Uscite in Campania e regioni limitrofe

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Salvatore, bella prova.
Non è la bici che conta, ma la passione che ci metti e, soprattutto, le soddisfazioni che ti togli.
Continua così
A te no!?!?!? (Che vuol dire: se ti piglio!!!) Se non posti qualcosa riguardo la tua prestazione che avverrà il 29/9 a San Potito...ti fucilo!!!:mavadaviaiciapp:
Così come a Messer @capocchione

Vorrei ricordare a chi si è unito da poco alla discussione che questi due componenti sono impegnati da Aprile 2019 in questa fantastica competizione...
Screenshot_20190920-154442_Gallery.jpg
E sempre per chi si fosse perso il video report che ho fatto della tappa di S.Stefano del sole...
Allargate lo schermo, alzate il volume e buona visione;-)
 
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In realtà vorrei chiedere a voi dove reperire un po' di tracciati o comunque qualche percorso suggerito da fare nella mia zona. Vorrei provare un po' di sterrato, non eccessivamente complicato :-)
 

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In realtà vorrei chiedere a voi dove reperire un po' di tracciati o comunque qualche percorso suggerito da fare nella mia zona. Vorrei provare un po' di sterrato, non eccessivamente complicato :-)
Puoi cominciare a dare uno sguardo qui:

Se sei iscritto a FB:

O ancora:

Ad ogni modo basta inserire su google qualche parola chiave ed escono i risultati ;-)
 

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"Premessa... Nonostante l'uscita e l'itinerario riguarda la regione Lazio, ho chiesto dove fosse più opportuno postare il report e mi è stato risposto che andava bene anche qui.
Il titolo è impostato in modo che il motore di ricerca riporti a questo post per gli utenti che fossero interessati all'argomento"


Formello Bike Park (Lazio - Roma) 29.09.2019

Splendida mattinata trascorsa in compagnia del grande @khalit che mi ha fatto da maestro e apripista.
Il promontorio sul quale ci siamo recati non ha un dislivello importante, appena 370d+ con una risalita breve e per niente impegnativa che si percorre in 10/15 minuti al massimo (Khal correggimi se sbaglio) e una volta in cima c'è l'imbarazzo della scelta perchè il Park offre 6/7 Trail tutti diversi tra loro per conformazione sia geologica che in termini di building.
Salti, saltoni, dropponi, droppini e droppetti.
Curve paraboliche con appoggio, tratti estremamente flow, lisci e scassatissimi con rocce, tronchi e...merde di cavallo (ops:smile:).

Bando alle ciance, eccovi le attività di Strava (2 perchè ho sbagliato stoppando la registrazione sul Bryton), i video Relive e il montaggio di alcuni tratti dei vari trail percorsi.

Formello Bike Park "1"

Formello Bike Park "2"

Buona visione e a voi i commenti e domande;-)
 

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Bene, questo non è proprio nei dintorni della Campania, ma inserisco lo stesso qui questo percorso:

Località: Martina Franca - PIANELLE (TA)
Trail: Discese del Fragneto – Sentiero del Carpino – Albero del Capitano
Stato del percorso: buono anche se non manutenuto costantemente (autunno 2019)

