Ebbene sì, finalmente ho conosciuto quelli di Ruotalpina! Che in realtà già li conoscevo, ma unuscita ufficiale con il loro gruppo non cera ancora mai stata.
Quale migliore occasione allora per una prima assoluta? Qualcuno potrebbe sostenere prima assoluta sto piffero visto che quando io andavo là te giravi ancora col triciclo , ma tantè: cè sempre una prima volta per tutto.
When: Martedì 04.10.11 (in certe occasioni, ghe sb anca el lavoro sa!!!!)
What: Escursione Ruotalpinista del Martedì
Where: Cortina dAmpezzo > Dolomiti > Veneto > Italy
Why: il vietatissimo trail della famigerata Val Travenanzes
Who:
-Renato Fox60 nientepopodimenoche lesploratore del martedì
-CheccoScott (o CheccoCdale a seconda del mezzo) AKA Rodefine, visto il caratteristico equipaggiamento tecnico
-Me compare Luigino AKA Il Veterano, data la classe millenovecentoesuppia
-lo scrivente AKA Il saputello, per le sue manie di persecuzione nei confronti di ladri e manigoldi
Quelli del Martedì hanno la cattiva abitudine di partire presto, prestissimo, prima dellalba se non addirittura a notte fonda (vedasi limbiancata delle Tre Cime), e lalzataccia delle 5.30 non fa che confermare il trend. E ancora buio quando i rispettivi cancelli a pedali vengono smembrati e ammassati nella Checcomobil: un osservatore esterno che vedesse quattro loschi figuri aggirarsi furtivi con il favore delle tenebre, probabilmente li scambierebbe per dei ladri neanche fossero i fratelli imbranati della Banda Bassotti. Imbranati forse si, ma fratelli allanagrafe sembra non sia così.
Però un po criminali sotto sotto questi lo sono: la destinazione risulta da diversi anni off-limits per le due ruote al fine di salvaguardare leccezionale ambiente del Parco Naturale delle Dolomiti dAmpezzo e della Val Travenanzes in particolare, contraddistinta da un divieto ad-hoc che per molti - compresi i nostri amici - diventa ad-libitum: per un trail come quello della Val Travenanzes una volta ogni N anni si può anche rischiare anche la multa, basta farlo con intelligenza, attenzione, giusto tempismo e massimo rispetto per il luogo violato e gli escursionisti incontrati.
A Cortina la Checcomobil vomita bici e bikers direttamente sul piazzale del Pian da Lago, sotto un cielo terso e una temperatura frizzantina. Ricompostisi, scatta subito il totosalita: par dove ndemo su?? La scelta ricade sulla direttissima Pianozes > Ajal > Macaron > Peziè de Parù, che fino al primo checkpoint si caratterizza da una bellissima forestale a medie pendenze (nel senso che un alto e un basso fa un guaivo ) fino al verde smeraldo del Lago Pianozes.
Superato il laghetto Fox60 punta le ruote verso il Palmieri, al che il Saputello chiosa saccente ndemo de qua che a xe manco ripida!. Della serie: le ultime parole famose. Il Lago dAjal viene comunque raggiunto, non senza fatica e bestemmie, compreso pure un tentato suicidio della bici del Veterano, prontamente sventato dal nonno della compagnia.
Lallegra combriccola prosegue ora verso il Macaron e quindi Peziè de Parù, dove inizia il serpeggiante sentiero boschivo immerso negli odori e nei bramiti dei cervi in calore. Non conoscendo le perversioni di un cervide erotomane, nessuno è comunque interessato a scoprirle e per fortuna il puzzolente bitume oleoso accorre presto in soccorso. Ancora un po di salita, un po di falsopiano, qualche foto sotto alla Tofana di Rozes e lo sterrato ritorna a scorrere sotto le ruote.
La vecchia strada militare risale agevole il pendio in direzione del Col dei Bos, offrendo di volta in volta viste sempre più ampie sulle vette Ampezzane fino alla Marmolada e al Civetta: un panorama sublime da lasciare senza fiato, di fronte al quale anche la catena di CheccoCdale alza bandiera bianca disintegrandosi in preda al piacere. Fortunosamente la tempestività dellE.M.R. (Equipe Medica Ruotalpinistica) riesce a trarre in salvo il soggetto ferito riportandolo a nuova vita.
Lascesa prosegue a pendenze costanti, con ampie volute e arditi passaggi raggiungendo il Punto di Non Ritorno. Il cartello parla chiaro: NO BIKES. Un po come il Di qui non si passa di Pasubiana memoria che però aveva ben più elevati significati e destinatari. Per un biker questo punto dovrebbe rappresentare lo stop immediato e perentorio, una specie di Colonne dErcole oltre le quali cè solo lignoto: tuttavia di Cristofori Colombi ce ne sono sempre stati e sempre ce ne saranno, quindi.. avanti tutta!
