Il nuovo Codice della Strada e i ciclisti

  • La Pinarello Dogma XC è finalmente disponibile al pubblico! Dopo averla vista sul gradino più alto del podio dei campionati del mondo di XC 2023 con Tom Pidcock (con la full) e Pauline Ferrand-Prevot (con la front), Stefano Udeschini ha avuto modo di provarla sui sentieri del Garda
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Enrico.P

Biker serius
Verissimo.

E' esattamente ciò che penso...dovrebbe funzionare così: ti fai male senza casco...ti paghi le cure!

Completamente d'accordo con te.

Io invece non lo sono.
Giudicare attraverso le convinzioni (giusto o sbagliate che siano) che ognuno di noi ha maturato, arrivando a dire che chi non le rispetta ha meno diritti di noi, forse è un modo di pensare che in linea di principio si potrebbe definire persino pericoloso :il-saggi:

La conoscenza e la saggezza che ognuno di noi accumula attraverso la propria esperienza è pur sempre misera rispetto alla vastità e alla complessità della realtà che ci circonda, per ogni cosa che sappiamo e per ogni buon comportamento che assumiamo ce ne sono milioni che ignoriamo.

Questo come a dire che tutti abbiamo delle grosse lacune e se un fesso si spacca la testa perché non indossava un casco merita di essere aiutato quanto noi, nelle inevitabili occasioni in cui saremo noi a risultare i fessi di turno.

Potrei benissimo dire che se uno si rompe una vertebra su una bici da FR o AM se li paga di tasca sua il pronto soccorso e la riabilitazione, perché anche se si usano protezioni è pur sempre più sicuro starsene in casa davanti al televisore.

Non per fare una paternale, ma perché una democrazia sussista è necessario che l'accettazione delle regole avvenga per condivisione e per diffusione della consapevolezza, non attraverso la paura e il ricatto.

Un conto è punire, un conto è togliere un diritto.
 
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tiziano

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Io invece non lo sono.
Giudicare attraverso le convinzioni (giusto o sbagliate che siano) che ognuno di noi ha maturato, arrivando a dire che chi non le rispetta ha meno diritti di noi, forse è un modo di pensare che in linea di principio si potrebbe definire persino pericoloso :il-saggi:

La conoscenza e la saggezza che ognuno di noi accumula attraverso la propria esperienza è pur sempre misera rispetto alla vastità e alla complessità della realtà che ci circonda, per ogni cosa che sappiamo e per ogni buon comportamento che assumiamo ce ne sono milioni che ignoriamo.

Questo come a dire che tutti abbiamo delle grosse lacune e se un fesso si spacca la testa perché non indossava un casco merita di essere aiutato quanto noi, nelle inevitabili occasioni in cui saremo noi a risultare i fessi di turno.

Potrei benissimo dire che se uno si rompe una vertebra su una bici da FR o AM se li paga di tasca sua il pronto soccorso e la riabilitazione, perché anche se si usano protezioni è pur sempre più sicuro starsene in casa davanti al televisore.

Non per fare una paternale, ma perché una democrazia sussista è necessario che l'accettazione delle regole avvenga per condivisione e per diffusione della consapevolezza, non attraverso la paura e il ricatto.

Un conto è punire, un conto è togliere un diritto.

Allora se per colpa di pochi devono pagare in tanti...mettiamo pure il casco obbligatorio.

Io sono pronto (da anni).
 
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Enrico.P

Biker serius
Allora se per colpa di pochi devono pagare in tanti...mettiamo pure il casco obbligatorio.

Io sono pronto (da anni).

Condivido anch'io il casco obbligatorio, poi però bisogna fare i conti con la realtà. Tanto che è stata persino la FIAB a criticare l'emendamento che prevedeva il casco obbligatorio e a chiedere un'ulteriore modifica alla legge.

Pensa che prima dell'emendamento che ha cancellato questo obbligo erano obbligatori sia il casco che il gilettino con le bande riflettenti a norma di legge.
A questo punto propongo una riflessione:

La bici è un divertimento e un attrezzo per allenare il cuore, ma anche e soprattutto un mezzo di trasporto e bisogna fare i conti con la realtà pratica e culturale di chi la bici la vive. Purtroppo chi fa le leggi e chi amministra le città smise di usarla a 14 con l'arrivo del motorino (lasciando stare tutto il resto ;p).

