Su e giù intorno al Brennero

  • La Pinarello Dogma XC è finalmente disponibile al pubblico! Dopo averla vista sul gradino più alto del podio dei campionati del mondo di XC 2023 con Tom Pidcock (con la full) e Pauline Ferrand-Prevot (con la front), Stefano Udeschini ha avuto modo di provarla sui sentieri del Garda
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marzia

Modera_i_tour?
24/6/03
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su per giù verso le nove - nove e dieci, armati di tutto punto, bagagli e burattini compresi, io e Fede ci rechiamo verso il punto di partenza del giro stabilito. In realtà, io sostanzialmente mi occupo dei burattini, mentre è la controparte maschile, che, facendo sfoggio di grande galanteria, si accolla indifferente sulla schiena una pachidermica struttura, il cui contenuto resta nel dettaglio un mistero per i più...
Beh, si diceva.. giornata perfetta, previsioni ottime, entusiasmo tutto nelle gambe per l'agognata tre giorni stagionale, cartine già aperte sulla pagina giusta.. In pratica manca solo di capire quale diavolo di strada ci permette di superare in sequenza: strada-ferrovia - autostrada del Brennero per accedere alla valle ombrosa che ben vediamo di fronte a noi. A dirla così sembra un gioco da ragazzi, ma, dopo aver dilaniato la mia scarsa dose di pazienza e ben 10 Km inutilmente.. ci arrendiamo all'idea di imboccare l'unica strada esistente, ossia quella che, apparentemente, dà l'accesso proprio all'Autobrennero e su cui troneggiano sfavillanti cartelli verdi, oltre al divieto di accesso alle biciclette....
Fischiettando per dissimulare la tensione, pedaliamo lungo la rampa di lancio, maledicendo mentalmente Fiore che ha liquidato il giro con un banale „non serve il gps!“ (solo dopo si è scoperto che anche l'amico si trovò a suo tempo in analogo marasma per risolvere il misterioso caso dell'imbocco al tour!!).
Comunque sia, siamo sul lato italiano del Passo del Brennero, dunque ancora teoricamente in Italia: forse che dobbiamo aspettarci delle visibili indicazioni per il Flatschjoch ??
No, meglio di no, nascondetela ai più questa valle selvaggia, ombrosa nella prima parte, ma solare e stilosa, con la bella piramide del Wolfendorn (2776 m) a fare capolino nella parte alta...così a noi resta da goderci questo bel silenzio, a un passo dal trafficato fondovalle.

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Un attimo di panico ci prende solo quando, usciti da bosco, si para sopra a noi un salto di diverse centinaia di metri, su cui, molto presumibilmente, si inerpica una strada.
Inutile a dirsi, la strada è ripida.

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E con questa lapidaria definizione facciamo i conti per un bel po'. Fino a quando cioè non sbuchiamo al Passo (2395 m), festeggiando la prima salita, da scalare dal montepremi finale.

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Viene per l'occasione sterminato il pacchetto di merendine al limone e fiori d'arancio.
Neanche il tempo di raccogliere quelle due bricciole sulla maglietta, e la smania della discesa ci coglie, imponendoci la prima divertente planata, in uno scenario grandioso proiettato sulla Val di Vizze.

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Per meglio far defluire le tortine ci fermiamo per una gazzosina al Grubenalm (1908 m), splendida malga dove la tentazione di un pranzo più completo combatte testa a testa con la voglia di discesa. Vince quest'ultima. Ma non certo perchè siamo a dieta...
Imbocchiamo poco oltre, dalla strada, il sentiero 5a per Kematen: ignoriamo con un pizzico di incoscienza l'indicazione che avevamo (sentiero n. 5) e ci va decisamente bene: da qui un single-track di velluto entra nel bosco e ci guida fluido fin verso il fondovalle. Un sogno!!
Al risveglio ci riscopriamo pedalanti lungo la Val di Vizze: un'esplosione di verde e di scorci che vorresti avere tutti i giorni sotto casa tua. Considero l'ipotesi di trasferirmici.
La dolce strada che la percorre non ci impone ritmi di pedalata eccessivi, e quasi quasi un tuffo nel torrente ci starebbe pure. Ma poi compare il cartello: Passo di Vizze ( Pfitscher Joch) 10 Km!
Facendo un rapido calcolo ci mancano ancora più di 700 m di dislivello e la priorità assoluta è quella di riempire il mio stomaco, prima che la mancanza di zuccheri mi trascini nel solito pessimismo cosmico da fine salita. Meglio fermarsi alla frazione Sasso: grande idea, nonostante la rampa che ci fa ondeggiare per raggiungerla, considerando che poi, sino al valico, non troviamo nessun altro ristoro. Chiediamo un panino allo speck, ma scopriamo che questo bene non è d'uso ai locali: sono disponibili sì vasti taglieri di splendido affettato con pane, ma non panini allo speck! La differenza è sottile ma pare esista!
Ripartendo, il cervello mi si fossilizza sui numeri del contaKm, e inizio un sospetto conto alla rovescia: che sia forse un pelo stanca? Per fortuna la strada sale davvero con garbo, ci si gode il sole che pian piano si abbassa e sfoggiamo il nostro miglior sorriso per varcare il confine austriaco a quota 2248, alle 5 di sera di una splendida serata d'agosto.

