Perché le aziende italiane fanno video in inglese?

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Non è questione di "indottrinamento", o perlomeno non solo.
Ci sono decine di studi che mostrano come in ambito culturale le "condizioni di partenza" siano robustamente correlate con la situazione futura, per dire chi nasce in una famiglia dove si legge ha molte più probabilità di leggere a sua volta e così via. O se parliamo di disvalori, razzisti non si nasce ma si diventa.
Insomma, c'è senz'altro chi ci marcia e per evitare di doversi impegnare svaluta la conoscenza a non-valore, ma sono molti di più quelli che semplicemente non sono stati esposti a certi valori.

Non ci credo completamente. Io sono nato in una famiglia dove l'unica cosa che si leggeva era il quotidiano locale e la gazzetta, non si compravano libri e non si è mai andati in musei o mostre. Tutte cose che invece oggi io faccio. E come me migliaia di altre persone. La situazione ambientale influisce, assolutamente, ma con la facilità di accesso alla conoscenza che oggi ci da internet, in termini anche di costi, se uno decide di passare un'ora della sua vita a vedere monnezza invece di un documentario, è una scelta sua, non è l'ambiente che lo forza a fare niente.
 

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La situazione ambientale influisce, assolutamente, ma con la facilità di accesso alla conoscenza che oggi ci da internet, in termini anche di costi, se uno decide di passare un'ora della sua vita a vedere monnezza invece di un documentario, è una scelta sua, non è l'ambiente che lo forza a fare niente.
La vedo anche io così.
Se in passato molto dipendeva dallo status economico, dal ceto o dalla famiglia, oggi l'accesso alle informazioni, alle opportunità di apprendimento, è molto più facile e disponibile.
Bisogna metterci un poco del proprio. Un poco di tempo libero e di buona volontà aiutano. Non è necessario legarsi a una sedia per costringersi a studiare come Vittorio Alfieri
 
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slisser

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I percorsi di apprendimento anni fa' non erano accessibili a tutti , negli anni dal 1930 al 1940 in Lombardia gran parte della popolazione pensava e parlava come nel film “L'albero degli Zoccoli” di Ermanno Olmi . Medioevo terminato intorno al 1450 , queste persone in 500 anni non avevano fatto passi avanti perche', non immaginavano di doverlo fare.

A memoria mia ,fine anni 60, la situazione non era così tragica, tuttavia 80 % degli adulti parlava dialetto, una grossa fetta di questi parlava dialetto anche con i propri figli.

Sapevano leggere e scrivere ma non immaginavano cosa farsene. Secondo me il retaggio culturale, non e' deteriorato rispetto agli anni passati,
 
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una nera e l'altra pure
@D-Lock in questi studi si parla di probabilità e correlazione, non di corrispondenza assoluta.

Ma tra i condizionamenti ambientali, e qua rispondo anche a @Hot @slisser, oggi non c'è solo il livello di partenza ma anche la fiducia nell'utilità/necessità dell'istruzione e della cultura. È venuta meno in gran parte, a torto o ragione, la motivazione rappresentata dalla mobilità sociale connessa al titolo di studio, e questo spinge a non riconoscere un valore alla conoscenza o all'istruzione.

Quanto alla rete, è vero che costa poco ed è semplice da usare, ma cercarvi informazioni su questioni appena complesse richiede conoscenze e capacità non banali né intuitive per separare il grano dal loglio (che è tanto...) e valutare correttamente l'affidabilità e l'attendibilità delle informazioni. Si torna insomma ad un problema di strumenti culturali che è necessario avere e saper usare...
 
