Vi avviso subito.
Cè tanto da spingere.
Ma ci sono discese interessanti e con una giornata come quella di sabato ne vale la pena, almeno una volta nella vita o ogni 3-4 anni come faccio io.
La Transcivetta è uno dei percorsi escursionistici più interessanti delle Dolomiti, dato che passa esattamente sotto alla Parete delle Pareti ovvero la Nord Ovest del Civetta, 1200 m di parete di roccia.
Da molti anni lungo questo percorso si svolge una gara di corsa in salita, molto dura.
Il giro a piedi può essere variato a piacimento: un classico è lattraversamento del Vant delle Sasse, un anfiteatro glaciale a quota 2600 m, che può essere raggiunto anche dal versante zoldano, risalendo il ghiaone che dinverno costituisce la nota gita scialpinistica.
In bici invece la scelta obbligata è quella di partire dalla Valzoldana, dal paese di Pecol, salire al rif. Coldai, scendere al rifugio Vazzoler, ancora giù per la val Corpassa e da Listolade rientrare ad Alleghe per prendere gli impianti e tornare a Zoldo.
Il compare di giornata è stato il fido Lachiliuc, lacrobatico soggetto delle mie foto.
Manca qualche riferimento che aggiungerò in seguito perché non ho qui la cartina, ma il giro è questo:
si parte da Pecol, si sale a Palafavera per strada asfaltata, poi sterrata fino a malga Pioda (1800 m). Dalla malga su mulattiera molto sconnessa si continua a pedalare in salita verso il rifugio Coldai. Metà si fa in bici, metà si spinge e si porta in spalla x qualche tratto. Dal rifugio si raggiunge la forcella (anche qui gran parte a spinta) e si scende al laghetto in bici.
Dal laghetto si spinge la bici su unaltra forcellina, si scende dallaltra parte. Si continua per vari saliscendi (ancora tratti a spinta) percorrendo il sentiero classico (quello di dx) e non quello sotto le pareti del Civetta.
Dopo aver oltrepassato il secondo bivio per il rif. Tissi (se si è in anticipo sulla tabella di marcia meriterebbe una visita per la bellezza del panorama) si monta finalmente in sella per scendere verso il rif. Vazzoler. La discesa è tecnica e molto divertente, con alcuni passaggi anche piuttosto difficili.
Si raggiunge la strada sterrata e si scende su questa al rif. Vazzoler, punto molto tranquillo e panoramico: possiamo ammirare le due grandi Torri Venezia e Trieste che sorvegliano come gendarmi la Val dei Cantoni, dove una volta cera un bel ghiacciaio. La Torre Trieste è talmente imponente e verticale che se quando si passa sotto fa veramente impressione .pensando alla storia alpinistica di queste crode vengono i brividi .
Dal rifugio si scende per tutta la val Corpassa, molto lunga e nellultimo tratto asfaltata e aperta alle auto (attenzione!)
Si arriva a Listolade. Da qui il rientro in bici sarebbe molto lungo e noioso con moltissimo dislivello da superare. Conviene quindi risalire la valle sfruttando le strade secondarie e arrivare ad Alleghe per prendere la cabinovia e la seggiovia fino a Col dei Baldi per poi scendere a Pecol su strada sterrata e per il divertente single track dei Redolet.
Varianti: questa potrebbe piacere a Renzo che ama i giri di 2 gg.
Dormendo al rifugio Vazzoler il giorno dopo si può scendere a Listolade e quindi ad Agordo. Da Agordo si può risalire al Passo Duran (con varianti a sx della strada asfaltata) o anche fino al Rif. Carestiato (ma anche qui tratti a piedi). Dal rifugio o dal Passo si scende fino a Chiesa. Da Chiesa si sale verso Casera Grava su strada quasi tutta asfaltata ma molto ripida. Dalla Casera Grava possiamo raggiungere la Forcella Grava e scendere per sentiero al Casot di Pecol oppure salire in cima allo Spiz Zuel e scendere per sentiero a Fusine (discesa molto tecnica e divertente: single track di 900 m di dislivello).
Osservazioni: il giro vale la pena soprattutto per il panorama, in quanto i tratti a spinta come visto sono molti. La bici ideale per questo giro è una full leggera che consenta di divertirsi al meglio nei tratti tecnici ma pedalabili che sono comunque molti.
La variante del 2° giorno ha molto asfalto ma è sicuramente più interessante del rientro da Alleghe per il percorso della Civetta Superbike che tra laltro ha delle salite mortali
Cè tanto da spingere.