La bici è un mezzo di trasporto semplice ed immediato, sia nella meccanica che nell'uso e questa ne è uno dei principali pregi.

Quando si corre in mtb o con la bdc il rischio di cadere aumenta e la gravità dei possibili danni in caso di caduta anche, quindi usare il casco in questo caso è più che saggio.

Ma chi con la bici va a spasso o si sposta per la città non può farsi male seriamente semplicemente cadendo per una distrazione (se non parliamo di novantenni), il pericolo di girare in città con la bici deriva non dall'andare in bici ma dalle auto.

Costringere chiunque ad indossare indumenti antiestetici e scomodi e il casco (togli e metti tutto anche nei piccoli spostamenti, serve poi necessariamente uno zaino per riporre tutto ogni volta che scendi) significa far perdere il gusto a tutti di andare in bici.
Prima di giudicare male quest'ultima parte pensate come vi trovereste a farlo ogni giorno, tante volte al giorno. Probabilmente in tanti qui non ci hanno pensato perché forse per più di una persona la mtb è un mezzo esclusivamente con gomme da trattore che l'asfalto lo vede solo dal tetto di un'auto. Ma usarla ogni giorno è tutto un'altro discorso.
Io dovendo fare 40 km in bici non mi fermerei a casco e casacca arancione, ma abbonderei con catadiottri ovunque sulla bici e installerei pure lo specchietto. Ma se devo fare 50 metri per andare al bar o per fare spesa, magari in una strada tranquilla di un quartiere residenziale che non mi si rompano le scatole!

Quello che scrivo non lo scrivo in barba al buon senso legato alla sicurezza, infatti sono convinto che il casco debba essere incentivato in ogni modo, ma anche che le imposizioni per legge in favore della sicurezza non debbano subirle i ciclisti, ma chi rappresenta un pericolo: le auto.

Incentivare la sicurezza in città significa diminuire il numero di auto in circolazione, significa togliere parcheggi o corsie per le auto e farci piste ciclabili, significa far passare la voglia di andare in auto, non di far passare la voglia a quei pochi coraggiosi che già la bici la usano!

Tutti quelli che criticheranno quanto ho scritto perché magari non usano la bici per gli spostamenti quotidiani, quante volte si saranno trovati a maledire i dossi artificiali posti in prossimità di attraversamenti pedonali o ciclabili. E quelli non servono ad aumentare la sicurezza?
Sarei curioso di sapere come avrebbero preso questa legge i patiti di bdc e di xc poi, costretti a coprire i loro completini attillati, aerodinamici e sponsorizzati con delle giacchettine in stile operaio dell'ANAS, magari pure in questo periodo col caldo.

Il problema della sicurezza delle bici quasi non esiste al di fuori dell'uso agonistico e ludico di questo mezzo.

Il problema della sicurezza riguarda quindi solo le auto. In città si sta stretti e la sicurezza va regolamentata, ma le imposizioni si dovrebbero dare in base alle colpe e al contesto.

Chi è più pericoloso in città?
Chi appesta l'aria in città?
Chi produce più inquinamento acustico?
Chi ingombra di più in città?
Chi congestiona di più la circolazione cittadina?
Chi è più arrogante tra chi va in auto e chi va in bici (è dimostrato scientificamente che la bici ci predispone al contatto con quello che ci circonda mentre l'auto ci trasforma in carogne)?
In caso di condotta irresponsabile quanti danni si possono fare con una bici, quanti con un'auto?

Dando una risposta alle precedenti domande, quale categoria di mezzi (e quindi di utenti delle strade) dovranno essere sottoposti a regole più restrittive?
 
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.....
Il problema della sicurezza riguarda quindi solo le auto. In città si sta stretti e la sicurezza va regolamentata, ma le imposizioni si dovrebbero dare in base alle colpe e al contesto.

Chi è più pericoloso in città?
Chi appesta l'aria in città?
Chi produce più inquinamento acustico?
Chi ingombra di più in città?
Chi congestiona di più la circolazione cittadina?
Chi è più arrogante tra chi va in auto e chi va in bici (è dimostrato scientificamente che la bici ci predispone al contatto con quello che ci circonda mentre l'auto ci trasforma in carogne)?
In caso di condotta irresponsabile quanti danni si possono fare con una bici, quanti con un'auto?