Il tipo di tracciato prevede difficoltà modeste se affrontato a bassa velocità, ma è un eccellente terreno per provare tricks come Manual e Holly senza timore di distruggersi in caso di caduta. Il sentiero parte inizialmente con uno sterrato, si accede poi sulla sinistra al bosco vero e proprio attraverso il sentiero del Fragneto. Il tipo di tracciato è pensato per essere attraversato a piedi, come tutti i sentieri dei questa zona, ma le curve e gli ostacoli permettono comunque un attraversamento in Mountain Bike a patto di sapere di aver a che fare con un tracciato non espressamente pensato per questa disciplina. Nella fattispecie questo trail non è molto battuto da pedoni, statisticamente è più facile trovare qualcuno Nelle domeniche con bel tempo, ma solitamente è deserto.
Da quotai 530 mslm si discende in un primo tratto molto facile, con poche difficoltà ed asperità del terreno, piccole curve senza sponda, un paio di linee da scegliere su un terreno compatto, sino a giungere ad un bivio dal quale il sentiero si diparte in due: da un lato si scende verso il sentiero del Carpino e dall’altro, tramite il sentiero della podolica, torna sulla strada asfaltata… anche se di asfalto ne è rimasto ben poco. Siamo a 480 metri circa, il dislivello come si intuisce non è molto, del resto parliamo di Murge. Da questo momento sono necessari un pò rilanci per riprendere velocità, su terreni pietrosi dove la roccia emerge parecchio, occorre prestar attenzione per chi ha un movimento centrale più basso poiché è facile toccare con le pedivelle. Si passa quindi ad un terreno più sassoso, dove il manto erboso cede il passo ad una sassaiola composta da ciottoli medio grandi che rendono il terreno sdrucciolevole e sfaldabile. Spesso un fitto strato di foglie secche di quercia, specie in autunno, nasconde gli ostacoli ed occorre prestare molta attenzione gestendo bene la propria velocità.
Si costeggia così una gravinella protetta da un muro a secco e ci si rifionda nel fitto del bosco, dove la vegetazione di querce è talmente intricata superiormente da non permettere una buona visuale per coloro che usano lenti polarizzate. Da qui torna il manto erboso, compatto e denso, ma se c’è pioggia (o c’è stata da poco) alcuni di questi tratti nascondono insidie fangose. In questo punto ci si trova in un’area in cui raramente c’è presenza umana, e chi vuol mettersi al sicuro da incontri con la fauna locale deve farsi sentire scampanellando o comunque facendo rumore. Più volte mi sono imbattuto in cinghiali sorpresi dal mio passaggio, e m’è andata bene perché son qui a raccontarlo. Da che uso il campanello bloccabile, che suona con le vibrazioni trasmesse al manubrio, non ho più avuto di queste sorprese. La cosa difficile in questo tratto è evitare i grossi sassi (“Chiangoni”, per usare un termine autoctono) che si staccano per via dell’erosione dilavante e si piazzano nel bel mezzo del trail; ad ogni uscita il percorso cambia pertanto conviene scendere piano almeno una volta, per controllarne lo stato, le volte successive uno può così darci dentro. Qui, evitando le rocce, ci sono una serie di gobbe pronunciate che possono essere interpretate come piccoli kick per chi vuol fare del dirt. Un Drop naturale, da provare un po' di volte prima di lanciarcisi dentro, ci informa che il sentiero sta finendo e che da li a breve saremo sulla tratta di asfalto. In realtà, come scrivevo prima, di asfalto ne è rimasto davvero poco, tuttavia a partire da questo spezzone di sentiero il fondo è abbastanza regolare e permette di viaggiare a velocità elevate, pur mantenendo un assetto da offroad. Il giro si conclude raggiungendo “l’albero del capitano”, una maestosa quercia che fa da snodo ad altri sentieri. Si arriva così alla quota di 442 metri e da qui si può ripartire per risalire in cima e ricominciare la discesa. La risalita non presenta alcuna difficoltà poiché si muove su una vecchia strada curata dalla forestale, parzialmente asfaltata ma nella quale la vegetazione sta riprendendosi il suo spazio. E’ una salitella dolce, con piccolissimi tratti in cui pedalare duro, e che termina con una parte esposta al sole e ghiaiosa. Tutto il giro è di circa 4,5 km ad anello, e può essere fatto più volte. Tra salita e discesa ci vuole meno di un ora.
Il percorso si presta a diverse interpretazioni, può essere fatto anche al contrario per chi predilige la salita, e nello stile che più gli pare. in ore crepuscolari è più facile imbattersi in piccole volpi e sporadicamente in qualche cinghiale. Attenzione giusto alla connettività, qui nessun cellulare riesce ad aver campo,meglio avvisare qualcuno dove si è in caso di uscite in solitaria.
 

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khalit

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"Premessa... Nonostante l'uscita e l'itinerario riguarda la regione Lazio, ho chiesto dove fosse più opportuno postare il report e mi è stato risposto che andava bene anche qui.
Il titolo è impostato in modo che il motore di ricerca riporti a questo post per gli utenti che fossero interessati all'argomento"


Formello Bike Park (Lazio - Roma) 29.09.2019

Splendida mattinata trascorsa in compagnia del grande @khalit che mi ha fatto da maestro e apripista.
Il promontorio sul quale ci siamo recati non ha un dislivello importante, appena 370d+ con una risalita breve e per niente impegnativa che si percorre in 10/15 minuti al massimo (Khal correggimi se sbaglio) e una volta in cima c'è l'imbarazzo della scelta perchè il Park offre 6/7 Trail tutti diversi tra loro per conformazione sia geologica che in termini di building.
Salti, saltoni, dropponi, droppini e droppetti.
Curve paraboliche con appoggio, tratti estremamente flow, lisci e scassatissimi con rocce, tronchi e...merde di cavallo (ops:smile:).

Bando alle ciance, eccovi le attività di Strava (2 perchè ho sbagliato stoppando la registrazione sul Bryton), i video Relive e il montaggio di alcuni tratti dei vari trail percorsi.

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Buona visione e a voi i commenti e domande;-)

Grande @Big Steak One! Bellissima mattinata: mi sono divertito un sacco e ho avuto il piacere di conoscerti di persona. Meglio di cosi non si poteva ;-)
 
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Bene, questo non è proprio nei dintorni della Campania, ma inserisco lo stesso qui questo percorso:

Località: Martina Franca - PIANELLE (TA)
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Stato del percorso: buono anche se non manutenuto costantemente (autunno 2019)

