Sospensioni monocross : semplici e obsolete? (Parte 2)

  • La Pinarello Dogma XC è finalmente disponibile al pubblico! Dopo averla vista sul gradino più alto del podio dei campionati del mondo di XC 2023 con Tom Pidcock (con la full) e Pauline Ferrand-Prevot (con la front), Stefano Udeschini ha avuto modo di provarla sui sentieri del Garda
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bikerdipezza

Biker ultra
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genova
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Root Miller 2015
Grazie!!!
Non dirlo a me che ho studiato fisica...teorica......

Grande articolo simi. Di solito ho il privilegio di leggerlo per prima. Questa volta no, visto questo periodo di fuoco. E' un articolo pesato, pensato e intelligente e tra le righe riconosco il tuo modo di ragionare sempre così lucido, personale e critico, sia che tu parli di mtb, di fisica, sia che tu rifletta sulla vita. La fisica teorica di fatto non è un limite. E' un aiuto sia per scrivere un articolo così (per te) sia nel comprenderlo pur non avendo mai sperimentato un monocross (per me).
 

Jolly Roger

Biker poeticus
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a volte 6" a volte 5"
Chiaro come al solito e birra pagata appena ci si vede!! o-o
Conosco il mono e, come te, penso di usarlo ancora per un pò...;-)

:spetteguless: Riguardo a salite tecniche affrontate con bici a fulcro virtuale e pedali flat:
mi è capitato di pedalarne una ed io che sono abituato a mono e propedal avrei voluto gettare quel telaio carbon molto blasonato nel dirupo sottostante. Il pedal kick, a cui non sono abituato, mi faceva saltare letteralmente via i piedi dai flat, a cui pure non sono abituato!

In discesa la musica cambiava assolutamente! :smile:
 

biker_simone

Biker grossissimus
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Chiaro come al solito e birra pagata appena ci si vede!! o-o
Conosco il mono e, come te, penso di usarlo ancora per un pò...;-)

:spetteguless: Riguardo a salite tecniche affrontate con bici a fulcro virtuale e pedali flat:
mi è capitato di pedalarne una ed io che sono abituato a mono e propedal avrei voluto gettare quel telaio carbon molto blasonato nel dirupo sottostante. Il pedal kick, a cui non sono abituato, mi faceva saltare letteralmente via i piedi dai flat, a cui pure non sono abituato!

In discesa la musica cambiava assolutamente! :smile:

Grazie jolly :prost:
 

matteo_84

Biker marathonensis
Questi due articoli me li ero persi...molto belli ma soprattutto molto interessante leggere la parte "tecnico/teorica" che sta dietro una bike, una sospensione.

Però vorrei fare una domanda ed entrare nello specifico, prendendo spunto da MDE bikes, che propone sia monocross che VPP...

Iniziamo dal monocross, la Bolder SX:
se ho studiato bene la teoria, trattasi di un monocross a fulcro singolo. la curiosità però, che mi mette questo telaio (anche alla luce di quanto ho letto), è che l'escursione varia al variare dell'interasse, e a seconda dell'occhiello utilizzato sul carro. Possiamo avere quindi un'escursione di 140, 150 e 160 con un ammo da 216mm, oppure un'escursione da 160, 170 e 180 con un ammo da 222mm.

la prima domanda/curiosità è: a parità di ammortizzatore e quindi di interasse, settando la sospensione a 140, 150 o 160 (oppure 160, 170 e 180), quest'ultima (al di là dell'escursione effettiva) si comporta esattamente alla stessa maniera!?

la seconda: settare il bolder a 160mm con un ammo da 216mm o da 222mm è la stessa cosa?! sempre a livello di comportamento intendo...

terza curiosità: per un sistema monocross come questo di MDE, quale ammo conviene utilizzare?! da 216mm o 222mm?! ma soprattutto a molla o ad aria?!
mde mette a disposizione una bella lista:
screenshot115p.jpg


quarta curiosità: quale corona scegliere!? numero di denti diverso a seconda dell'escursione?!

quinta curiosità: escursione anteriore, meglio avere un bolder con la stessa escursione anteriore e posteriore, o meglio avere una maggiore escursione all'anteriore?!

da queste curiosità però mi sorge un dubbio: visto quanto detto sopra, ma soprattutto visto quanto scritto da Byker_simone, ovvero che non è poi così semplice progettare bene un monocross, possibile che MDE sia riuscita a fare bene* un telaio così camaleontico, potendo andare dall'am leggero (140mm) fino al freeride (180mm)?!