Il finale si fa più ripido, sconnesso, impervio, a tratti non ciclabile, ma neanche poi più di tanto: lagonia dura comunque poco e il GPM Hors Category nonché Cima Coppi di giornata viene conquistato; la vista sullincredibile Val Travenanzes è la miglior ricompensa possibile per le fatiche accumulate.
Estasiati dalla bellezza della natura, i nostri beniamini cadono in presa a visioni mistiche: improvvisamente, sul cucuzzolo del colle appare la visione delleremita delle vette che li mette in guardia dai pericoli della montagna e da possibili intoccabili amicinemici che, in preda allinvidia e al rancore, potrebbero ben presto dare una soffiata alla forestale. Prima di congedarsi, leremita offre colorate pillole miracolose che i quattro biker, in barba al detto non si accettano caramelle da uno sconosciuto, ingurgitano voraci esaurendo le scorte del povero vecchietto (che per questo morirà di fame di lì a poco). Poi, così come era apparso, scompare nel nulla.
Ripresisi dallo stato di trance, Fox60, Checco, il Veterano e il Saputello inforcano i rispettivi cavalli di metallo più o meno pregiato avventurandosi alla scoperta dei nove interminabili chilometri di single track della valle. La discesa allinizio si rivela piuttosto tecnica e ostica, con alcuni tratti da percorrere on foot un po per impraticabilità e un po per sicurezza. Il sentiero raggiunge ben presto il greto sassoso del torrente, da cui prosegue più agevole inoltrandosi di tanto in tanto tra gli affascinanti colori autunnali del bosco; nel frattempo tutto attorno la natura assume una varietà cromatica incredibile, dallazzurro del cielo al grigio della montagna, dal verde dei prati al giallo, arancione e rosso degli alberi. Inutile dire che i protagonisti di giornata passano più tempo a fare foto che a pedalare
Foto © CheccoC'dale
Dal Cason de Travenanzes le cose cambiano un po: il sentiero zigzaga prevalentemente sullalveo del rio omonimo, perfettamente identificato e abbastanza compatto, salvo perdersi in una manciata di punti tra guadi e piccole frane. I chilometri scorrono lenti e la valle non finisce mai, al punto che la strettoia che si vede in lontananza sembra sempre ferma nel solito punto. A un certo punto, la strettoia arriva.
Il trail si sposta sul versante destro della valle, che nel frattempo si fa più scoscesa e profonda, tagliando il pendio con passaggi arditi ed esposti; non mancano i punti non ciclabili, corti ma abbastanza frequenti, alcuni dei quali un po pericolosi se affrontati in solitaria come una scivolosa lastra di roccia bagnata dallacqua. La forra assume altezze vertiginose, e le pareti verticali che sovrastano il sentiero non fanno altro che acuire la sensazione di piccolezza nei confronti della natura circostante.
Oltrepassata anche la forra, il trail si tuffa nel bosco permettendo ai protagonisti di giornata di percorrere di gran carriera gli ultimi settori coperti dalle foglie prima della fine della giostra. Come tutte le cose belle, anche la Val Travenanzes finisce: la larga sterrata del Pospocora rappresenta il ritorno alla civiltà. I nove entusiasmanti chilometri lungo la valle racchiudono ogni tipologia di terreno, difficoltà tecnica, ambientazione e paesaggio che ci si possa immaginare: lungo di essa i nostri indomiti non hanno incontrato anima viva, compresa fortunosamente la forestale che nessuno ha allertato. Si vede che i nemiciamici a casa erano troppo impegnati a tracannare Grappa.
Lavventura non è comunque finita, visto che ad aspettare il drappello ci sono ancora diverse sorprese: la cascate di Fanes, i sentieri della Destra Boite, la pista da freeride, le vie di Cortina e i campi di Campo. Graziati anche dallincombente frana del Trampolino, i quattro biker giungono alla Checcomobil con ampio anticipo sui tempi massimi. Nulla da segnalare nel rientro alla terra natia, a parte i soliti discorsi da biker e, come di consuetudine, le malelingue sulle cattive compagnie.
Foto © CheccoC'dale
Stefano De Marchi
Sentiti ringraziamenti a:
-Madre Natura per la fantasia nel creare cotanta bellezza di valle, scusandoci per il disagio arrecato.
-La Forestale che non ci ha sgammati consentendoci di tornare a casa con tutti gli Euri ancora in tasca.
-Gli amici di Ruotalpina per liniziativa, lesperienza e la piacevole compagnia.
