Eccomi finalmente di nuovo tra i monti e nel forum.
Dopo l'Iron il lavoro mi ha travolto, ma son riuscito a ritagliarmi qualche angolino: qualche giretto serale con l'irrequieta dumper e soprattutto, riesplosa la voglia di arrampicare, una sera alla settimana l'ho dedicata ai monotiri della cava.
Dopo una prima bastonata verticale sulla nord della Presolana
http://www.scalve.it/passeggiate/PareteNord-piantoni.htm
Ieri finalmente un gran vione dolomitico, niente di tecnicamente duro, ma una via classica dove la bellezza risiede non nei gradi ma nella linea, nell'intuito dei primi salitori e nella necessità ancora oggi a 39 anni dalla sua apertura di sapere leggere la roccia e decifrarne il messaggio, rispondere ad ogni metro alla stessa domanda "ora dove salgo?", calarsi nei panni dei primi salitori e seguirne la logica. Ritrovare la loro traccia in quel mare verticale grigio e rosso di roccia meravigliosa solida ed erosa. Alzare la mano ed imbarazzarsi nella scelta dell'appiglio più bello, quello meglio eroso e più scolpito dall'acqua, dal vento e dal tempo. Cercare tracce dei precedenti passaggi, godendo sospesi nel vuoto, accarrezzando ed accarezzati dagli elementi: terra/aria ... pietra/vento. Sentire buone vibrazioni entrare dalle mani ed andarsene solletticando i piedi, muoversi, intuire, salire e scoprire un vecchio chiodo, gioire mentre con rispetto si passa il moschettone e la corda, guardare nuovamente in alto e ricominciare il gioco. La roccia ti è amica e tu gli sei grato, tu la sfiori e lei ti indica la strada ... il desiderio di vivere momenti verticali, lungamente ingabbiato, finalmente esplode e libero vola su questo fantastico pilastro in una giornata radiosa di sole.
Giunti in cima il gioco riprende, questo è il segreto delle grandi vie ... non finiscono mai ... la discesa ne è parte integrante, con pazienza ed attenzione cerchiamo le doppie le tracce gli ometti che ci permetteranno con le prime tenebre di rimettere i piedi sul sentiero e rientrare felici in valle.
la cronaca: pilastro dei francesi al Crozzon di Brenta disl 700/800 m difficoltà max VI, discesa per lo spigolo nord (9 doppie intervallate da cenge e roccette su cui camminare ed arrampicare) partiti dall'auto alle 5.30 rientrati all'auto alle 23.00, 9 ore per la salita del pilastro e 3.30 per la discesa
Dopo l'Iron il lavoro mi ha travolto, ma son riuscito a ritagliarmi qualche angolino: qualche giretto serale con l'irrequieta dumper e soprattutto, riesplosa la voglia di arrampicare, una sera alla settimana l'ho dedicata ai monotiri della cava.
Dopo una prima bastonata verticale sulla nord della Presolana
http://www.scalve.it/passeggiate/PareteNord-piantoni.htm
Ieri finalmente un gran vione dolomitico, niente di tecnicamente duro, ma una via classica dove la bellezza risiede non nei gradi ma nella linea, nell'intuito dei primi salitori e nella necessità ancora oggi a 39 anni dalla sua apertura di sapere leggere la roccia e decifrarne il messaggio, rispondere ad ogni metro alla stessa domanda "ora dove salgo?", calarsi nei panni dei primi salitori e seguirne la logica. Ritrovare la loro traccia in quel mare verticale grigio e rosso di roccia meravigliosa solida ed erosa. Alzare la mano ed imbarazzarsi nella scelta dell'appiglio più bello, quello meglio eroso e più scolpito dall'acqua, dal vento e dal tempo. Cercare tracce dei precedenti passaggi, godendo sospesi nel vuoto, accarrezzando ed accarezzati dagli elementi: terra/aria ... pietra/vento. Sentire buone vibrazioni entrare dalle mani ed andarsene solletticando i piedi, muoversi, intuire, salire e scoprire un vecchio chiodo, gioire mentre con rispetto si passa il moschettone e la corda, guardare nuovamente in alto e ricominciare il gioco. La roccia ti è amica e tu gli sei grato, tu la sfiori e lei ti indica la strada ... il desiderio di vivere momenti verticali, lungamente ingabbiato, finalmente esplode e libero vola su questo fantastico pilastro in una giornata radiosa di sole.
Giunti in cima il gioco riprende, questo è il segreto delle grandi vie ... non finiscono mai ... la discesa ne è parte integrante, con pazienza ed attenzione cerchiamo le doppie le tracce gli ometti che ci permetteranno con le prime tenebre di rimettere i piedi sul sentiero e rientrare felici in valle.
la cronaca: pilastro dei francesi al Crozzon di Brenta disl 700/800 m difficoltà max VI, discesa per lo spigolo nord (9 doppie intervallate da cenge e roccette su cui camminare ed arrampicare) partiti dall'auto alle 5.30 rientrati all'auto alle 23.00, 9 ore per la salita del pilastro e 3.30 per la discesa