*per fare bene intendo se MDE sia riuscita sempre a cogliere il meglio dal monocross passando dai 140 ai 180mm semplicemente cambiando l'ammo...

Passiamo ora al VPP: Damper. A prima vista, quello che appare subito evidente, è la differenza di prezzo notevole, rispetto al Bolder. Ma il prezzo se ci pensiamo bene è in linea anche con altre case (basti pensare al Nomad alu che viene proposto se non erro sui 2500euro).
Detto questo mi viene da chiedere: il costo maggiore del Damper (ovvio che realizzare un VPP sia più "difficile" e presuppone, snodi, bielle e cuscinetti in più) significa una sospensione migliore? e quindi perchè scegliere il Damper SX o il Bolder SX?!

Come suggerito da altri, sarebbe bello prima o poi leggere articoli esaustivi come questo che mettano in luce pregi e difetti delle varie sospensioni.

PS
complimeti comunque ad MDE bikes per il loro lavoro, la loro passione e la loro italianità! ho semplicemente preso in causa il bolder sx perchè, grazie al suo polimorfismo, lo rende "diverso" da tanti monocross con corsa, possiamo dire, "fissa" (?!).
 
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biker_simone

Biker grossissimus
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Questi due articoli me li ero persi...molto belli ma soprattutto molto interessante leggere la parte "tecnico/teorica" che sta dietro una bike, una sospensione.

Però vorrei fare una domanda ed entrare nello specifico, prendendo spunto da MDE bikes, che propone sia monocross che VPP...

Iniziamo dal monocross, la Bolder SX:
se ho studiato bene la teoria, trattasi di un monocross a fulcro singolo. la curiosità però, che mi mette questo telaio (anche alla luce di quanto ho letto), è che l'escursione varia al variare dell'interasse, e a seconda dell'occhiello utilizzato sul carro. Possiamo avere quindi un'escursione di 140, 150 e 160 con un ammo da 216mm, oppure un'escursione da 160, 170 e 180 con un ammo da 222mm.

la prima domanda/curiosità è: a parità di ammortizzatore e quindi di interasse, settando la sospensione a 140, 150 o 160 (oppure 160, 170 e 180), quest'ultima (al di là dell'escursione effettiva) si comporta esattamente alla stessa maniera!?

la seconda: settare il bolder a 160mm con un ammo da 216mm o da 222mm è la stessa cosa?! sempre a livello di comportamento intendo...

terza curiosità: per un sistema monocross come questo di MDE, quale ammo conviene utilizzare?! da 216mm o 222mm?! ma soprattutto a molla o ad aria?!
mde mette a disposizione una bella lista:


quarta curiosità: quale corona scegliere!? numero di denti diverso a seconda dell'escursione?!

quinta curiosità: escursione anteriore, meglio avere un bolder con la stessa escursione anteriore e posteriore, o meglio avere una maggiore escursione all'anteriore?!

da queste curiosità però mi sorge un dubbio: visto quanto detto sopra, ma soprattutto visto quanto scritto da Byker_simone, ovvero che non è poi così semplice progettare bene un monocross, possibile che MDE sia riuscita a fare bene* un telaio così camaleontico, potendo andare dall'am leggero (140mm) fino al freeride (180mm)?!

*per fare bene intendo se MDE sia riuscita sempre a cogliere il meglio dal monocross passando dai 140 ai 180mm semplicemente cambiando l'ammo...

Passiamo ora al VPP: Damper. A prima vista, quello che appare subito evidente, è la differenza di prezzo notevole, rispetto al Bolder. Ma il prezzo se ci pensiamo bene è in linea anche con altre case (basti pensare al Nomad alu che viene proposto se non erro sui 2500euro).
Detto questo mi viene da chiedere: il costo maggiore del Damper (ovvio che realizzare un VPP sia più "difficile" e presuppone, snodi, bielle e cuscinetti in più) significa una sospensione migliore? e quindi perchè scegliere il Damper SX o il Bolder SX?!

Come suggerito da altri, sarebbe bello prima o poi leggere articoli esaustivi come questo che mettano in luce pregi e difetti delle varie sospensioni.

