MyLand MTB NON STOP 2018

  • Cannondale presenta la nuova Scalpel, la sua bici biammortizzata da cross country che adesso ha 120 millimetri di escursione anteriore e posteriore in tutte le sue versioni. Sembra che sia cambiato poco, a prima vista, ma sono i dettagli che fanno la differenza e che rendono questa Scalpel 2024 nettamente più performante del modello precedente.
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Amos Cardia

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Quarta edizione di MyLand MTB NON STOP
e prima edizione di MyLand ULTRA TRAIL
in Sardegna dal 28 aprile al 1 maggio 2018

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Sardegna centro occidentale, a poche decine di chilometri dai principali porti e aeroporti e a pochi chilometri dalla reggia nuragica di Barumini, uno dei simboli di questa terra.

A ovest il mare del Golfo di Oristano, a est il massiccio del Gennargentu e in mezzo rilievi come il Montiferru, il Monte Arci, la Grande Giara, il Monte Grighine, la Giara di Siddi. Tra una montagna e l’altra la subregione della Marmilla con le sue dolci colline per riprendere un po’ di fiato. È questo lo scenario della quarta edizione di MyLand MTB NON STOP, l’endurance di mountain bike che si snoda su sterrati, mulattiere, sentieri ma anche tracciati ferroviari dismessi, con tanto di trincee e gallerie.

Il quartier generale, punto di partenza e di arrivo dei percorsi, sarà nel grazioso paese di Baradili, il Comune più piccolo della Sardegna, appena 80 residenti ma perfettamente attrezzato per ospitare una nuova popolazione di atleti che per quattro giorni vivrà tra le sue magnifiche architetture tradizionali in pietra.

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Tre percorsi di diversa lunghezza, 120, 220 e 440 chilometri, in un numero di ore determinato come tempo massimo da gestirsi in totale autonomia, fidando sulla traccia GPS e sulle istruzioni del quaderno di viaggio. I percorsi non saranno segnalati e farà parte dell’avventura per ciascun partecipante scoprire di volta in volta la strada giusta seguendo la traccia GPS che l’organizzazione consegnerà a tutti gli iscritti pochi giorni prima della partenza, in modo che si parta alla pari, senza che nessun partecipante abbia avuto modo di provare il proprio percorso prima. Ogni quaranta o cinquanta chilometri si troveranno dei check-point presidiati per tutta la durata del raid e lì sarà possibile leggere su un tabellone l’andamento di chi precede, rifornirsi di acqua potabile e cibo, ricevere assistenza, fermarsi a riposare o a dormire al coperto.

Tra le novità di quest’anno MyLand ULTRA TRAIL, la versione per partecipare a piedi sul percorso da 120 km, di corsa o camminando, secondo gli stessi principi validi per la partecipazione in mountain bike.

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Possono partecipare tutti coloro, anche semplici appassionati ed escursionisti non tesserati ad alcun ente, che consegneranno all’organizzazione nei tempi previsti il certificato medico, la scheda firmata e la quota di partecipazione (soltanto 50 € per chi si iscrive entro gennaio). Il pernottamento, in sacco a pelo, sarà gratuito presso il quartier generale della NON STOP e presso i check-point, al contempo a ciascun partecipante e agli accompagnatori sarà fornita una dispensa con tutti i dati dell’offerta turistica del territorio, in modo da poter scegliere in totale autonomia altre sistemazioni anche per un eventuale proseguimento della vacanza.

Per chi arriva da altre regioni l’organizzazione ha preparato un gran numero di soluzioni di viaggio e di soggiorno, con collegamenti dai principali porti e aeroporti italiani, disponibili alla pagina web http://www.mylandbikefestival.it/viaggio-e-ospitalita/

MyLand MTB NON STOP è parte del più vasto progetto di cicloturismo denominato MyLand (acronimo di Marmilla Your Land), nato nella subregione della Marmilla su idea del Consorzio Due Giare grazie ai finanziamenti dell’Assessorato Regionale del Turismo. Il Consorzio Due Giare riunisce i Comuni di Albagiara, Assolo, Baradili, Curcuris, Gonnosnò, Nureci, Pompu, Senis, Sini, Usellus e Villa Verde, ma per questa edizione di MyLand 2018 il numero di Comuni coinvolti supera le sessanta unità, grazie alla collaborazione dei vicini Consorzio Sa Corona Arrubia, Consorzio Sa Perda Iddocca, Unione dei Comuni Alta Marmilla e Unione dei Comuni Montiferru Sinis.