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Il primo tratto di discesa è piuttosto fisico, e le sconnesse lastre che lo ricoprono contrastano apertamente con le gambe stanche. Le sgranchisco facendo qualche passo...



Poco più in basso però il terreno si fa più semplice e si riprende il ritmo dello slalomista incallito. Qualcuno lo chiama chicken line, per me è la miglior tecnica di discesa..
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Salgono ancora svariati ciclisti „zaino in spalla“. E bici in spalla, visto che il sentiero in senso opposto al nostro non pare per nulla ciclabile. „Matti“ ci viene da pensare ,„salgono di qui a spinta, quando dall'altro lato del passo non avranno che una strada sterrata..!“ Noi in effetti ci divertiamo, scendendo abbracciati dai ghiacciai delle Zillertaler alpen.
A fondovalle la civiltà, fatta di chioschetto, aree sosta e un grande parcheggio a ridosso della bella diga (Schlegeisspeicher, 1782 m).


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Da qui ci nascondiamo dietro all'apparente mancanza di sentiero per riprenderci un po' sull'asfalto. L'orrore dura poco: sulla destra vediamo comparire dei graziosi cartellini che indicano Ginzling e celano un invitante single-track. Nascosto fra la strada e il torrente, sembra (e probabilmente lo è) fatto a posta per le bici. Raggiungiamo velocità vergognose senza la minima fatica, scivolando con gaudio sempre più giù. Riconnessi all'asfalto, il sentiero prosegue poco prima di un tunnel con semaforo sull'altro lato della strada. E vai!!
Quando le energie iniziano a scarseggiare anche per il più fluido dei single-track, ci ritroviamo di nuovo sulla via principale: teniamo la sinistra evitando di imboccare una galleria con divieto d'accesso alle bici, e ci abbassiamo lungo la bella forra che porta in breve ai piedi di Finkenberg.
L'ultima cosa che vorreste trovare dopo una giornata come questa, probabilmente, è una nuova salita, corta ma sostenuta, a separarvi dalla meritata pausa finale. E infatti stringo le manopole di spugna e mi inerpico in silenzio, verso una camera, una doccia e una lauta cena per festeggiare i 72 Km e i 2160 m di dislivello ( e soprattutto i 2500 in giù!!).
Si sfoderano per l'occasione sobrie calzature. E si inizia a svelare il contenuto dell'ampio fardello di Federico.


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La notte sogno un cane, un boxer mi pare, che mi agguanta da tergo e mi morde nella zona lombare. Scopro così di avere un filo di mal di schiena. La fantasia non manca, ma nasconde spesso un po' di verità..



Il secondo giorno pedalatorio ha inizio alla solita ora, con la convinzione che per forza sarà il più duro. In effetti qualche segno di affaticamento si sente qua e là e, sulla carta, ci attende una super trasfertona La partenza in salita non aiuta, più che altro per il traffico domenicale verso Intertux; ci rilassiamo però lungo le fresche e deliziose stradine alternative (sulla destra orografica del torrente). Purtroppo qualcuno ha messo a casaccio cartelli di divieto alle bici..
Quando abbandoniamo l'asfalto in favore della sterrata per Bichlalm e Sommerbergalm, ci rendiamo subito conto che l'impegno ce lo dobbiamo mettere ancora tutto, anche per non deludere le frotte di turisti della domenica, saliti in funivia, che già scendono pacifici a piedi o in bici, facendoci il tifo mentre ostinatamente tentiamo di superare rampe sempre più ardue.