Dando una risposta alle precedenti domande, quale categoria di mezzi (e quindi di utenti delle strade) dovranno essere sottoposti a regole più restrittive?

Credo che non ci sia una categoria di mezzi ed utenti che debba essere sottoposta a regole più restrittive di altri perchè purtroppo bisogna far leggi perchè, come già accennato in un intervento precedente, da soli non tutti sanno rispettare se stessi, gli altri e l'ambiente circorstante, che si stia a piedi, in bici, in auto, in moto, in aereo ecc non è una questione di mezzo, ma di carattere del singolo, di rispetto e di educazione civica, che spesso manca.
Per me una "carogna" come dici tu, lo è sia che guidi una macchina, che tenga un carrello della spesa:smile:,
è indole, il mezzo semmai amplifica e manifesta meglio ciò che egli già è di suo!!!
 
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Che la pericolosità della bicicletta sia legata alla condivisione della strada con altri mezzi è un argomento assolutamente verosimile. La separazione fisica dei due diversi flussi di traffico è assolutamente auspicabile, ma dubito che sia possibile almeno finchè la maggioranza della popolazione (e conseguentemente la classe politica che viene eletta) non lo chiede. Non è un caso che dove la gente da sempre è abituata ad andare in bici le piste ciclabili ci sono, creando un cortocircuito positivo (ci sono le piste=la genta va in bici, e siccome c'è gente che va in bici si continuano a fare le piste ciclabili) mentre dove non ci va nessuno è difficile giustificare la loro realizzazione (e siccome non ci sono, la gente non va in bici...).

Lo stesso discorso vale per la disincentivazione all'uso del mezzo privato. Milioni di italiani lo fanno perchè vi sono obbligati, vuoi dalla struttura delle città vuoi dall'assenza di infrastrutture di trasporto pubblico. Difficile convincerne anche una frazione senza dargli delle alternative reali e fattibili. L' Ecopass a Milano funziona peggio della Congestion Tax a Londra per il semplice motivo che alternative non ce sono, mentre a Londra ci sono decine di linee di treni più una vera metropolitana.

Insomma, parlare di "colpe" o di "arroganza" può essere funzionale ad una ideologia ma dubito che possa avere una qualche utilità pratica. Qui purtoppo occorre riconoscere il ruolo negativo della politica che ha ormai abbandonato (se mai ce l'ha avuta in Italia) la funzione progettuale del futuro di un paese per rincorrere gli umori del momento in chiave elettoralistica.

Detto questo, visto che siamo tutti d'accordo che quello urbano sia allo stato attuale dei fatti un ambiente pericoloso, qualsiasi misura di sicurezza attiva e passiva è la benvenuta. Ben venga quindi il casco (che io uso sempre soprattutto in città), come le luci e le cinture rifrangenti, per non parlare del comportamento in sella.
 

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Che la pericolosità della bicicletta sia legata alla condivisione della strada con altri mezzi è un argomento assolutamente verosimile. La separazione fisica dei due diversi flussi di traffico è assolutamente auspicabile, ma dubito che sia possibile almeno finchè la maggioranza della popolazione (e conseguentemente la classe politica che viene eletta) non lo chiede. Non è un caso che dove la gente da sempre è abituata ad andare in bici le piste ciclabili ci sono, creando un cortocircuito positivo (ci sono le piste=la genta va in bici, e siccome c'è gente che va in bici si continuano a fare le piste ciclabili) mentre dove non ci va nessuno è difficile giustificare la loro realizzazione (e siccome non ci sono, la gente non va in bici...).

Lo stesso discorso vale per la disincentivazione all'uso del mezzo privato. Milioni di italiani lo fanno perchè vi sono obbligati, vuoi dalla struttura delle città vuoi dall'assenza di infrastrutture di trasporto pubblico. Difficile convincerne anche una frazione senza dargli delle alternative reali e fattibili. L' Ecopass a Milano funziona peggio della Congestion Tax a Londra per il semplice motivo che alternative non ce sono, mentre a Londra ci sono decine di linee di treni più una vera metropolitana.

