Non si può dire che con la prudenza si elimina completamente il rischio. Lo si riduce, ma un imprevisto può sempre capitare, dai.
(E spesso ci si fa male sui sentieri che si conoscono meglio, perché c'è questa supponenza istintiva).
Uno dei migliori freeclimber al mondo è morto sulle pareti di arrampicata dietro casa, che avrà fatto mille volte. Scali un 9a e ti spatasci in casa? sì, può capitare.
Se sei imbragato e legato, puoi cadere senza farti (molto) male.
Salire libero come una lucertola è più bello, sei più libero... sarai più prudente, ma non hai una seconda possibilità se sbagli.
In bici idem, con le dovute proporzioni di pericolo, è irresponsabile e irreale credere che non ci possa essere un imprevisto.
Per assurdo un paio di volte ho ringraziato le
gomitiere, dopo essere scivolato a piedi con la bici per mano su un pezzo in cui per prudenza non ero passato in sella.
Poi se ti corazzi sei molto più libero e spensierato, cioè stai concentrato, sei prudente, ma scendi più tranquillo (a qualsiasi velocità), perché sai che i piccoli imprevisti, che la prudenza non può contemplare, presumibilmente possano essere ovattati da un'imbottitura.
Non avere il terrore di cadere aiuta un sacco la concentrazione.
È giusto avere paura di cadere, sennò si è degli incoscienti, ma adeguando la velocità al proprio livello e stanchezza, si riduce il rischio e con le protezioni si riduce al minimo il rischio di farsi male.
Credo che ciascuno di noi abbia milioni di esempi di situazioni in cui una protezione ci abbia salvato da un trauma o il non averla ci abbia fatto subire un bel colpo.
Un conto è dire "ammetto il rischio" un altro conto è dire "sono così prudente e tranquillo che non mi capiterà mai niente".