Traccia GPS:
http://connect.garmin.com/activity/119128788
Tutte le foto:
http://picasaweb.google.com/the.mtb.biker/TravenanzesTheForbiddenTrail
Le foto di Ruotalpina:
https://picasaweb.google.com/104330170093672743033/VALTRAVENANZES02
Quale migliore occasione allora per una prima assoluta? Qualcuno potrebbe sostenere prima assoluta sto piffero visto che quando io andavo là te giravi ancora col triciclo , ma tantè: cè sempre una prima volta per tutto.
When: Martedì 04.10.11 (in certe occasioni, ghe sb anca el lavoro sa!!!!)
What: Escursione Ruotalpinista del Martedì
Where: Cortina dAmpezzo > Dolomiti > Veneto > Italy
Why: il vietatissimo trail della famigerata Val Travenanzes
Who:
-Renato Fox60 nientepopodimenoche lesploratore del martedì
-CheccoScott (o CheccoCdale a seconda del mezzo) AKA Rodefine, visto il caratteristico equipaggiamento tecnico
-Me compare Luigino AKA Il Veterano, data la classe millenovecentoesuppia
-lo scrivente AKA Il saputello, per le sue manie di persecuzione nei confronti di ladri e manigoldi
Quelli del Martedì hanno la cattiva abitudine di partire presto, prestissimo, prima dellalba se non addirittura a notte fonda (vedasi limbiancata delle Tre Cime), e lalzataccia delle 5.30 non fa che confermare il trend. E ancora buio quando i rispettivi cancelli a pedali vengono smembrati e ammassati nella Checcomobil: un osservatore esterno che vedesse quattro loschi figuri aggirarsi furtivi con il favore delle tenebre, probabilmente li scambierebbe per dei ladri neanche fossero i fratelli imbranati della Banda Bassotti. Imbranati forse si, ma fratelli allanagrafe sembra non sia così.
Però un po criminali sotto sotto questi lo sono: la destinazione risulta da diversi anni off-limits per le due ruote al fine di salvaguardare leccezionale ambiente del Parco Naturale delle Dolomiti dAmpezzo e della Val Travenanzes in particolare, contraddistinta da un divieto ad-hoc che per molti - compresi i nostri amici - diventa ad-libitum: per un trail come quello della Val Travenanzes una volta ogni N anni si può anche rischiare anche la multa, basta farlo con intelligenza, attenzione, giusto tempismo e massimo rispetto per il luogo violato e gli escursionisti incontrati.
A Cortina la Checcomobil vomita bici e bikers direttamente sul piazzale del Pian da Lago, sotto un cielo terso e una temperatura frizzantina. Ricompostisi, scatta subito il totosalita: par dove ndemo su?? La scelta ricade sulla direttissima Pianozes > Ajal > Macaron > Peziè de Parù, che fino al primo checkpoint si caratterizza da una bellissima forestale a medie pendenze (nel senso che un alto e un basso fa un guaivo ) fino al verde smeraldo del Lago Pianozes.
Superato il laghetto Fox60 punta le ruote verso il Palmieri, al che il Saputello chiosa saccente ndemo de qua che a xe manco ripida!. Della serie: le ultime parole famose. Il Lago dAjal viene comunque raggiunto, non senza fatica e bestemmie, compreso pure un tentato suicidio della bici del Veterano, prontamente sventato dal nonno della compagnia.
Lallegra combriccola prosegue ora verso il Macaron e quindi Peziè de Parù, dove inizia il serpeggiante sentiero boschivo immerso negli odori e nei bramiti dei cervi in calore. Non conoscendo le perversioni di un cervide erotomane, nessuno è comunque interessato a scoprirle e per fortuna il puzzolente bitume oleoso accorre presto in soccorso. Ancora un po di salita, un po di falsopiano, qualche foto sotto alla Tofana di Rozes e lo sterrato ritorna a scorrere sotto le ruote.
La vecchia strada militare risale agevole il pendio in direzione del Col dei Bos, offrendo di volta in volta viste sempre più ampie sulle vette Ampezzane fino alla Marmolada e al Civetta: un panorama sublime da lasciare senza fiato, di fronte al quale anche la catena di CheccoCdale alza bandiera bianca disintegrandosi in preda al piacere. Fortunosamente la tempestività dellE.M.R. (Equipe Medica Ruotalpinistica) riesce a trarre in salvo il soggetto ferito riportandolo a nuova vita.
Lascesa prosegue a pendenze costanti, con ampie volute e arditi passaggi raggiungendo il Punto di Non Ritorno. Il cartello parla chiaro: NO BIKES. Un po come il Di qui non si passa di Pasubiana memoria che però aveva ben più elevati significati e destinatari. Per un biker questo punto dovrebbe rappresentare lo stop immediato e perentorio, una specie di Colonne dErcole oltre le quali cè solo lignoto: tuttavia di Cristofori Colombi ce ne sono sempre stati e sempre ce ne saranno, quindi.. avanti tutta!