Il tipo di tracciato prevede difficoltà modeste se affrontato a bassa velocità, ma è un eccellente terreno per provare tricks come Manual e Holly senza timore di distruggersi in caso di caduta. Il sentiero parte inizialmente con uno sterrato, si accede poi sulla sinistra al bosco vero e proprio attraverso il sentiero del Fragneto. Il tipo di tracciato è pensato per essere attraversato a piedi, come tutti i sentieri dei questa zona, ma le curve e gli ostacoli permettono comunque un attraversamento in Mountain Bike a patto di sapere di aver a che fare con un tracciato non espressamente pensato per questa disciplina. Nella fattispecie questo trail non è molto battuto da pedoni, statisticamente è più facile trovare qualcuno Nelle domeniche con bel tempo, ma solitamente è deserto.
Da quotai 530 mslm si discende in un primo tratto molto facile, con poche difficoltà ed asperità del terreno, piccole curve senza sponda, un paio di linee da scegliere su un terreno compatto, sino a giungere ad un bivio dal quale il sentiero si diparte in due: da un lato si scende verso il sentiero del Carpino e dall’altro, tramite il sentiero della podolica, torna sulla strada asfaltata… anche se di asfalto ne è rimasto ben poco. Siamo a 480 metri circa, il dislivello come si intuisce non è molto, del resto parliamo di Murge. Da questo momento sono necessari un pò rilanci per riprendere velocità, su terreni pietrosi dove la roccia emerge parecchio, occorre prestar attenzione per chi ha un movimento centrale più basso poiché è facile toccare con le pedivelle. Si passa quindi ad un terreno più sassoso, dove il manto erboso cede il passo ad una sassaiola composta da ciottoli medio grandi che rendono il terreno sdrucciolevole e sfaldabile. Spesso un fitto strato di foglie secche di quercia, specie in autunno, nasconde gli ostacoli ed occorre prestare molta attenzione gestendo bene la propria velocità.
Si costeggia così una gravinella protetta da un muro a secco e ci si rifionda nel fitto del bosco, dove la vegetazione di querce è talmente intricata superiormente da non permettere una buona visuale per coloro che usano lenti polarizzate. Da qui torna il manto erboso, compatto e denso, ma se c’è pioggia (o c’è stata da poco) alcuni di questi tratti nascondono insidie fangose. In questo punto ci si trova in un’area in cui raramente c’è presenza umana, e chi vuol mettersi al sicuro da incontri con la fauna locale deve farsi sentire scampanellando o comunque facendo rumore. Più volte mi sono imbattuto in cinghiali sorpresi dal mio passaggio, e m’è andata bene perché son qui a raccontarlo. Da che uso il campanello bloccabile, che suona con le vibrazioni trasmesse al manubrio, non ho più avuto di queste sorprese. La cosa difficile in questo tratto è evitare i grossi sassi (“Chiangoni”, per usare un termine autoctono) che si staccano per via dell’erosione dilavante e si piazzano nel bel mezzo del trail; ad ogni uscita il percorso cambia pertanto conviene scendere piano almeno una volta, per controllarne lo stato, le volte successive uno può così darci dentro. Qui, evitando le rocce, ci sono una serie di gobbe pronunciate che possono essere interpretate come piccoli kick per chi vuol fare del dirt. Un Drop naturale, da provare un po' di volte prima di lanciarcisi dentro, ci informa che il sentiero sta finendo e che da li a breve saremo sulla tratta di asfalto. In realtà, come scrivevo prima, di asfalto ne è rimasto davvero poco, tuttavia a partire da questo spezzone di sentiero il fondo è abbastanza regolare e permette di viaggiare a velocità elevate, pur mantenendo un assetto da offroad. Il giro si conclude raggiungendo “l’albero del capitano”, una maestosa quercia che fa da snodo ad altri sentieri. Si arriva così alla quota di 442 metri e da qui si può ripartire per risalire in cima e ricominciare la discesa. La risalita non presenta alcuna difficoltà poiché si muove su una vecchia strada curata dalla forestale, parzialmente asfaltata ma nella quale la vegetazione sta riprendendosi il suo spazio. E’ una salitella dolce, con piccolissimi tratti in cui pedalare duro, e che termina con una parte esposta al sole e ghiaiosa. Tutto il giro è di circa 4,5 km ad anello, e può essere fatto più volte. Tra salita e discesa ci vuole meno di un ora.
Il percorso si presta a diverse interpretazioni, può essere fatto anche al contrario per chi predilige la salita, e nello stile che più gli pare. in ore crepuscolari è più facile imbattersi in piccole volpi e sporadicamente in qualche cinghiale. Attenzione giusto alla connettività, qui nessun cellulare riesce ad aver campo,meglio avvisare qualcuno dove si è in caso di uscite in solitaria.
A parte che sei nella sezione "Puglia", ho modificato il titolo della discussione ;-)
Complimenti per il report dettagliato e per aver permesso di immergerci letteralmente con l'immaginazione in questi fantastici posti che hai descritto. Grendizer quando puoi posta qualche video se ne hai fatti.
 

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Grande @Big Steak One! Bellissima mattinata: mi sono divertito un sacco e ho avuto il piacere di conoscerti di persona. Meglio di cosi non si poteva ;-)
Il piacere immenso è stato il mio Khalit, mi hai permesso di migliorare le mie scarse abilità di Rider grazie ai tuoi consigli e alla tua costante presenza.
Da rifare assolutamente il prima possibile magari trascinando con me i miei compagni di pedale che come hanno sentito "269km" si sò cagati addosso per la distanza:smile:, dicono che sono matto a fare oltre 500km per girare in bici.
Beh, mi sa che per quanto loro possano avere esperienza in sella, scarseggiano un pò di spirito pionieristico e d'avventura, perchè questa è stata...un'avventura fantastica ricca di novità.
Lo dicevo da tempo e ci sto riuscendo, girare in lungo e in largo l'Italia alla ricerca dei trail più disparati, macinare km per conoscere gente e migliorare sempre di più questa fantastica disciplina che è cominciata per necessità e trasformata successivamente e in breve tempo in una passione dalla quale non riesco a separarmi. Anzi...NE VOGLIO SEMPRE DI PIÙ!!!

Prossima tappa, ancora da definire, dovrà essere assolutamente in compagnia di Messer @capocchione e Big @Daiwer , magari un bel replay al Formello Bike Park che ora ce l'ho ancora stampato in mente e la prossima volta... ti chiederò la "sinistra" per farti mangiare la polvere:smile:
 
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A parte che sei nella sezione "Puglia", ho modificato il titolo della discussione ;-)
Complimenti per il report dettagliato e per aver permesso di immergerci letteralmente con l'immaginazione in questi fantastici posti che hai descritto. Grendizer quando puoi posta qualche video se ne hai fatti.
se mi regge la GoPro certamente... l'altra volta mi ha spupazzato la SD, vediamo nei prox giri ;)
 
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Ciao a tutti, torno dopo qualche giorno di inattività forzata.
Stamattina ho fatto una bella uscita "seria" in compagnia di alcuni amici e anche stavolta la bici mi ha messo di fronte ai miei limiti e anche stavolta ce l'ho fatta.
Ho fatto un bel giretto. Partito da Cancello Scalo, passando per il Castello del Matinale, fino a Palombara e ritorno. Al confronto la salita che ho fatto fino a San Leucio è stata una passeggiata.
Salendo fino al castello stavo per vomitare...mi sono fermato e avevo voglia solo di tornare giù. Poi, dopo un momento di pausa per superare il blackout, mi sono rimesso in sella per continuare a salire e ne è valsa la pena!
Il premio è stata una fighissima discesa immersa nella natura, tra sassi, terra, alberi e foglie dove, devo dire, la mia Rockrider540 ha fatto la sua porca figura.
Insomma, escludendo il fatto che stavo per vomitare e che ad un certo punto volevo solo tornarmene a casa, mi sono proprio divertito e ho visto che il limite è ancora un po' più in la di dove me lo immaginavo.
Dopo vi posto il tracciato che ho seguito, anche se purtroppo è parziale poichè ho scoperto che Strava e Huawei non vanno molto d'accordo. In pratica a metà percorso ha smesso di registrare e dunque manca quasi tutta la parte della discesa. Un motivo in più per rifarla al più presto...
 

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Ciao a tutti, torno dopo qualche giorno di inattività forzata.
Stamattina ho fatto una bella uscita "seria" in compagnia di alcuni amici e anche stavolta la bici mi ha messo di fronte ai miei limiti e anche stavolta ce l'ho fatta.
Ho fatto un bel giretto. Partito da Cancello Scalo, passando per il Castello del Matinale, fino a Palombara e ritorno. Al confronto la salita che ho fatto fino a San Leucio è stata una passeggiata.
Salendo fino al castello stavo per vomitare...mi sono fermato e avevo voglia solo di tornare giù. Poi, dopo un momento di pausa per superare il blackout, mi sono rimesso in sella per continuare a salire e ne è valsa la pena!
Il premio è stata una fighissima discesa immersa nella natura, tra sassi, terra, alberi e foglie dove, devo dire, la mia Rockrider540 ha fatto la sua porca figura.
Insomma, escludendo il fatto che stavo per vomitare e che ad un certo punto volevo solo tornarmene a casa, mi sono proprio divertito e ho visto che il limite è ancora un po' più in la di dove me lo immaginavo.
Dopo vi posto il tracciato che ho seguito, anche se purtroppo è parziale poichè ho scoperto che Strava e Huawei non vanno molto d'accordo. In pratica a metà percorso ha smesso di registrare e dunque manca quasi tutta la parte della discesa. Un motivo in più per rifarla al più presto...
Guarda la mia attività su Strava: https://strava.app.link/rtUDOuTEs0
Wow Salvatore...forse non sai ma ti sei avventurato sul Castle Trail:hail:
Partenza dal Bar Chersoni e salito fino in vetta...cosa che io ho preferito non fare...e mica perchè stavo per vomitare anch'io, no...proprio perchè a un certo punto è spuntato dal terreno Belzebù e voleva prendersi l'anima:smile:
Bravissimo Salvatore, sei una vera potenza, tu e la tua splendia RR540:}}}:
 