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Realizziamo, ma ormai è tardi, che una corsa con l'ovovia ci avrebbe fatto risparmiare 450 m di fatica...ma siamo qui e in fondo è proprio quello che vogliamo (il masochismo, delle volte...).
Si sale impennati e a zig zag, ma si sale, e la vista della Tuxer-Joch-Haus (2310 m) ci fa intuire che ormai il panino-tagliere con lo speck non dista poi molto. Il Tuxer Joch (2338 m ), del resto, è appena lì dietro, e pregustiamo già la nuova discesa.



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Quando ci affacciamo per vederla un signore ci chiede se conosciamo il sentiero che stiamo per imboccare verso Kasern e ci liquida con un sarcastico “Buona fortuna”, dando per scontato che l'intuibile salto della valle, là sotto, non porti a nulla di ciclabile.
Il sentiero parte come da manuale, abbastanza fluido e a tornanti, in una splendida valle selvaggia, senza altre presenze visibili oltre alla nostra. Privilegio non da poco per una giornata come questa!


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Le curve si stringono man mano che ci si proietta verso il baratro, e anche il fondo si fa più insidioso. Non c'è comunque da preoccuparsi: anche in questo caso intoppi per pedoni con bici a seguito non ve n'è..e la goduria riprende intatta poco oltre.
Il fondovalle popolato di nuovo da orde di vacanzieri iper-nutriti ci accoglie assolato nel primo pomeriggio.


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Ci lanciamo sull'asfalto, inizialmente in discesa, per completare l'ultima parte della tappa, con la curiosità alle stelle di vedere raggiunta la meta odierna. Oltrepassiamo Schmirn e affrontiamo un rampone in salita verso St. Jodok, poi svoltiamo a sinistra, puntando Lippenhof e la Gasthof Steckholzer.
Un'altra bella valle da percorrere e altri spettacolari scorci qui e là per un po' ci allietano la pedalata, poi non possiamo fare a meno di notare che anche questo tratto non è affatto placido. Sudo, sbuffo e ingoio barrette una via l'altra, procedendo con lentezza abbastanza notevole..


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La vista della Gasthof ci rallegra non poco, dopo 1900 m di fatica e 48 Km. Non abbiamo prenotato, ma siamo fortunati ed una camera si trova. Senza minimamente ipotizzare una risposta negativa, chiedo tranquillamente alla gentile signora che ci accoglie se si può pagare con carta di credito o affini. Quando scuote la testa mi si indolenziscono ancor di più le gambe e mi si gela un attimino il sangue. Siamo senza contanti e la banca più vicina è chiaramente a St. Jodock, ossia più di 300 m a valle, lungo la strada appena percorsa, che non mi fa certo gola ripedalare...
Guardo piuttosto i piatti golosi e il bel prato circostante e sogno ad occhi aperti una radler..da gustarmi in questo splendido pomeriggio. Deve esserci una soluzione!!
Internet! C'è internet! Corro trafilata dalla gentil gestrice, che ha pietà di noi e si mostra davvero comprensiva, concedendoci di pagare con un bonifico on line! Premesso che siamo in una malga a 1570 m di quota, non c'è che inchinarsi di fronte a questa spettacolare ospitalità.



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Ci si rilassa finalmente fino al termine giornata, che arriva presto: alle 7 abbiamo già cenato e alle 9,35 lasciamo mollemente calare le palpebre, sperando che questa notte il cane non ritorni!.
Il risveglio in un posto così bello e romantico mette già il buon umore: e poi è il terzo e ultimo giorno, e per oggi è prevista fatica dimezzata. Non disdegnamo però la colazione in formato doppio...
Ci resta giusto giusto lo spazio per trangugiare d'un colpo il velocissimo single track, che collega Padauner alla strada del Brennero, poco lontano da Gries. La rugiada sulla faccia di prima mattina, è un'esperienza da urlo.
Riprendiamo contatto con la dura realtà ricominciando a salire: neanche a dirsi: anche oggi strada ripida!!
E pensare che credevamo di avere già dato...invece no, ricomincia a zampillare il sudore, salendo oltre Vinaders per Sattelalm – Sattelberg.