Insomma, parlare di "colpe" o di "arroganza" può essere funzionale ad una ideologia ma dubito che possa avere una qualche utilità pratica. Qui purtoppo occorre riconoscere il ruolo negativo della politica che ha ormai abbandonato (se mai ce l'ha avuta in Italia) la funzione progettuale del futuro di un paese per rincorrere gli umori del momento in chiave elettoralistica.

Detto questo, visto che siamo tutti d'accordo che quello urbano sia allo stato attuale dei fatti un ambiente pericoloso, qualsiasi misura di sicurezza attiva e passiva è la benvenuta. .

:adore!:


Ben venga quindi il casco (che io uso sempre soprattutto in città), come le luci e le cinture rifrangenti, per non parlare del comportamento in sella.

Che, se non erro, assieme al campanello dovrebbero essere già obbligatori sui velocipedi.
 

Enrico.P

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Che la pericolosità della bicicletta sia legata alla condivisione della strada con altri mezzi è un argomento assolutamente verosimile. La separazione fisica dei due diversi flussi di traffico è assolutamente auspicabile, ma dubito che sia possibile almeno finchè la maggioranza della popolazione (e conseguentemente la classe politica che viene eletta) non lo chiede. Non è un caso che dove la gente da sempre è abituata ad andare in bici le piste ciclabili ci sono, creando un cortocircuito positivo (ci sono le piste=la genta va in bici, e siccome c'è gente che va in bici si continuano a fare le piste ciclabili) mentre dove non ci va nessuno è difficile giustificare la loro realizzazione (e siccome non ci sono, la gente non va in bici...).

Lo stesso discorso vale per la disincentivazione all'uso del mezzo privato. Milioni di italiani lo fanno perchè vi sono obbligati, vuoi dalla struttura delle città vuoi dall'assenza di infrastrutture di trasporto pubblico. Difficile convincerne anche una frazione senza dargli delle alternative reali e fattibili. L' Ecopass a Milano funziona peggio della Congestion Tax a Londra per il semplice motivo che alternative non ce sono, mentre a Londra ci sono decine di linee di treni più una vera metropolitana.

Insomma, parlare di "colpe" o di "arroganza" può essere funzionale ad una ideologia ma dubito che possa avere una qualche utilità pratica. Qui purtoppo occorre riconoscere il ruolo negativo della politica che ha ormai abbandonato (se mai ce l'ha avuta in Italia) la funzione progettuale del futuro di un paese per rincorrere gli umori del momento in chiave elettoralistica.

Detto questo, visto che siamo tutti d'accordo che quello urbano sia allo stato attuale dei fatti un ambiente pericoloso, qualsiasi misura di sicurezza attiva e passiva è la benvenuta. Ben venga quindi il casco (che io uso sempre soprattutto in città), come le luci e le cinture rifrangenti, per non parlare del comportamento in sella.

Perfettamente d'accordo anch'io, ma non è un dato di fatto che un aumento di obblighi e restrizioni possa fungere da disincentivo all'uso della bici?

Persino la FIAB si è schierata contro l'obbligo del casco, pur rimarcando che è una buona abitudine indossarlo.
 

sembola

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Perfettamente d'accordo anch'io, ma non è un dato di fatto che un aumento di obblighi e restrizioni possa fungere da disincentivo all'uso della bici?

Persino la FIAB si è schierata contro l'obbligo del casco, pur rimarcando che è una buona abitudine indossarlo.

E' un parametro da tenere in considerazione, ma che a mio parere va inquadrato nel contesto e non assolutizzato. Per esempio, l'obbligo nei confronti di chi guida ciclomotori non ne ha fatto diminuire l'uso, perchè evidentemente continuava ad essere una modalità di trasporto complessivamente conveniente.

Onestamente non riesco a vedere alcun motivo sensato per cui una persona dotata di minimo senso pratico debba trovare un disincentivo nell' infilarsi un caschetto dal costo irrisorio e che dura anni. Non parliamo di signore permanentate, che le loro figlie altrettanto permamentate usano tranquillamente il casco con lo scooter, o i sempre citati vecchietti di 90 anni, parliamo della massa.

Sul ruolo della FIAB, di cui sono ancora socio, avrei molto da dire ed è meglio che non lo dica :arrabbiat:

In ogni caso sono convinto anch'io che non si possa nè debba assegnare al casco un ruolo "salvifico": è uno strumento importante ed utile ma il grado di protezione che offre non è assoluto.
 

tiziano

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Perfettamente d'accordo anch'io, ma non è un dato di fatto che un aumento di obblighi e restrizioni possa fungere da disincentivo all'uso della bici?

Persino la FIAB si è schierata contro l'obbligo del casco, pur rimarcando che è una buona abitudine indossarlo.

Siamo tutti d'accordo, io utilizzerò la bici comunque...al limite metterò un campanello sulla bdc.:!:

Contesto il fatto di obbligare senza fare nulla per incentivare.
Un esempio sono le piste ciclabili inesistenti (almeno nelle mie zone) con il proliferare dei rondò (un pericolo per le bici).

Per tutto il resto, ci adegueremo come sempre.

o-o
 

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Contesto il fatto di obbligare senza fare nulla per incentivare.
Un esempio sono le piste ciclabili inesistenti (almeno nelle mie zone)...
E' vero ma fino ad un certo punto. Mettiti nei panni di un amministratore pubblico di un comune, come potresti giustificare agli occhi dei cittadini (che poi votano) una struttura che nessuno usa? Lo puoi fare solo se c'è un'effettiva richiesta o nell' ambito di un progetto più grande ed ambizioso, ma come scrivevo prima la progettualità non abita (più) qua.


... con il proliferare dei rondò (un pericolo per le bici).
Le rotonde hanno uno scopo indiscutibilmente utile, che è quello di rallentare il traffico e al tempo stesso di fluidificarlo. Ora non è che per incentivare le bici si debba rinunciare a rendere meno pericoloso il resto del traffico...
 
Le rotonde hanno uno scopo indiscutibilmente utile, che è quello di rallentare il traffico e al tempo stesso di fluidificarlo. Ora non è che per incentivare le bici si debba rinunciare a rendere meno pericoloso il resto del traffico...
Rallentano il traffico, ma dove?? Semmai rallentano la velocità e fanno ingorghi, perchè se prima non insegnano a scuola guida come affrontare le rotatorie e chi ha le precedenze inserendosi in una di esse sai il caos!!!!Mo sembra diventato una moda mettere ste rotatorie che io non amo per niente, soprattutto quando vado in bici.
 

ulzana

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E' vero ma fino ad un certo punto. Mettiti nei panni di un amministratore pubblico di un comune, come potresti giustificare agli occhi dei cittadini (che poi votano) una struttura che nessuno usa? Lo puoi fare solo se c'è un'effettiva richiesta o nell' ambito di un progetto più grande ed ambizioso, ma come scrivevo prima la progettualità non abita (più) qua.

Sul discorso delle piste ciclabili gli amministratori dovrebbero avere un po' più di coraggio (e soldi naturalmente). Per la mia esperienza qui in Lombardia, dai una pista ciclabile alla gente e si riempie di persone diventando una vera e propria palestra a cielo aperto. Percorro la ciclabile della Martesana per 30 km da Cassano d'Adda a Milano due volte la settimana (durante l'estate vado un paio di volte in bici al lavoro) e sulla ciclabile oltre alle biciclette c'è di tutto. Il mattino presto pieno di over 60 che vogliono tenersi in forma con passeggiate e jogging, la sera piena di gente a correre, pedalare, passeggiare. Dove abito ne hanno fatta una di un chilometro verso il paese confinante che va verso il fiume Serio. Manca il collegamento con l'altro paese che non ha interesse politico a congiungere il tratto di ciclabile, ma nonostante sia solo un km ad ogni ora del giorno c'è gente che passeggia, corre e ci passa in bicicletta. I comuni sono un po' ridotti all'osso con i soldi pubblici ma se alcune risorse fossero indirizzate sulle piste ciclabili il ritorno sarebbe assicurato.
 

torta74

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un cattivo esempio lo dà Cipollini che in televisione, in occasione di una tappa del giro d'italia, dove era presente come "non partecipante" e ad una manifestazione ciclistica, rivolta ai giovanissimi, pedalava senza indossare il caschetto

tutti gli altri invece lo avevano

Di pro ed ex pro in allenamento, pochi ne ho visti con il casco.
Stesso dicasi per gli amatori più famosi e veloci...
Tra i professionisti con il casco sempre in testa, mi viene in mente Ivan Basso e Marco Pinotti su tutti.

Il perchè lo ignoro, proprio loro che dovrebbero dare l'esempio e sono pure sponsorizzati.
Senza contare che le gare si effettuano solo con il casco, quindi ci si farebbe anche l'abitudine.

A proposito del mio "concittadino" Mario Cipollini...se non gli è servita da lezione la caduta alla Vuelta (senza casco)...ormai è irrecuperabile.

YouTube - MARIO CIPOLLINI CRASH 1994 VUELTA A ESPAÑA[/URL]


evidentemente non si ricorda....[url]http://www.playfull.it/pub/press/GGT/CS20100510/10vernaccia_796.jpg[/URL]
 

sembola

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Rallentano il traffico, ma dove?? Semmai rallentano la velocità e fanno ingorghi, perchè se prima non insegnano a scuola guida come affrontare le rotatorie e chi ha le precedenze inserendosi in una di esse sai il caos!!!!Mo sembra diventato una moda mettere ste rotatorie che io non amo per niente, soprattutto quando vado in bici.

No, non è così.

La rotonda obbliga a rallentare, mentre l'incrocio no (se hai il verde non rallenti, senza contare chi accelerava quando vedeva il giallo per riuscire a passare).

Le precedenze sono chiaramente evidenziate dalla segnaletica orizzontale e verticale: se non la si guarda non è certo colpa della rotonda.

La rotonda consente di far scorrere il traffico in maniera più elastica dei semafori: dove ci sono le code alle rotonde ce n'erano anche di più lunghe con i semafori, solo che non ce ne ricordiamo ;-)

Da questo punti di vista ci sono sia studi teorici che evidenze empiriche che provano l'efficacia delle rotonde. Per quanto riguarda le bici è evidente che possono rappresentare un pericolo, ma anche gli incroci tradizionali lo sono (quante volte ti sorpassano per poi girare a destra? :omertà:)

Che poi possano dare fastidio è vero, ma allora togliamo pure gli attraversamenti pedonali rialzati (anzi, leviamoli del tutto...) perchè "fanno rallentare" e poi non lamentiamoci se sembra di essere a Monza...;-)



Sul discorso delle piste ciclabili gli amministratori dovrebbero avere un po' più di coraggio (e soldi naturalmente).
Non è questione di avere coraggio, ma progettualità. Nessuno però vuole guardare al di là del proprio naso...e non parliamo dei fondi, i COmuni non possono spendere neppure quelli che hanno a disposizione, figuriamoci.


Per la mia esperienza qui in Lombardia, dai una pista ciclabile alla gente e si riempie di persone diventando una vera e propria palestra a cielo aperto
Ben vengano, ma in ambito urbano lo scopo dovrebbe essere un'altro, quello di garantire un ambiente sicuro per una mobilità alternativa. Il fatto che le piste ciclabili vengano prese d'assalto da tantissime persone dimostra la mancanza di spazi ricreativi, col risultato che diventa difficile usarle per quello per cui sono state create, cioè girarein bici.
 
No, non è così.

La rotonda obbliga a rallentare, mentre l'incrocio no (se hai il verde non rallenti, senza contare chi accelerava quando vedeva il giallo per riuscire a passare).

Le precedenze sono chiaramente evidenziate dalla segnaletica orizzontale e verticale: se non la si guarda non è certo colpa della rotonda.

La rotonda consente di far scorrere il traffico in maniera più elastica dei semafori: dove ci sono le code alle rotonde ce n'erano anche di più lunghe con i semafori, solo che non ce ne ricordiamo ;-)

Da questo punti di vista ci sono sia studi teorici che evidenze empiriche che provano l'efficacia delle rotonde. Per quanto riguarda le bici è evidente che possono rappresentare un pericolo, ma anche gli incroci tradizionali lo sono (quante volte ti sorpassano per poi girare a destra? :omertà:)

Che poi possano dare fastidio è vero, ma allora togliamo pure gli attraversamenti pedonali rialzati (anzi, leviamoli del tutto...) perchè "fanno rallentare" e poi non lamentiamoci se sembra di essere a Monza...;-)

Non è questione di avere coraggio, ma progettualità. Nessuno però vuole guardare al di là del proprio naso...e non parliamo dei fondi, i COmuni non possono spendere neppure quelli che hanno a disposizione, figuriamoci.

Ben vengano, ma in ambito urbano lo scopo dovrebbe essere un'altro, quello di garantire un ambiente sicuro per una mobilità alternativa. Il fatto che le piste ciclabili vengano prese d'assalto da tantissime persone dimostra la mancanza di spazi ricreativi, col risultato che diventa difficile usarle per quello per cui sono state create, cioè girarein bici.
Sono praticamente d'accordo su tutto, ma devi anche calcolare le cittadine dove vengono messe le rotatorie.A Roma forse funzionano anche per il problemino accennato da te del giallo che per noi romani è sinonimo di ancora puoi passare ma accellera:smile:
Ma nel fabrianese dove le strade son quasi tutte di lunga percorrenza una rotatoria, seppur con segnaletiche, fa confusione e traffico.
Per le piste ciclabili dovremmo aprire un altro topic, perchè o metti ciclabile tutta la città o per niente, se no...ti ritrovi su strada trafficata in bici, senza neanche accorgertene, perchè la ciclabile finisce e che fai? Torni indietro????A Roma purtroppo succede!
 

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No, non è così.

La rotonda obbliga a rallentare, mentre l'incrocio no (se hai il verde non rallenti, senza contare chi accelerava quando vedeva il giallo per riuscire a passare).

Le precedenze sono chiaramente evidenziate dalla segnaletica orizzontale e verticale: se non la si guarda non è certo colpa della rotonda.

La rotonda consente di far scorrere il traffico in maniera più elastica dei semafori: dove ci sono le code alle rotonde ce n'erano anche di più lunghe con i semafori, solo che non ce ne ricordiamo ;-)

Da questo punti di vista ci sono sia studi teorici che evidenze empiriche che provano l'efficacia delle rotonde. Per quanto riguarda le bici è evidente che possono rappresentare un pericolo, ma anche gli incroci tradizionali lo sono (quante volte ti sorpassano per poi girare a destra? :omertà:)

Che poi possano dare fastidio è vero, ma allora togliamo pure gli attraversamenti pedonali rialzati (anzi, leviamoli del tutto...) perchè "fanno rallentare" e poi non lamentiamoci se sembra di essere a Monza...;-)




Non è questione di avere coraggio, ma progettualità. Nessuno però vuole guardare al di là del proprio naso...e non parliamo dei fondi, i COmuni non possono spendere neppure quelli che hanno a disposizione, figuriamoci.



Ben vengano, ma in ambito urbano lo scopo dovrebbe essere un'altro, quello di garantire un ambiente sicuro per una mobilità alternativa. Il fatto che le piste ciclabili vengano prese d'assalto da tantissime persone dimostra la mancanza di spazi ricreativi, col risultato che diventa difficile usarle per quello per cui sono state create, cioè girarein bici.

giusto per aumetare la confusione generale però c'è da dire che italia esistono ancora (e sono poche fortunatamente) le "rotatorie senza segnaletica" dove vige ancora la precedenza a dx....ovvero la predecenda è al flusso in entrata....dalle mie parti ne hanno smantellata una pochi mesi fa
 
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giusto per aumetare la confusione generale però c'è da dire che italia esistono ancora (e sono poche fortunatamente) le "rotatorie senza segnaletica" dove vige ancora la precedenza a dx....ovvero la predecenda è al flusso in entrata....dalle mie parti ne hanno smantellata una pochi mesi fa

Oppure ce ne sono, qua e là per l'italia, dove c'è si la segnaletica orizzontale ma ... disegnata per fermare il flusso sulla rotonda! Non quello in entrata.

In Olanda invece sono già passati alla Rotonda 2.0 :mrgreen:

La Turbo-roundabout!


xm8k1w.jpg

turbo_rotunda.jpg

668px-Turbo_roundabout_(right-hand_side_drive)_by_Zureks.svg.png


Ma si sà ... gli olandesi sono strani (e LE olandesi bellocce )
 

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