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@ginogino
Vedi cosa succede? Il tuo "spagnuolo" ti relega ad uno che tratta con i piedi la lingua italiana (senza dubbiamente) e chi prende le tue difese addirittura una specie di Nazista da notte dei cristalli
Ah come siamo messi male in questo paese, tutti maestri tutti pronti ad affondare i denti anche se poi in realtà in questo caso si tratta di chiacchere da forum.
Pure io se non piovesse da una settimana sarei sicuramente altrove ma almeno per me il maltempo prima o poi finirà
 

frenk

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Sapevano leggere e scrivere ma non immaginavano cosa farsene. Secondo me il retaggio culturale, non e' deteriorato rispetto agli anni passati,

Mi trovi d'accordo in parte, non c'è imbarbarimento rispetto agli anni '60 dove la maggior parte del territorio nazionale, comprese le perifierie delle grandi città, erano considerate zone rurali a livello di scolarizzazione. Ritengo che l'imbarbarimento sia da analizzare in relazione all'attuale livello di scolarizzazione e rispetto alle altre nazioni europee... per non parlare delle nazioni economicamente emergenti che fino a pochi anni fa erano considerate terzo mondo e in pochi anni si sono poste nelle condizioni di surclassarci non solo a livello economico ma anche culturale.

Detto questo, mi permetto di ricordare che certi valori (ma anche i disvalori) non sono automatici o innati, ma sono un risultato dell'ambiente. E' per questo che la mia opinione differisce da quella di Frenk, non credo che tutti coloro che ritengano la conoscenza, lo studio, la cultura uno spreco di tempo o peggio un inutile orpello lo facciano per pigrizia o per interesse personale, o che se non sei in grado di esprimerti in un italiano corretto (figuriamoci in inglese) o comprendere un testo scritto è solo per mancanza di volontà.

Attenzione, ho chiaramente parlato di "maggior parte"... e la mia non voleva essere una generalizzazione ma esclusivamente una definizione di quel fenomeno che precedentemente avevo descritto come "cultura dell'ignoranza". Quindi non ritengo che chiunque sia ignorante sia parte attiva di questo "movimento per l'imbarbarimento volontario della cultura e del merito", tuttavia ritengo che chi abbia un minimo di cultura debba considerarsi parte lesa, mentre chi è ignorante SUO MALGRADO (come lo sono alcune persone a cui voglio bene, per lo più anziane) generalmente non faccia parte di questa tipologia di imbarbarimento e mantiene comunque degli ideali, quindi ha comunque tutto il mio rispetto. Ma uno che sfoggia la propria ignoranza, il proprio populismo, la propria vacuità di ideali cercando di imporli sugli altri per legittimare la propria SCELTA di essere una persona ancor meno che mediocre per sentirsi accettato dal gruppo, sarà accettato dal gruppo ma non da me e da che ritiene ancora la cultura un valore, quindi riceverà solo commiserazione e in molti casi disprezzo.

Perché parlo di SCELTA? Se invece che scegliere la "cultura dell'ignoranza" uno scegliesse la cultura, farebbe presto grazie a internet a leggere, informarsi, approfondire argomenti, togliersi dubbi e curiosità, anche imparare facilmente le basi di una lingua straniera. Invece tutti questi trogloditi armati di smartphone di ultima generazione (anzi ultimissima, se no non sei nessuno), il potenziale di internet lo riducono al degrado sessista, alla vacuità dell'apparire, al gossip, all'indottrinamento populista e alla stessa feccia propinata dalla TV, con la differenza che il livello culturale della TV ormai è decisamente standardizzato verso il basso e non lo si può più scegliere... mentre internet sì, permette ancora di scegliere che uso farne. Quindi se ti crogioli in questa "cultura dell'ignoranza" di fatto È SOLO E SOLTANTO UNA SCELTA!

quelle di Frenk sono opionini rispettabili (peraltro riconducibili ad una parte politica in netta minoranza nel paese) ma restano opinioni.

Ricondubicili a una parte politica?! Di cosa stai cercando di parlare?! Vorresti inquadrare il mio pensiero in una fazione politica per poterlo classificare e sminuire?
Nel tradizionale e monotematico gergo populista suona come: "sei un piddiota!!!1!!"
Sei, ancora una volta, in errore... ;-)

La realtà è che veline trapper e tutti i disvalori proposti in questi anni dalla società e dalla tv privata (seguita a ruota da quella pubblica) parlano alla pancia del paese in un modo che gli "altri" non sono piu capaci di fare.Tra l'altro generalizzando ed escludendo a priori che tra questi personaggi ci possa essere anche qualche artista vero o persona con una preparazione e dei valori