PS
complimeti comunque ad MDE bikes per il loro lavoro, la loro passione e la loro italianità! ho semplicemente preso in causa il bolder sx perchè, grazie al suo polimorfismo, lo rende "diverso" da tanti monocross con corsa, possiamo dire, "fissa" (?!).
Grazie per i complimenti.
Fai delle domande interessanti. Ti risponderò presto appena avrò un pochino di tempo.
 

biker_simone

Biker grossissimus
31/1/05
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Reputazione e complimenti più che meritati. :celopiùg:



grazie! o-o

ovviamente sono ben accetti anche interventi dei possessori di Bolder o Damper, sui motivi della scelta e su come poi si siano trovati! ;-)

Scusa l'attesa..ecco la risposta, non esaustiva, ma credo di aver toccato tutti i punti salienti:

1) Se cambi l'escursione (e non cambi l'ammortizzatore) cambia la curva del rapporto di leva ed il rapporto di leva medio. Per quanto riguarda quest'ultimo vedi che ad esempio con un ammortizzatore da 63 mm di corsa hai un rapporto di leva medio che va da 2.22 : 1 nel caso di 140mm di escursione sino a 2.53 : 1 nel caso di 160mm di escursione.
Cambia anche la traiettoria (o meglio la sua lunghezza) visto che vari proprio l'escursione.
Tutte le caratteristiche della sospensione legate a questi aspetti risentono della variazione. L'aspetto più rilevabile è sicuramente legato al rapporto di leva: a parità di urto (quindi di compressione della sospensione), con un rapporto di leva basso hai un grande movimento dello stelo dell'ammo e quindi l'idraulica dell'ammortizzatore lavora più a "lungo" rispetto al caso di rapporto di leva alto. Ricorda che solitamente le tarature di fabbrica dell'idraulica degli ammortizzatori sono calibrate in base al rapporto di leva della sospensione a cui sono destinati. Quindi aumentare troppo l'escursione con una ammo dotato di idraulica tarata soft produce una sospensione molto elastica e troppo poco frenata dall'idraulica.
Non conosco i dettagli del bolder sx, ma credo che cambiando il foro di attacco dell'ammo si abbia anche una piccola variazione delle geometrie (angolo di sella, angolo sterzo e altezza del movimento centrale sono i parametri più "sensibili" a questo). Se qualcuno che ha il bolder sx può smentire o confermare, fa cosa gradita.

2) Non basta che specifichi l'interasse della ammortizzatore, ma devi specificare anche la sua escursione. Supponiamo che i due ammo in questione siano rispettivamente 216mm x 63mm e 222mm x 70mm.
Mantenendo la corsa a 160mm, la scelta del primo ammortizzatore o del secondo cambia il rapporto di leva perchè l'ammo da 222mm ha circa 70mm di corsa contro i 63 dell'ammo da 216mm. Quindi valgono le considerazioni dette in precedenza.
Inoltre hai una variazione delle geometrie del bolder: con l'ammo da 222mm il movimento centrale sarà un poco più in alto e l'angolo di sella e di sterzo saranno un pochino più verticali rispetto alla configurazione con ammo da 216. Per quantificare occorre conoscere le misure in dettaglio della bici e il posizionamento dei fori di attacco dell'ammortizzatore sul carro.
A livello di comportamento in sella, la bici può cambiare parecchio per le geometrie più o meno discesistiche o il rapporto di leva più o meno elevato.


3) La scelta sta molto al rider: tendenzialmente un rapporto di leva basso è meglio rispetto ad uno alto. Quindi, sulla base di questa considerazione, sarebbe meglio l'ammo da 222mm di interasse, sempre che la geometria che si ottiene con questa configurazione sia di proprio gradimento.
Per rispondere appieno a questa domanda mi servirebbe sapere come cambiano le geometrie del bolder in fuzione dell'interasse dell'ammo e del foro di attacco. Io credo che le geometrie di una bici siano sempre uno dei primi aspetti da considerare sulla carta, sia per le front che per le full.
In ogni caso la risposta non è univoca, dipende da molti fattori tra cui lo stile di guida e il tipo di utilizzo della bici. La cosa migliore, come sempre, è provare provare e provare.
Molla o aria? Se hai parecchia voglia di sperimentare con i setup e non hai almeno 2 o 3 molle con costanti elastiche diverse in garage, ti consiglio aria, molto più comodo da tarare in funzione dell'escursione. A parte ciò, anche in questo caso la scelta è determinata da stile di guida e tipo di utilizzo della bici.

4) No, visto che il fulcro principale è fisso, la corona ottimale non dipende dall'escursione che scegli. Se monti una doppia corona sul bolder, con il 22 o 24 sarai sempre nella situazione della prima figura del paragrafo "Oscillazioni indotte dalla pedalata".

5) Anche ora mi servirebbe conoscere i dettagli geometrici, senza i quali rispondere è difficile. In linea di massima ti consiglierei stessa escursione.

Come intuisci dalla mie risposte, il bolder sx è una bici che nella sua semplicità è camaleontica e stupenda, perchè ha un gran numero di gradi di libertà su cui agire e con i quali sperimentare. Non è certo facile ottenere il proprio setup ideale. Serve costanza, passione e tanti bei giri sui monti per capire i setup migliori in funzione delle diverse situazioni. Ti assicuro che questo può dare molte soddisfazioni senza pregiudicare nulla rispetto al pedalare una bici con sospensione più evoluta.

Damper SX) La sospensione I-Link del Damper ha perfomances migliori del monocross, sia sulla carta che in sella. Se ricordo bene anche il Damper SX permette di montare ammortizzatori di diversa lunghezza e quindi ha un buon grado di personalizzazione. Quindi il Damper SX è sicuramente una piattaforma migliore rispetto al suo fratellino monocross.
Per un rider che deve fare la scelta tra Damper SX e Bolder SX (prezzo a parte) il nocciolo della questione è questo: il rider cosa cerca dalla propria bici? Come intende utilizzarla? Su che terreni o in che situazioni vuole la massima efficacia? Quale configurazione può assecondare meglio il suo stile di guida? Quale configurazione si adatta meglio al setup al quale è abituato? Quali sono le sue preferenze in fatto di sospensioni? Se il rider ha le idee chiare e la pazienza di creare il setup a lui più congeniale, un "semplice" monocross come il Bolder SX gli pone ben poche limitazioni.
Per concludere la mia risposta a questa tua ultima domanda, non dimenticare che uno degli aspetti belli della mtb è che fortunatamente le perfomances sono garantite ancora in massima parte dal "manico" e dalle doti del rider ancor prima che dalle caratteristiche della bici!
 

Jolly Roger

Biker poeticus
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Scusa l'attesa..ecco la risposta, non esaustiva Quale configurazione può assecondare meglio il suo stile di guida? Quale configurazione si adatta meglio al setup al quale è abituato? Quali sono le sue preferenze in fatto di sospensioni? Se il rider ha le idee chiare e la pazienza di creare il setup a lui più congeniale, un "semplice" monocross come il Bolder SX gli pone ben poche limitazioni.
Condivido le riflessioni e quoto.
 

PINEOX

Biker superis
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NORCO Shinobi
Finalmente ecco la seconda parte dell'articolo sulle sospensioni monocross. Parzialmente ho già risposto alla domanda posta nel titolo: abbiamo dimostrato che gli schemi monocross non sono obsoleti, anzi alcuni schemi di questa categoria sono attualissimi ed ancora in corso di sviluppo da parte di grandi marchi. Sembra inoltre evidente che uno schema monocross sia necessariamente più semplice rispetto agli altri schemi di sospensione in circolazione. Ma questa semplicità, senz'altro gradita dal punto di vista di affidabilità e facilità di manutenzione dei monocross a fulcro singolo, pone dei grossi limiti nelle caratteristiche di funzionamento di una sospensione? Mi spiego meglio: il nostro progettista, nel caso volesse progettare una mtb full-suspended con schema monocross, si sentirebbe le mani legate nel disegnare la sospensione monocross volendo ottimizzare al massimo le prestazioni?

Per rispondere a questa domanda ci addentriamo nei dettagli più tecnici dell'argomento, ma senza abbandonare le ipotesi semplificatrici adottate già nella parte 1 dell'articolo. Trascurerò tutti le questioni meccanico/strutturali dei telai. Proverò a semplificare al massimo ciascun aspetto tecnico trattato, trascurando eventuali dettagli, ma cercando di andare al nocciolo, mostrando i risvolti pratici, ovvero quelli rilevati in sella quando ci si diverte in mtb.

