobbiamo avere un piccolo ma funzionante aeroporto. Non è da escludere il peso in termini di rumore e inquinamento: ma i vantaggi vanno molto oltre”
 

tostarello

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@tostarello no, mi riferisco ad altro

allora forse alla proposta riguardante i passi dolomitici, di "riservare il passaggio esclusivo alle bici dalle 10 alle 15, tra luglio e agosto, per favorire il cicloturismo", od anche di contingentare il traffico su alcuni passi introducendo un pedaggio...

ma cercando ho trovato anche questa sua opinione

https://www.montagna.tv/cms/40426/messner-stop-al-turismo-le-montagne-devono-restare-selvagge/

ma penso che facilmente ne troverei diverse altre
 

Boro

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L'equazione alpinista=buono e giusto x la montagna, turista=invasore inopportuno e zozzone é francamente ridicola. Andatelo a dire alle tonnellate di rifiuti lasciati sull'Himalaya da tutte le meravigliose spedizioni fatte in tutti questi anni e che non si sa come riportare giù, tanto per dirne una.
É tipico, ogni categoria rivendica bambinescamente un diritto primario all'usurfrutto del bene. Le volete inviolate, non andateci nemmeno voi e siate coerenti altrimenti sono argomentazioni da il mondo é mio che sono patetiche.
 
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sembola

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allora forse alla proposta riguardante i passi dolomitici
Ho letto una sua disamina del turismo di montagna, in cui sostanzialmente dice che il turismo serve per far vivere la montagna ma che la montagna deve mantenere una sua identità proprio per attrarre il turismo (mia sintesi, non necessariamente fedele)

L'equazione alpinista=buono e giusto x la montagna, turista=invasore inopportuno e zozzone é francamente ridicola. Andatelo a dire alle tonnellate di rifiuti lasciati sull'Himalaya da tutte le meravigliose spedizioni fatte in tutti questi anni e che non si sa come riportare giù, tanto per dirne una.
É tipico, ogni categoria rivendica bambinescamente un diritto primario all'usurfrutto del bene. Le volete inviolate, non andateci nemmeno voi e siate coerenti altrimenti sono argomentazioni da il mondo é mio che sono patetiche.
Con tutto il rispetto non condivido. Se parliamo dell'arco alpino non sono gli alpinisti (o i cicloalpinisti) a provocare il degrado, ma la ricerca del turismo di massa per le vie più facili. Poi occorre il pragmatismo di ammettere che con gli alpinisti non ci si mantiene una vallata (nel 1800 come oggi), ma tra la fame e la devastazione qualche via di mezzo dovrebbe esistere.
 

Boro

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Sembola, francamente di devastazioni sulle montagne del Trentino non ne vedo, come invece ne posso vedere ovunque in Italia (pensare solo alla situazione delle coste...), quindi per ritornare all'argomento dell'articolo, il dramma del buzzurro sulle vette, non lo vedo come "il problema" del Trentino.
E' un problema semmai culturale del paese (e non solo del nostro), non tanto di come viene gestito il turismo.
 

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Il dramma non è sulle vette, o meglio, non solo, ma anche per i sentieri ed i boschi del Trentino, ma in generale delle Alpi più turistiche, dove incontri mozziconi di sigaretta, fazzolettini, carte e incartamenti vari abbandonati dalla gente, e sia chiaro, spesso a farlo sono anche gli assidui frequentatori, però fa da se che maggiore è il passaggio e più evidente ma soprattutto impattante diventa la cosa.
Stessa cosa per il sottobosco nei periodi di raccolta, dove orde di gente che non ha la più pallida idea di come comportarsi e come attrezzarsi va alla bell'e meglio alla "caccia" di qualsiasi cosa con attrezzi e contenitori assolutamente non idonei, e pur di trovare e portare a casa qualche trofeo è disposta a strappare di tutto rovistando palmo a palmo tutta la superficie, quando magari con un minimo di conoscenza e documentazione in determinate aree neanche servirebbe cercare o comunque lo si potrebbe fare in modo molto meno impattante.
 