Quindi quello della tv spazzatura, dei social media e dei politici populisti che sono bravi a intercettare "la pancia" della gente è un merito, non una colpa? Almeno su questo mi trovi d'accordo, dato che se sono bravi a crearsi un pubblico di ignoranti è giusto che lo facciano, il problema infatti non sono loro, che esistono solo ed esclusivamente perché hanno un folto pubblico. Il problema, appunto, è il folto pubblico di ignoranti e fieri di esserlo.
In ogni caso ritengo che virgolettare gli "altri", riferendosi a chi dovrebbe occuparsi di diffondere la cultura, credo sia la parte della tua esposizione che meglio chiarisce il tuo concetto!

Anzi si comportano come fa qualcuno qui, mostrando disprezzo e sfoggiando una pseudocultura perlopiù nozionistica in faccia al malcapitato che sbaglia un verbo o la sintassi.

La cultura è cultura... "pseudocultura" è un termine che gli ignoranti utilizzano per screditare la cultura alla quale non si avvicinano perché i loro idoli gli hanno fatto capire che non è "cool"!
Pseudocultura, professoroni, buonisti, "tutti maestri"... e via discorrendo, sono termini distorti appositamente per acquisire un'accezione negativa e sono cavalli di battaglia della suddetta deprecabile "cultura dell'ignoranza".
 

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È venuta meno in gran parte, a torto o ragione, la motivazione rappresentata dalla mobilità sociale connessa al titolo di studio, e questo spinge a non riconoscere un valore alla conoscenza o all'istruzione.
Concetto condivisibile, ma che a maggior ragione dovrebbe spingere alla mobilità, magari geografica (fisica o virtuale).
Oggi chi ha potuto investire nella formazione scolastica è certamente portato a cercare opportunità fuori dal nostro paese.
Sia trasferendosi, oppure lavorando per aziende straniere viaggiando, se necessario, per diversi paesi.
Conscio di quanto sia utile, a dispetto dell'impegno economico necessario ad apprendere in maniera passibile una lingua straniera, sto investendo affinchè le mie figlie possano (almeno da questo punto di vista) approfittare di maggiori opportunità per il loro futuro.
Facendo una battuta il problema non è solo la "fuga di cervelli", ma anche la qualità di quelli che restano
 
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La cultura è cultura... "pseudocultura" è un termine che gli ignoranti utilizzano per screditare la cultura alla quale non si avvicinano perché i loro idoli gli hanno fatto capire che non è "cool"!
Pseudocultura, professoroni, buonisti, "tutti maestri"... e via discorrendo, sono termini distorti appositamente per acquisire un'accezione negativa e sono cavalli di battaglia della suddetta deprecabile "cultura dell'ignoranza".

Invece secondo me la cultura è quella cosa di cui non ci si vanta in tv o sul web.Non sono mezzi adeguati a diffondere il sapere, troppo immediati troppo semplici e troppo anonimi...Su questi media si fa appunto pseudocultura fino a prova contraria..
Ed i miei "idoli" (che non saprei dirti chi sono dato che non ne ho tranne alcuni sportivi) di certo non offenderebbero uno sconosciuto perché sbaglia un termine (tu ad esempio malcelatamente mi hai dato dell'idiota perché non capivo qual'era il metodo di pagamento per la dream bike ed ora dell'ignorante perché ho usato un termine che non ti garba)
Lungi da me darti del piddiota (prima volta che sento queto termine in vita mia) perché io sono abituato a ragionare e mai ad insultare chi mi sta davanti...Il problema a mio modo di vedere è una visione cieca della realta', puoi distiungure una cosa valutarla ma tutte le sovrastrutture del sistema e personali ti condizionano sul giudizio finale...Quindi gli ignoranti sono tali per scelta e gli intelletuali una categoria che ha capito tutto senza nessun dubbio, poi magari i primi nom hanno avuto il tempo di erudirsi perché lavorano 16h al giorno e gli "altri" non hanno mai fatto niente in vita loro....Come diceva Pasolini, se devo scegliere tra manifestanti e poliziotti sto con questi ultimi che sono figli di povera gente e non borghesi travesti da anarchici
 

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Invece secondo me la cultura è quella cosa di cui non ci si vanta in tv o sul web.Non sono mezzi adeguati a diffondere il sapere, troppo immediati troppo semplici e troppo anonimi...Su questi media si fa appunto pseudocultura fino a prova contraria..

non confondere il medium con il contentuto. Anche un libro può essere pieno di cazzate. O vogliamo definire "Mein Kampf" un capolavoro dell'amore e della cultura?