Alcune delle considerazioni di questa seconda parte sono facilmente estendibili anche a schemi di sospensione diversi dai monocross.

Traiettoria
Iniziamo col discutere ancora della traiettoria ruota, ovvero della curva che percorre l'asse del mozzo posteriore, al comprimersi della sospensione. Abbiamo visto che per i monocross la traiettoria è un arco di cerchio. Le proprietà geometriche di questo arco sono governate da due variabili:

  1. posizione del fulcro principale
  2. lunghezza del braccio principale (il braccio che collega il fulcro principale con i forcellini su cui si innesta il mozzo posteriore); tale lunghezza è data dalla distanza tra il fulcro principale e l'asse del mozzo posteriore.
  3. Il fatto che si tratti di un monocross a fulcro singolo, oppure di un monocross a più fulcri non è rilevante ai fini della traiettoria.

Discutiamo queste due variabili riferendoci ai due esempi che seguono: ho scelto 2 bici da downhill (caso A: Orange 224 e caso B: Devinci Wilson) in modo che la loro ampia escursione posteriore renda più comprensibili ed evidenti gli aspetti mostrati nei grafici.
7765.jpg


7764.jpg

Nel caso A la lunghezza del braccio principale è molto maggiore rispetto al caso B: questo comporta che la traiettoria di A sia meno curva rispetto a quella di B. Idealmente un braccio molto lungo (ad esempio di 1 m !) produrebbe una traiettoria con curvatura molto piccola, quasi rettilinea! Ma senza che mi dilunghi capite che sarebbe problematico costruire una mtb con un fodero che fa da braccio principale lungo 1 m! La traiettoria" rettilinea" garantisce uniformità di assorbimento degli urti a tutte le escursioni. Quando la vostra forcella assorbe uno o più urti, l'asse del mozzo anteriore traccia una traiettoria rettilinea inclinata di un angolo minore di 90° rispetto al suolo (l'angolo di sterzo): questa è la traiettoria ottimale per assorbire urti provenienti dal basso mentre la bicicletta è in movimento.

Un comportamento del genere è difficile da ottenere sulla sospensione posteriore, senza pregiudicarne altre caratteristiche. Per avere almeno una parte della traiettoria che si muova all'indietro, analogamente alla traiettoria del mozzo anteriore, si può agire sulla posizione del fulcro principale. Maggiore sarà la sua altezza rispetto al mozzo posteriore, maggiore sarà la parte di traiettoria che si muove all'indietro. Un fulcro molto in avanti comporterà un braccio più lungo e quindi una traiettoria più rettilinea, viceversa un fulcro arretrato.

Nella figura sotto potete vedere le traiettorie (disegnate in rosso nei due grafici precedenti) del caso A e del caso B a confronto: effettivamente il caso B ha una traiettoria più curva del caso A e quest'ultimo ha una parte maggiore di traiettoria che si muove all'indietro. Notate le differenti scale utilizzate per l'asse X (che copre soli 20 mm) e per l'asse Y (che copre ben 220 mm), volute per evidenziare la curvatura della traiettorie.
7760.jpg


La traiettoria non influenza soltanto il modo in cui la vostra bicicletta reagisce nell'assorbimento degli urti, ma è determinante anche per altri aspetti della sospensione come variazione della lunghezza catena e oscillazioni indotte dalla pedalata. A livello geometrico la traiettoria è direttamente legata all'interasse della vostra bici: mentre la sospensione si comprime (e vale anche per la forcella ovviamente) , l'interasse, direttamente legata alla stabilità e alla maneggevolezza della vostra mtb, cambia. Quindi quando settate i sag sulla vostra bici, state variando anche l'interasse: il modo in cui l'interasse varia è dettato dall'angolo di sterzo e dalla traiettoria della sospensione posteriore. Questa variazione sulle full-suspended a lunga escursione non è per nulla trascurabile: nel regolare il sag occorre tenere conto anche di questo aspetto!