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Sembola, francamente di devastazioni sulle montagne del Trentino non ne vedo...
E come le vogliamo definire robe tipo la val di Fassa? Esempio di equilibrio tra sviluppo ed ambiente?
Canazei cos'è, un tradizionale borgo di montagna? e quegli sbancamenti per far passare le piste anche in valli prima intonse (vedi collegamento Buffaure - Ciampac) per poi consumare acqua che non c'è visto il clima cos'è, un esempio di sostenibilità?
Lo ripeto, non è pensabile di tornare indietro, ad una società basata sull'economia di sussistenza e sull'emigrazione (in una parola, sulla fame). Non è pero onesto intellettualmente mettere alpinismo e sci sullo stesso piano, come non lo è paragonare escursionismo a piedi a quallo in SUV o girare in bici al girare in moto.

il dramma del buzzurro sulle vette, non lo vedo come "il problema" del Trentino.
E' un problema semmai culturale del paese (e non solo del nostro), non tanto di come viene gestito il turismo.
E' certamente un problema culturale, basta guardare cosa è facebook.
Ma è anche un problema di gestione del turismo. Perchè il buzzurro (ma anche, ed è molto peggio, il cretino) è una percentuale fisiologica della massa, e devi prevedere che aumentando il numero aumentino i problemi.
Puoi anche fottertene e contare le banconote. Senza però prendertela se ti danno del venale o, in situazioni diverse, se ti mettono alla porta.
 
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Sembola, francamente di devastazioni sulle montagne del Trentino non ne vedo, come invece ne posso vedere ovunque in Italia (pensare solo alla situazione delle coste...), quindi per ritornare all'argomento dell'articolo, il dramma del buzzurro sulle vette, non lo vedo come "il problema" del Trentino.
E' un problema semmai culturale del paese (e non solo del nostro), non tanto di come viene gestito il turismo.

Allargare mulattiere fino a farle diventare autostrade solo per permettere di far salire chiunque in fuoristrada (seppur sia cosa regolamentata), personalmente lo reputo una devastazione.
 
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Allargare mulattiere fino a farle diventare autostrade solo per permettere di far salire chiunque in fuoristrada (seppur sia cosa regolamentata), personalmente lo reputo una devastazione.
Ti capisco, per l'amante dell'off-road e' terribile rovinare il piacere di guida di una mulattiera scassata trasformandola in una rampa per passeggini, ma dal punto di vista ambientale e' una bazzecola, specie se paragonato all'impatto degli impianti di risalita e al resto dell'edilizia.
Quanto ai borghi "caratteristici" di Sembola sono un concetto molto relativo, in Italia ce ne sono una marea ma se sono abbandonati e diroccati come molti che ce ne facciamo? Finche' stanno su andiamo a vederli e magari paghiamo il biglietto. Il concetto del turismo organzzato nei luoghi "autentici" e' romantico ma utopico.
 

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Ti capisco, per l'amante dell'off-road e' terribile rovinare il piacere di guida di una mulattiera scassata trasformandola in una rampa per passeggini, ma dal punto di vista ambientale e' una bazzecola, specie se paragonato all'impatto degli impianti di risalita e al resto dell'edilizia.
Esiste però una soluzione semplice semplice, far andare su a piedi solo chi ci riesce, del resto arrivare a 3000 di quota non è ne un dovere ne un obbligo imposta dal medico come cura essenziale per la sopravvivenza.

Quanto ai borghi "caratteristici" di Sembola sono un concetto molto relativo, in Italia ce ne sono una marea ma se sono abbandonati e diroccati come molti che ce ne facciamo? Finche' stanno su andiamo a vederli e magari paghiamo il biglietto. Il concetto del turismo organzzato nei luoghi "autentici" e' romantico ma utopico.
I borghi possono essere tranquillamente recuperati e riportati alla vita anche senza stravolgerne la natura ma anzi facendolo nel modo più sostenibile ed al minor impatto ambientale possibile.
Di esempi ce ne sono svariati, il problema è che seguire tale strada richiede molti più sacrifici, implica una sorta di cernita della clientela e un minor profitto a parità di investimento, cosa però del tutto possibile e che comunque non significa lavorare per far la fame o andarci in rimessa.
 

