I dazi di Trump minacciano di affondare il settore ciclo

296

I dazi di Trump colpiscono pesantemente i produttori di biciclette e componenti, perché mirati a quei Paesi in cui il settore ciclo ha delocalizzato la produzione negli ultimi decenni. Un esempio su tutti: il 46% sul Vietnam, una nazione che fin’ora era stata risparmiata dai dazi americani, e dove diversi produttori cinesi e taiwanesi avevano aperto delle fabbriche proprio per aggirare le politiche dei governi americani. Il plurale è d’obbligo, perché i dazi sulla Cina, decisi da Trump 1, non sono mai stati tolti da Biden.

La conseguenza della politica protezionistica americana è un aumento dei prezzi di importazione negli stessi Stati Uniti, con un grande rischio di mandare definitivamente a gambe all’aria i marchi americani. D’altro canto i prodotti spediti in Europa direttamente dall’Oriente non subiranno nessuno nuovo dazio e, in teoria, da noi, non dovrebbe succedere niente.


Dico in teoria, perché in pratica un aumento dei prezzi negli USA non potrà non avere conseguenze anche negli altri Paesi. Si tenterà di ridurre l’impatto sui consumatori americani distribuendo l’aumento di prezzo dovuto ai dazi sulla più ampia base di consumatori possibili, fra cui ci saremo anche noi Europei. D’altro canto nessuno è obbligato ad acquistare bici e componenti americani, perché le alternative non mancano a livello di telai. Malgrado il duopolio in ambito trasmissioni, Shimano è giapponese ed è fuori dalla portata dei dazi trumpiani. Fox e Rock Shox, i due colossi delle sospensioni, hanno però una tale posizione dominante nel mercato che risulterà quasi impossibile sostituirli con Ohlins o Formula e, per il discorso della redistribuzione degli aumenti di prezzo, i loro prodotti probabilmente diventeranno più cari anche da noi.

Unica nota positiva: i magazzini ancora pieni per il disastro post-Covid. Quella merce è già stata comprata, sdoganata ed importata. Staremo a vedere se le previsioni assurde fatte dal settore ciclo nelle annate 21-22 si tramutano in una relativa botta di fortuna, nella speranza che nel frattempo gli Americani rinsaviscano e defenestrino Trump e la sua ghenga di leccapiedi.

Commenti

  1. sideman:

    Guarda, ringraziamo di avere la Meloni che è una persona saggia e competente e soprattutto senza ideologie,

    Magari volevi lodarla, ma prova a dirglielo in faccia che non ha ideologie. Quella te se magna vivo. Che poi avere ideologie non è mica male, anzi. Agire sulla base di un qualcosa in cui si crede, di una ideologia, per me è già indice positivo. Ovviamente poi conta molto che questa ideologia che si persegue sia corretta e non sbagliata, ma è già un passo successivo.
    Chi agisce senza una ideologia è colui che agisce solo per cazzi propri. Di sicuro sbagliato al 100%.
  2. marco:

    Torniamo in topic, parliamo di dazi e di come vanno a toccare il settore bici. Da domani 9 aprile tutte le merci che arrivano negli USA sono sottoposte a dazi, questo vuol dire che se da domani arriva una nave portacontainer a Los Angeles, provenienza Cina, la merce verrà tassata cash (= sull'unghia) al momento dello sdoganemento.
    I conti sono presto fatti: su un valore di 1 milione di dollari, la trek o specialized in questione dovrà sborsarne 340.000 che non erano previsti. In contanti. Per non parlare di chi, come Yeti, importa dal Vietnam, dove i dazi sono del 46%. Prima con vietnam erano zero.
    Secondo me questa è una situazione insostenibile.
    Saranno cazzi, secondo me anche se colossi, rischiano di brutto.
    Se non hanno liquidità non sdoganano, se devono chiedere prestiti... chi glieli fa in questa caotica situazione? Se hanno liquidità gli conviene sdoganare? a che prezzo dovranno rivenderle? le venderanno?

    Se poi quel pazzo rincoglionito di tramp tra un mese o un giorno toglie o rende umani i dazi, i soldi spesi come fanno a ricaricarli subici che la concorrenza a quel punto vende a prezzi "normali"?
Storia precedente

[Highlights] Tripletta Specialized e doppietta per Decathlon ad Araxà

Storia successiva

La nuova linea di caschi Fizik

Gli ultimi articoli in Report e interviste