Il finale si fa più ripido, sconnesso, impervio, a tratti non ciclabile, ma neanche poi più di tanto: lagonia dura comunque poco e il GPM Hors Category nonché Cima Coppi di giornata viene conquistato; la vista sullincredibile Val Travenanzes è la miglior ricompensa possibile per le fatiche accumulate.
Estasiati dalla bellezza della natura, i nostri beniamini cadono in presa a visioni mistiche: improvvisamente, sul cucuzzolo del colle appare la visione delleremita delle vette che li mette in guardia dai pericoli della montagna e da possibili intoccabili amicinemici che, in preda allinvidia e al rancore, potrebbero ben presto dare una soffiata alla forestale. Prima di congedarsi, leremita offre colorate pillole miracolose che i quattro biker, in barba al detto non si accettano caramelle da uno sconosciuto, ingurgitano voraci esaurendo le scorte del povero vecchietto (che per questo morirà di fame di lì a poco). Poi, così come era apparso, scompare nel nulla.
Ripresisi dallo stato di trance, Fox60, Checco, il Veterano e il Saputello inforcano i rispettivi cavalli di metallo più o meno pregiato avventurandosi alla scoperta dei nove interminabili chilometri di single track della valle. La discesa allinizio si rivela piuttosto tecnica e ostica, con alcuni tratti da percorrere on foot un po per impraticabilità e un po per sicurezza. Il sentiero raggiunge ben presto il greto sassoso del torrente, da cui prosegue più agevole inoltrandosi di tanto in tanto tra gli affascinanti colori autunnali del bosco; nel frattempo tutto attorno la natura assume una varietà cromatica incredibile, dallazzurro del cielo al grigio della montagna, dal verde dei prati al giallo, arancione e rosso degli alberi. Inutile dire che i protagonisti di giornata passano più tempo a fare foto che a pedalare
Foto © CheccoC'dale
Dal Cason de Travenanzes le cose cambiano un po: il sentiero zigzaga prevalentemente sullalveo del rio omonimo, perfettamente identificato e abbastanza compatto, salvo perdersi in una manciata di punti tra guadi e piccole frane. I chilometri scorrono lenti e la valle non finisce mai, al punto che la strettoia che si vede in lontananza sembra sempre ferma nel solito punto. A un certo punto, la strettoia arriva.
Il trail si sposta sul versante destro della valle, che nel frattempo si fa più scoscesa e profonda, tagliando il pendio con passaggi arditi ed esposti; non mancano i punti non ciclabili, corti ma abbastanza frequenti, alcuni dei quali un po pericolosi se affrontati in solitaria come una scivolosa lastra di roccia bagnata dallacqua. La forra assume altezze vertiginose, e le pareti verticali che sovrastano il sentiero non fanno altro che acuire la sensazione di piccolezza nei confronti della natura circostante.
Oltrepassata anche la forra, il trail si tuffa nel bosco permettendo ai protagonisti di giornata di percorrere di gran carriera gli ultimi settori coperti dalle foglie prima della fine della giostra. Come tutte le cose belle, anche la Val Travenanzes finisce: la larga sterrata del Pospocora rappresenta il ritorno alla civiltà. I nove entusiasmanti chilometri lungo la valle racchiudono ogni tipologia di terreno, difficoltà tecnica, ambientazione e paesaggio che ci si possa immaginare: lungo di essa i nostri indomiti non hanno incontrato anima viva, compresa fortunosamente la forestale che nessuno ha allertato. Si vede che i nemiciamici a casa erano troppo impegnati a tracannare Grappa.
Lavventura non è comunque finita, visto che ad aspettare il drappello ci sono ancora diverse sorprese: la cascate di Fanes, i sentieri della Destra Boite, la pista da freeride, le vie di Cortina e i campi di Campo. Graziati anche dallincombente frana del Trampolino, i quattro biker giungono alla Checcomobil con ampio anticipo sui tempi massimi. Nulla da segnalare nel rientro alla terra natia, a parte i soliti discorsi da biker e, come di consuetudine, le malelingue sulle cattive compagnie.
Foto © CheccoC'dale
Stefano De Marchi
Sentiti ringraziamenti a:
-Madre Natura per la fantasia nel creare cotanta bellezza di valle, scusandoci per il disagio arrecato.
-La Forestale che non ci ha sgammati consentendoci di tornare a casa con tutti gli Euri ancora in tasca.
-Gli amici di Ruotalpina per liniziativa, lesperienza e la piacevole compagnia.
Traccia GPS:
http://connect.garmin.com/activity/119128788
Tutte le foto:
http://picasaweb.google.com/the.mtb.biker/TravenanzesTheForbiddenTrail
Le foto di Ruotalpina:
https://picasaweb.google.com/104330170093672743033/VALTRAVENANZES02