Variazione della lunghezza della catena e pedal feedback
Durante il movimento della sospensione, la distanza tra l'asse della ruota posteriore ed il movimento centrale varia. L'unica eccezione è il caso in cui il fulcro principale sia proprio sul movimento centrale: in questo caso (adottato su alcune fullsuspended, in particolare avrete in mente alcuni modelli da dirt-jump) la distanza è fissa e coincide con la lunghezza del carro. Nella discussione che segue escludo questo caso che è poco diffuso nei progetti di mtb esistenti.

La variazione di questa distanza comporta una variazione della lunghezza della catena (compensata dal cambio posteriore che agisce a tutti gli effetti da tendi-catena). La variazione durante la compressione della sospensione è in positivo, ovvero la lunghezza della catena aumenta, poichè il mozzo posteriore si allontana dal movimento centrale (guardate le figure del caso A e B e immaginate la sospensione che si comprima). Questa variazione crea un fenomeno di pedal feedback, ovvero si ha che la catena allungandosi esercita una forza sulla corona anteriore, complice il meccanismo della ruota libera. In pratica si ha una rotazione delle pedivelle all'indietro. Esistono altri fenomeni di pedal feedback indotti dal funzionamento della sospensione, ma li tralascio perchè minori e meriterebbero una trattazione più dettagliata.

Il pedal feedback è controllato in gran parte dalla posizione del fulcro principale: un fulcro molto lontano dalla linea catena produce grandi variazioni nella lunghezza catena e quindi un pedal feedback maggiore. Usualmente nei sistemi di sospensione monocross, i progettisti fissano il fulcro principale molto vicino alla linea catena quando questa è "fissa" (bici con corona anteriore singola). Nei casi di bici che richiedano una guarnitura doppia o tripla, si fa anche in modo che il fulcro non sia troppo distante dal movimento centrale, in modo da diminuire il tasso di allungamento della catena durante la compressione della sospensione, anche al costo di sacrificare un pochino la "bontà" della traiettoria.

I fenomeni di pedal feedback sono un male? La risposta è ovviamente si se state arrampicandovi in salita, in particolare se questa è molto dissestata. Ma in discesa? Certamente il fenomeno è meno intenso per via del fatto che si utilizza una corona anteriore più grande che probabilmente porta la linea catena vicina al fulcro principale del nostro monocross, ma è comunque presente. E' un male? Io direi di no. A meno che il pedal feedback non sia davvero esagerato, esso è benefico per pompare la bici sulle gobbe o tra i massi e garantisce pressione tra il nostro piede dominante ed il pedale. Fate la seguente prova: affrontate una discesa divertente con la vostra fullsuspended, poi risalite in vetta, smontate la catena ed infilatela nello zaino: così facendo avete isolato la sospensione dai pedali. Scendete e ditemi che differenze avete percepito rispetto alla prima discesa...

Oscillazioni indotte dalla pedalata
Quando spingete sui pedali, esercitate una forza tramite la catena sul pignone, che tiene in rotazione la ruota posteriore e fa accelerare e muovere la bicicletta. Questa forza, che chiamo F, non ha come unico effetto quello di permettere il movimento della bicicletta, ma ha anche quello di influenzare il funzionamento della sospensione: la pedalata produce piccole compressioni o estensioni o più in genere oscillazioni nella sospensione posteriore. In un linguaggio più preciso si può dire che la pedalata esercita un momento meccanico sulla sospensione. E' abbastanza semplice capire il fenomeno su di una sospensione monocross: procedo suddividendo le possibili situazioni in 3 casi.

7761.jpg

Nel primo caso il fulcro principale è al di sopra della linea catena per cui si ha che la forza F produce una estensione della sospensione.

7762.jpg

Nel secondo caso il fulcro principale è sotto la linea catena: la situazione è opposta alla precendente perchè la forza F causa compressione della sospensione.

7763.jpg


Nel terzo ed ultimo caso il fulcro principale è esattamente sulla linea catena: siamo nel caso neutro, ovvero quello in cui il momento torcente della forza F è nullo.

Nella pratica durante la pedalata la forza F non è costante, ma oscilla periodicamente vista la natura ciclica della pedalata stessa: questa oscillazione nei casi A e B induce una oscillazione nella sospensione: il cosidetto bobbing.

Da queste considerazioni capite ancora una volta quanto sia importante posizionare in maniera corretta il fulcro principale di un sistema monocross al fine di minimizzare le oscillazioni della sospensione indotte dalla pedalata.

Una piccola digressione: anche la linea catena ha la sua importanza, soprattutto su mtb a lunga escursione con singola corona anteriore, come le bici da downhill. Su queste vale la pena accertarsi che il diametro della corona sia quello che garantisca il funzionamento ottimale della sospensione. Un paio di denti in più o un paio di denti in meno possono davvero migliorare la vostra bici ad un costo molto basso!


Rapporto di leva
Sinora non ho discriminato tra monocross a fulcro singolo e monocross a più fulcri, in quanto le carattestiche discusse sino a questo punto sono determinate in gran parte dalla traiettoria e quindi dalla posizione del fulcro principale e dalla lunghezza del braccio principale. Come spiegato nella parte 1, i progettisti adottano spesso schemi monocross a più fulcri per ottimizzare al meglio la curva del rapporto di leva.

Per ogni cm di compressione della sospensione di quanti cm si comprime l'ammortizzatore? Il rapporto tra queste 2 quantità (compressione della sospensione /compressione dell'ammortizzatore) è il rapporto di leva: in genere esso varia nel corso dell'escursione, per questo è più opportuno parlare di curva del rapporto di leva. L'andamento del rapporto di leva risulta determinante nel funzionamento della sospensione: ricordate quando descritto nella parte 1 dell'articolo. Nella figura sotto riporto due esempi: una sospensione progressiva ed una regressiva.

7759.jpg

Una sospensione è:

  1. progressiva quando il rapporto di leva diminuisce al comprimersi della sospensione
  2. regressiva quando il rapporto di leva aumenta al comprimersi della sospensione
  3. lineare quando il rapporto di leva è costante al comprimersi della sospensione
  4. L'accoppiata di una di queste caratteristiche con l'ammortizzatore definisce la progressività/regressività/linearità reale della sospensione. Ovviamente una sospensione può essere progressiva in una parte dell'escursione e regressiva in un'altra.

In una sospensione lineare, la forza necessaria a comprimere la sospensione di 10 cm sarà il doppio di quella necessaria a comprimere la sospensione di 5 cm e così via; nel caso progressivo la forze necessaria per i 10 cm sarà più del doppio di quella necessaria per i 5cm. Il caso regressivo è opposto.

Una sospensione progressiva resiste molto bene ai fondocorsa, e proprio per questo può essere difficile sfruttare per bene l'intera escursione nel caso in cui la progressività di schema+ammortizzatore sia eccessiva. Il problema non si pone nel caso di sospensione regressiva, ma in questo caso gli urti violenti posso produrre brutti fondocorsa.

Antisquat
Durante le accelerazioni longitudinali una bicicletta fullsuspended è soggetta ad un trasferimento di carico tra le sospensioni anteriore e posteriore. Quando iniziate a pedalare bruscamente imprimendo una forte accelerazione, avviene un trasferimento di peso dalla sospensione anteriore a quella posteriore: la prima tende ad estendersi, mentre la seconda a comprimersi: si ha un fenomeno di squat. A parità di trasferimento di peso, una sospensione può opporsi in maniera più o meno intensa allo squat: la misura di questa intensità si chiama antisquat. Un antisquat elevato elimina movimenti inutili della sospensione, mantiene stabile la bici e la sua geometria.

A differenza di moto o automobili, nelle biciclette full-suspended la forza motrice è trasmessa alla ruota in maniera ciclica tramite i pedali: capite quindi che l'antisquat in una mtb è importante anche per eliminare oscillazioni della sospensione indotte dalla pedalata (il bobbing di cui si è giù parlato due paragrafi sopra).

Come stimare l'antisquat della nostra sospensione monocross? Essenzialmente esso dipende da:

  • centro di gravità del sistema biker + bici
  • posizione del fulcro principale
  • interasse
  • punto di contatto della ruota posteriore con il suolo

7758.jpg

Eseguiamo la stima grafica dell'antisquat osservando il disegno riportato sopra. Per prima cosa tracciate una linea verticale (linea mozzo anteriore) che passa per l'asse del mozzo posteriore; poi una linea orizzontale (linea del barcentro) che passa per il baricentro del sistema bici + biker; queste due linee si incontrano in punto vicino al quale è indicato 100% in figura. Infine tracciate una linea (linea di squat) che parte dal punto di contatto della ruota posteriore e passa per il fulcro principale della sospensione: essa incontra la linea verticale in un punto vicino al quale è indicato 110% in figura. Se la linea di squat incontra la linea del mozzo anteriore esattamente dove questa incontra la linea del baricentro, si ha un antisquat del 100%. Se l'intersezione della linea di squat con la linea del mozzo anteriore è più in alto, si ha un antisquat piu intenso e quindi maggiore del 100%; viceversa nel caso opposto.