La differenza sta che le famose "lettere alla redazione" ora sono visibili a tutti senza filtri (e non parlo solo di ciclismo). Se poi frequenti i social, beh, è come andare un bar negli anni 80 e pretendere di trovare la cultura.
 
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Invece secondo me la cultura è quella cosa di cui non ci si vanta in tv o sul web.Non sono mezzi adeguati a diffondere il sapere, troppo immediati troppo semplici e troppo anonimi...Su questi media si fa appunto pseudocultura fino a prova contraria..
Ed i miei "idoli" (che non saprei dirti chi sono dato che non ne ho tranne alcuni sportivi) di certo non offenderebbero uno sconosciuto perché sbaglia un termine (tu ad esempio malcelatamente mi hai dato dell'idiota perché non capivo qual'era il metodo di pagamento per la dream bike ed ora dell'ignorante perché ho usato un termine che non ti garba)
Lungi da me darti del piddiota (prima volta che sento queto termine in vita mia) perché io sono abituato a ragionare e mai ad insultare chi mi sta davanti...Il problema a mio modo di vedere è una visione cieca della realta', puoi distiungure una cosa valutarla ma tutte le sovrastrutture del sistema e personali ti condizionano sul giudizio finale...Quindi gli ignoranti sono tali per scelta e gli intelletuali una categoria che ha capito tutto senza nessun dubbio, poi magari i primi nom hanno avuto il tempo di erudirsi perché lavorano 16h al giorno e gli "altri" non hanno mai fatto niente in vita loro....Come diceva Pasolini, se devo scegliere tra manifestanti e poliziotti sto con questi ultimi che sono figli di povera gente e non borghesi travesti da anarchici

La cultura non la fai... la esprimi (e per quanto la cosa possa urtarti, ciò non significa darsi delle arie)! Ogni mezzo è quindi adatto a esprimere cultura se approcciato in modo intellettualmente onesto. Che la maggior parte della gente abbia fatto diventare i social media e il web in generale una cloaca di idiozie, è dovuto esclusivamente alla loro volontà di farlo, perché a quanto pare la maggior parte della gente in quel livello di ignoranza ci sguazza e ci si sente a suo agio. Tuttavia sono mezzi adatti anche a esprimere realmente cultura, almeno fino a che non arriva qualcuno a mandare tutto in vacca parlando di pseudocultura, pistonare, tette e culi, come nel caso di questo topic.

Detto questo, stai cercando di giustificare e di legittimare la "cultura dell'ignoranza" da pagine e pagine di topic, addirittura citando uno scrittore conosciuto più per i suoi ideali decisamente discutibili che per le sue opere... hai vinto tu: chi usa le proprie capacità intellettive è un figlio di papà arrogante e saccente mentre chi si crogiola nella propria ignoranza è vittima del sistema e comunque è un figo!

PS: sono giorni che fai citazioni, riferimenti e frecciatine per quella storia delle "istruzioni a prova di idiota". Io sono responsabile di quello che dico, non di quello che tu vuoi interpretare. Capisco essere permalosi ma veramente, dacci un taglio perché stai superando il limite di sopportazione!
 
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Quindi gli ignoranti sono tali per scelta e gli intelletuali una categoria che ha capito tutto senza nessun dubbio, poi magari i primi nom hanno avuto il tempo di erudirsi perché lavorano 16h al giorno e gli "altri" non hanno mai fatto niente in vita loro....Come diceva Pasolini, se devo scegliere tra manifestanti e poliziotti sto con questi ultimi che sono figli di povera gente e non borghesi travesti da anarchici

Ma perchè la distinzione deve sempre essere riferita al lavoro, come se fosse questo l'unico parametro per valutare il merito della gente? C'è gente ignorante e che in più non ha mai fatto niente in vita sua, e allo stesso tempo gente che ha studiato e che in più si fa "il mazzo". E in mezzo qualsiasi sfumatura.
Io questa cosa che il lavoro sia la discriminante ultima inizio a non sopportarla più. E' una colpa essere borghesi? O intellettuali? L'opposto di ignoranza è educazione, non intellettualismo.