Sito: www.mylandbikefestival.it
Mail: [email protected]
Organizzazione: Consorzio Due Giare

Settore mountain bike
Direzione tecnica:
Sardinia Biking (Amos Cardia)
Tel. 349.342.00.05

Settore ultra trail
Direzione tecnica:
Sardegna Trail Running (Gianni Mureddu)
Tel. 348.794.63.22
 
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Intervista a Stefano Fabrizi, iscritto alla 440 km
a cura di Rita Serra


Ciao Stefano, il tuo interesse per MyLand MTB NON STOP risale a due anni fa, quando ti eri iscritto alla 220 km ma all’ultimo non avevi potuto partecipare…

Quest’anno sarà la volta buona, dopo una lunga assenza per cause di forza maggiore mi rimetto in gioco con una mente più libera, trepidante per nuove avventure. Torno alla carica direttamente per la 440 km.

Sarà la prima volta in Sardegna?
No, ci vengo dagli anni Settanta, quando frequentavo i corsi del centro velico di Caprera. La Sardegna è sempre stata una meta importante per me.

Quando è nata la passione per le lunghe distanze?
È nata per caso, senza che la cercassi veramente, non esisteva ben definita nella mia mente. Tanti anni fa con alcuni amici partimmo per un viaggio all’avventura in una località remota del mondo e mi si aprirono gli occhi. Dopo qualche tempo lessi del Naturaid, ne rimasi affascinato e partecipai per ben due volte al Naturaid Marocco.

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Oltre che ciclista sei un architetto e hai creato la linea di prodotti sportivi Joycycling…

Letteralmente significa gioia in bicicletta. Ho pensato a questo nome affinché fosse comprensibile a (quasi) tutti e affinché rispecchiasse la gioia della mia passione. Joycycling è un collettore di creatività per dare vita ad un progetto più ampio.

Cosa ti aspetti da MyLand MTB NON STOP?
Mi immagino a percorrere questi luoghi caratterizzati da scenari mozzafiato, in silenzi immensi, fuori dal tempo. Penso che MyLand sia un’attività di valorizzazione del territorio molto importante, che ha ancora un patrimonio naturalistico pressoché intatto. Del resto i trail per me non sono soltanto un’attività sportiva, ma rappresentano un nuovo stile di vita, sano e in armonia con la società.

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A quali altre endurance hai partecipato?

Ho sempre privilegiato il contatto con la natura, di conseguenza ho scelto destinazioni fuori dal caos urbano e commerciale, così la TransCreta nel 2005, il Naturaid Marocco nel 2006 e nel 2009, poi i viaggi in solitaria. Nel 2007 ho vissuto male la randonneè Parigi-Brest-Parigi, 1200 km su strada con diverse migliaia di partecipanti, una manifestazione colossale con troppo caos per me.

E la Grecia?
Ho viaggiato attraverso la Grecia per più di trent’anni e nel 2012 ho ideato e organizzato la Hellas Trans Mountains. È stato come coronare un sogno, era un progetto che avevo in mente da moltissimo tempo, alimentato da appunti di viaggio, mappe e roadbook di ogni genere che non potevano ingiallire in un cassetto. Nel 2001 coinvolsi un gruppo di amici e, con il supporto di un fuoristrada attrezzato di cucina da campo, intrapresi il primo giro del Peloponneso in mountain bike. Qualche anno dopo, sono riuscito a costruire un vero evento sportivo, grazie anche all’ aiuto di alcuni amici greci. La Grecia a differenza dell’Italia – e più similmente alla Sardegna – possiede ancora luoghi intatti, poco contaminati dal turismo di massa.

