Molto interessante!
Qualsiasi prodotto, per quanto "povero" possa sembrare, è frutto di processi a volte complicati e frutto di continui affinamenti.
Anche perché un conto è la sella "Superplastic", un pezzo di plsticone stampato e un tondino piegato a far da telaio, niente imbottitura, niente rivestimento, roba che deve avere sulla coscienza chissà quante patologie al soprasella, che si trovava sulle bici pseudocorsa di trent'anni fa o su certe MTB, una altro è quello che si vede prodotto qui.
Non vorrei dire una sciocchezza, ma mi pare che questa sia una azienda "giovane", nel senso che vent'anni fa cominciava a farsi notare facendosi spazio tra i grandi dell'epoca, ovvero Selle Italia e San Marco, per citare i due più importanti che mi vengono in mente.
All'epoca ero all'Ofmega e mentre l'azienda presso cui lavoravo si stava dando da fare per scomparire, questi si rimboccavano le maniche puntando a crescere e farsi spazio.
Dallo scatolone dei ricordi pesco un episodio, che fa pensare dopo aver letto come lavorano i progettisti e poi provano i loro prodotti.
Bene, qui in pausa pranzo è doveroso uscire in bici, penso rigorosamente con una sella
Fizik (meglio se prototipo da mettere a punto), all'Ofmega... guai se chiedevo di star fuori in pausa pranzo mezz'ora in più compensando alla sera (ora che mangiavo un boccone, mi cambiavo e mi rivestivo riuscivo giusto a fare il giro della fabbrica) per provare uno dei rarissimi prototipi che mi permettevano di far realizzare.
Non si poteva, perché poi la gente mormora
.
Dovevo restare in ufficio, a lavorare (possibilmente ben oltre l'orario normale di lavoro), e così per le rare prove per valutare se quello che avevo disegnato fungesse o meno, c'era solo il tragitto casa-lavoro, piacevolissimo nelle gelide serate della Valtrompia zona Sarezzo e i sabati e/o le domeniche.
Perlomeno a ora di pranzo un po' di sole si faceva vedere in quella valle della malora... e notoriamente i prodotti per la nuova stagione vanno messi a punto entro l'inverno, mica d'estate quando c'è luce, fa caldo, e pedalare di sera è piacevole.
E così si lavorava con meno entusiasmo, e gli errori non potevano essere corretti. Disegnare, produrre, vendere... ritirare prodotti difettosi, questo era il lavoro.
Bah...
Chissà che cosa è rimasto dell'archivio progetti dell'Ofmega, anche dei miei progetti... so che alla chiusura le giacenze di prodotti invenduti sono finite da un rottamaio, e nella fabbrica ora si producono pezzi per rubinetti.
Il resto chissà, a parte quello che è nella mia testa.
Scusate l'OT, ma se può interessare un po' di storia di quella che fu la seconda industria italiana di componenti dopo Campagnolo e che ambiva a far concorrenza a
Shimano copiandone i prodotti
sono disponibile, nei modi e nella sezione opportuna, a raccontare qualcosa.