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Marco, nella sua descrizione del giro, parlava a questo punto di un contadino col forcone che impedirebbe ai bikers (non si sa bene perchè) il transito fra queste due località, imponendo la spinta su sentiero alternativo per 300 m di dislivello. Ovviamente preferiamo rischiare e ci va di lusso: nessun incontro sospetto..Già iniziamo a pensare alla solita leggenda metropolitana (anche se la deviazione per mtb, vista e ignorata, un dubbio ce lo lascia..), quando, giunti dopo qualche rampa micidiale a Sattelberg (2113 m) incontriamo altri bikers. Chiacchierando ci confidano di esser stati oggetto dell'ira funesta del turpe personaggio...e di aver loro malgrado dovuto fare retro front!
Ci vien davvero da ridere...
Pedaliamo ora in quota sulla militare del Brennero, fra pacifici marmottoni che saltan via a un metro dalle ruote e costruzioni belliche, guardandoci in giro per ricostruire con gli occhi il giro di questi 3 giorni.


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Già, perchè siamo davvero agli sgoccioli...l'acqua è finita da un pezzo! E poi il vento.. e la fame e “guarda, si annuvola”, e..insomma, va bene così! Siamo soddisfatti di quanto fatto e siamo pronti per l'ultima planata. Lasciamo per un'altra volta le alternative di discesa, che comporterebbero anche un po' di pedalate ( dal Sandjoch e soprattutto dal Portjoch pare ci sarebbero portentose varianti).
Allo Steinjoch (2187 m) imbocchiamo il sentiero n. 3 verso l' Alpe Stein, per raggiungere il Brennero e la fine della tappa.


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Per esser il “fratello povero” degli altri due, il single track che scende dolcemente fra mucche al pascolo e tappeti di mirtilli non è mica male!! Alla malga, raggiunta la strada imbocchiamo inizialmente il sentiero che conduce alla Sattelalm, per poi svoltare sul n. 1, per l'ultima fantastica planata del tour, dopo altri 1000 m e 30Km circa..


fotografie marzia & fede- per ulteriori info sul giro [URL="http://www.mtb-forum.it/community/forum/showthread.php?t=47524"][URL="http://www.mtb-forum.it/community/forum/showthread.php?t=47524"][URL]http://www.mtb-forum.it/community/forum/showthread.php?t=47524[/URL][/URL][/URL]
 
la parte di sattelberg - sattelalm - sandjoch - portjoch è terra abituale delle mie uscite... in linea d'aria stanno sopra casa mia....... una pace in quei posti... si trova sempre pochissima gente.........

il contadino col forkone c'era fino a qualche anno fa... poi gli hanno fatto la strada nuova con tanto di recinto e ha smesso di rompere....... ci sono i cartelli di divieto "classici" che si trovano sul molte strade forestali altoatesine... ma sono divieti per i mezzi a motore... il passaggio alle bici è quindi concesso senza problemi ;-)
 

GB

Biker cesareus
13/10/04
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Milano
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Complimenti davvero per il bellissimo giro, le foto ed il racconto che e' stato molto piacevole !
 

marzia

Modera_i_tour?
24/6/03
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il contadino col forkone c'era fino a qualche anno fa... poi gli hanno fatto la strada nuova con tanto di recinto e ha smesso di rompere....... ci sono i cartelli di divieto "classici" che si trovano sul molte strade forestali altoatesine... ma sono divieti per i mezzi a motore... il passaggio alle bici è quindi concesso senza problemi ;-)

però i biker che abbiamo incontrato sono stati ancora respinti..
almeno, così ci hanno detto...
:nunsacci:

grazie a tutti: per l'spd sulle scarpe fiorate.. lo stiamo brevettando..:smile:
 
però i biker che abbiamo incontrato sono stati ancora respinti..
almeno, così ci hanno detto...
:nunsacci:

è capitato pure a me l'anno scorso di fare il giro con altri forumendoli e sulla strada abbiamo incontrato un gruppetto di biker tedeschi che non ci ha voluto seguire per via della "leggenda"... diciamo che il cancellone che c'è incute un certo timore e fomenta ulteriormente la leggenda :mrgreen: ma il divieto parla chiaro e vale solo per i mezzi a motore... ;-)
probabilmente noi del posto lo si manda a quel paese e via ;-)
 

Salgomasudo

Biker grossissimus
25/6/03
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Torino
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Giro fantastico fatto tre o quattro anni fa....

Ricordo ancora i cartelli con l'indicazione dei kilometri mancanti al Passo Vizze

con lo scarto di due km reali....che in bici in salita non sono per nulla trascurabili....
 

Classifica mensile dislivello positivo