Boro

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In linea teorica e in un mondo perfetto forse si, ma purtroppo alla verifica dei fatti lo vedo improbabile col nostro modello di vita e sviluppo, quantomeno lo vedo ipocrita.
Il reddito che ci consente di fare i turisti equipaggiati e comodi nei luoghi belli e "incontaminati" deriva dallo sfruttamento e dalla "devastazione" di luoghi meno belli (non sempre) che abbiamo sacrificato all'industria. E soprattuto gran parte di questa ricchezza consente di rendere vivibili e gradevoli zone in cui ci si spaccava la schiena fino o pochi decenni fa e da cui tutti scappavano.
Oggi sono qui in mezzo agli stabilimenti che cementizzano piu' della meta' del territorio dove vivo e che mi danno da mangiare, domani sono nelle alpi "ecosostenibili". Tengo bello da una parte e butto l'immondizia da un'altra.
Se ripensiamo il sistema in modo piu' "sostenibile" globalmente, a fare il turista nelle alpi senza soldi non ci vado piu' e smetto pure di sovvenzionarle indirettamente a quel punto torneranno bellissime e selvagge.
La natura in pochi anni si riappropria di tutto e converte velocemente, non c'e' da preoccuparsi per questo.
 

sembola

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Ti capisco, per l'amante dell'off-road e' terribile rovinare il piacere di guida di una mulattiera scassata trasformandola in una rampa per passeggini, ma dal punto di vista ambientale e' una bazzecola, specie se paragonato all'impatto degli impianti di risalita e al resto dell'edilizia.
Talvolta sì, talvolta no. A volte la caratteristica della via (mulattiera, sentiero, sterrata) è connaturata al "valore" ambientale. Altre volte lo è meno o il vantaggio della carrozzabilità sposta la bilancia dall'altro lato.
Per capirci, non è la stessa cosa cementare uno stradello di servizio ad un alpeggio (dove una volta la gente viveva tutta l'estate mentre oggi deve prendere il latte e portarlo a valle) o una vecchia mulattiera storica. "Ambiente" non è solo natura ma anche storia, cultura, paesaggio.
Dove vivo io si sta cercando di tutelare le strade sterrate. Asfaltarle sarebbe un "danno ambientale" risibile ma un enorme danno paesaggistico, ed alla lunga un danno anche verso un certo turismo.


Quanto ai borghi "caratteristici" di Sembola sono un concetto molto relativo, in Italia ce ne sono una marea ma se sono abbandonati e diroccati come molti che ce ne facciamo? Finche' stanno su andiamo a vederli e magari paghiamo il biglietto. Il concetto del turismo organzzato nei luoghi "autentici" e' romantico ma utopico.
Tra lasciare franare le case antiche e realizzare robe tipo Les2Alps o LesGets ci sono vie di mezzo. Lo dico ancora perchè non si equivochi: il turismo è necessario. però va gestito, pensato, organizzato, e non lasciato in balia degli "spiriti animali" del mercato.
 
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Il fatto è che non esistono solo gli estremi, ci sono anche tante vie di mezzo che a fronte di qualche sacrificio o rinuncia, che poi spesso alla fine non risultano neanche tali se si sa apprezzare ciò che si ha a disposizione e si ottiene, possono dare immense soddisfazioni ed appagamento riducendo però il proprio impatto sull'ambiente e la società.
Un esempio è quello di decidere di non fare tutti gli anni centinaia e centinaia di chilometri per andare nelle più rinomate location di villeggiatura quando magari si ha la possibilità con poche decine di chilometri di andare in luoghi simili, ad esempio se abiti vicino all'appennino non serve andare per forza sulle Alpi per fare una vacanza dedita agli sport di montagna, come non serve andare nella località turistica rinomata quando magari hai a portata di mano degli stupendi borghi recuperati, o se vivi vicino al mare attraversare mezza italia magari con l'aereo solo per andare a in una spiaggia più rinomata.
Altro metodo è quello di scegliere il proprio mezzo non in funzione del piacere e estetico o di una vacanza all'anno ma di ciò che serve nella vita quotidiana, poi di volta in volta nei rarissimi casi in cui realmente si presentano necessità eccezionali valutare il mezzo alternativa da utilizzare e l'eventuale affitto se non può essere uno pubblico, per non parlare della vita quotidiana dove soventemente si fa uso di mezzi più comodi quando si potrebbe tranquillamente con un sacrificio minimo per non dire nullo spostarci ad impatto zero o quasi.
Il discorso è molto ma molto più filosofico ed articolato ma al contempo anche semplice da affrontare, ovvero, vivere ad impatto zero nella società di oggi purtroppo è impossibile, vivere però ad impatto quanto più limitato decidendo di impegnarsi per far si che ciò accada ed essere comunque felice ed appagato è possibile ed auspicabile, e tra il non far nulla e sfruttare tutto quanto più possibile o impegnarsi per sfruttare almeno in modo razionale e ponderato le risorse c'è un immensa differenza.
Lo so, non è mai bello sentirselo dire, ma purtroppo oramai siamo tutti un po troppo egoisti ed egocentrici e troviamo molto più facile dire e forse pensare realmente che oramai far meglio non si può perché il resto della società intanto continuerà ad andare avanti per la propria strada e il nostro sforzo sarà solo una goccia d'acqua in un mare immenso, ma tante piccole gocce d'acqua messe assieme fanno la differenza o possono dare vita ad un cambiamento.