Parteciparono tra gli altri Ausilia Vistarini, Marco Venezia e Daniele Modolo, che poi sono diventati anche MyLander…
Ausilia, Marco e Daniele hanno apprezzato molto questo mio impegno in Grecia, che quest’anno è ripreso con l’organizzazione del Peloponneso Epic Trail, che si svolgerà nel mese di settembre del 2018. Rappresenta l’inizio di un progetto molto più esteso, per esempio per la primavera del 2019 organizzerò un trail anche a Creta, un’isola della Grecia che conosco molto bene e che regala scenari mozzafiato.

Come ti stai preparando per affrontare l’avventura in Sardegna?
Per me la preparazione non è soltanto una tabella di allenamenti per accumulare chilometri su chilometri, è necessaria una preparazione anche psicologica, per arrivare allo stato d’animo giusto per raggiungere l’obiettivo. Conta anche l’alimentazione, la logistica e l’attrezzatura da portare, la preparazione della bici, che da sempre mi sistemo da solo. Per abituare il fisico a un lavoro diversificato trovo importanti allenamenti alternativi come il trekking, il nuoto e il pilates.

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Tra Joycycling, le attività da atleta e quelle da organizzatore, la bici sembra occupare gran parte della tua vita…

Fortunatamente, ma non solo della mia vita. La bici è uno strumento per emanciparci, rappresenta la mobilità sostenibile. È un mezzo trasversale rispetto alle classi sociali e in molti casi anche trasgressivo rispetto alle dinamiche dello sviluppo economico e sociale delle città.

Vale a dire?
Il capitalismo pretende di decidere quale stile di vita dobbiamo adottare, quali gusti dobbiamo avere e cosa dobbiamo consumare. Ha portato il falso credo del benessere propugnando il godimento vizioso di beni di ostentazione e di consumo, ne sono nate patologie severe sulle quali prospera il business spietato delle società farmaceutiche.

Ciò nonostante la mobilità alternativa continua a svilupparsi…
Certo, lentamente e sottotono, ma di continuo. La bici è stato il simbolo incontrastato della Cina di Mao, il mezzo di locomozione essenziale durante le due grandi guerre, il motore delle piccole economie dell’estremo Oriente, è sempre più presente anche nei piani di sostenibilità nel continente africano. Già alla fine dell’Ottocento la bici ispirò l’artista statunitense Joseph Pennell che con la moglie Elizabeth fece un viaggio avventuroso in Italia su un triciclo. Negli anni Cinquanta del Novecento l’inglese Jan Hibell si congedò dall’ esercito e girò il mondo in bicicletta per il resto della sua vita e come lui, dopo di lui, tanti altri.
 
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Primi profili altimetrici della 440 km, fino al km 280

Considerateli provvisori, si tratta di percorsi appena verificati ma potrebbe intervenire qualche modifica per alcuni bei tratti per i quali siamo in attesa di collaborazione da alcuni Comuni. Attenzione che tra un profilo e l’altro cambia la scala dell’altitudine e, in misura minore, anche quella della distanza. Cliccate sull’immagine per vederla a tutta pagina.

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Foto di anteprima del Montiferru

Il Montiferru è un massiccio montuoso compreso quest’anno per la prima volta in MyLand MTB NON STOP. Se siete iscritti alla 120 km o alla 220 km e queste foto vi intimoriscono potete tirare un sospiro di sollievo: il Montiferru viene attraversato soltanto dalla 440 km. Se queste immagini vi appassionano, valutate la partecipazione alla 440 km, consapevoli che è una montagna aspra, in cui non c’è mai nulla di scontato, che mette a dura prova fisico e testa. Qui sembra tutto bello e facile, ma dalla prima all’ultima foto, di Gianluca Melis e Amos Cardia, sono trascorsi tanti chilometri, tanti metri di dislivello, tante ore e tanti gradi in meno.

Clicca qui per vedere le foto con didascalia
 

Classifica mensile dislivello positivo