PS: e comunque anche tu usi i termini pseudocultura o intellettuali in accezioni negative eh...
 

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Ma perchè la distinzione deve sempre essere riferita al lavoro, come se fosse questo l'unico parametro per valutare il merito della gente? C'è gente ignorante e che in più non ha mai fatto niente in vita sua, e allo stesso tempo gente che ha studiato e che in più si fa "il mazzo". E in mezzo qualsiasi sfumatura.
Io questa cosa che il lavoro sia la discriminante ultima inizio a non sopportarla più. E' una colpa essere borghesi? O intellettuali? L'opposto di ignoranza è educazione, non intellettualismo.

PS: e comunque anche tu usi i termini pseudocultura o intellettuali in accezioni negative eh...
Non sono stato io il primo a fare di tutta l'erba un mazzo mi spiace, mi sono adeguato a certe generalizzazioni di chi sostiene che la condizione dell'ignorante è sempre e solo una scelta...Tra queste affermazioni e la realta ci sono cosi tante variabili che non si dovrebbe giudicare nessuno anche se si avesse la certezza che tale condizione è un scelta vera e propria le cui origini potrebbero essere altrettanto difficili da comprendere. Non è una colpa essere borghesi non lo è essere intellettuali ignoranti ecc.
Lo diventa quando si fanno pesare queste condizioni sulla bilancia sociale come un valore aggiunto o per recriminate qualcosa che non si è riusciti a guadagnare
Comunque ho conosciuto piu ignoranti educati ed umani che viceversa...Sarò stato fortunato o sfortunato in base ai punti di vista. Detto questo spero che Formula metta almeno i sottotitoli al suo video per non lasciare indietro nessuno a prescindere dalle responsabilità personali in materia di cultuta
 

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Prendere in giro chi fa notare che la lingua e la cultura italiana sono trattati con i piedi equivale al fanatismo ideologico di coloro che bruciano i libri

Dipende. Vale prendere in giro solo se a far notare che ci vorrebbe più cultura e meno pressapochismo è un intellettualoide che fa della sua pseudocultura da strapazzo un vanto su internet e che è "statisticamente" meno educato e umano di un ignorante... altrimenti va benissimo:

E basta anche con questa storia di abbreviare i nomi: ciao come stai Fra? (francesco)
Sto bene e tu Raffa? (raffaele)
Come va a casa con Ema? (emanuela)
Bene e Eli come sta?(Elisa)
Finché non impareremo a pronunciare i nomi per intero dando il giusto peso alle persone che ci amano e ci sopportano non faremo mai il salto di qualità...

Penso che semplicemente ci vorrebbe solo un po' più di coerenza in ciò che si scrive e una maggiore predisposizione a voler comprendere ciò che scrive il prossimo invece che arroccarsi sulle proprie posizioni a prescindere da ciò che dice l'interlocutore e spesso anche a prescindere da cosa si è detto pochi commenti prima, pronti a sacrificare anche la logica pur di difendere una posizione. Mi si accusa di aver dichiarato che "la condizione dell'ignorante è sempre e solo una scelta" quando non è assolutamente quello che ho detto e, anche se lo si fosse frainteso dai primi commenti, ho spiegato chiaramente che non è ciò che ho detto. Ma non importa, mi sforzo sempre di capire il mio interlocutore e spesso il modo di relazionarsi è ancora più esaustivo degli argomenti stessi. Buona continuazione...
 

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Dipende. Vale prendere in giro solo se a far notare che ci vorrebbe più cultura e meno pressapochismo è un intellettualoide che fa della sua pseudocultura da strapazzo un vanto su internet e che è "statisticamente" meno educato e umano di un ignorante... altrimenti va benissimo:
Difficile avere qualcosa da aggiungere, quindi faccio ciò che tanti dovrebbero imparare
Taccio!
 