Val la pena notare che l'antisquat varia al comprimersi della sospensione: nei sistemi monocross esso diminuisce man mano che la sospensione si comprime. Come detto in precedenza uno dei fattori rilevanti è la posizione del baricentro del sistemo bici+rider, quindi ricordate che la vostra posizione in sella ha una importanza non trascurabile nell'ottimizzare le performance della vostra mtb, non solo per ciò che riguarda l'antisquat!

C'è molto di più...
Questo breve articolo non ha nessuna pretesa di esaustività, ma tra gli aspetti tralasciati c'è un componente fondamentale: l'ammortizzatore. Lo stesso schema monocross con due ammortizzatori diversi per caratteristiche e regolazioni può presentare differenze davvero sorprendenti. Il tema della configurazione ottimale di un elemento ammortizzante, sia esso forcella o ammortizzatore, è molto vasto ed è già stato affrontato ampiamente nel tech corner. Gli ammortizzatori moderni permettono di ottimizzare una sospensione in una certa configurazione lasciando che sia l'ammortizzatore a "curare" i difetti di quella configurazione: ad esempio si può disegnare una sospensione molto performante in ambito gravity, nella quale aspetti negativi quali bobbing e eccessivo pedal feedback siano mitigati dall'ammortizzatore. Questo modo di procedere può dare ottimi risultati. Quindi la progettazione della sospensione deve sempre tenere conto degli elementi ammortizzanti.

Progettare un schema monocross ottimizzando pregi e difetti nel modo migliore non è certo banale e il risultato che se ne può ottenere non ha nulla da invidiare ad altri schemi. I monocross sono semplici? Non così tanto come sembra!!!

Ciao,mi sto addentrando adesso nel mondo delle sospensioni e soprattutto mi interessa questo tuo articolo molto ben scritto anche per uno come me novello del discorso, ti volevo fare una domanda,ti metto la foto della mia bici sai indicarmi se posso definirlo monocross il mio post? scusa la qualità della foto....
 

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mixmaxmaxxx

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Ciao,mi sto addentrando adesso nel mondo delle sospensioni e soprattutto mi interessa questo tuo articolo molto ben scritto anche per uno come me novello del discorso, ti volevo fare una domanda,ti metto la foto della mia bici sai indicarmi se posso definirlo monocross il mio post? scusa la qualità della foto....

dalla foto non si capisce, hai la pedivella davanti...dimmi marca e modello bike
 

fitzcarraldo358

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Ciao,mi sto addentrando adesso nel mondo delle sospensioni e soprattutto mi interessa questo tuo articolo molto ben scritto anche per uno come me novello del discorso, ti volevo fare una domanda,ti metto la foto della mia bici sai indicarmi se posso definirlo monocross il mio post? scusa la qualità della foto....
Non è un monocross, è uno schema Horst.
Si vede lo snodo sul fodero basso vicino al perno ruota.
 

mixmaxmaxxx

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Quindi la sospensione lavora direttamente sulla ruota...detta in soldoni...
Qui arriva la domanda...attualmente ho 120 di escursione al posteriore...si puo' aumentare? e in che modo? basta cambiare ammo con uno più "lungo"?

E' un sistema a pivot multiplo quindi non è "monocross". La tua sospensione non lavora direttamente sullo spostamento della ruota. Tra la ruota e l'ammo ci sono 2 punti di rotazione che azionano leveraggi asimmetrici.
L'unico schema dove ruota e ammo lavorano in maniera "diretta" (che non è il termine giusto) è il sistema single pivot diretto (detto anche monocross senza fulcri di rotazione tra ruota e ammo).
In ogni caso l'escursione del carro non puoi cambiarla sostituendo l'ammo ...dovresti cambiare telaio. E poi non avrebbe senso.
Ricordati che l’interessante di una sospensione è che funzioni al meglio, è in conseguenza che si deve ricercare il giusto assetto strutturale ,non viceversa.
 

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