Quindi alla fine si torna sempre ad un ragionamento di fondo, ovvero "è realmente necessario antropizzare e concentrare grandi masse di persone in poche aree di grande attrattiva perché modaiole o si può invece distribuire questa immensa massa su un numero maggiore di località fornendo al contempo sia una maggior boccata di ossigeno e vitalità ad un numero maggiore di comunità senza però devastarne in tutto e per tutto il territorio ed al contempo permettendo una più distribuita rivalutazione e rivitalizzazione dei borghi oramai in via di abbandono e rovina?".
Ebbene, secondo me lo si può fare col gran vantaggio di distribuire su una superficie maggiore i benefici del turismo con buona pace delle catene e società che invece hanno ad oggi concentrato tali risorse nelle casse di pochi, ma col grosso vantaggio che minore è la concentrazione di turisti e maggiore diventa la capacità di controllarli, educarli e nel malaugurato caso si debba render necessario anche sistemare i loro danni e mantener pulito, ma soprattutto di permettere una maggior e più estesa cura di tutto il territorio.


P.S.
La natura si riappropria di tutto, ma in molti casi richiede dei cicli di tempo parecchio lunghi e senza la bonifica di chi tali danni li ha arrecati non sempre riesce a metterci da sola una pezza.
 

Burìk

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Monte Musinè
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Fat+xc+full
Conosco molto poco il Trentino e non so quanto l'idea possa funzionare lì ma in alta Valle Orco dal 2002 la strada verso il Col del Nivolet è CHIUSA al traffico tutte le domeniche d'estate. Se si vuole salire comunque ci sono le navette da Ceresole. Il turismo non ne ha praticamente avuto nessun danno ma la montagna ne ha guadagnato parecchio. Non ho ben chiaro se l'eliturismo sia stato vietato in toto, non vedo un elicottero privato da anni. Sono sparite le orde di domenicanti che creavano un gran traffico moto/automobilistico, raccoglievano ogni cosa, andavano a rompere le balle alle marmotte fin nelle tane e ogni volta che vedevano un camoscio strillavano come se avessero avuto l'apparizione della vergine. O, meglio, ci sono comunque, ma tendono a tenersi più a valle e lasciano il posto a trekker sufficientemente esperti e più rispettosi. I sindaci dei vari paesi si sono anche impegnati parecchio andando a bussare in regione per avere fondi che sono stati ben utilizzati per infrastrutture di diverso tipo come piste da sci e una piscina, cosa mai vista in una valle da sempre grezza e un po' lasciata a se stessa salvo la gestione del Parco. In altura sono anche nati nuovi rifugi. Molte strade che salgono lungo i fianchi delle montagne non sono asfaltate e ho il sentore che siano lasciate volontariamente così. In buona sostanza la difficoltà di accesso ai punti più elevati sta funzionando come "selezione all'ingresso", da una parte i turisti caciaroni non mancano ma difficilmente si diffondono in ogni dove, restano a valle e portano comunque soldi, dall'altra le zone meno accessibili sono esclusiva di chi la montagna la sa percorrere senza danneggiarla. Potrebbe essere applicabile in Trentino una politica del genere?
 

Tc70

Entomobiker
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Picola ma carattarastica...
Conosco molto poco il Trentino e non so quanto l'idea possa funzionare lì ma in alta Valle Orco dal 2002 la strada verso il Col del Nivolet è CHIUSA al traffico tutte le domeniche d'estate. Se si vuole salire comunque ci sono le navette da Ceresole.


O bella....davvero? Non lo sapevo...ma il Sabato si può andar su con la propria auto?...Io c'ero stato,non ricordo che giorno,ma c'ero stato con la mia auto,fino a dove c'è il rifugio col laghetto...:nunsacci:
 

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