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@frenk mi permetto di farti notare che Calvino è stato uno degli scrittori più importanti del secondo Novecento italiano ed uno dei più letti all'estero.Sminuirlo perché non se ne condivide la fede politica non è meglio che tirarlo per la giacchetta specialmente se si cerca di "difendere la cultura".
 
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non confondere il medium con il contentuto. Anche un libro può essere pieno di cazzate. O vogliamo definire "Mein Kampf" un capolavoro dell'amore e della cultura?

La differenza sta che le famose "lettere alla redazione" ora sono visibili a tutti senza filtri (e non parlo solo di ciclismo). Se poi frequenti i social, beh, è come andare un bar negli anni 80 e pretendere di trovare la cultura.

La differenza sta anche nella diffusione e nella quantità, scarsa nei libri (a prescindere dai titoli e dai contenuti ) ma dilagante nel resto dei mezzi citati: nei primi anni di vita la televisione trametteva solo per poche ore al giorno ma da quando si trasmette ininterrottamente su un enorme numero di canali è diventato impossibile produrre una tale quantità di programmi di qualità accettabile (Karl Popper "Cattiva mestra televisione" 1996)
Quindi alla Tv e a tutti gli altri mass media ( i Social oggigiorno dove la gente passa la vita )gioverebbe un drastico ridimensionamento ma anche questo è impossibile perché in un sistema economico a crescita esponenziale (su un pianeta a risorse limitate...) ciò sarebbe considerato folle.
Tutti sappiamo che la trash tv e il resto che gira sono solo un intermezzo agli spazi pubblicitari (o raccolta dati per lo stesso fine sul web) a loro volta veicolati dagli strumenti che controllano gli ascolti o le connessioni.
Non c'è a stupirsi quindi se il libro citato, la bibbia o testi del Marxismo (per par condicio) siano molto meno popolari nel bene o nel male (almeno tra i giovani) del Grande Fratello, di certe boiate Ollywoodiane e se ne faccia meno uso rispetto a Facebook Twitter Youtube ecc...
Quindi gli amanti delle cazzate nell'era digitale dipendono molto anche dalla diffusione e dalla facilita di accesso che si ha del "medium" a disposizione
 

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@frenk mi permetto di farti notare che Calvino è stato uno degli scrittori più importanti del secondo Novecento italiano ed uno dei più letti all'estero.Sminuirlo perché non se ne condivide la fede politica non è meglio che tirarlo per la giacchetta specialmente se si cerca di "difendere la cultura".
Forse si riferiva a Pasolini ma sarebbe ancora piu grave catalogarlo in quel modo a mio modesto parere
 

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@frenk mi permetto di farti notare che Calvino è stato uno degli scrittori più importanti del secondo Novecento italiano ed uno dei più letti all'estero.Sminuirlo perché non se ne condivide la fede politica non è meglio che tirarlo per la giacchetta specialmente se si cerca di "difendere la cultura".

Fermo restando che ciò non cambierebbe l'obiettività della tua affermazione, non mi riferivo a Calvino (che personalmente apprezzo) ma a Pasolini, che converrai sia stato uno degli intellettuali più controversi della letteratura italiana proprio a causa delle sue posizioni spesso discutibili e largamente criticate, indipendentemente dall'ideologia politica. Ma siamo decisamente fuori tema... e personalmente mi ero già accomiatato dalla discussione, quindi vi auguro buona continuazione e buon weekend.
 

marco

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Quindi gli amanti delle cazzate nell'era digitale dipendono molto anche dalla diffusione e dalla facilita di accesso che si ha del "medium" a disposizione

Secondo il tuo principio "prima" la scarsità di informazioni era un pregio. Però guarda che le peggiori dittature sono venute fuori proprio quando il popolo ignorante non aveva altri modi di informarsi di quelli elencati da te. Comunismo e fascismo, per citare le più eclatanti.
Quindi si ritorna al discorso che non è il medium a fare la differenza, ma come si usufruisce delle informazioni.
 

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