Ma ci sono discese interessanti e con una giornata come quella di sabato ne vale la pena, almeno una volta nella vita o ogni 3-4 anni come faccio io.
La Transcivetta è uno dei percorsi escursionistici più interessanti delle Dolomiti, dato che passa esattamente sotto alla Parete delle Pareti ovvero la Nord Ovest del Civetta, 1200 m di parete di roccia.
Da molti anni lungo questo percorso si svolge una gara di corsa in salita, molto dura.
Il giro a piedi può essere variato a piacimento: un classico è lattraversamento del Vant delle Sasse, un anfiteatro glaciale a quota 2600 m, che può essere raggiunto anche dal versante zoldano, risalendo il ghiaone che dinverno costituisce la nota gita scialpinistica.
In bici invece la scelta obbligata è quella di partire dalla Valzoldana, dal paese di Pecol, salire al rif. Coldai, scendere al rifugio Vazzoler, ancora giù per la val Corpassa e da Listolade rientrare ad Alleghe per prendere gli impianti e tornare a Zoldo.
Il compare di giornata è stato il fido Lachiliuc, lacrobatico soggetto delle mie foto.
Manca qualche riferimento che aggiungerò in seguito perché non ho qui la cartina, ma il giro è questo:
si parte da Pecol, si sale a Palafavera per strada asfaltata, poi sterrata fino a malga Pioda (1800 m). Dalla malga su mulattiera molto sconnessa si continua a pedalare in salita verso il rifugio Coldai. Metà si fa in bici, metà si spinge e si porta in spalla x qualche tratto. Dal rifugio si raggiunge la forcella (anche qui gran parte a spinta) e si scende al laghetto in bici.
Dal laghetto si spinge la bici su unaltra forcellina, si scende dallaltra parte. Si continua per vari saliscendi (ancora tratti a spinta) percorrendo il sentiero classico (quello di dx) e non quello sotto le pareti del Civetta.
Dopo aver oltrepassato il secondo bivio per il rif. Tissi (se si è in anticipo sulla tabella di marcia meriterebbe una visita per la bellezza del panorama) si monta finalmente in sella per scendere verso il rif. Vazzoler. La discesa è tecnica e molto divertente, con alcuni passaggi anche piuttosto difficili.
Si raggiunge la strada sterrata e si scende su questa al rif. Vazzoler, punto molto tranquillo e panoramico: possiamo ammirare le due grandi Torri Venezia e Trieste che sorvegliano come gendarmi la Val dei Cantoni, dove una volta cera un bel ghiacciaio. La Torre Trieste è talmente imponente e verticale che se quando si passa sotto fa veramente impressione .pensando alla storia alpinistica di queste crode vengono i brividi .
Dal rifugio si scende per tutta la val Corpassa, molto lunga e nellultimo tratto asfaltata e aperta alle auto (attenzione!)
Si arriva a Listolade. Da qui il rientro in bici sarebbe molto lungo e noioso con moltissimo dislivello da superare. Conviene quindi risalire la valle sfruttando le strade secondarie e arrivare ad Alleghe per prendere la cabinovia e la seggiovia fino a Col dei Baldi per poi scendere a Pecol su strada sterrata e per il divertente single track dei Redolet.
Varianti: questa potrebbe piacere a Renzo che ama i giri di 2 gg.
Dormendo al rifugio Vazzoler il giorno dopo si può scendere a Listolade e quindi ad Agordo. Da Agordo si può risalire al Passo Duran (con varianti a sx della strada asfaltata) o anche fino al Rif. Carestiato (ma anche qui tratti a piedi). Dal rifugio o dal Passo si scende fino a Chiesa. Da Chiesa si sale verso Casera Grava su strada quasi tutta asfaltata ma molto ripida. Dalla Casera Grava possiamo raggiungere la Forcella Grava e scendere per sentiero al Casot di Pecol oppure salire in cima allo Spiz Zuel e scendere per sentiero a Fusine (discesa molto tecnica e divertente: single track di 900 m di dislivello).
Osservazioni: il giro vale la pena soprattutto per il panorama, in quanto i tratti a spinta come visto sono molti. La bici ideale per questo giro è una full leggera che consenta di divertirsi al meglio nei tratti tecnici ma pedalabili che sono comunque molti.
La variante del 2° giorno ha molto asfalto ma è sicuramente più interessante del rientro da Alleghe per il percorso della Civetta Superbike che tra laltro ha delle salite mortali