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Ma a proposito @Salvatorenotte ... in che condizioni sono i Trail. Qualche settimana fa ci fu un incendio che oltre a danneggiare la vegetazione ha lasciato i vari sentieri impercorribili...
 

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Wow Salvatore...forse non sai ma ti sei avventurato sul Castle Trail:hail:
Partenza dal Bar Chersoni e salito fino in vetta...cosa che io ho preferito non fare...e mica perchè stavo per vomitare anch'io, no...proprio perchè a un certo punto è spuntato dal terreno Belzebù e voleva prendersi l'anima:smile:
Bravissimo Salvatore, sei una vera potenza, tu e la tua splendia RR540:}}}:
Azz ho fatto il Castle Trail? Mo si spiega tutto...

Non conosco com'era prima ma non mi è sembrato male, non abbiamo trovato interruzioni o tratti inagibili.
 
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Il Valhalla...
-"Il pensiero di ogni guerriero, un attimo prima di indossare le armi e prepararsi allo scontro, era dedicato al mitico paradiso destinato ai guerrieri morti gloriosamente in battaglia. Ottenere l’immortalità sconfiggendo la morte grazie al proprio coraggio è il fulcro su cui ruota la concezione del Valhalla, la “dimora degli uccisi”.
- "Il Valhalla è infatti un luogo di lotta e battaglia perpetua, creato per migliorare senza sosta le abilità dei guerrieri: dopo ogni combattimento le ferite si rimarginano, le membra si ricompongono e i campioni riemergono completamente guariti, pronti per banchettare con carne di cinghiale e bere idromele tutti insieme prima di impugnare nuovamente le armi per un altro giro di combattimenti".

Stupenda narrazione tratta da una delle più belle rappresentazioni di cosa è il Vahalla.

Giornata indimenticabile nel Regno degli Dei Scandinavi... Flow ad alta velocità, drop di ogni genere, ponticelli e costruzioni in legno, massi, radici e passaggi tecnici di altissimo livello.
La mia Front, inizialmente denominata dal gruppo "frontino" si è rivelata un'animale da discesa complice...non il rider in sella eh?
Ehm:-|
:}}}:
A qualche km dal termine però ho cominciato ad avere le travvegole... Fame, sete, crampi, dolori e giramenti di testa che mi hanno fatto desistere dall'insistere.
Ultime centinaia di metri a piedi per riportare la dura pellaccia a casa:scassat:
Da rifare assolutamente e magari con una bici più adatta al Vahalla:free:
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Un posto magico:medita:

Video a breve ;-)

"Piccolo" intoppo ad un amico che ha spaccato, non uno...non due...non tre...diciamo che gli sono rimasti 10 raggi su 32
20191020_122759.jpg
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Non si è perso di coraggio a oltre 1300d+, fortunatamente durante la salita abbiamo incontrato altri gruppi di conoscenti che stavano andando a fare un corso di MTB coi furgoni, un colpo di telefono ed è ritornato a casa.

Traccia dell'intero giro in formato pdf. Per visualizzarlo cambiate l'estensione in .gpx;-)
 

Allegati

  • Valhalla_Tour.pdf
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