Purtroppo l'urologo raramente ne capisce di bici, parrebbe anche nel tuo caso. Quello che conta nella sella è che sulla zona perineale non gravi una pressione dello scafo, e quindi: la parte centrale deve presentare un avvallamento, mentre quella posteriore deve essere più pronunciata e rigida in modo da far sostenere il peso alla zona delle ossa ischiatiche (il kulo, per intenderci). Il fatto che ci sia il buco non significa nulla, ho personalmente provato selle col buco così malfatte da essere più deleterie di quelle senza.
E' importante anche anche la regolazione, in cui si preferisce tenere la punta della sella più bassa, e anche la posizione di seduta. Facendo l'abitudine a far perno col sedere sul posteriore della sella, aiutandosi con una leggera tensione della braccia sul manubrio, con determinate selle si riesce addirittura a tenere la zona perineale sollevata. Questo durante la pedalata, soprattuto in salita. Lo scotto da pagare è la tendenza all'indolenzimento delle zone d'appoggio, soprattutto durante le lunghe percorrenze, magari di più giorni consecutivi, ma è una roba da nulla, paragonata ai problemi di una prostata infiammata.
Riguardo la bici, la mia opinione è che la full sia quella più rischiosa, per il semplice fatto che, durante le discese o i tratti veloci mediamente sconnessi, si ha la tendenza (corretta peraltro) a stare seduti, scaricando parte o tutto il peso sulla sella. Una full da escursionismo però, non è in grado di filtrare totalmente le asperità, il risultato è che alla sella arrivano una moltitudine di microurti, più qualcuno meno micro, magari inaspettato, che risultano sicuramente deleteri, soprattutto in una situazione già a rischio. Sulla front questo non succede, in quanto, non appena la strada inizia a scendere, ci si alza decisamente dalla sella.