la mia posizione ideologica (termine oramai dimenticato) sul mercato è assolutamente contraria ad ogni liberismo... appoggio e quando posso acquisto nei negozi che trattano il commercio equo e solidale...
di contro mi rendo conto che il nostro benessere è legato proprio agli squilibri di mercato... siamo disposti a rinunciarci???
ah a proposito nessun problema ne per il tono ne per le parole...
Non so.
Approvo quello che tu hai detto prima, nella misura in cui sono logiche deduzioni da una teoria.
Mi piace disputare con economisti, solo che in questi casi mi risuona in mente un passaggio di una canzone di Guccini "... coraggio, liberisti, buttate giù le carte ..."
Giochiamo a carte scoperte: tutta la teoria del libero mercato (concorrenza spietata fra operatori, autoregolamentazione dei prezzi in basso) è una aberrazione logica.
Come può funzionare un sistema che poggia sull'assunto secondo il quale i suoi protagonisti, coloro i quali hanno le leve del gioco, debbano giocare contro il loro interesse? E il sistema funziona sempre meglio più male si fanno...
E'un aborto intellettuale. Da qui possiamo dedurre e costruire una teoria economica meravigliosamente coerente e convincente, ma del tutto scollata dalla realtà, minata alla base.
Questa teoria funziona solo perché si autoalimenta: il potere economico alimenta e gestisce il potere politico che, grato per questo, continua a legittimarlo.
E all'interno di questo cortocircuito il sistema, tra urti e scossoni, tiene.
Però altri non è che la legge del più forte in giacca e cravatta. Stiamo cercando di dare rispettabilità ed amabilità a ciò che altri non è che la legge della giungla.
Che va bene, certo, per noi che siamo dalla parte del leone, ma non mi convinceranno, solo perché anch'io ne traggo utile, che sia l'unica possibile e che sia inevitabile come la legge di gravitazione (sentita da un economista del Sole 24 ore).
Solo vorrei si giocasse a carte scoperte. Altrimenti finiamo come gli Stati Uniti, che sono cinquant'anni che fanno guerre in tutto il mondo per i loro comodi.
Ma questo non mi indigna, possono farlo e lo fanno. Mi fa rabbia che cerchino di far passare il loro comodo per il mio bene. E lo stesso è per il liberismo. Che cerchino di convincermi che il loro utile sia il mio bene, secondo me, è decisamente troppo. Che mi si presenti il Signor Bush e mi dica la verità. Che mi si presenti il Signor Montezemolo e mi dica la verità. Non approverei quello che fanno, ma avrei per loro il massimo rispetto. Se però vengono a raccontarmi frottole, convinti che io ci creda, mi arrabbio. Cerchiamo di mantenere una dignità.
Diceva il mio povero nonno (per decenza lascio in bolognese, se non si capisse, invio in MP la traduzione
): "Ciapèrla in tal cùl, pàsa, ma èsar ciapè pr'al cul, no!"
Ciao
TT: