Dallas ha scritto:
FreeMTB è nata da poco, si stà sviluppando pianino perchè tutti quelli che ne fanno parte hanno lavoro e famiglia, è nata da una passione comune e dal fatto che si cominciano a vedere e sentire un po' troppi comuni che decidono di vietare ai bikers i sentieri.
Bisogna inanzitutto cercare di dare sempre il buon esempio, il nostro gruppo è più orientato al Freeride, ma questo non vuol dire niente, anzi, a me portarmi dietro la carta della barretta non mi pesa, forse al crosscountrista si quindi un modo di vivere la MTB in armonia con l'ambiente, sappiamo tutti che le mountainbike in certi casi possono rovinare i sentieri, ma non credo che a parte certi tipi di fondo creino danni così rilevanti, basta cercare di limitarsi nelle frenate esagerate (quando non servono), e poi le gomme costano.
Secondo, il covivere con gli escursionisti a piedi, se ci sono sentieri altamente frequentati, è quasi ovvio almeno per me evitarli o al limite farli in periodi in cui gli escursionisti sono di meno e comunque (a parte quelli che ce l'hanno col mondo intero) io non ho mai avuto problemi con nessuno, un saluto a volte due chiacchiere e nessuno si lamentava anzi ci ammirava.
Quindi questi divieti mi sanno un po' dettati anche dalla poca conoscenza delle problematiche, che comunque possono variare da zona a zona.
FreeMTB vorrebbe cercare di organizzare il maggior numero di biker dal Crosscountrista al Downhiller, dal frerider all'cicloamatore della domenica, che magari usa la mtb solo in ferie e si ritrova un mucchio di divieti.
Come associazione che cosa possiamo fare: cercare di crescere come numero in modo di cominciare a "contare qualcosa" e poi avere un portavoce in ogni regione che ci tenga aggiornati su questi divieti, se serve, incontrare chi istituisce i divieti per capire i motivi e portare avanti un discorso propositivo, chiudete dei sentieri, bene, datecene altri oppure riservatene alcuni ai bikers (noi lo stiamo proponendo alla provincia di TN) eventualmente gestendone anche la manutenzione.
Provando poi a far capire alle amministrazioni comunali come sfruttare il movimento Mountainbike creando dei bikepark laddove già ci sono impianti di risalita che magari in estate lavorano poco, penso che l'impatto ambientale che ci sarebbe costruendo qualche rampa dei drop passerelle ecc, sia una cosa minima.
Per info, non fatevi problemi a contattarmi
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Ciao Adriano
Ma veramente? C'è ancora qualcuno nel mondo mtb che crede che una mtb freeride o un fantomatico movimento di freeriders possano creare danni ad un sentiero o più in generale all'ambiente naturale?
Certo che se si passa su un prato erboso, sia che si vada a piedi che in mtb con gomme da 1.90 che 3.0 si lascia comunque un segno e che se i passaggi sono tanti si forma poi un sentiero. Certo è che se si organizza una gara di dowhill e, specie se il fondo è molle, quel percorso risulterà in qualche modo "provato" da questo evento che tuttavia è occasionale.
Ma quando un freerider passa in bosco (se ci riesce), piuttosto che in una pietraia, piuttosto che in una carrareccia o un sentiero tracciato è sicuramente una cosa diversa e produce proprio effetti diversi.
Ma veramente c'è ancora qualcuno che dice di conoscere la MTB e che ancora non lo lo sa? Se non lo sanno chi ci amministra, i politici può anche accadere, ma se non lo sa chi in mtb ci va...
Bisogna fare in modo che si sappia come stanno veramente le cose almeno tra di noi e soprattutto non creare divisioni altrimenti siamo veramente fottuti.
Un sentiero, se c'è, è perchè qualcuno lo usa.
Anche nei boschi gli animali selavatici con loro passaggio creano dei veri e propri sentieri, poi vacche, pecore e capre tracciano veri e propri camminamenti solcati in areee più o meno protette.
Ma qualcuno se ne rende conto, chi parla si è mai fermato un attimo a pensarci.
Ormai gli animali selvatici sono stati massicciamente soppressi e dove ora sono presenti lo sono perchè sono stati reintrodotti e protetti in aree specifiche e controllate.
Ma allora si vuole sopprimere i freerider come è stato fatto con gli animali!
E' come voler vietare alle lepri di correre allegre nelle natura.
Il passaggio di un freerider come di 10 in un'area libera di bosco o di pietraia produce esattamente il risultato di 1 o 10 caprioli liberi in natura.
E' vero si tratta piuttosto di non fare i cinghiali e quindi, se necessario, eventualmente regolamentare nelle modalità più democratiche, rispettando le realtà e soprattutto i cittadini tutti.
Dovremmo sapere, e chi non lo sa dovrebbe documentarsi, che sono proprio i biker dalle
ruote più strette quelli che, per inesperienza ed uso improprio dei
freni, quelli che creano maggiori danni ad un sentiero; e questo si badi bene, non lo dico per creare divisione nel mondo mtb, ma per chiarire perchè è un semplice dato di fatto.
Sono tante le cose, è possibile che non si riesca a far capire in Italia, nonostante gli spendidi vicini e grandi esempi francesi di Le Gets, Les Orres, Les Deux Alp,e poi lo stessi esempi in Austria, Svizzera, Slovenia, che il Freeride è una realtà per mille ragioni di ordine sportivo,turistico,economico,produzione di lavoro, ecc.
Una realtà di cui non si può non tenere conto e prima o poi qualcuno vorrà e dovrà tenerne conto.
Forse bisognerà avere la solita pazienza, tutta italiana, aspettare le briciole come i piccioni, aspettare che i nostri vicini di casa, che sono attenti e recepiscono facilmente da tutto il mondo, facciano prima di noi tutto e come sempre è accaduto si prendano tutto.
Io credo invece che si debba fare qualcosa e sto cercando di farlo, bisogna almeno farsi sentire e subito.